Alessandro Loreti: la tenacia è la spinta per continuare a restare a Muccia

Lunedì, 17 Febbraio 2020 17:28 | Letto 2217 volte   Clicca per ascolare il testo Alessandro Loreti: la tenacia è la spinta per continuare a restare a Muccia “Certamente non è casa tua ma ti ci abitui. Questa non deve essere la normalità ma un periodo temporaneo.” Alessandro Loreti, per gli amici Fera, ha 37 anni e con sua moglie e i figli di 10 e 17 anni, dopo il terremoto risiede in uno dei villaggi Sae di Muccia, dove lavora nel suo negozio di pasta fresca. L’attività, oggi delocalizzata nella zona commerciale, l’aveva nel cuore del paese vicino la sua casa. Non è un tipo da città e non ha mai pensato di andarsene da Muccia. Quando è dovuto stare lontano dal suo comune, ha scelto di trasferirsi a Colfiorito anziché nei paesi più vicini alla costa, dove ha comunque soggiornato per qualche tempo: “Arrivato a Caccamo sentivo già l’odore di casa!”. E’ una persona che ci mette la faccia e ha sempre parlato cercando di farsi ascoltare dai decisori dicendo quello che non funzionava rispetto alla situazione. A molti invece non piace esporsi. Purtroppo ai cittadini difficilmente viene insegnato a ragionare insieme, per tendere al bene comune. Il non sapere fare squadra a tutti i livelli, sta incoraggiando logiche campanilistiche e, peggio ancora, consentirà più facilmente ai più grandi, a realtà più strutturate, di “appropriarsi delle ricchezze dell’Appennino” e dei finanziamenti che arriveranno per la ricostruzione. Occorrerebbe invece invertire la tendenza favorendo le microeconomie della montagna, che sono compatibili con l’ambiente e con gli stili e i ritmi di vita praticati in queste terre.Se tutto andrà come da programma, tra circa un anno Alessandro e la famiglia torneranno nella loro nuova casa ristrutturata. Anche lì bisognerà un’altra volta ricominciare, perché accanto a loro troveranno una Muccia diversa, con pochissimi residenti e pochi servizi vicini. Quello che conta è che torneranno a casa e lasceranno la Sae. Le casette per Alessandro non sono fatte per durare a lungo. L’anno scorso anche loro sono dovuti uscire dall’alloggio perché hanno avuto il pavimento marcio. Ancora oggi mi dice che ci sono dei piccoli problemi e che comunque è preferibile risolverli in autonomia anziché chiedere a chi le ha realizzate. E’ un ragazzo ottimista e dal carattere deciso Alessandro. Sorride quando mi racconta della grande soddisfazione arrivata quando sono riusciti a fare in tempo per quel Natale del 2016, i tortellini nel laboratorio di pasta fresca gestito con la famiglia, aperto dopo aver lavorato giorno e notte. Immagino che quel ricordo lo porterà con sé a lungo questo giovane papà a cui auguro di trovare la stessa spinta emotiva di quei giorni difficili ma pieni di energia vitale, quella energia di cui centinaia di persone oggi hanno estremo bisogno per affrontare il presente, in attesa di un futuro più solido.Barbara OlmaiL’intervista a Alessandro Loreti, andrà in onda nella Rubrica radiofonica “Ricostruire la speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”, mercoledì alle ore 10,10 e alle ore 22,10 sulle frequenze di Radio C1 in Blu.*La rubrica è possibile grazie al contributo di IIE Impianti Elettrici di Urbisaglia e Ticani srl engineering and construction di Visso.
“Certamente non è casa tua ma ti ci abitui. Questa non deve essere la normalità ma un periodo temporaneo.” Alessandro Loreti, per gli amici Fera, ha 37 anni e con sua moglie e i figli di 10 e 17 anni, dopo il terremoto risiede in uno dei villaggi Sae di Muccia, dove lavora nel suo negozio di pasta fresca. L’attività, oggi delocalizzata nella zona commerciale, l’aveva nel cuore del paese vicino la sua casa. Non è un tipo da città e non ha mai pensato di andarsene da Muccia. Quando è dovuto stare lontano dal suo comune, ha scelto di trasferirsi a Colfiorito anziché nei paesi più vicini alla costa, dove ha comunque soggiornato per qualche tempo: “Arrivato a Caccamo sentivo già l’odore di casa!”.
E’ una persona che ci mette la faccia e ha sempre parlato cercando di farsi ascoltare dai decisori dicendo quello che non funzionava rispetto alla situazione. A molti invece non piace esporsi. Purtroppo ai cittadini difficilmente viene insegnato a ragionare insieme, per tendere al bene comune. Il non sapere fare squadra a tutti i livelli, sta incoraggiando logiche campanilistiche e, peggio ancora, consentirà più facilmente ai più grandi, a realtà più strutturate, di “appropriarsi delle ricchezze dell’Appennino” e dei finanziamenti che arriveranno per la ricostruzione. Occorrerebbe invece invertire la tendenza favorendo le microeconomie della montagna, che sono compatibili con l’ambiente e con gli stili e i ritmi di vita praticati in queste terre.

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Se tutto andrà come da programma, tra circa un anno Alessandro e la famiglia torneranno nella loro nuova casa ristrutturata. Anche lì bisognerà un’altra volta ricominciare, perché accanto a loro troveranno una Muccia diversa, con pochissimi residenti e pochi servizi vicini. Quello che conta è che torneranno a casa e lasceranno la Sae. Le casette per Alessandro non sono fatte per durare a lungo. L’anno scorso anche loro sono dovuti uscire dall’alloggio perché hanno avuto il pavimento marcio. Ancora oggi mi dice che ci sono dei piccoli problemi e che comunque è preferibile risolverli in autonomia anziché chiedere a chi le ha realizzate. E’ un ragazzo ottimista e dal carattere deciso Alessandro. Sorride quando mi racconta della grande soddisfazione arrivata quando sono riusciti a fare in tempo per quel Natale del 2016, i tortellini nel laboratorio di pasta fresca gestito con la famiglia, aperto dopo aver lavorato giorno e notte. Immagino che quel ricordo lo porterà con sé a lungo questo giovane papà a cui auguro di trovare la stessa spinta emotiva di quei giorni difficili ma pieni di energia vitale, quella energia di cui centinaia di persone oggi hanno estremo bisogno per affrontare il presente, in attesa di un futuro più solido.

Barbara Olmai

L’intervista a Alessandro Loreti, andrà in onda nella Rubrica radiofonica “Ricostruire la speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”, mercoledì alle ore 10,10 e alle ore 22,10 sulle frequenze di Radio C1 in Blu.

*La rubrica è possibile grazie al contributo di IIE Impianti Elettrici di Urbisaglia e Ticani srl engineering and construction di Visso.

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