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Coronavirus e terremoto, due paure troppo grandi. Parla la psicologa Ferretti

Venerdì, 20 Marzo 2020 09:19 | Letto 4112 volte   Clicca per ascolare il testo Coronavirus e terremoto, due paure troppo grandi. Parla la psicologa Ferretti Si cercava di sdrammatizzare, nelle zone terremotate, dopo il decreto Covid-19 che chiedeva di restare a casa. Nelle zone colpite dal sisma del 2016, infatti, negli alti e bassi della resilienza, si fa fatica ad accostare il monito Restate a casa con unimmagine di serenità. E allora sui social giravano diverse vignette ironiche su questo accostamento, quasi ad esorcizzare la paura che tornasse una scossa mentre tutti sono necessariamente a casa.Vignette che non sono servite, però, a non farlo accadere. Questa mattina, infatti, alle 5.49, lentoterra Maceratese è ripiombato nella paura con la scossa di magnitudo 3.3 con epicentro Montecavallo.Una paura che oggi si aggiunge a quella dellemergenza sanitaria, proprio quando anche parchi e giardini restano chiusi, giustamente, per evitare uscite non necessarie, ma anche quando le scosse riportano la paura dei terremotati a ricordi più tristi.Giselle Ferretti, psicologa e psicoterapeuta che più volte è intervenuta sul tema del sisma dice: Dobbiamo considerare la paura come alleata, anche se non è una emozione piacevole. Ci serve per mettere in moto le risorse che abbiamo dentro di noi per poterci mettere al sicuro. Certamente, la situazione che ci troviamo a vivere è paradossale perchè per il Coronavirus dobbiamo restare in casa e per il sima dobbiamo uscire. Una situazione da cui è difficile uscire. Suggerisco, per non cadere nel panico, di vivere il momento. La possibilità delle scosse purtroppo ci è nota da diversi anni. Concentriamoci sul qui ed ora, affrontiamo le difficioltà momento per momento e, come tutte le cose, passerà ache questa.È anche vero che accanto al problema delle due paure, ora ci si trova a vievere quello dellisolamento. Prima, durante una scosa o subito dopo, un abbraccio o il conforto di qualcuno vicino poteva essere un palliativo. Oa si è costretti allisolamento: Questo è il più grande problema dellemergenza sanitaria - dice Giselle Ferretti - Sappiamo che la prima cosa che porta a fare la paura è quella di cercare conforto e sicurezza negli altri, addirittura di sconosciuti, come le amicizie che nascono proprio prima di dare un esame universiario. Lisolamento fisico è un problema. benchè noi oggi siamo dei privilegiati: ci possiamo connettere in tanti altro modi. Non è la stessa cosa, ma non è nemmeno niente. Più saremo bravi a resistere e a mantenere questo comportamento e più velocemente questo problema si affievolirà e scomparirà.Giulia Sancricca
Si cercava di sdrammatizzare, nelle zone terremotate, dopo il decreto Covid-19 che chiedeva di restare a casa.
Nelle zone colpite dal sisma del 2016, infatti, negli alti e bassi della resilienza, si fa fatica ad accostare il monito "Restate a casa" con un'immagine di serenità. E allora sui social giravano diverse vignette ironiche su questo accostamento, quasi ad esorcizzare la paura che tornasse una scossa mentre tutti sono necessariamente a casa.
Vignette che non sono servite, però, a non farlo accadere. Questa mattina, infatti, alle 5.49, l'entoterra Maceratese è ripiombato nella paura con la scossa di magnitudo 3.3 con epicentro Montecavallo.
Una paura che oggi si aggiunge a quella dell'emergenza sanitaria, proprio quando anche parchi e giardini restano chiusi, giustamente, per evitare uscite non necessarie, ma anche quando le scosse riportano la paura dei terremotati a ricordi più tristi.
Giselle Ferretti, psicologa e psicoterapeuta che più volte è intervenuta sul tema del sisma dice: "Dobbiamo considerare la paura come alleata, anche se non è una emozione piacevole. Ci serve per mettere in moto le risorse che abbiamo dentro di noi per poterci mettere al sicuro. Certamente, la situazione che ci troviamo a vivere è paradossale perchè per il Coronavirus dobbiamo restare in casa e per il sima dobbiamo uscire. Una situazione da cui è difficile uscire. Suggerisco, per non cadere nel panico, di vivere il momento. La possibilità delle scosse purtroppo ci è nota da diversi anni. Concentriamoci sul qui ed ora, affrontiamo le difficioltà momento per momento e, come tutte le cose, passerà ache questa".
È anche vero che accanto al problema delle due paure, ora ci si trova a vievere quello dell'isolamento. Prima, durante una scosa o subito dopo, un abbraccio o il conforto di qualcuno vicino poteva essere un palliativo. Oa si è costretti all'isolamento: "Questo è il più grande problema dell'emergenza sanitaria - dice Giselle Ferretti - Sappiamo che la prima cosa che porta a fare la paura è quella di cercare conforto e sicurezza negli altri, addirittura di sconosciuti, come le amicizie che nascono proprio prima di dare un esame universiario. L'isolamento fisico è un problema. benchè noi oggi siamo dei privilegiati: ci possiamo connettere in tanti altro modi. Non è la stessa cosa, ma non è nemmeno niente. Più saremo bravi a resistere e a mantenere questo comportamento e più velocemente questo problema si affievolirà e scomparirà".

Giulia Sancricca

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