Dalle grandi città alle piccoli frazioni, quelle tanto care a chi c'è nato e cresciuto, ma spesso sconosciute ai più, loro malgrado.
Il mostro del Coronavirus lo si affronta come si può, ma certamente la fede è l'ancora a cui ci si aggrappa maggiormente, a prescindere da dove si vive.
Quella fede che nelle ultime settimane ha dovuto necessariamente adattarsi al cambiamento, cedendo alle lusinghe dei social network ed utilizzando il web per la preghiera di comunità. Ma nelle piccole frazioni, come quella di Vestignano di Caldarola, sono ancora le tradizioni a tener viva la speranza che tutto andrà bene.
È per questo che nella piccola chiesina ferita dal sisma è stata affissa sulla porta, sotto i segni del terremoto, l'immagine di Maria Vergine.
"Come i nostri avi, in tempo di pestilenze e gravi malattie - dice Gaetano Pesaresi - , ci rivolgiamo a Te, Vergine Santissima, che proteggi queste valli e le nostre comunità. Intercedi per noi presso Tuo Figlio, perché abbia pietà di noi e ci liberi dal Coronavirus. Aiuta i malati, sostieni i medici e quanti si adoperano per la nostra salute".
Una preghiera che arriva dalla purezza delle vallate dell'entroterra Maceratese e che è arrivata a tutti i caldarolesi grazie alla foto postata su Facebook.
Quando è vietato uscire di casa, un'immagine familiare che per gli abitanti di Caldarola è tanto familiare quanti protettiva, riscalda il cuore anche da lontano.
GS