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Moria di pesci nel fiume Giano, si indaga sulle cause

Mercoledì, 26 Agosto 2020 12:48 | Letto 719 volte   Clicca per ascolare il testo Moria di pesci nel fiume Giano, si indaga sulle cause Carabinieri forestali e tecnici dell’Arpam a lavoro per cercare di scoprire il perché ci sia stata una moria di pesci nelle acque del fiume Giano a Fabriano. Tutte le ipotesi sono aperte: dall’inquinamento a cause naturali. Non è la prima volta che si verifica questo fenomeno, quasi sempre nei mesi estivi. Sono almeno tre anni che fra luglio e settembre, si assiste a una moria di pesci nelle acque del fiume Giano a Fabriano. Anche ieri, il 25 agosto, decine di cavedani, alborelle e altre specie sono state ritrovate senza vita sia nel tratto compreso fra via Le Conce e quello di via Fratti, in pieno centro storico cittadino. I passanti che per primi si sono accorti di quanto stava accadendo hanno prontamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati i carabinieri forestali della compagnia cittadina che, a loro volta, hanno allertato i tecnici dell’Arpamper effettuare tutte le campionature e i rilievi. Occorrerà attendere qualche giorno per avere i risultati e formulare un’ipotesi credibile. Come detto, non è la prima volta che ciò accade nel Giano e quasi sempre nel tratto in cui è stato scoperchiato a seguito dei lavori che, da anni, interessano questa zona del centro storico cittadino. L’unica differenza è che, in questo caso, non si è notata la presenza di schiuma bianca, segno di un potenziale inquinamento dovuto a qualche sversamento. Si spera che dalle analisi delle acque possa emergere una spiegazione. Occorre essere cauti, ma anche precisi nell’individuare la causa di quanto si sta verificando da ormai troppi anni, quasi sempre nei mesi estivi, nelle acque del fiume Giano. La campionatura delle acque è stata effettuata nel tratto interessato e ora si procederà con gli esami di laboratorio per capire le cause di questa alta mortalità di piccoli pesci.f.u.
Carabinieri forestali e tecnici dell’Arpam a lavoro per cercare di scoprire il perché ci sia stata una moria di pesci nelle acque del fiume Giano a Fabriano. Tutte le ipotesi sono aperte: dall’inquinamento a cause naturali. Non è la prima volta che si verifica questo fenomeno, quasi sempre nei mesi estivi.

Sono almeno tre anni che fra luglio e settembre, si assiste a una moria di pesci nelle acque del fiume Giano a Fabriano. Anche ieri, il 25 agosto, decine di cavedani, alborelle e altre specie sono state ritrovate senza vita sia nel tratto compreso fra via Le Conce e quello di via Fratti, in pieno centro storico cittadino. I passanti che per primi si sono accorti di quanto stava accadendo hanno prontamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati i carabinieri forestali della compagnia cittadina che, a loro volta, hanno allertato i tecnici dell’Arpamper effettuare tutte le campionature e i rilievi. Occorrerà attendere qualche giorno per avere i risultati e formulare un’ipotesi credibile.

Come detto, non è la prima volta che ciò accade nel Giano e quasi sempre nel tratto in cui è stato scoperchiato a seguito dei lavori che, da anni, interessano questa zona del centro storico cittadino. L’unica differenza è che, in questo caso, non si è notata la presenza di schiuma bianca, segno di un potenziale inquinamento dovuto a qualche sversamento. Si spera che dalle analisi delle acque possa emergere una spiegazione. Occorre essere cauti, ma anche precisi nell’individuare la causa di quanto si sta verificando da ormai troppi anni, quasi sempre nei mesi estivi, nelle acque del fiume Giano. La campionatura delle acque è stata effettuata nel tratto interessato e ora si procederà con gli esami di laboratorio per capire le cause di questa alta mortalità di piccoli pesci.


f.u.

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