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Licenziare i "No-Vax"? Barbaresi (Cgil Marche): "Resti la volontarietà, si lavori sull'informazione"

Mercoledì, 30 Dicembre 2020 12:20 | Letto 972 volte   Clicca per ascolare il testo Licenziare i "No-Vax"? Barbaresi (Cgil Marche): "Resti la volontarietà, si lavori sull'informazione" Per un dipendente che rifiuta di vaccinarsi contro il Covid-19 si può arrivare al licenziamento. Lo ha sostenuto il professor Pietro Ichino, giurista esperto in diritto del lavoro, che cita l’articolo 2087 del Codice Civile, secondo il quale un datore di lavoro ha l’obbligo di predisporre e adottare tutte le misure suggerite dalla scienza per garantire la sicurezza, la salute e il benessere di chi opera in un’azienda. Una questione che però tira in ballo la Costituzione, che in materia di trattamenti sanitari obbligatori stabilisce che nessuno può esservi sottoposto se non per legge. Se la volontarietà resta, resterebbe legittima la scelta: per Daniela Barbaresi, Segretaria Generale CGIL Marche, è fondamentale proseguire sulla strada della volontarietà del trattamento e quindi agire sul piano dell’informazione, facendo in modo che sia il più permeante e completa possibile. “È fondamentale continuare a garantire la libertà di scelta delle persone – afferma la Segretaria – , nella piena consapevolezza però dellimportanza di vaccinarsi: sono fermamente convinta dellimportanza della vaccinazione, e trovo anche molto pericoloso quello che è successo, con gli attacchi allinfermiera romana che è stata vaccinata per prima. Bisogna fare tutto il possibile per debellare questo virus, lo strumento è il vaccino e dobbiamo poterlo utilizzare, a partire dai lavoratori e le lavoratrici più esposti al rischio di contrarre il virus, ovvero gli operatori della sanità, del sociale e dei servizi socio-assistenziali. Io credo che le dichiarazioni di Ichino siano più provocatorie che altro e non credo che il problema possa porsi: sono convinta che saranno tantissimi i lavoratori che decideranno di vaccinarsi, quello che ci risulta infatti è una forte richiesta, di tutte le categorie, di poter partecipare il più presto possibile alla vaccinazione. Questo è anche un appello che voglio fare alle istituzioni: garantire il massimo delle informazioni per mettere nelle condizioni le persone di accedere ai vaccini con consapevolezza con tranquillità”. l.c.
Per un dipendente che rifiuta di vaccinarsi contro il Covid-19 si può arrivare al licenziamento. Lo ha sostenuto il professor Pietro Ichino, giurista esperto in diritto del lavoro, che cita l’articolo 2087 del Codice Civile, secondo il quale un datore di lavoro ha l’obbligo di predisporre e adottare tutte le misure suggerite dalla scienza per garantire la sicurezza, la salute e il benessere di chi opera in un’azienda. Una questione che però tira in ballo la Costituzione, che in materia di trattamenti sanitari obbligatori stabilisce che nessuno può esservi sottoposto se non per legge. Se la volontarietà resta, resterebbe legittima la scelta: per Daniela Barbaresi, Segretaria Generale CGIL Marche, è fondamentale proseguire sulla strada della volontarietà del trattamento e quindi agire sul piano dell’informazione, facendo in modo che sia il più permeante e completa possibile.

“È fondamentale continuare a garantire la libertà di scelta delle persone – afferma la Segretaria – , nella piena consapevolezza però dell'importanza di vaccinarsi: sono fermamente convinta dell'importanza della vaccinazione, e trovo anche molto pericoloso quello che è successo, con gli attacchi all'infermiera romana che è stata vaccinata per prima. Bisogna fare tutto il possibile per debellare questo virus, lo strumento è il vaccino e dobbiamo poterlo utilizzare, a partire dai lavoratori e le lavoratrici più esposti al rischio di contrarre il virus, ovvero gli operatori della sanità, del sociale e dei servizi socio-assistenziali. Io credo che le dichiarazioni di Ichino siano più provocatorie che altro e non credo che il problema possa porsi: sono convinta che saranno tantissimi i lavoratori che decideranno di vaccinarsi, quello che ci risulta infatti è una forte richiesta, di tutte le categorie, di poter partecipare il più presto possibile alla vaccinazione. Questo è anche un appello che voglio fare alle istituzioni: garantire il massimo delle informazioni per mettere nelle condizioni le persone di accedere ai vaccini con consapevolezza con tranquillità”.

l.c.

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