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Trebbiatura in corso tra siccità e caro gasolio, Coldiretti Marche: “Aziende in forte difficoltà”

Lunedì, 20 Giugno 2022 14:44 | Letto 490 volte   Clicca per ascolare il testo Trebbiatura in corso tra siccità e caro gasolio, Coldiretti Marche: “Aziende in forte difficoltà” Alla fine il calo produttivo di grano duro nelle Marche si dovrebbe assestare sul -10%. Una resa in ribasso ma migliore rispetto alle previsioni iniziali, che è la conseguenza della drammatica siccità che si sta vivendo nella nostra regione. Lo rende noto Coldiretti Marche su dati di Consorzi Agrari d’Italia con la trebbiatura già in atto e le aziende agricole alle prese anche con i rincari, soprattutto per quel che riguarda il gasolio. È il caro carburante il secondo aspetto che piega gli agricoltori in questo periodo con il prezzo che negli ultimi due anni è più che triplicato superando anche la soglia dell’1,50 euro al litro. Una minor produzione che fa i conti anche con l’aumento del resto delle materie prime come concimi (+170%) e sementi (+90%). Morale, secondo uno studio del Crea le aziende cerealicole hanno oltre 18mila euro di spese correnti in più in un anno. Da una parte gli effetti del conflitto in Ucraina, dall’altro i cambiamenti climatici. Il tutto, spiegano da Coldiretti “si fa sentire anche sui consumatori con i prezzi che dal grano al pane aumentano da 6 a 12 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito venduto da 2,7 euro al chilo a 5,4 euro al chilo”. La nostra regione è il terzo granaio d’Italia dopo Sicilia e Puglia. Oltre 100mila ettari sono coltivati a grano duro (4,2 milioni di quintali di produzione 2021, secondo Istat) mentre il grano tenero ne conta quasi 14mila con una produzione di 684mila quintali. “A preoccupare le imprese – spiega Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche  - è la riduzione delle rese ma in gravissima difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali. Per non parlare di pascoli, alimentazione animali, ortaggi e frutta. In questo scenario di profonda emergenza  idrica è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.
Alla fine il calo produttivo di grano duro nelle Marche si dovrebbe assestare sul -10%. Una resa in ribasso ma migliore rispetto alle previsioni iniziali, che è la conseguenza della drammatica siccità che si sta vivendo nella nostra regione.

Lo rende noto Coldiretti Marche su dati di Consorzi Agrari d’Italia con la trebbiatura già in atto e le aziende agricole alle prese anche con i rincari, soprattutto per quel che riguarda il gasolio. È il caro carburante il secondo aspetto che piega gli agricoltori in questo periodo con il prezzo che negli ultimi due anni è più che triplicato superando anche la soglia dell’1,50 euro al litro. Una minor produzione che fa i conti anche con l’aumento del resto delle materie prime come concimi (+170%) e sementi (+90%). Morale, secondo uno studio del Crea le aziende cerealicole hanno oltre 18mila euro di spese correnti in più in un anno. Da una parte gli effetti del conflitto in Ucraina, dall’altro i cambiamenti climatici.

Il tutto, spiegano da Coldiretti “si fa sentire anche sui consumatori con i prezzi che dal grano al pane aumentano da 6 a 12 volte tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito venduto da 2,7 euro al chilo a 5,4 euro al chilo”.

La nostra regione è il terzo granaio d’Italia dopo Sicilia e Puglia. Oltre 100mila ettari sono coltivati a grano duro (4,2 milioni di quintali di produzione 2021, secondo Istat) mentre il grano tenero ne conta quasi 14mila con una produzione di 684mila quintali. “A preoccupare le imprese – spiega Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche  - è la riduzione delle rese ma in gravissima difficoltà ci sono girasole, mais, e gli altri cereali. Per non parlare di pascoli, alimentazione animali, ortaggi e frutta. In questo scenario di profonda emergenza  idrica è necessario agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell’acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione”.

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