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Caldarola, una grande zona rossa. Scuole e viabilità: è polemica

Mercoledì, 09 Novembre 2016 18:30 | Letto 4675 volte   Clicca per ascolare il testo Caldarola, una grande zona rossa. Scuole e viabilità: è polemica Caldarola, dopo il terremoto, si è trasformata da ridente cittadina in paese fantasma con gran parte dei suoi abitanti, circa 1300, costretti ora a vivere lungo la costa nei quali, tuttavia, non si è mai affievolita la speranza di ritornare a vivere nei luoghi che hanno dovuto, giocoforza, abbandonare. Il centro storico è una grande zona rossa, interdetta ad auto e pedoni. Una difficoltà ulteriore per coloro che, non avendo avuto danni alle proprie abitazioni, sono rimasti nel paese costretti a lunghi giri su strade di montagna per attraversare un centro rimasto, di fatto, isolato. La strada provinciale 502 per Sarnano-San Ginesio (e quindi per l’ascolano), che attraversa l’intero centro storico, è, infatti, interdetta al traffico veicolare senza, peraltro, possibilità di vie alternative per attraversare il centro storico stesso, con interruzioni a Caccamo e a Camporotondo di Fiastrone. Una difficoltà insormontabile? Non sembrerebbe, almeno a sentire i responsabili dei vigili del fuoco, che garantirebbero il ripristino di una sia pur minima viabilità, magari con sensi unici, che consentirebbe di restringere anche la zona rossa, permettendo anche a quanti hanno la casa agibile di potervi fare rientro, a patto che gli stessi vigili del fuoco vengano messi in condizione di poter operare. L’esempio viene dal comune di Camerino che ha messo a disposizione dei pompieri travi in legno, puntelli, spartitraffico in cemento per delimitare le carreggiate e le zone a rischio e delimitare, così, la zona rossa in città. La palla, a questo punto, passa ai responsabili dell’amministrazione comunale che mentre da un lato proclamano di voler far rientrare al più presto gli abitanti a Caldarola, dall’altro sono chiamati a scelte strategiche, prima fra tutte quella di individuare le aree destinate ad ospitare i moduli abitativi, a ridisegnare il “piano regolatore” di un paese e, prima ancora, a stabilire dove e in che modo gli studenti possano tornare a scuola, almeno per l’inizio di dicembre. Nell’attesa (speriamo breve) cominciano a trapelare alcuni dubbi nelle scelte operative e l’incertezza regna sovrana, soprattutto tra coloro che sono stati sfollati, i quali stanno iniziando a pensare a soluzioni alternative per se stessi e per i loro figli. E’ necessario, quindi, un piano strategico serio che venga portato a conoscenza di tutta la popolazione, presente in paese e non, per evitare che della ridente cittadina “fondata” dai cardinali Pallotta non resti che un pallido ricordo. Nessuna polemica al riguardo, ma soltanto sprone e suggerimenti per ridare vita nel più breve tempo possibile ed entro limiti ragionevoli ad uno dei centri più belli dell’intera vallata del Chienti.            

Caldarola, dopo il terremoto, si è trasformata da ridente cittadina in paese fantasma con gran parte dei suoi abitanti, circa 1300, costretti ora a vivere lungo la costa nei quali, tuttavia, non si è mai affievolita la speranza di ritornare a vivere nei luoghi che hanno dovuto, giocoforza, abbandonare. Il centro storico è una grande zona rossa, interdetta ad auto e pedoni. Una difficoltà ulteriore per coloro che, non avendo avuto danni alle proprie abitazioni, sono rimasti nel paese costretti a lunghi giri su strade di montagna per attraversare un centro rimasto, di fatto, isolato. La strada provinciale 502 per Sarnano-San Ginesio (e quindi per l’ascolano), che attraversa l’intero centro storico, è, infatti, interdetta al traffico veicolare senza, peraltro, possibilità di vie alternative per attraversare il centro storico stesso, con interruzioni a Caccamo e a Camporotondo di Fiastrone. Una difficoltà insormontabile? Non sembrerebbe, almeno a sentire i responsabili dei vigili del fuoco, che garantirebbero il ripristino di una sia pur minima viabilità, magari con sensi unici, che consentirebbe di restringere anche la zona rossa, permettendo anche a quanti hanno la casa agibile di potervi fare rientro, a patto che gli stessi vigili del fuoco vengano messi in condizione di poter operare. L’esempio viene dal comune di Camerino che ha messo a disposizione dei pompieri travi in legno, puntelli, spartitraffico in cemento per delimitare le carreggiate e le zone a rischio e delimitare, così, la zona rossa in città. La palla, a questo punto, passa ai responsabili dell’amministrazione comunale che mentre da un lato proclamano di voler far rientrare al più presto gli abitanti a Caldarola, dall’altro sono chiamati a scelte strategiche, prima fra tutte quella di individuare le aree destinate ad ospitare i moduli abitativi, a ridisegnare il “piano regolatore” di un paese e, prima ancora, a stabilire dove e in che modo gli studenti possano tornare a scuola, almeno per l’inizio di dicembre. Nell’attesa (speriamo breve) cominciano a trapelare alcuni dubbi nelle scelte operative e l’incertezza regna sovrana, soprattutto tra coloro che sono stati sfollati, i quali stanno iniziando a pensare a soluzioni alternative per se stessi e per i loro figli. E’ necessario, quindi, un piano strategico serio che venga portato a conoscenza di tutta la popolazione, presente in paese e non, per evitare che della ridente cittadina “fondata” dai cardinali Pallotta non resti che un pallido ricordo. Nessuna polemica al riguardo, ma soltanto sprone e suggerimenti per ridare vita nel più breve tempo possibile ed entro limiti ragionevoli ad uno dei centri più belli dell’intera vallata del Chienti.

 

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