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Terremoto. 31 comuni danneggiati dei 34 della diocesi di Camerino San Severino Marche

Venerdì, 18 Novembre 2016 12:21 | Letto 1624 volte   Clicca per ascolare il testo Terremoto. 31 comuni danneggiati dei 34 della diocesi di Camerino San Severino Marche Si allarga il cratere sismico per lArcdiocesi di Camerino San Severino Marche. Se in seguito alla scossa del 24 agosto erano stati rilevati danni ingenti al patrimonio immobiliare ed ecclesiastico per 13 comuni rientrati nel cratere ( Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Pievebovigliana, Pievetorina, San Ginesio, Sarnano, Ussita, Visso) dopo le devastanti scosse del 26  e 30 ottobre la situazione è peggiorata al punto tale che dei 34 comuni totali della diocesi, soltanto i 3 comuni di Arcevia, Mergo, Serra San Quirico restano fuori dal cratre sismico aggiornato. Alla data  del 18 novembre 2016 si aggiungono dunque altri 18 comuni facenti parte dellarcidiocesi: Apiro, Belforte del Chienti, Caldarola, Camerino, Caporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Montecavallo, Muccia, Pioraco, Poggio san Vicino, Ripe San Ginesio, San Severino Marche, Sefro, Serrapetrona, Serravalle del Chienti. Come si ricorderà, allindomani dal sisma del 24 agosto, larcidiocesi di Camerino San Severino Marche, fu la prima in Italia ad attivare una unità di crisi e coordinamento arcidiocesano post terremoto per il controllo e la salvaguardia dei suoi beni. Lunità di crisi, che fa capo allarcivescovo Brugnaro, vede presenti il direttore dellufficio beni culturali Luca  Cristini, i direttori dei musei e gli archivi delle biblioteche, il prof. Pierluigi Falaschi direttore unico della Rete museale, tutti i vicari  e tre docenti universitari individuati dallarcivescovo come esperti di materie ingegneristiche, architettoniche e geologiche.  Sin dallagosto scorso il tavolo di lavoro (che prevede al suo interno anche l’economo e il vicario generale in assenza dell’arcivescovo con funzione di coordinamento), ha  avuto il ruolo di gestire tutta la raccolta delle segnalazioni di danno, di stabilire un dialogo permanente con l’Unità di Crisi regionale e, con essa, pianificare sia il rilevamento del danno, che ogni altra opera provvisionale di emergenza, che dovesse rivelarsi necessaria per la messa in sicurezza

Si allarga il cratere sismico per l'Arcdiocesi di Camerino San Severino Marche. Se in seguito alla scossa del 24 agosto erano stati rilevati danni ingenti al patrimonio immobiliare ed ecclesiastico per 13 comuni rientrati nel cratere ( Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Pievebovigliana, Pievetorina, San Ginesio, Sarnano, Ussita, Visso) dopo le devastanti scosse del 26  e 30 ottobre la situazione è peggiorata al punto tale che dei 34 comuni totali della diocesi, soltanto i 3 comuni di Arcevia, Mergo, Serra San Quirico restano fuori dal cratre sismico aggiornato.

Alla data  del 18 novembre 2016 si aggiungono dunque altri 18 comuni facenti parte dell'arcidiocesi: Apiro, Belforte del Chienti, Caldarola, Camerino, Caporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Montecavallo, Muccia, Pioraco, Poggio san Vicino, Ripe San Ginesio, San Severino Marche, Sefro, Serrapetrona, Serravalle del Chienti. Come si ricorderà, all'indomani dal sisma del 24 agosto, l'arcidiocesi di Camerino San Severino Marche, fu la prima in Italia ad attivare una unità di crisi e coordinamento arcidiocesano post terremoto per il controllo e la salvaguardia dei suoi beni. L'unità di crisi, che fa capo all'arcivescovo Brugnaro, vede presenti il direttore dell'ufficio beni culturali Luca  Cristini, i direttori dei musei e gli archivi delle biblioteche, il prof. Pierluigi Falaschi direttore unico della Rete museale, tutti i vicari  e tre docenti universitari individuati dall'arcivescovo come esperti di materie ingegneristiche, architettoniche e geologiche.  Sin dall'agosto scorso il tavolo di lavoro (che prevede al suo interno anche l’economo e il vicario generale in assenza dell’arcivescovo con funzione di coordinamento), ha  avuto il ruolo di gestire tutta la raccolta delle segnalazioni di danno, di stabilire un dialogo permanente con l’Unità di Crisi regionale e, con essa, pianificare sia il rilevamento del danno, che ogni altra opera provvisionale di emergenza, che dovesse rivelarsi necessaria per la messa in sicurezza

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