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Cantieri Sae, è caos. La Cgil: "Gli accordi vanno rispettati"

Venerdì, 09 Marzo 2018 16:23 | Letto 1100 volte   Clicca per ascolare il testo Cantieri Sae, è caos. La Cgil: "Gli accordi vanno rispettati" E sempre più caos nella costruzione delle Sae, le soluzioni abitative di emergenza per dare un alloggio a chi è rimasto senza casa dopo il sisma del 2016. Il caos non riguarda solo i ritardi e le pessime modalità con coi alcuni alloggi sono stati realizzati, ma chi ci ha lavorato e chi ci lavora. Da dicembre, è stato tirato su il coperchio e sono venute fuori situazioni davvero impensabili. Lennesimo capitolo di questa vicenda, che è bene ricordarlo dovrebbe rilanciare limmagine di un paese in grado di alleviare le sofferenze di decine di migliaia di sfollati, si è registrato qualche giorno fa. E questa mattina, anche alla presenza dei lavoratori, i vertici della Cigl della provincia di Macerata lo hanno reso pubblico. Il 6 marzo, la Cgil, che da dicembre 2017, dopo il caso di Lucian, il lavoratore infortunatosi in un cantiere che ha dato il via allinchiesta, segue passo passo levoluzione dei fatti affiancando i lavoratori, e la società Gips si sono incontrate faccia a faccia nella sede del sindacato a Piediripa di Macerata. In quella sede, si sarebbero dovute chiudere le posizioni di sette lavoratori, tutti stranieri, di Europa srl, che insieme ad altri due vantavano crediti per circa 55 mila euro (per altri 11 lavoratori le posozioni erano state già sistemate) e di altri 13, soprattutto egiziani, dipendenti di unaltra società subappaltante, la GestiOne.  Secondo la Cgil, le maestranze non avevano contratti e le irregolarità riguardavano straordinari, notturni, lavoro festivo e supplementare. Le due società, Europa e GestiOne, hanno operato nei cantieri di Visso, Ussita, San Severino, Pieve Torina e Caldarola. Questo vertice era stato preceduto da un altro incontro (con in testa il segretario provinciale Cgil Daniel Taddei e il segretario provnciale Fillea Cgil Massimo De Luca) il 28 marzo ad Impruneta, sede di Arcale, provincia di Firenze, dove appunto Arcale, in virtù della norma sulla responsabilità in solido, impone al subappaltante Gips di pagare i lavoratori e chiudere la vertenza, anche alla luce del fatto che Regione Marche e Protezione civile Marche avevano pagato ad Arcale lo stato di avanzamento dei lavori per la costruzione delle casette. Il 6 marzo Arcale fa marcia indietro. “Con una telefonata ai responsabili Gips – racconta Daniel Taddei – Arcale prende le distanze e pone dei problemi, facendo saltare tutto. Questo comportamento di Arcale – tuona Taddei - è inaccettabile e la posizione è gravissima. Stiamo parlando del più grande appalto pubblico in provincia di Macerata. E tutto questo va a danno dei lavoratori e degli sfollati. Stiamo parlando di soldi pubblici. I lavoratori aspettano di prendere i soldi: cè chi è venuto da Milano, chi dalla Romania a spese proprie. Ci sono le condizioni per andare in causa e noi andremo fino in fondo. Arcale sostiene che è tutta una invenzione della Cgil, hanno anche messo in dubbio lesistenza di questi lavoratori. Forse, dopo che li hanno visti, è iniziata la fuga. Sui lavoratori cè stata una pressione fortissima. E inaccettabile su questi appalti pubblici si verifichino queste cose. E stiamo parlando di un solo appalto. Immaginate lo scenario che si presenterà quando partirà la ricostruzione, quando ci saranno migliana di appalti e miliardi di euro che arriveranno in questa provincia. Noi abbiamo il dovere di essere pronti a contrastare tutto questo”. “Noi abbiamo chiesto – fa eco Massimo De Luca – di regolarizzare linquadramento contrattuale e le posizioni dei singoli lavoratori. Le nostre affermazioni sono certificate. Abbiamo verificato tutto quello che ci è stato detto e sottoposto alla nostra attenzione”. Dopo il brusco stop alla vertenza, i vertici Cgil hanno chiesto alla Regione Marche e Protezione civile di sospendere i pagamenti, procedendo ai controlli di rito.Durante la conferenza strampa di quesdta mattina, ha preso la parola uno dei lavoratori coinvolti in questa vicenda. “Mi chiamo Akram e sono egiziano. Sono in Italia da 18 anni. Noi siamo qui per lavorare e per aiutare le nostre famiglie. Se lazienda non ci paga ci mette in difficoltà anche per il permesso di soggiorno. Dicono che non paghiamo i contributi ma non è colpa nostra”. Sugli appalti per la realizzazione delle casette ci sono tre inchieste aperte, in capo alle procure di Macerata, Perugia e Napoli, e una indagine avviata dallAutorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. La filiera degli appalti è fin troppo chiara: Europa srl e Gesti One fanno parte del consorzio Gips, che ha preso lappalto da Arcale, che a sua volta lo ha preso dalla Protezione civile. Ma si ha limpressione che quanto finora scoperto sia solo la punta dellIceberg. A breve sentiremo anche la ricostruzione dei fatti da parte di Arcale.

E' sempre più caos nella costruzione delle Sae, le soluzioni abitative di emergenza per dare un alloggio a chi è rimasto senza casa dopo il sisma del 2016. Il caos non riguarda solo i ritardi e le pessime modalità con coi alcuni alloggi sono stati realizzati, ma chi ci ha lavorato e chi ci lavora.

Da dicembre, è stato tirato su il coperchio e sono venute fuori situazioni davvero impensabili. L'ennesimo capitolo di questa vicenda, che è bene ricordarlo dovrebbe rilanciare l'immagine di un paese in grado di alleviare le sofferenze di decine di migliaia di sfollati, si è registrato qualche giorno fa. E questa mattina, anche alla presenza dei lavoratori, i vertici della Cigl della provincia di Macerata lo hanno reso pubblico. Il 6 marzo, la Cgil, che da dicembre 2017, dopo il caso di Lucian, il lavoratore infortunatosi in un cantiere che ha dato il via all'inchiesta, segue passo passo l'evoluzione dei fatti affiancando i lavoratori, e la società Gips si sono incontrate faccia a faccia nella sede del sindacato a Piediripa di Macerata. In quella sede, si sarebbero dovute chiudere le posizioni di sette lavoratori, tutti stranieri, di Europa srl, che insieme ad altri due vantavano crediti per circa 55 mila euro (per altri 11 lavoratori le posozioni erano state già sistemate) e di altri 13, soprattutto egiziani, dipendenti di un'altra società subappaltante, la GestiOne. 

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Secondo la Cgil, le maestranze non avevano contratti e le irregolarità riguardavano straordinari, notturni, lavoro festivo e supplementare. Le due società, Europa e GestiOne, hanno operato nei cantieri di Visso, Ussita, San Severino, Pieve Torina e Caldarola. Questo vertice era stato preceduto da un altro incontro (con in testa il segretario provinciale Cgil Daniel Taddei e il segretario provnciale Fillea Cgil Massimo De Luca) il 28 marzo ad Impruneta, sede di Arcale, provincia di Firenze, dove appunto Arcale, in virtù della norma sulla responsabilità in solido, impone al subappaltante Gips di pagare i lavoratori e chiudere la vertenza, anche alla luce del fatto che Regione Marche e Protezione civile Marche avevano pagato ad Arcale lo stato di avanzamento dei lavori per la costruzione delle casette. Il 6 marzo Arcale fa marcia indietro. “Con una telefonata ai responsabili Gips – racconta Daniel Taddei – Arcale prende le distanze e pone dei problemi, facendo saltare tutto. Questo comportamento di Arcale – tuona Taddei - è inaccettabile e la posizione è gravissima. Stiamo parlando del più grande appalto pubblico in provincia di Macerata. E tutto questo va a danno dei lavoratori e degli sfollati. Stiamo parlando di soldi pubblici. I lavoratori aspettano di prendere i soldi: c'è chi è venuto da Milano, chi dalla Romania a spese proprie. Ci sono le condizioni per andare in causa e noi andremo fino in fondo. Arcale sostiene che è tutta una invenzione della Cgil, hanno anche messo in dubbio l'esistenza di questi lavoratori. Forse, dopo che li hanno visti, è iniziata la fuga. Sui lavoratori c'è stata una pressione fortissima. E' inaccettabile su questi appalti pubblici si verifichino queste cose. E stiamo parlando di un solo appalto. Immaginate lo scenario che si presenterà quando partirà la ricostruzione, quando ci saranno migliana di appalti e miliardi di euro che arriveranno in questa provincia. Noi abbiamo il dovere di essere pronti a contrastare tutto questo”. “Noi abbiamo chiesto – fa eco Massimo De Luca – di regolarizzare l'inquadramento contrattuale e le posizioni dei singoli lavoratori. Le nostre affermazioni sono certificate. Abbiamo verificato tutto quello che ci è stato detto e sottoposto alla nostra attenzione”. Dopo il brusco stop alla vertenza, i vertici Cgil hanno chiesto alla Regione Marche e Protezione civile di sospendere i pagamenti, procedendo ai controlli di rito.Durante la conferenza strampa di quesdta mattina, ha preso la parola uno dei lavoratori coinvolti in questa vicenda. “Mi chiamo Akram e sono egiziano. Sono in Italia da 18 anni. Noi siamo qui per lavorare e per aiutare le nostre famiglie. Se l'azienda non ci paga ci mette in difficoltà anche per il permesso di soggiorno. Dicono che non paghiamo i contributi ma non è colpa nostra”.

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Sugli appalti per la realizzazione delle casette ci sono tre inchieste aperte, in capo alle procure di Macerata, Perugia e Napoli, e una indagine avviata dall'Autorità nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone.

La filiera degli appalti è fin troppo chiara: Europa srl e Gesti One fanno parte del consorzio Gips, che ha preso l'appalto da Arcale, che a sua volta lo ha preso dalla Protezione civile. Ma si ha l'impressione che quanto finora scoperto sia solo la punta dell'Iceberg.
A breve sentiremo anche la ricostruzione dei fatti da parte di Arcale.

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