"Vola in cielo come una farfalla e ricordaci di sorridere". Oggi l'ultimo saluto a Ilaria Raggi

Venerdì, 25 Maggio 2018 19:46 | Letto 3633 volte   Clicca per ascolare il testo "Vola in cielo come una farfalla e ricordaci di sorridere". Oggi l'ultimo saluto a Ilaria Raggi “Voglio pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”. Sono le parole di Francesco Guccini dedicate a Ilaria Raggi, la giovane mamma che ha perso la vita a seguito di un drammatico incidente lungo la provinciale Murattiana, a Tolentino. Nonostante gli sforzi dei medici dell’ospedale Torrette di Ancona, il suo cuore ha smesso di battere dopo una settimana e oggi pomeriggio l’ultimo saluto, a San Severino. La celebrazione è avvenuta nella chiesa di Santa Maria della Pieve, in via Zampa. Poco più in là Ilaria aveva trascorso un anno in camper: aveva perso la sua abitazione col terremoto. Qualche mese fa si era poi trasferita a Passo di Treia in autonoma sistemazione. Una cerimonia straziante, con una folla di persone che non sono volute mancare per l’addio a Ilaria. A celebrare, don Aldo Romagnoli: “Ti ho conosciuto da bambina, venivi agli scout - ha raccontato - e ricordo che mi facesti prendere un grosso spavento. Eri sempre vivace, mai ferma e una volta sei caduta dalle scale e abbiamo dovuto portarti all’ospedale. Sei rimasta lì, sotto osservazione, per tutta la giornata. Poi ti ricordo da giovane - ha proseguito - in un momento di sofferenza. Avevi perso tuo padre, che era un po’ anche amico mio. E infine da mamma, quando hai portato tuo figlio in parrocchia agli scout. Hai voluto che contribuissimo alla sua crescita”.  Don Aldo l’ha ricordata come una persona piena di grinta e di determinazione. Poi un pensiero al figlio, per fortuna rimasto quasi illeso dall’incidente: “Non l’hai persa del tutto, è in un’altra casa ma continua a vegliare su di te, a prendersi cura di te e tu puoi parlarci. Puoi ascoltarla ancora e sentire il suo amore. Puoi ancora dirle che le vuoi bene. Infine - ha concluso - una parola a me e a voi tutti. La vita è bella, fragile, non ne siamo i padroni ma i custodi. Dobbiamo vivere pienamente ogni momento, senza sprecarli”. Poi, prima della conclusione della celebrazione, la lettera dei vicini di camper che con lei hanno condiviso un anno fatto di momenti difficili ma anche di istanti di serenità, felicità e divertimento. “Ci sembra ancora di vivere un brutto, terribile sogno e non aspettiamo nient’altro che risvegliarci e rivederti col tuo sorriso. Eri una forza, eri la forza fatta persona: con la tua grinta riuscivi a trascinare anche chi, più anziano di te, era veramente abbattuto e soffriva per la perdita della propria casa. E magari dentro di te, soffrivi e avevi paura più di chiunque altro - prosegue la lettera - ma non mancavi mai di essere coinvolgente per tutti”. Ilaria era l’anima del villaggio, sempre pronta a rimboccarsi le maniche anche dopo una dura giornata di lavoro, era “l’anima di quella strana famiglia allargata e mai potremo dimenticare la tua grinta, il tuo splendido sorriso, le giornate, le serate, il tuo amato gelato alla nocciola e le tagliatelle, e tutti i momenti passati insieme. Anzi, saranno la nostra forza, ci ricorderanno di non perderci e di rimanere uniti perché il terremoto non ci ha solo tolto tanto, ci ha anche dato amicizie forti e bellissimi momenti di condivisione e non dobbiamo perdere questa opportunità. Non dobbiamo farlo nemmeno per te: ti porteremo sempre con noi, anche se niente sarà più come prima. Noi possiamo solo ritenerci fortunati di averti potuto conoscere e vivere. Veglia su tutti noi e ricordaci di sorridere più spesso”.Gaia Gennaretti

“Voglio pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi”. Sono le parole di Francesco Guccini dedicate a Ilaria Raggi, la giovane mamma che ha perso la vita a seguito di un drammatico incidente lungo la provinciale Murattiana, a Tolentino. Nonostante gli sforzi dei medici dell’ospedale Torrette di Ancona, il suo cuore ha smesso di battere dopo una settimana e oggi pomeriggio l’ultimo saluto, a San Severino. La celebrazione è avvenuta nella chiesa di Santa Maria della Pieve, in via Zampa. Poco più in là Ilaria aveva trascorso un anno in camper: aveva perso la sua abitazione col terremoto. Qualche mese fa si era poi trasferita a Passo di Treia in autonoma sistemazione.

Una cerimonia straziante, con una folla di persone che non sono volute mancare per l’addio a Ilaria. A celebrare, don Aldo Romagnoli: “Ti ho conosciuto da bambina, venivi agli scout - ha raccontato - e ricordo che mi facesti prendere un grosso spavento. Eri sempre vivace, mai ferma e una volta sei caduta dalle scale e abbiamo dovuto portarti all’ospedale. Sei rimasta lì, sotto osservazione, per tutta la giornata. Poi ti ricordo da giovane - ha proseguito - in un momento di sofferenza. Avevi perso tuo padre, che era un po’ anche amico mio. E infine da mamma, quando hai portato tuo figlio in parrocchia agli scout. Hai voluto che contribuissimo alla sua crescita”.  Don Aldo l’ha ricordata come una persona piena di grinta e di determinazione. Poi un pensiero al figlio, per fortuna rimasto quasi illeso dall’incidente: “Non l’hai persa del tutto, è in un’altra casa ma continua a vegliare su di te, a prendersi cura di te e tu puoi parlarci. Puoi ascoltarla ancora e sentire il suo amore. Puoi ancora dirle che le vuoi bene. Infine - ha concluso - una parola a me e a voi tutti. La vita è bella, fragile, non ne siamo i padroni ma i custodi. Dobbiamo vivere pienamente ogni momento, senza sprecarli”.

Poi, prima della conclusione della celebrazione, la lettera dei vicini di camper che con lei hanno condiviso un anno fatto di momenti difficili ma anche di istanti di serenità, felicità e divertimento.

“Ci sembra ancora di vivere un brutto, terribile sogno e non aspettiamo nient’altro che risvegliarci e rivederti col tuo sorriso. Eri una forza, eri la forza fatta persona: con la tua grinta riuscivi a trascinare anche chi, più anziano di te, era veramente abbattuto e soffriva per la perdita della propria casa. E magari dentro di te, soffrivi e avevi paura più di chiunque altro - prosegue la lettera - ma non mancavi mai di essere coinvolgente per tutti”. Ilaria era l’anima del villaggio, sempre pronta a rimboccarsi le maniche anche dopo una dura giornata di lavoro, era “l’anima di quella strana famiglia allargata e mai potremo dimenticare la tua grinta, il tuo splendido sorriso, le giornate, le serate, il tuo amato gelato alla nocciola e le tagliatelle, e tutti i momenti passati insieme. Anzi, saranno la nostra forza, ci ricorderanno di non perderci e di rimanere uniti perché il terremoto non ci ha solo tolto tanto, ci ha anche dato amicizie forti e bellissimi momenti di condivisione e non dobbiamo perdere questa opportunità. Non dobbiamo farlo nemmeno per te: ti porteremo sempre con noi, anche se niente sarà più come prima. Noi possiamo solo ritenerci fortunati di averti potuto conoscere e vivere. Veglia su tutti noi e ricordaci di sorridere più spesso”.
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