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“Ospedale di Macerata? Ecco cosa mi è successo”

Martedì, 29 Maggio 2018 07:59 | Letto 16289 volte   Clicca per ascolare il testo “Ospedale di Macerata? Ecco cosa mi è successo” “Un’esperienza allucinante, non si può trattare un bambino così”. È una mamma di San Severino a parlare, Roberta Spernanzoni, e cosa sia successo è presto detto: si è trovata a dover fare ben quattro volte la strada San Severino-Macerata a notte fonda, con un bambino malato, per fare un’ecografia. Il suo piccolo, martedì scorso, aveva forti dolori ad un testicolo e alle 21 Spernanzoni, insieme a sua suocera, lo ha portato al punto di primo intervento di San Severino. Qui è stato visitato ma, non essendo più attivo il reparto pediatrico e non essendoci più il pediatra, il piccolo è stato dimesso e alla mamma è stato consigliato di rivolgersi al pronto soccorso di Macerata. “Fin qui - commenta - nulla da obiettare, ero consapevole che sarebbe successo. E così ho fatto il primo viaggio verso Macerata, dove la pediatra in servizio, l’unica quella notte, ha visitato mio figlio ma ha ritenuto che il problema fosse di competenza dell’urologo”. Il medico non era presente in ospedale ma era reperibile ed è stata la stessa pediatra a contattarlo. “Tuttavia - racconta ancora - senza un’ecografia del testicolo, il suo intervento sarebbe stato inutile. Dato che a Macerata il radiologo è presente h24, mi sarei aspettata e sarebbe stato logico fare l’ecografia lì. Ma così non è andata - aggiunge - perché senza conoscerne il motivo sono stata rimandata all’ospedale di San Severino“. A mezzanotte quindi il secondo viaggio, altri 30 chilometri. All’ospedale settempedano il radiologo è reperibile nei turni notturni e, grazie all’arrivo di una urgenza è stato preso in carico anche il figlio della giovane mamma. “Solo per lui - dice - non sarebbe venuto. Fra la visita e l’attesa del referto, all’una e mezza abbiamo finito e per fortuna il medico del pronto soccorso di San Severino ci ha fato la cortesia di avvertire l’urologo reperibile di Macerata che stavamo tornando all’ospedale. E così, per la terza volta in macchina. Quando siamo arrivati il medIco ha visitato mio figlio e poi siamo tornati a casa. Morale della favola - incalza - ho dovuto fare quattro volte quella strada, di notte, perché il radiologo di Macerata non ha effettuato l’ecografia. E il motivo non mi è stato detto“. Spernanzoni la definisce un’esperienza “allucinante”, tanto più trattandosi di un bimbo a cui, con la stanchezza dovuta ai continui trasferimenti da un ospedale all’altro, è salita anche la febbre. “Fino a poco tempo fa - spiega sua madre - soffriva di crisi compulsive dovute alla febbre. E poi, se fosse successo qualcosa per strada, di chi sarebbe stata la responsabilità?”. Spernanzoni ha poi voluto sottolineare la condizione difficile in cui opera il pediatra di Macerata nelle ore notturne, sostenendo che per risolverla basterebbe potenziare gli ospedali satellite: “La pediatria è intasata, c’è un solo medico di notte che deve occuparsi dei bambini del pronto soccorso, dei neonati, e dei bimbi ricoverati. A San Severino hanno tolto tutto, anche il reparto pediatrico, ma per fortuna che la struttura ancora c’è. Altrimenti per l’ecografia non so come avrei fatto. Anziché parlare di ospedale unico - conclude - potenzino gli ospedali satelliti”.Gaia Gennaretti

“Un’esperienza allucinante, non si può trattare un bambino così”. È una mamma di San Severino a parlare, Roberta Spernanzoni, e cosa sia successo è presto detto: si è trovata a dover fare ben quattro volte la strada San Severino-Macerata a notte fonda, con un bambino malato, per fare un’ecografia. Il suo piccolo, martedì scorso, aveva forti dolori ad un testicolo e alle 21 Spernanzoni, insieme a sua suocera, lo ha portato al punto di primo intervento di San Severino. Qui è stato visitato ma, non essendo più attivo il reparto pediatrico e non essendoci più il pediatra, il piccolo è stato dimesso e alla mamma è stato consigliato di rivolgersi al pronto soccorso di Macerata. “Fin qui - commenta - nulla da obiettare, ero consapevole che sarebbe successo. E così ho fatto il primo viaggio verso Macerata, dove la pediatra in servizio, l’unica quella notte, ha visitato mio figlio ma ha ritenuto che il problema fosse di competenza dell’urologo”. Il medico non era presente in ospedale ma era reperibile ed è stata la stessa pediatra a contattarlo. “Tuttavia - racconta ancora - senza un’ecografia del testicolo, il suo intervento sarebbe stato inutile. Dato che a Macerata il radiologo è presente h24, mi sarei aspettata e sarebbe stato logico fare l’ecografia lì. Ma così non è andata - aggiunge - perché senza conoscerne il motivo sono stata rimandata all’ospedale di San Severino“. A mezzanotte quindi il secondo viaggio, altri 30 chilometri. All’ospedale settempedano il radiologo è reperibile nei turni notturni e, grazie all’arrivo di una urgenza è stato preso in carico anche il figlio della giovane mamma. “Solo per lui - dice - non sarebbe venuto. Fra la visita e l’attesa del referto, all’una e mezza abbiamo finito e per fortuna il medico del pronto soccorso di San Severino ci ha fato la cortesia di avvertire l’urologo reperibile di Macerata che stavamo tornando all’ospedale. E così, per la terza volta in macchina. Quando siamo arrivati il medIco ha visitato mio figlio e poi siamo tornati a casa. Morale della favola - incalza - ho dovuto fare quattro volte quella strada, di notte, perché il radiologo di Macerata non ha effettuato l’ecografia. E il motivo non mi è stato detto“. Spernanzoni la definisce un’esperienza “allucinante”, tanto più trattandosi di un bimbo a cui, con la stanchezza dovuta ai continui trasferimenti da un ospedale all’altro, è salita anche la febbre. “Fino a poco tempo fa - spiega sua madre - soffriva di crisi compulsive dovute alla febbre. E poi, se fosse successo qualcosa per strada, di chi sarebbe stata la responsabilità?”. Spernanzoni ha poi voluto sottolineare la condizione difficile in cui opera il pediatra di Macerata nelle ore notturne, sostenendo che per risolverla basterebbe potenziare gli ospedali satellite: “La pediatria è intasata, c’è un solo medico di notte che deve occuparsi dei bambini del pronto soccorso, dei neonati, e dei bimbi ricoverati. A San Severino hanno tolto tutto, anche il reparto pediatrico, ma per fortuna che la struttura ancora c’è. Altrimenti per l’ecografia non so come avrei fatto. Anziché parlare di ospedale unico - conclude - potenzino gli ospedali satelliti”.
Gaia Gennaretti

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