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Ricostruzione: a Camerino, il punto di vista delle professioni tecniche

Sabato, 01 Dicembre 2018 23:25 | Letto 1373 volte   Clicca per ascolare il testo Ricostruzione: a Camerino, il punto di vista delle professioni tecniche Rete delle Professioni Tecniche riunita presso il Centro culturale Benedetto XIII. Dopo l’assemblea dello scorso anno ad Accumoli; ha scelto come sede Camerino il confronto promosso allo scopo di individuare i principali problemi riguardanti il processo di ricostruzione delle regioni colpite dal sisma,. Fornire alle istituzioni locali e nazionali il punto di vista dei professionisti tecnici, obiettivo dell’incontro al quale, in un gremito auditorium, hanno preso parte anche i direttori degli Uffici Speciali Ricostruzione ing. Cesare Spuri per le Marche, Alfiero Moretti per l’Umbria e il Commissario Straordinario per la ricostruzione, Piero Farabollini al quale al termine sono stati consegnati due documenti contenenti le criticità che il mondo delle professioni sta riscontrando; in rappresentanza della politica è intervenuto l’on. Tullio Patassini. A due anni dal sisma, Massimiliano Pittau del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, ha illustratoi dati della ricerca sulla ricostruzione post sisma. Promossa dalla Rete Professioni Tecniche, con l’ obiettivo di identificare le principali criticità connesse allo svolgimento delle pratiche per la Richiesta di Contributo Ricostruzione (RCR), la ricerca ha evidenziato il numero degli interventi sui danni eseguiti dai tecnici per la redazione di 80mila schede aedes, di cui 66mila hanno avuto esito definito e 12 mila sono ancora da indagare su un numero di circa 76mila strutture danneggiate di cui 60 mila gli edifici privati con danni gravi e lievi e il cui numero maggiore è presente nelle Marche. Dei 60 mila immobili danneggiati, le pratiche attualmente avviate riguardano solo l’11 per cento. In risalto per l’ennesima volta tutta la lentezza della macchina della ricostruzione e l’esiguo numero di lavori conclusi. Complessa anche la disponibilità di dati per la quale si auspicherebbe una Piattaforma unica che li organizzi in maniera uniforme; criticità nei tempi richiesti per la lavorazione delle pratiche che per quelle di edilizia privata per danni lievi si aggirano in media sui 314giorni. All’ esigenza di semplificazione è stata aggiunta anche l’insoddisfazione dei tecnici nei confronti della Piattaforma Mude, strumento che non aiuta e non risponde ancora in maniera ottimale alle esigenze dei professionisti, se si pensa che il tempo medio per scaricare una domanda di RCR è di 20 giorni. In evidenza anche il problema delle piattaforme che non dialogano tra loro con conseguente perdita di tempo su tempo. Il discorso è caduto anche sugli anticipi dei ‘sale’ e sull’esigenza per il professionista e soprattutto per il committente della certezza di sapere quanto ha a disposizione e quanto può spendere per la ricostruzione di una casa; dato oggi labile che ha il dovere di essere certo e riconoscibile. Tra le proposte indirizzate al Commissario Farabollini quella del potenziamento dell’organico degli USR e degli anticipi di spesa che gravano sui professionisti. Applaudite da tutta la platea dei professionisti le parole dell’ingegnere Spuri, tornato a dire che dopo due anni esistono ormai gli elementi per un cambio dipasso, a partire dalla rilevazione delle schede aedes e dalla vergognosa situazione del rilievo del danno che ha riguardato il sisma del 2016. “Trovo inaccettabile che a fronte della richiesta di oltre 105mila sopralluoghi, riferiti alla regione Marche, siano state redatte poco più di 30mila schede aedes. Se le Marche non si fossero tirate fuori da questa palude a gennaio, immischiando gli ordini professionali e le strutture pubbliche per oltre 70mila ulteriori sopralluoghi, noi non avremmo nemmeno avuto la cognizione per dire che c’erano 60 mila edifici da mettere a posto. Altri dati diffusi dal direttore dell’Usr quelli riferiti al mondo delle professioni che vede operare ad oggi nelle Marche, 1112 soggetti, l’85 per cento dei quali (948) sono marchigiani , un 8 per cento proveniente dall’Umbria e un 7 per cento  dal resto d’Italia. Sul fronte delle imprese, la forza lavoro è distribuita tra 573 operatori, di cui il 91 per cento è rappresentato da imprese marchigiane, 6 per cento da regioni limitrofe e 3 per cento dal resto d’Italia. “”Stiamo tutti sulla stessa barca e cantiamo tutti la stessa canzone delle ordinanze, poi se vogliamo discutere del fatto che in quello che è scritto nelle leggi e nelle ordinanze qualcosa può essere potato, sono d’accordo”.Tra i punti critici evidenziati da Spuri, il fatto che non vengano corrisposti emolumenti corretti e giusti a chi opera professionalmente, definendolo svilente per il mondo della professione. “Credo che alcune delle questioni vadano semplificate soprattutto nel campo delle professioni perché per chi gestisce la ricostruzione è importante tutto quello che inizia dalla presentazionedel progetto. Basta con la ricostruzione del dov’era com’era perché anche se diciamo che non si fa così, poi si fa così: stabilito qual è il contributo che spetta ad un privato per la ricostruzione, che senso ha non permettere di realizzare un unico immobile a chi ha quattro accessori sparsi e il suo progetto futuro è quello di fare un edificio unico? Sono cose che guardano al passato e non servono a guardare al futuro”. Due le parole che non debbono scomparire per il rettore Pettinari: prevenzione e sviluppo, sostenendo che non ci si può interrogare sulla ricostruzione escludendo questi aspetti e una strategia condivisa per una ricostruzione di qualità. Necessità di acquisire per il percorso della ricostruzione, uno standard qualitativo di riferimento per l’area territoriale colpita dal sisma anche per il Commissario Farabollini che confermando la volontà di lavorare in sinergia ha riferito degli incontri già avuti con i sindaci, con i rappresentanti di parte delle associazioni di categorie, con alcune delegazioni tecniche regionali e, in primo luogo, con il CTS, attualmente impegnato a completare le linee guida per i danni gravi, dicendo di aver chiesto che prima dell’ultimazione della stesura vi sia anche un confronto con l’USR e con la Rete delle professioni Tecniche, perché le norme debbono essere effettivamente applicabili e utili sul territorio. Il punto di vista della politica è staro portato dall’on.Tullio Patassini, tra i relatori del decreton.55 dello scorso luglio e di tutti i successivi emendamenti legislativi presenti nel milleproroghe e nel decreto Genova: “ Siamo partiti dal presupposto che la norma debba partire dal territorio- ha detto- è per questo motivo che le norme sono state scritte da delle professioni tecniche. Ciò ha portato velocemente a modificare alcuni aspetti delle varie norme. Parto solo dall’ultima che riflette la questione delle difformità urbanistiche: oggi la norma è utile, l’abbiamo modificata e rimodificata su indicazione dei professionisti che poi sono quelli che dovranno applicarla; altro aspetto quello del decreto Genova che fa capire come stiamo lavorando e quello che vorremo fare da qui in avanti: anticipo spese tecniche ai professionisti, anticipo del 50 per cento delle spese previste di legge, semplificazione amministrativa delle pratiche. Perché la semplificazione non deve essere dichiarata ma deve essere applicata.” Da ultimo oltre a rinnovare la sua disponibilità e quella dei suoi colleghi parlamentari, Patassini ha annunciato che si sta lavorando ad una normativa differenziata in base al livello del danno. “Il fattore tempo è fondamentale- ha concluso-; se non ricostruiamo le case non ripartono i territori. “ Questo è un ippodromo: stiamo facendo una corsa dove c’è un blocco di partenza e uno di arrivo; non stiamo facendo una passeggiata. I cavalli corrono per vincere, non per partecipare”.     C.C.   L

Rete delle Professioni Tecniche riunita presso il Centro culturale Benedetto XIII. Dopo l’assemblea dello scorso anno ad Accumoli; ha scelto come sede Camerino il confronto promosso allo scopo di individuare i principali problemi riguardanti il processo di ricostruzione delle regioni colpite dal sisma,. Fornire alle istituzioni locali e nazionali il punto di vista dei professionisti tecnici, obiettivo dell’incontro al quale, in un gremito auditorium, hanno preso parte anche i direttori degli Uffici Speciali Ricostruzione ing. Cesare Spuri per le Marche, Alfiero Moretti per l’Umbria e il Commissario Straordinario per la ricostruzione, Piero Farabollini al quale al termine sono stati consegnati due documenti contenenti le criticità che il mondo delle professioni sta riscontrando; in rappresentanza della politica è intervenuto l’on. Tullio Patassini. A due anni dal sisma, Massimiliano Pittau del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, ha illustratoi dati della ricerca sulla ricostruzione post sisma. Promossa dalla Rete Professioni Tecniche, con l’ obiettivo di identificare le principali criticità connesse allo svolgimento delle pratiche per la Richiesta di Contributo Ricostruzione (RCR), la ricerca ha evidenziato il numero degli interventi sui danni eseguiti dai tecnici per la redazione di 80mila schede aedes, di cui 66mila hanno avuto esito definito e 12 mila sono ancora da indagare su un numero di circa 76mila strutture danneggiate di cui 60 mila gli edifici privati con danni gravi e lievi e il cui numero maggiore è presente nelle Marche. Dei 60 mila immobili danneggiati, le pratiche attualmente avviate riguardano solo l’11 per cento. In risalto per l’ennesima volta tutta la lentezza della macchina della ricostruzione e l’esiguo numero di lavori conclusi. Complessa anche la disponibilità di dati per la quale si auspicherebbe una Piattaforma unica che li organizzi in maniera uniforme; criticità nei tempi richiesti per la lavorazione delle pratiche che per quelle di edilizia privata per danni lievi si aggirano in media sui 314giorni. All’ esigenza di semplificazione è stata aggiunta anche l’insoddisfazione dei tecnici nei confronti della Piattaforma Mude, strumento che non aiuta e non risponde ancora in maniera ottimale alle esigenze dei professionisti, se si pensa che il tempo medio per scaricare una domanda di RCR è di 20 giorni. In evidenza anche il problema delle piattaforme che non dialogano tra loro con conseguente perdita di tempo su tempo. Il discorso è caduto anche sugli anticipi dei ‘sale’ e sull’esigenza per il professionista e soprattutto per il committente della certezza di sapere quanto ha a disposizione e quanto può spendere per la ricostruzione di una casa; dato oggi labile che ha il dovere di essere certo e riconoscibile. Tra le proposte indirizzate al Commissario Farabollini quella del potenziamento dell’organico degli USR e degli anticipi di spesa che gravano sui professionisti. Applaudite da tutta la platea dei professionisti le parole dell’ingegnere Spuri, tornato a dire che dopo due anni esistono ormai gli elementi per un cambio dipasso, a partire dalla rilevazione delle schede aedes e dalla vergognosa situazione del rilievo del danno che ha riguardato il sisma del 2016. “Trovo inaccettabile che a fronte della richiesta di oltre 105mila sopralluoghi, riferiti alla regione Marche, siano state redatte poco più di 30mila schede aedes. Se le Marche non si fossero tirate fuori da questa palude a gennaio, immischiando gli ordini professionali e le strutture pubbliche per oltre 70mila ulteriori sopralluoghi, noi non avremmo nemmeno avuto la cognizione per dire che c’erano 60 mila edifici da mettere a posto. Altri dati diffusi dal direttore dell’Usr quelli riferiti al mondo delle professioni che vede operare ad oggi nelle Marche, 1112 soggetti, l’85 per cento dei quali (948) sono marchigiani , un 8 per cento proveniente dall’Umbria e un 7 per cento  dal resto d’Italia. Sul fronte delle imprese, la forza lavoro è distribuita tra 573 operatori, di cui il 91 per cento è rappresentato da imprese marchigiane, 6 per cento da regioni limitrofe e 3 per cento dal resto d’Italia. “”Stiamo tutti sulla stessa barca e cantiamo tutti la stessa canzone delle ordinanze, poi se vogliamo discutere del fatto che in quello che è scritto nelle leggi e nelle ordinanze qualcosa può essere potato, sono d’accordo”.Tra i punti critici evidenziati da Spuri, il fatto che non vengano corrisposti emolumenti corretti e giusti a chi opera professionalmente, definendolo svilente per il mondo della professione. “Credo che alcune delle questioni vadano semplificate soprattutto nel campo delle professioni perché per chi gestisce la ricostruzione è importante tutto quello che inizia dalla presentazionedel progetto. Basta con la ricostruzione del dov’era com’era perché anche se diciamo che non si fa così, poi si fa così: stabilito qual è il contributo che spetta ad un privato per la ricostruzione, che senso ha non permettere di realizzare un unico immobile a chi ha quattro accessori sparsi e il suo progetto futuro è quello di fare un edificio unico? Sono cose che guardano al passato e non servono a guardare al futuro”.

AAA RPT

Due le parole che non debbono scomparire per il rettore Pettinari: prevenzione e sviluppo, sostenendo che non ci si può interrogare sulla ricostruzione escludendo questi aspetti e una strategia condivisa per una ricostruzione di qualità. Necessità di acquisire per il percorso della ricostruzione, uno standard qualitativo di riferimento per l’area territoriale colpita dal sisma anche per il Commissario Farabollini che confermando la volontà di lavorare in sinergia ha riferito degli incontri già avuti con i sindaci, con i rappresentanti di parte delle associazioni di categorie, con alcune delegazioni tecniche regionali e, in primo luogo, con il CTS, attualmente impegnato a completare le linee guida per i danni gravi, dicendo di aver chiesto che prima dell’ultimazione della stesura vi sia anche un confronto con l’USR e con la Rete delle professioni Tecniche, perché le norme debbono essere effettivamente applicabili e utili sul territorio. Il punto di vista della politica è staro portato dall’on.Tullio Patassini, tra i relatori del decreton.55 dello scorso luglio e di tutti i successivi emendamenti legislativi presenti nel milleproroghe e nel decreto Genova: “ Siamo partiti dal presupposto che la norma debba partire dal territorio- ha detto- è per questo motivo che le norme sono state scritte da delle professioni tecniche. Ciò ha portato velocemente a modificare alcuni aspetti delle varie norme. Parto solo dall’ultima che riflette la questione delle difformità urbanistiche: oggi la norma è utile, l’abbiamo modificata e rimodificata su indicazione dei professionisti che poi sono quelli che dovranno applicarla; altro aspetto quello del decreto Genova che fa capire come stiamo lavorando e quello che vorremo fare da qui in avanti: anticipo spese tecniche ai professionisti, anticipo del 50 per cento delle spese previste di legge, semplificazione amministrativa delle pratiche. Perché la semplificazione non deve essere dichiarata ma deve essere applicata.” Da ultimo oltre a rinnovare la sua disponibilità e quella dei suoi colleghi parlamentari, Patassini ha annunciato che si sta lavorando ad una normativa differenziata in base al livello del danno. “Il fattore tempo è fondamentale- ha concluso-; se non ricostruiamo le case non ripartono i territori. “ Questo è un ippodromo: stiamo facendo una corsa dove c’è un blocco di partenza e uno di arrivo; non stiamo facendo una passeggiata. I cavalli corrono per vincere, non per partecipare”.    

C.C.

 

L

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