Serve che qualcuno si assuma la responsabilità di quanto avvenuto. A dirlo è Giuseppe Giampaoli, direttore generale del Cosmari, indagato per la questione relativa all’amianto nelle macerie.
“I controlli - chiarisce - non sono avvenuti sull’operato della società che lavora nel rispetto della normativa. Abbiamo sospeso la raccolta delle macerie perché vogliamo che qualcuno si assuma la responsabilità e dica come stiamo operando. Siccome noi sappiamo che stiamo rispettando le norme, ci è sembrato giusto che qualcuno lo certificasse”.
Che nelle macerie ci fosse amianto era chiaro a tutti fin dall’inizio. D’altra parte, moltissime delle abitazioni dell’alto maceratese presentavano ancora delle componenti in amianto al momento del sisma e dei crolli. Lo dimostra anche la quantità di amianto estratto e separato dalle macerie: “Nella provincia di Macerata ne abbiamo tolto ben 38 tonnellate - spiega Giampaoli - più di tutte le altre regioni del Centro Italia colpite dal sisma e più delle altre province marchigiane interessate. Ce n’è purtroppo tanto, canne fumarie e serbatoi purtroppo erano ancora in amianto, specie nelle aree interne”.
Allora qual’è il problema per cui il Cosmari oggi si trova in questa situazione? “Un problema interpretativo della normativa. Non c’è mai chiarezza. Chi sa di aver agito nel giusto non deve aver paura e noi in questi anni abbiamo dato tanto, pur con tutti i ritardi. Abbiamo portato via quasi 500mila tonnellate di macerie che sono tantissime, e per noi è un grosso risultato. Questa situazione non ci sta bene - conclude - e quindi ci aspettiamo che la Regione organizzi un tavolo tecnico per capire come fare”.
g.g.