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Che fine ha fatto l’ordinanza sugli anticipi ai tecnici della ricostruzione?

Mercoledì, 08 Maggio 2019 12:16 | Letto 1214 volte   Clicca per ascolare il testo Che fine ha fatto l’ordinanza sugli anticipi ai tecnici della ricostruzione? È quanto in tanti si chiedevano ultimamente dopo gli annunci del commissario straordinario per la ricostruzione Piero Farabollini e del sottosegretario con delega al terremoto Vito Crimi. Stando a quanto riporta il gruppo “Tutela professioni tecniche ricostruzione post sisma”, sembrerebbe che l’ordinanza si sia arenata letteralmente. Entrata alla Corte dei Conti, non ne è più uscita: “immaginiamo sia stata bloccata perché l’erogazione libera, fino a 6mila euro, sia stata posta come un anticipo senza alcuna garanzia. Dovremmo ricordare ai fenomeni commissariali che l’erogazione dovrebbe e potrebbe essere posta come primo stato di avanzamento dei lavori per prestazioni effettuate e relative al rilievo e predisposizione del livello operativo”. Insomma, non un anticipo ma una previsione di pagamento per una prestazione già effettuata.  Pertanto ora sembrerebbe che il commissario stia valutando la possibilità che Cassa Depositi e Prestiti fornisca le necessarie garanzie ma questo è molto difficile che avvenga.  “A questo punto - conclude il gruppo - dopo sei mesi di attesa non resta che chiedere le dimissioni del commissario”.Gaia Gennaretti 

È quanto in tanti si chiedevano ultimamente dopo gli annunci del commissario straordinario per la ricostruzione Piero Farabollini e del sottosegretario con delega al terremoto Vito Crimi.

Stando a quanto riporta il gruppo “Tutela professioni tecniche ricostruzione post sisma”, sembrerebbe che l’ordinanza si sia arenata letteralmente. Entrata alla Corte dei Conti, non ne è più uscita: “immaginiamo sia stata bloccata perché l’erogazione libera, fino a 6mila euro, sia stata posta come un anticipo senza alcuna garanzia. Dovremmo ricordare ai fenomeni commissariali che l’erogazione dovrebbe e potrebbe essere posta come primo stato di avanzamento dei lavori per prestazioni effettuate e relative al rilievo e predisposizione del livello operativo”. Insomma, non un anticipo ma una previsione di pagamento per una prestazione già effettuata. 

Pertanto ora sembrerebbe che il commissario stia valutando la possibilità che Cassa Depositi e Prestiti fornisca le necessarie garanzie ma questo è molto difficile che avvenga. 
“A questo punto - conclude il gruppo - dopo sei mesi di attesa non resta che chiedere le dimissioni del commissario”.

Gaia Gennaretti 

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