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"La montagna ha partorito un topolino". Inarsind commenta lo Sblocca Cantieri

Giovedì, 13 Giugno 2019 11:12 | Letto 924 volte   Clicca per ascolare il testo "La montagna ha partorito un topolino". Inarsind commenta lo Sblocca Cantieri Arriva al capolinea la conversione del Decreto Sblocca Cantieri che tra le altre cose doveva contenere misure per l’accelerazione della ricostruzione post sisma del centro Italia. Erano tante le proposte avanzate per snellire liter e rendere meno pesante il lavoro dei tecnici ma solo pochissime sono state inserite nel testo. Sicuramente non condivisibile - commenta Roberto Di Girolamo, del sindacato Inarsind - la norma che consente il passaggio ai Comuni della ricostruzione leggera e di quella pesante con livello operativo L4. Tale possibilità aiuterà solo i Comuni più strutturati e con pochi danni e faciliterà i soliti furbetti. Altra novità è quella dell’inserimento del pagamento della Risposta Sismica Locale che fa aumentare il compenso delle spese per prestazioni specialistiche dal 2 per cento al 2,5 per cento.Tra le misure di interesse per i tecnici della ricostruzione, c’è una rivisitazione della norma per il divieto di cumulo di incarichi, spostandolo nella ricostruzione privata su quelli contemporanei e non acquisiti in via assoluta. La misura potrebbe essere valida e di stimolo alla presentazione delle pratiche - spiega - se non fosse che le questioni relative ai compensi professionali, in termini di insufficienza tariffaria e di tempistica dell’elargizione dei corrispettivi economici non è stata risolta. Due poi gli aspetti che secondo il sindacato non sono stati affrontati: La contraddizione del governo che vuol fare un salario minimo orario di 9 euro l’ora (proposta di legge del vice-premier Luigi Di Maio) e la reale condizione dei professionisti che, allo stato attuale, con le tariffe proposte e con le ore necessarie alla presentazione del progetto ha tariffazione oraria che è circa la metà del salario minimo stesso. Secondo aspetto fondamentale è che il protocollo che regola la tariffazione è scaduto il 31 dicembre 2018. Questo fa sì che gli studi professionali non possano assumere collaboratori e metterebbe in discussione anche la continuità operativa dei professionisti stessi. Quindi Inarsind passa alle proposte: Promuoveremo delle proposte concrete basate sull’equo compenso e sulla parametrizzazione dell’onorario sui decreti governativi già predisposti (decreto minimi); una soluzione dell’annosa querelle dell’anticipo del 50 per cento ai professionisti che dopo un anno ancora non trova una soluzione. Su questo argomento tante parole, ma allo stato attuale come professionisti ci sentiamo portati in giro. Il Pagamento dell’anticipo dovrebbe essere elargito all’approvazione del livello operativo. La qualità del lavoro - conclude - può essere pretesa se e solo se il compenso professionale è commisurato al lavoro fatto.Gaia Gennaretti 
Arriva al capolinea la conversione del Decreto Sblocca Cantieri che tra le altre cose doveva contenere misure per l’accelerazione della ricostruzione post sisma del centro Italia. Erano tante le proposte avanzate per snellire l'iter e rendere meno pesante il lavoro dei tecnici ma solo pochissime sono state inserite nel testo. 

"Sicuramente non condivisibile - commenta Roberto Di Girolamo, del sindacato Inarsind - la norma che consente il passaggio ai Comuni della ricostruzione leggera e di quella pesante con livello operativo L4. Tale possibilità aiuterà solo i Comuni più strutturati e con pochi danni e faciliterà i 'soliti furbetti'. Altra novità è quella dell’inserimento del pagamento della Risposta Sismica Locale che fa aumentare il compenso delle spese per prestazioni specialistiche dal 2 per cento al 2,5 per cento".
Tra le misure di interesse per i tecnici della ricostruzione, c’è una rivisitazione della norma per il divieto di cumulo di incarichi, spostandolo nella ricostruzione privata su quelli contemporanei e non acquisiti in via assoluta. "La misura potrebbe essere valida e di stimolo alla presentazione delle pratiche - spiega - se non fosse che le questioni relative ai compensi professionali, in termini di insufficienza tariffaria e di tempistica dell’elargizione dei corrispettivi economici non è stata risolta". Due poi gli aspetti che secondo il sindacato non sono stati affrontati: "La contraddizione del governo che vuol fare un salario minimo orario di 9 euro l’ora (proposta di legge del vice-premier Luigi Di Maio) e la reale condizione dei professionisti che, allo stato attuale, con le tariffe proposte e con le ore necessarie alla presentazione del progetto ha tariffazione oraria che è circa la metà del salario minimo stesso. Secondo aspetto fondamentale è che il protocollo che regola la tariffazione è scaduto il 31 dicembre 2018". Questo fa sì che gli studi professionali non possano assumere collaboratori e metterebbe in discussione anche la continuità operativa dei professionisti stessi. Quindi Inarsind passa alle proposte: "Promuoveremo delle proposte concrete basate sull’equo compenso e sulla parametrizzazione dell’onorario sui decreti governativi già predisposti (decreto minimi); una soluzione dell’annosa querelle dell’anticipo del 50 per cento ai professionisti che dopo un anno ancora non trova una soluzione. Su questo argomento tante parole, ma allo stato attuale come professionisti ci sentiamo portati in giro. Il Pagamento dell’anticipo dovrebbe essere elargito all’approvazione del livello operativo. La qualità del lavoro - conclude - può essere pretesa se e solo se il compenso professionale è commisurato al lavoro fatto".
Gaia Gennaretti 

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