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Due marocchini in manette. Vendevano droga anche a minori

Giovedì, 05 Settembre 2019 11:44 | Letto 981 volte   Clicca per ascolare il testo Due marocchini in manette. Vendevano droga anche a minori In due finiscono agli arresti domiciliari. Si tratta di marocchini, pregiudicati, uni classe ‘94 e uno classe ‘96, la cui attività principale era quella di vendere droga, in particolare hashish, cocaina e marijuana. L’operazione è stata portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Tolentino, comandandata dal capitando Giacomo De Carlino, e dal relativo nucleo operativo e radiomobil, comandato dal tenente Giuseppe Losito. La ricostruzione dei movimenti ha permesso di appurare un guadagno di circa 80mila euro a partire dal 2013. Cosa ancor più grave e che la clientela era prevalentemente giovane, studenti universitari e moltissimi minorenni della zona di Macerata e Tolentino. “Questi soggetti - ha spiegato Losito - erano ben organizzati, avevano una filiera di clienti fidelizzati dai minori agli studenti universitari, li seguivano praticamente in un percorso di vita“. È cambiato negli anni il modus operandi degli inquirenti perché è cambiato quello dei malviventi. Usano tecniche più sofisticate per lasciare meno tracce possibili. “Per queste operazioni - aggiunge - sono fondamentali le piccole segnalazioni, specie quelle da parte di genitori preoccupati per i propri figli. Poi ci confrontiamo anche con altri servizi pubblici per riuscire a convincere il ragazzo tossicodipendente a raccontare la propria storia. Queste persone non sono più viste come delinquenti ma come malati e sono molto collaborative, come a chiedere di essere aiutato”. Losito, riferendosi ai due soggetti tratti in arresto, ha parlato di professionisti specializzati di base. Gli scambi di stupefacente avvenivano a casa dei due marocchini, domiciliati a Macerata, nei luoghi di lavoro, nei bar, in luoghi frequentati dai giovani. Ed è proprio questa l’aggravante, ovvero che “cercavano di ottenere la fiducia dei minorenni - spiega De Carlini - avviandoli nel sentiero nefasto della droga per i loro guadagni. È grave e mortificante ed è una piaga su cui stiamo lavorando molto”.Infatti quello che può sembrare una bravata, un momento di evasione, può purtroppo portare a gravi problemi e conseguenze per il futuro. Ad esempio, un giovane segnalato quale assuntore di stupefacenti non potrà mai partecipare ad un concorso pubblico. Peraltro, fra i clienti fidelizzati, 35 in tutto che sono stati appurati con le indagini, vi erano delle ragazzine che pagavano la loro dose offrendo prestazioni sessuali ai due marocchini che, dal 2013 ad oggi, hanno venduto più di 10 chili di marijuana, 2,5 chili di hashish e qualche dose di cocaina. Del denaro ricavato, molto veniva spedito in Marocco dai parenti dei due spacciatori. Gaia Gennaretti 
In due finiscono agli arresti domiciliari. Si tratta di marocchini, pregiudicati, uni classe ‘94 e uno classe ‘96, la cui attività principale era quella di vendere droga, in particolare hashish, cocaina e marijuana. L’operazione è stata portata avanti dai Carabinieri della Compagnia di Tolentino, comandandata dal capitando Giacomo De Carlino, e dal relativo nucleo operativo e radiomobil, comandato dal tenente Giuseppe Losito. La ricostruzione dei movimenti ha permesso di appurare un guadagno di circa 80mila euro a partire dal 2013. Cosa ancor più grave e che la clientela era prevalentemente giovane, studenti universitari e moltissimi minorenni della zona di Macerata e Tolentino. 
“Questi soggetti - ha spiegato Losito - erano ben organizzati, avevano una filiera di clienti fidelizzati dai minori agli studenti universitari, li seguivano praticamente in un percorso di vita“. È cambiato negli anni il modus operandi degli inquirenti perché è cambiato quello dei malviventi. Usano tecniche più sofisticate per lasciare meno tracce possibili. “Per queste operazioni - aggiunge - sono fondamentali le piccole segnalazioni, specie quelle da parte di genitori preoccupati per i propri figli. Poi ci confrontiamo anche con altri servizi pubblici per riuscire a convincere il ragazzo tossicodipendente a raccontare la propria storia. Queste persone non sono più viste come delinquenti ma come malati e sono molto collaborative, come a chiedere di essere aiutato”. Losito, riferendosi ai due soggetti tratti in arresto, ha parlato di professionisti specializzati di base. Gli scambi di stupefacente avvenivano a casa dei due marocchini, domiciliati a Macerata, nei luoghi di lavoro, nei bar, in luoghi frequentati dai giovani. Ed è proprio questa l’aggravante, ovvero che “cercavano di ottenere la fiducia dei minorenni - spiega De Carlini - avviandoli nel sentiero nefasto della droga per i loro guadagni. È grave e mortificante ed è una piaga su cui stiamo lavorando molto”.
Infatti quello che può sembrare una bravata, un momento di evasione, può purtroppo portare a gravi problemi e conseguenze per il futuro. Ad esempio, un giovane segnalato quale assuntore di stupefacenti non potrà mai partecipare ad un concorso pubblico. Peraltro, fra i clienti fidelizzati, 35 in tutto che sono stati appurati con le indagini, vi erano delle ragazzine che pagavano la loro dose offrendo prestazioni sessuali ai due marocchini che, dal 2013 ad oggi, hanno venduto più di 10 chili di marijuana, 2,5 chili di hashish e qualche dose di cocaina. Del denaro ricavato, molto veniva spedito in Marocco dai parenti dei due spacciatori. 
Gaia Gennaretti 






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