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Filiera del falso disarticolata. 35 denunciati e 9 arrestati

Venerdì, 27 Settembre 2019 10:36 | Letto 742 volte   Clicca per ascolare il testo Filiera del falso disarticolata. 35 denunciati e 9 arrestati Scacco alla filiera del falso. Disarticolata un’organizzazione criminale specializzata nella contraffazione di noti marchi di abbigliamento. In 35 sono stati denunciati e in 9 arrestati. Una 40ina di clienti finali sono stati sanzionati.  Importante il risultato dell’operazione del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Macerata e della Compagnia di Civitanova. Si è trattato di una complessa indagine ad ampio raggio coordinata dal Procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio, che ha consentito di sgominare un sodalizio criminoso dedito abitualmente all’attività di contraffazione dei più noti marchi di abbigliamento. L’operazione, denominata “Tailleur”, è stata svolta dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Macerata in sinergia con la Compagnia di Civitanova che, in collaborazione con altri Reparti del Corpo alla sede di Napoli, Torino, Sesto San Giovanni e Cles, hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal Giudice per le indagini preliminari di Macerata, Claudio Bonifazi. Sui nove soggetti accusati gravano il divieto di dimora e l’obbligo di firma, in base alle diverse posizioni dei soggetti indagati, italiani ed extracomunitari.  L’attività investigativa, condotta anche mediante l’ausilio di indagini tecniche, ha permesso di assestare un duro colpo ad esperti “artigiani del falso”, di etnia senegalese i quali ricevevano, da loro connazionali e non, abiti e accessori “anonimi”, per poi trasformarli, grazie alla propria abilità e manualità, mediante l’utilizzo di appositi macchinari, in prodotti riproducenti note griffes di alta moda, nonché capi di abbigliamento sportivo griffati. L’organizzazione, operativa nell’hinterland del comune di Porto Recanati e nella zona sud di Civitanova e che aveva stabilito la propria base all’interno dell’Hotel House, prevedeva una precisa ripartizione dei ruoli: approvvigionatori di etichette, sarti, venditori e persino vere e proprie sentinelle. La cessione dei prodotti finiti avveniva sia mediante la classica esposizione della merce nelle zone a più alta frequentazione, sia attraverso le piattaforme messe a disposizione dai più noti social networks.  Dalle indagini è emersa l’esistenza quindi di una vera e propria filiera del falso: nel corso dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro circa 5.700 articoli contraffatti nonché macchinari, attrezzature e materiali vari, utilizzati nell’attività illecita.  Il fenomeno della contraffazione è un moltiplicatore di illegalità: parallelamente, alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’immigrazione clandestina, dell’evasione fiscale e contributiva, del commercio abusivo, del riciclaggio e di altri gravi illeciti. Chi compra merce contraffatta, peraltro, oltre a commettere un illecito, mette a rischio la propria salute, poiché tali prodotti spesso non rispettano gli standard di sicurezza. Gli accertamenti esperiti hanno consentito di individuare numerosi clienti “finali” (circa 40), sanzionati mediante irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie.g.g.
Scacco alla filiera del falso. Disarticolata un’organizzazione criminale specializzata nella contraffazione di noti marchi di abbigliamento. In 35 sono stati denunciati e in 9 arrestati. Una 40ina di clienti finali sono stati sanzionati. 

Importante il risultato dell’operazione del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Macerata e della Compagnia di Civitanova. Si è trattato di una complessa indagine ad ampio raggio coordinata dal Procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio, che ha consentito di sgominare un sodalizio criminoso dedito abitualmente all’attività di contraffazione dei più noti marchi di abbigliamento.

L’operazione, denominata “Tailleur”, è stata svolta dal Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria di Macerata in sinergia con la Compagnia di Civitanova che, in collaborazione con altri Reparti del Corpo alla sede di Napoli, Torino, Sesto San Giovanni e Cles, hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal Giudice per le indagini preliminari di Macerata, Claudio Bonifazi. Sui nove soggetti accusati gravano il divieto di dimora e l’obbligo di firma, in base alle diverse posizioni dei soggetti indagati, italiani ed extracomunitari. 

L’attività investigativa, condotta anche mediante l’ausilio di indagini tecniche, ha permesso di assestare un duro colpo ad esperti “artigiani del falso”, di etnia senegalese i quali ricevevano, da loro connazionali e non, abiti e accessori “anonimi”, per poi trasformarli, grazie alla propria abilità e manualità, mediante l’utilizzo di appositi macchinari, in prodotti riproducenti note griffes di alta moda, nonché capi di abbigliamento sportivo griffati.

L’organizzazione, operativa nell’hinterland del comune di Porto Recanati e nella zona sud di Civitanova e che aveva stabilito la propria base all’interno dell’Hotel House, prevedeva una precisa ripartizione dei ruoli: approvvigionatori di etichette, sarti, venditori e persino vere e proprie sentinelle. La cessione dei prodotti finiti avveniva sia mediante la classica esposizione della merce nelle zone a più alta frequentazione, sia attraverso le piattaforme messe a disposizione dai più noti social networks. 

Dalle indagini è emersa l’esistenza quindi di una vera e propria filiera del falso: nel corso dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro circa 5.700 articoli contraffatti nonché macchinari, attrezzature e materiali vari, utilizzati nell’attività illecita. 

Il fenomeno della contraffazione è un moltiplicatore di illegalità: parallelamente, alimenta i circuiti sommersi del lavoro nero, dell’immigrazione clandestina, dell’evasione fiscale e contributiva, del commercio abusivo, del riciclaggio e di altri gravi illeciti. Chi compra merce contraffatta, peraltro, oltre a commettere un illecito, mette a rischio la propria salute, poiché tali prodotti spesso non rispettano gli standard di sicurezza.

Gli accertamenti esperiti hanno consentito di individuare numerosi clienti “finali” (circa 40), sanzionati mediante irrogazione di sanzioni amministrative pecuniarie.
g.g.

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