Notizie di cronaca nelle Marche

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Macerata e Camerino hanno denunciato due giovani nigeriani, ospiti della comunità di accoglienza di Camerino, e una ragazza, ospite del centro Gus di Macerata per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I tre, fermati per un controllo nel territorio di Belforte del Chienti, manifestava segni evidenti di nervosismo, tanto che i militari, insospettiti, ne disponevano il trasferimento presso l'ospedale di San Severino dove, nel corso degli esami diagnostici, si scopriva che avevano ingerito 3 ovuli contenti eroina. Nel corso della successiva perquisizione domiciliare venivano anche sequestrati un telefono cellulare e 300 euro in contanti considerati provento dell'attività di spaccio.
g.g.

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Taglio del nastro con la presenza di tante autorità civili e militari per le 9 casette dell'area del parco fluviale di Castelraimondo. Con il sindaco Renzo Marinelli e tutta l'amministrazione comunale, c'erano la Commissaria per la ricostruzione Paola De Micheli, il Capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti, l'arcivescovo Francesco Brugnaro, il presidente della Provincia Antonio Pettinari, Stefano Stefoni responsabile unico del procedimento delle opere di urbanizzazione. Di grande qualità, sotto ogni punto di vista, l'area di realizzazione delle Soluzioni Abitative Emergenziali che, come ha ricordato Borrelli, una volta che sarà completata la ricostruzione delle abitazioni delle famiglie ospitate, resterà nel patrimonio della comunità locale e,utilizzabile come strumento di sviluppo socio economico del territorio.

 " Castelraimondo- ha sottolineato il sindacoè una cittadina viva che ha voglia di andare avanti e questa realizzazione, lo sta a dimostrare. Si è voluta fare una cosa di qualità e bella perché chi vive una situazione di disagio deve poter star bene. Adesso il nostro cruccio è quello di sistemare le 18 famiglie che sono in attesa di occupare gli appartamenti acquisiti dall’Erap, perché prima di tutto vengono le esigenze dei cittadini. Forse quello che manca a questo territorio è di stare insieme- ha aggiunto Marinelli- Dobbiamo guardare avanti perché la rinascita di questo territorio può partire solo da grandi progetti, che debbono essere portati avanti tutti insieme. Questo territorio rinasce, se rinasce unito e senza linee".

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Nel ringraziare tutti i sindaci che, con grande dedizione e passione si stanno prodigando per la ricostruzione la Commissaria De Micheli ha osservato che " se si andasse più d’accordo, certamente sarebbe tutto più semplice, ma non sarà questo che ci fermerà. Si tratta di una ricostruzione con coda- ha proseguito - perché stiamo parlando di un terremoto grande, molto diversificato, che abbraccia 4 regioni e situazioni che tra di loro sono molto diverse, come diverse sono le  esigenze e, possono esserlo anche le opinioni. E’ un terremoto che ha dovuto superare anche le campagne elettorali, dove magari ci si è lasciati andare anche a qualche eccesso; nonostante questo, noi abbiamo cercato di proteggere il più possibile le scelte che abbiamo condiviso quasi sempre all’unanimità con i sindaci e con i sub-commissari presidenti delle regioni e, abbiamo tentato di accelerare il più possibile l’attuazione dei tre obiettivi della Ricostruzione. Il primo obiettivo è sicuramente quello della ricostruzione privata e lì,   in particolar modo io che mi sono occupata di ricostruzione a L’Aquila e in Emilia Romagna, ho avuto l'ennesima conferma dopo l'uscita dell’ ordinanza 46,  del fatto che la ricostruzione è un guanto che noi mettiamo sulla mano delle istituzioni, ma è un guanto che progressivamentenoi riadattiamo alla mano istituzionale con l’emergere di esigenze e e della necessità di riadeguare le norme. Sulla ricostruzione privata- ha sottolineato-  è emerso chiaramente che abbiamo la necessità di intervenire perché, senza colpa di nessuno, c’è un numero di abusi tale che è stato necessario prevedere specificamente una norma che quando è iniziata  tutta questa vicenda, non era prevedibile. La stiamo scrivendo e, non appena sarà insediato il nuovo governo, la proporremo agli organi istituzionali in modo tale da avere, entro i mesi estivi, uno strumento che servirà a poter dare un ulteriore colpo alla ricostruzione. Auspico che questo serva agli Uffici Speciali per essere inondati da domande di ricostruzione. Sulla ricostruzione privata- ha rimarcato-  noi dobbiamo anche essere più consapevoli che ce la faremo. Se c’è una cosa che ho notato nei sentimenti della gente girando per i paesi del cratere è stata la paura e la preoccupazione ed è per questo che  vi esorto ad vere fiducia sul fatto che  la  ricostruzione privata  si può fare, si può fare bene e, anche abbastanza velocemente

Secondo punto chiave della ricostruzione è poi  la ricostruzione pubblica : su questo a breve verrà registrata un’ordinanza da parte della Corte dei Conti e, insieme a quella riferita alla chiese, investiamo già 2 miliardi e mezzi sulle opere pubbliche. In 19 mesi dall’evento sismico, non era mai accaduto che tanti soldi venissero investiti in questo settore e dunque, saremo tutti da stimolo reciproco, i cittadini con le istituzioni e le istituzioni tra di loro, per dire approfittiamo di questo.

Terzo ma non ultimo punto, perché deve andare in parallelo con gli altri, quello relativo alle scelte economiche che dovremo fare per mantenere il lavoro e le  imprese in questo territorio e, in alcuni casi, farlo diventare anche un territorio più affascinante per nuovi insediamenti produttivi . Abbiamo l’idea di una rimodulazione della ZFU per il prossimo biennio in modo da dare ancora più sostegno alle piccole e medie attività che sono il vero motore soprattutto nella zona più montana del terremoto. Altre misure le  condivideremo nel mese di maggio anche nei comitati istituzionali insieme ai sub commissari e con i sindaci. E soprattutto, - ha concluso la Commissaria- non crediate mai che, anche quando si spegneranno le luci e i riflettori, lo Stato non ci sarà. Non credetelo mai perché avrete sempre qualcuno all’interno dello Stato che farà di tutto, non solo per tenere accesi i riflettori ma soprattutto per darvi le risposte che abbiamo deciso come italiani di garantire per il futuro a questi territori".

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" Il fatto di lavorare in sinergia tra Protezione civile e Commissario per la ricostruzione- ha detto Borrelli-  denota anche l’efficienza di questo sistema e credo che nel nostro ordinamento dovremmo pensare anche ad istituzionalizzare la materia della ricostruzione con una legge organica che possa essere applicata immediatamente ogni volta che si verifichi l’emergenza, in modo tale da non partire da capo ogni volta. Grazie alla Regione Marche, all’assessore Sciapichetti e ai colleghi della regione che si sono sobbarcati l’onere di seguire dal punto di vista amministrativo e tecnico la realizzazione delle SAE e grazie a tutti coloro che da oggi entrano nelle ‘casette’ anche per la pazienza che hanno avuto. Ci sono stati dei tempi prolungati per lavori problematici,  ma  attendere un po’di più, alla fine è valsa la pena perché il villaggio che vedete è una struttura che rimarrà anche successivamente”

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“ Quello di oggi, insieme alle 18 abitazioni che l’Erap ha acquistato per gli abitanti di Castelraimondo rimasti senza casa, è un altro segnale di speranza per la comunità”. Così l’assessore regionale Sciapichetti nel suo intervento di saluto - "Aggiungiamo un altro tassello al grande puzzle della Ricostruzione che ci vede impegnati da tanto tempo e voglio ringraziare gli uomini e donne della protezione civile che hanno fatto il possibile e l'impossibile, le forze dell’ordine, tutte le autorità presenti e i rappresentanti delle ditte che hanno lavorato per questo risultato. Grazie a Paola De Micheli che ci ha presi per mano e ci ha seguiti sin dal primo giorno di nomina; quasi tutti giorni è nelle Marche per ascoltare ed affrontare qualsiasi problema. La ricostruzione- ha continuato Sciapichetti- deve vederci tutti impegnati perché sarà un percorso lungo difficile che deve vedere tutte le istituzioni unite. La filiera istituzionale dal comune, dal Parlamento al Governo, deve essere una filiera unita, per cercare di dare risposte concrete ad una bellissima area che già prima del terremoto soffriva di problemi enormi riferiti allo spopolamento e alle difficoltà per la mancanza di lavoro. Dobbiamo fare in modo insieme che la tragedia che tutti stiamo affrontando, possa diventare l’occasione di sviluppo di una terra. E questo è possibile, se siamo capaci di utilizzare al meglio le risorse umane; penso all’università, ai centri di ricerca, alle associazioni di categoria che stanno già lavorando per mettere in piedi una serie di progetti che possono rilanciare il territorio. E’ possibile se riusciamo a recuperare, ad intercettare e trasformare in progetti concreti tutte quelle risorse che a livello nazionale ed europeo sono state messe in campo”.

Prima della benedizione della consegna delle casette, focalizzato su tre punti, il contributo dell’arcivescovo Francesco Brugnaro, il quale In primo luogo ha inteso sottolineare l’importanza di applicare la teoria dell'insieme, eliminare poi il termine fatalità e, come terzo punto, pensare alla gradualità e al compimento di quello che bisogna fare, per superare anche la fatalità. “ A mio avviso – ha detto Brugnaro- occorre fare in modo che le persone, i sindaci e gli operatori di ogni livello, trovino un piano comune sul quale, non tanto non andare a fare o dire la propria posizione, ma arrivare ad una metodologia di operazione, che permetta di superare le condizioni soggettive. Soprattutto quella della Fatalità e quindi, lavorare in sicurezza, insegnare alla gente di volere, non tanto tutto subito, quanto realizzazioni sicure e, far partecipare la popolazione a questo desiderio di sicurezza. La fatalità è l'imprevedibilità delle cose, ma il terremoto è la situazione nella quale noi ci troviamo e, chi costruisce le case, deve ricordare che questa è una zona da terremoto. Ecco che cosa vuol dire non trascurare le condizioni. E poi occorre lavorare insieme, superare i campanilismi attraverso la fatica, che deve essere condivisa da tutti “

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“Ogni comunità ha bisogno di interventi mirati sulla base delle proprie necessità. Lungi da noi voler fare distinzioni tra terremotati di serie A, B o C”. Difendono la loro posizione i sindaci che hanno chiesto a gran voce una suddivisione del cratere per fasce di danno. Stamattina, dopo un giro nella zona rossa di Camerino, i parlamentari marchigiani hanno avuto la possibilità di ascoltare i sindaci dell’ex unione montana di Camerino per comprendere a fondo la richiesta che ha fatto infervorare il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. 

Erano presenti i senatori Donatella Agostinelli e Mauro Coltorti, gli onorevoli Patrizia Terzoni, Paolo Giuliodori e Rachele Silvestri per il Movimento 5 Stelle, il senatore Giuliano Pazzaglini e l’onorevole Tullio Patassini per la Lega, l’onorevole Mauro Morgoni per il Pd, e gli onorevoli Francesco Acquaroli e Simone Baldelli rispettivamente per Fratelli d’Italia e Forza Italia. 

Alla prima parte della mattinata, che prevedeva la visita in zona rossa di Camerino, hanno preso parte solo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e Patassini.

 

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A loro sono state illustrate alcune problematiche, quali ad esempio il fatto che per il centro storico siano previsti 6 milioni di euro di puntellamenti, e al momento ne siano stati realizzati solo per un milione di euro. Oppure la questione che riguarda l’ex tribunale: “Quell’edificio è l’esempio lampante di ciò che può fare il sindaco. Di fronte ad una struttura di quel genere, non può demolire per pubblica sicurezza perché i tecnici GTS dicono che questa, a parte le tamponature lesionate, sia una struttura buona. Poi con la perimetrazione ci sono dei ragionamenti migliorativi. Io questo edificio lo vorrei demolire perché osceno, non si contestualizza con le strutture storiche ed importanti del centro”. Pasqui ha poi parlato brevemente anche della scelta politica di realizzare le aree Sae vicino alle frazioni: “Stiamo aspettando che vengano realizzate 12 aree il più possibili vicino alla città ma anche nelle frazioni, dove le comunità potranno continuare a vivere. Certo - ha sottolineato - sarebbe stato molto più comodo trasferire tutti in una zona più comoda, ma avremmo creato una riserva indiana. Io ho fatto la scelta politica di tenere le persone il più possibile vicino ai loro luoghi di appartenenza”.

 

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Il clou della mattinata, a partire dalle 11:30: i sindaci dell’ex unione montana di Camerino si sono riuniti in una tavola rotonda insieme ai parlamentari per spiegare i motivi che li hanno condotti a richiedere a gran voce la suddivisione del cratere in fasce di danni: “Ogni comunità - ha detto Pasqui introducendo gli altri colleghi - ha bisogno di essere guardata per le necessità che ha. Nessuno ha mai detto di eliminare qualcuno dal cratere o lungi da noi voler creare terremotati di serie A, B o C. Ma non è possibile non considerare quello che noi abbiamo subito”.

Da tutti i primi cittadini la richiesta di dare priorità alle comunità drammaticamente distrutte dal terremoto, di pensare ad interventi ad hoc, mirati per permettere una ripresa. 

Il sindaco di Muccia Mario Baroni ha, dal canto suo, sottolineato l’ingiustizia di chi “si è organizzato a proprie spese dopo il terremoto, realizzando soluzioni abitative temporanee e che oggi stanno ricevendo denunce penali. Il Salva Peppina purtroppo non ha portato grosse soluzioni, serve un provvedimento di provvisorietà”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il vicesindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia il quale non riesce a spiegarsi perché non si dia la possibilità di applicare l’ordinanza 9 (pensata per le attività produttive) a chi abbia realizzato le cosiddette casette abusive. “Fiastra ad esempio è un territorio prettamente turistico, per fortuna non ci sono stati danni alla viabilità e questa è stata l’unica porta rimasta aperta. Gli esercizi commerciali sono nei container e il decreto Salva Peppina ci ha lasciato comunque con grossi problemi da affrontare. Ci chiediamo come mai non si applichi, anche per le casette ritenute abusive, l’ordinanza 9 per le attività produttive. Fiastra - ha poi detto in chiusura - ha 1.088 ordinanze di inagibilità, sono stati presentati 82 progetti ma solo 8 finanziati. Si procede troppo lentamente”.

 

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Anche Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ha ribadito la volontà di non eliminare qualcuno dal cratere, illustrando alcune delle problematiche più sentite: “Ma è chiaro che non si vuole eliminate nessuno, anche perché ci sono già stati dei finanziamenti quindi credo che la lettura del sindaco di Tolentino sia sterile. Il problema è che qui non sappiamo come e dove spendere i finanziamenti, perché non sappiamo nemmeno se potremo ricostruire dove eravamo. Semplifichiamo le procedure - ha sottolineato - altrimenti qui si impantana tutto. Servono norme specifiche e agevolazioni che incentivino la ripopolazione della montagna. Servono interventi mirati, se vogliamo, il buon senso del padre di famiglia. C’è bisogno di accelerare le pratiche sul dissesto idrogeologico, la ricostruzione delle B e un aiuto per l’occupazione”.

In piena sintonia anche il sindaco di Serravalle di Chienti, Gabriele Santamarianova che ha aggiunto anche la problematica delle seconde case: “Nel ’97 non vennero finanziate e quindi oggi esiste innanzitutto una disparità di trattamento (in questa ricostruzione saranno finanziate anche le seconde case, ndr). Inoltre, alcune non sono ancora state ricostruite e dunque hanno subito ulteriori danni col terremoto del 2016”.

Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, si è da parte sua soffermato sulla questione della zona franca: “I nostri territori possono essere paragonati a chi si rivolge al pronto soccorso. Ci sono i malati in codice verde, giallo o rosso. Ecco, noi siamo in codice rosso avanzato. C’è bisogno di dare priorità a chi è stato drammaticamente distrutto. Per quanto riguarda la zona franca - ha spiegato poi - se mettiamo nelle stesse condizioni comuni più verso la costa e noi, significa che si indirizzano gli investimenti in una parte della provincia che è già molto sviluppata”. 

A chiudere Giuliano Pazzaglini che, in qualità di sindaco di Visso, ha anche lui illustrato alcuni problemi fondamentali. Primo fra tutti, la busta paga pesante che non sarà l’unica spada di Damocle che colpirà i cittadini terremotati. A breve infatti alla restituzione dei tributi si sommerà anche quella delle bollette e poi dei mutui: “Praticamente si guadagnerà di meno e si pagherà di più. C’è poi il problema della convenzione tra Anac e Regioni, che rischia di diventare un tappo perché ci saranno tantissime opere pubbliche da fare e l’Anac non sarà in grado di gestirle tutte. I vincoli paesaggistici - ha poi detto - ci impongono di ricostruire come era prima, ma è una follia anche solo pensarlo”. Secondo Pazzaglini, non sarebbe vero che la ricostruzione verrà finanziata al 100%, poiché basandosi sul modello dell’Emilia Romagna, non tiene in considerazione alcune importanti caratteristiche di edificazione tipiche del territorio: “I nostri edifici non sono fatti alla stessa maniera, e per certe cose non è previsto finanziamento. Mancano i soldi, le normative e tutto ciò che serve per andare avanti. I tempi dettati dalle ordinanze sono ridicoli. Va cambiata l’impostazione di questa ricostruzione”.

 

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Un'altra giornata di gioia e commozione per il comune di Valfornace per il rientro a casa di 38 nuceli familiari. Il sindaco Massimo Citracca ha consegnato le 38 casette dell' area Piani Campi di Fiordimonte. Una zona di bellissimo impatto visivo e paesaggistico  per la sistemazione delle S.A.E del consorzio CNS, pronte ad accogliere tante persone. Sorrisi ed abbracci per un capitolo nuovo che si apre, dopo una lunga e difficile attesa.

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Occhi lucidi per il più anziano di Fiordimonte, l'ottantasettenne Eligio Cicconi che ha fatto il muratore fino all'età di 84 anni e, con orgoglio, ci ricorda  che le case da lui realizzate, non hanno subìto danni. Sotto un bellissimo sole primaverile, si apre una luce diversa e una speranza in più per le 38 famiglie che presto saranno raggiunte nel traguardo dalle altre 50 di Pievebovigliana. A maggio è infatti prevista la consegna delle ultime 50 casette di piazza Vittorio Veneto , l'area  S.A.E più estesa del comune di Valfornace.

" Finalmente - ha detto il sindaco- anche  nell'area dell'ex comune di Fiordimonte, siamo riusciti a consegnare le casette. IPermetteranno il rientro  all'incirca di 100 persone;  38 nuclei familiari che tornano ad abitare stabilmente da noi, dopo le molte difficoltà dei quasi 2 anni che ci hanno accompagnato,  tra le tante preoccupazioni Oggi finalmente riusciamo a vedere un po' di luce anche qua;  faremo una festa tra un mese e qualche giorno perché,  i tecnici hanno assicurato che entro il mese di maggio verranno ultimate anche le ultime 50 casette  dell'area di  Piazza Vittorio Veneto a Pievebovigliana;, proprio lì abbiamo intenzione di organizzare un grande evento finale, per riunire a quel punto tutta la comunità. Siamo tenaci - ha proseguito Citracca - e cerchiamo in tutti i modi di tenere viva la speranza nelle persone, legate fortemente al territorio  e possiamo dire di aver comunque raggiunto un grande successo. L'occasione della consegna delle SAE  è motivo di  ringraziamento a tutti;  alla ditta che ha lavorato non con poche difficoltà, alla Regione, alla protezione civile, al direttore dei lavori,  al CNS che ha fornito le 'casette'. Siamo consapevoli che il lavoro che è stato fatto, non è stato un lavoro da poco. Ci sono voluti molti e molti mesi a causa  di lavori grandi da dover fare. Ringrazio davvero tutti- ha concluso il sindaco-  soprattutto i cittadini per la pazienza che hanno avuto;  aspettare oltre  un anno e mezzo per rientrare a casa, non è un tempo breve". 

Anche Massimo Citracca è tra i sindaci sostenitori di una revisione del cratere sismico proporzionalmente ai danni riportati: " Nessuno vuole escludere altri dal cratere- ha affermato- ma è sotto gli occhi di tutti la situazione che certi comuni hanno vissuto, stanno vivendo, e, vivranno per molti anni ancora.  Nessuno ha fatto nomi di paesi o città da escludere,  tuttavia  penso che ci possano essere dei criteri oggettivi per classificare i comuni che sono stati danneggiati gravemente e quelli certamente danneggiati dal sisma ma, con minori  problemi.  Nessun vuol polemizzare nè con colleghi, nè con altri comuni.  La realtà dice che  comuni più grandi,  hanno più forza per poter tirare avanti, noi invece  viviamo con molte difficoltà e problematiche pesanti,  anche perché abbiamo più del 90% delle abitazioni inagibili . I conti chi vuole, li può fare in maniera tranquilla e senza problemi. Davvero, assolutamente, lungi da noi dal fare polemica"

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Sospeso lo sciopero paventato per la giornata di oggi, da parte dei 21 lavoratori impegnati nel cantiere S.A.E di via Cesare Battisti a Visso. Lo scorso lunedì avevano incrociato le braccia lamentando di non essere stati pagati da più di due mesi e di dover fare turni forzati per consegnare le casette alla popolazione. Durante lo sciopero e il presidio di Cgil,  nell’assemblea che era seguita avevano denunciato al sindacato diverse irregolarità e di aver ricevuto da mesi, solo acconti dello stipendio, senza poter contare sul saldo atteso. Tra le altre segnalazioni ,l’assenza di buste paga e di visite mediche, contratti non firmati e, alcuni infortuni non denunciati. Questioni che il sindacato ha deciso di approfondire; nel frattempo i lavoratori, con senso di responsabilità, avevano ripreso a lavorare nel cantiere. Richiesto dai sindacati  lo scorso 18 aprile  si è tenuto un incontro cui hanno preso parte  sia la ditta interessata sia rappresentanti della ditta che ha in subappalto tutte le opere.

“ Entrambe le ditte – riferisce Massimo De Luca di Fillea – Cgil- hanno rappresentato la volontà di sanare tutte le varie criticità che noi avevamo sollevato, a partire dalla riformulazione di tutte le buste paga, dall’inizio del rapporto di lavoro ad oggi, la fornitura di tutti i dispositivi di sicurezza e, soprattutto, entro non oltre una settimana, la visita medica per tutti i lavoratori. In pratica i rappresentanti delle ditte hanno confermato tutto ciò che noi richiedevamo e hanno dettato dei tempi certi entro i quali il tutto sarà sanato.  Almeno questo è quanto certificato dalla  Pec che ci siamo scambiati dalla proprietà della ditta di costruzioni subappaltatrice e da Montagna Costruzioni s.r.l che è l'azienda aggiudicataria dell'appalto. Entro martedì prossimo- continua De Luca- dobbiamo avere tutte le buste paga ricalcolate e, per il prossimo giovedì 26 aprile, abbiamo fissato un incontro, nel corso del quale verranno verificati e sistematii vari conteggi , le nuove buste paga con i diversi saldi da produrre ai lavoratorie, ci debbono far vedere che sia stato assolto tutto quello che noi abbiamo richiesto. Noi della CGIL aspetiamo fiduciosi in quanto ad oggi ci sono delle Pec e dei giorni ben precisi entro i quali, a dire delle ditte, si troveranno delle soluzioni.  E' chiaro che, il mancato rispetto di tutto ciò che ci siamo detti e abbiamo certificato con Pec - conclude - farà sì che lo stato di agitazione vada avanti e quindi,  lo sciopero che avrebbe dovuto tenersi oggi ed è stato sospeso, ripartirà immediatamente. Sarà sufficiente che uno soltanto dei punti stabiliti non vada a buon fine per riattivare dunque lo stato di agitazione". 

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Presentato in anteprima, nella nuova Scuola primaria dell'Istituto comprensivo Mons. Paoletti di Pieve Torina, "Ci vorrebbe tanta colla".  E' Il terremoto raccontato dai bambini di uno dei centri più colpiti dalla devastazione,  attraverso ricordi, disegni, rimedi per scacciare la paura. Il volume, inserito nella collana "I quaderni del Consiglio regionale delle Marche", è nato dalla collaborazione tra l'Assemblea legislativa delle Marche, la Pubblica Assistenza APE ODV (associazione psicologia d'emergenza di Ancona) e ANPAS Marche. C'erano il presidente dell'Assemblea Legislativa Antonio Mastrovincenzo, il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci,Giorgio Gentili e Maurizio Cavallaro rispettivamente ex e attuale dirigente della Scuola Paoletti.  Presenti anche  il presidente dell'ANPAS Marche Massimo Mezzabotta e i curatori del volume, gli psicologi Maria Cristina Alessandrini, Maurilio Frontini e Federica Rubicondo.

A suggerire il titolo:  " Ci vorrebbe tanta colla" è stato il disegno di Mirko, un bambino della seconda media che ha disegnato l'oggetto magico che avrebbe dovuto dare forza e, in un certo senso, tranquillizzare che tutto si sarebbe potuto aggiustare. Mirko ha disegnato un tubetto di colla, immaginando che con essa si potessero incollare le case e il terremoto.

" Merito del libro- ha dettio Mastrovincenzo- è il dare voce alle emozioni dei bambini e a tutte le sensazioni provate a contatto con la dura realtà del post sisma. Altro merito quello di evidenziare anche l'aspetto del grande ruolo d'aiuto che hanno svolto gli psicologi dell'emergenza, accanto ai bambini,agli adulti, agli anziani e a coloro che hanno sofferto una grande catastrofe".

"Ma  da una cosa brutta- come  ha sottolineato il preside Cavallaro- se si ha coraggio e determinazione può nascerne una bella. "La prova è questo edificio nuovo ben progettato che prima non c'era. Mai perdere dunque la speranza; la natura- ha detto- ha sempre convissuto con l'uomo che sarà sempre capace di reagire con intelligenza".

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" Abbiamo fatto esprimere ai bambini le emozioni e i ricordi che hanno vissuto- ha dichiarato la coordinatrice del progetto Maria Cristina Alessandrini- Tra le emozioni più gettonate, la paura in primis , ma anche rabbia, disgusto, gioia, tristezza. All'inizio i bambini erano timidi e abbiamo dovuto lavorare un po' per incoraggiarli ad esprimersi. Alla fine, l'essere riusciti a sfogarsi, li ha fatti sentire sicuramente più leggeri.e, dal canto nostro, abbiamo provato soddisfazione per il risultato raggiunto".

Ringraziando Anpas e Ape Odv per aver rappresentato uno dei motori più forti della ripartenza della comunità, il sindaco Gentilucci ha definito contemporaneo il pezzo di storia raccontato nel libro, perchè  le scosse che ancora non danno tregua. " Grandi sacrifici quelli affrontati da una popolazione 'resiliente' e ancorata a questa terra. E orgogliosamente attaccati al territorio lo sono anche i bambini, come traspare dalle emozioni che hanno affidato alle parole e disegni riportati nel libro.  Eppure ce l'abbiamo fatta". Da ultimo, sia dal dirigente Cavallaro che dal sindaco Gentilucci è stato chiesto alle istituzioni regionali. almeno per qualche anno, di trascurare la problematica dei numeri e il conseguente dimensionamento scolastico, chiedendo attenzione e accorgimenti per l'organico, sulla scorta di una politica della rinascita su cui si è puntato. Da parte sua il presidente dell'assemblea legislativa ha assicurato che, per quanto di sua competenza, si farà portavoce delle istanze al tavolo istituzionale. " Farò presente al presidente Ceriscioli e all'assessore Bravi quelle che sono delle richieste assolutamente comprensibili, vista la drammaticità delle situazioni che Pieve Torina ha vissuto. Speriamo di riuscire a dare risposte adeguate ad un territorio che ha già abbondantemente sofferto e, non può soffrire oltre". 

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Non dimenticare mai. Fare tesoro dell’esperienza che una disgrazia, qual è un terremoto devastante, può insegnare. Trasmetterlo ad altri, affinché, a loro volta, con passione e determinazione, trovino il coraggio di affrontare delle scelte e reagire con forte spirito di unione. Un messaggio commovente e denso di significati quello racchiuso in “Venzone. Storia di un terremoto ad alta voce”, nell’ambito degli appuntamenti della biblioteca itinerante di Camerino. Condensata in un libro, la storia della ricostruzione della cittadina del Friuli, colpita da due drammatici sismi nel 1976; un esempio di ricostruzione riuscita quello della cittadina medievale di Venzone, monumento nazionale dal 1965, rifatta com’era e, per quel che è stato possibile, con le stesse pietre. Ospite di Camerino, l’autore della pubblicazione Aldo Di Bernardo, membro del consiglio di amministrazione dell’associazione ‘Amici di Venzone’ e appassionato relatore di una serie di incontri tenutisi nell’auditorium dell’ITG Antinori, con il coinvolgimento di studenti e cittadini. 6 maggio e 15 settembre le date dei due violenti terremoti che, nel 1976, rasero al suolo Venzone, portando distruzione in altri 136 comuni del Friuli Venezia Giulia, esempi di un modello di ricostruzione che ha funzionato e che ha avuto il suo principio cardine, nell’autodeterminazione della gente. Introducendo l’autore di "Venzone. La ricostruzione di un centro storico”, il dirigente dell’Antinori Giancarlo Marcelli, ha voluto ringraziare la docente del suo istituto, grazie alla quale si è potuto concretizzare l’appuntamento. La scorsa estate, grazie al progetto di gemellaggio “ Incroci di vite e di terre” che ha riunito i gruppi scout di Camerino e Gemona, i ragazzi della città ducale e i loro genitori, sono stati ospiti del comune di Gemona per un campo scout. Durante la loro permanenza in Friuli, le famiglie camerti hanno avuto l’occasione di conoscere diverse realtà del territorio, instaurando bellissimi rapporti di amicizia e scambio; oltre Gemona, una delle mète di particolare suggestione, è stata la visita della cittadina di Venzone, perfettamente ricostruita nel suo centro storico, seguendo l’antico impianto medievale. Affascinati dalla sensibilità e dal senso di appartenenza della comunità venzonese, i genitori dei ragazzi del gruppo scout camerte, hanno pensato che fosse utile per la loro città,  uno scambio di testimonianze con  chi si è trovato ad affrontare e risolvere efficacemente, i vari aspetti drammatici di una crisi dettata dagli eventi sismici.

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 “ La ricostruzione del Friuli è stata un esempio significativo di un’attività molto intelligente condotta in tempi rapidi e secondo modelli efficienti, in una zona oltretutto caratterizzata da alluvioni, frane e fenomeni naturali catastrofici, tanto che da quelle parti,ogni 15 anni bisogna ricostruire qualcosa". Così il preside Marcelli nel presentare al pubblico la testimonianza di Aldo Di Bernardo, le cui parole hanno offerto ai presenti l’esempio di come "quando c’è una volontà corale di farlo" le gravi problematiche derivanti da una catastrofe, possono trovare risoluzione. Il vero messaggio che si lancia dopo il terremoto del Friuli- ha aggiunto- è che tutte le componenti, debbono prendersi la responsabilità di decidere; avere un obiettivo comune e perseguirlo ogni volta. E questa è la particolarità di quanto avvenuto in Friuli; l’ avere avuto in primis un’ unione di intenti a tutti i livelli, ma deve essere la gente a volerlo, in maniera del tutto omogenea, abbandonando i campanilismi e ogni aspetto che possa arrecare disturbo al regolare andamento delle cose, come dovrebbero andare. Il libro che ho curato- ha spiegato  Di Bernardo- è edito dall’ Associazione Amici di Venzone che si è presa un ruolo importante per quello che riguarda la cultura della cittadina; il sodalizio infatti cura la catalogazione e la pubblicazione dei cd. Bollettini, cioè delle pubblicazioni tematiche che ogni anno vengono edite e che in questo caso parlano proprio di quello che è stato fatto nel centro storico di Venzone che, non dimentichiamolo, è Borgo monumento Nazionale già da prima del terremoto. Questo è stato uno dei tanti punti di forza, per decidere cosa fare di un centro storico raso al suolo e capire che si può parlare di restauro.

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La nostra,  è stata una ricostruzione che si è mossa in un periodo storico e in un contesto della politica, profondamente diverso da quello attuale. Il Commissario straordinario Zamberletti - ha ricordato- era un Commissario straordinario all’emergenza e non ha toccato minimamente discorsi correlati alla ricostruzione che è un fatto ordinario e non legato alla straordinarietà dell’emergenza. Una volta terminato dopo pochi mesi un mandato egregiamente svolto, Zamberletti ha lasciato lo spazio a chi doveva gestire la ricostruzione che, nel 1977, erano Regione e comune. E la gente si è presa la possibilità di decidere; non ha avuto paura di nessuno;  la nostra forza è stata quella di aver trovato l'ascolto giusto negli amministratori pubblici di tutti i livelli, dal sindaco, al parlamentare fino al Ministro di allora.. La mia opinione personale – ha sottolineato Di Bernardo- è che la classe politica di allora era rappresentata da persone che sapevano fare vera politica a favore della gente, cosa che oggi difficilmente troviamo a tutti i livelli. Per carità, ci sono dei casi buoni , troppo spesso tuttavia si creano discrasie e situazioni di conflitto che , nel caso del terremoto del Friuli, sono state invece tutte appianate. Quella volta, come nei film di Don Camillo e Peppone, i nostri politici facevano finta di baruffare, però quando si trattava di decidere e di fare le cose, non c'era verso di distruggere quella granitica unione che si era subìto creata  con il terremoto”.

C.C.

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Visita istituzionale del commissario straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli, alla città di San Severino. A riceverla, il sindaco Rosa Piermattei e la giunta comunale, poi l'incontro al teatro Feronia con gli studenti dell’Itts Divini, che è in attesa di essere ricostruito. La scuola è stata abbattuta ad aprile dello scorso anno e sono stati stanziati già 13milioni di euro per ricostruirla. L'iter realizzativo sarà seguito direttamente dall'ufficio del commissario straordinario. 

All’incontro hanno preso parte anche Benedetto Renzetti, responsabile dei progetti scuole della struttura  dell’ufficio commissariale, Giovanni Di Mambro, responsabile del settore operativo affari generali e interventi di ricostruzione dell’ufficio del commissario, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, il direttore dell’Ufficio speciale per la Ricostruzione Cesare Spuri, Paolo Margione dell’ufficio Tecnico della Provincia e la dirigente scolastica Rita Traversi.

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“La commissione di gara ha già aggiudicato i lavori - ha spiegato, rassicurando gli studenti il commissario De Micheli -. Adesso tutta la documentazione è in mano all’Autorità Nazionale Anticorruzione che ci ha garantito una rapidissima istruttoria. Successivamente procederò all’aggiudicazione definitiva. Poi convocheremo la conferenza dei servizi per avere il progetto esecutivo. Una volta avuto quest’ultimo, e il via libera della conferenza, potremo aprire finalmente il cantiere. Abbiamo ipotizzato circa due mesi, due mesi e mezzo”. 

Sull’incontro chiesto dal sindaco di San Severino Rosa Piermattei per conto degli studenti, il commissario ha sottolineato: “Sono molto contenta di essere venuta oggi perché vedere come gli studenti siano così profondamente coinvolti e interessati alla ricostruzione della loro scuola, nonostante le giuste paure e le giuste preoccupazioni, è veramente un segnale straordinario. Molto della ricostruzione di questa città gira attorno alla scuola. Sappiamo bene che ci sono stati ritardi, sono ritardi tutti motivati, ma dobbiamo garantire una ricostruzione sicura che scelga professionisti, progettualità e modalità ricostruttive giuste”. 

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Oltre al tema della ricostruzione del Divini, l’incontro è servito per parlare, nel corso di un breve summit istituzionale, anche della  ricostruzione più in generale: “Non si può non vedere come, oltre alla determinazione delle istituzioni, c’è soprattutto la determinazione di rimanere a vivere in questi territori da parte delle persone – ha osservato la De Micheli -. Dobbiamo accelerare le procedure, aiutare la ricostruzione materiale, spingere ancora di più sul tema delle opere pubbliche ma dobbiamo anche occuparci della ricostruzione del tessuto economico e produttivo. Se la gente se ne va via per qualche anno c’è il rischio che non torni più. Il processo è lento ma deve avere questa efficacia e questi obiettivi”.

Il dibattito si è soffermato più volte sui numeri: “Le domande sono ancora poche, il tema vale per tutto il cratere. Da quello che ho capito, non tutte le persone sono consapevoli del fatto che le procedure che abbiamo modificato garantiscono, per esempio, il diritto di non dover anticipare nulla – ha detto la De Micheli –. E’ ovvio che c’è un po’ di paura perché la terra ancora trema, ma stiamo ricostruendo in sicurezza ed è questo uno dei motivi della lentezza. E, infine, c’è la questione degli abusi. Appena ci sarà un Governo presenteremo una proposta di norma che è una sanatoria chirurgica sui micro abusi, perché stiamo rilevando un numero importante che ferma la presentazione delle domande”.

Alla fine, il sindaco Piermattei ha voluto accompagnare la De Micheli nel cantiere della scuola provvisoria di via D’Alessandro: “Sono stati due momenti molto positivi - ha commentato il primo cittadino - e sono contenta per come sia andata. Sono un sindaco del fare e mi sono subito mossa per organizzare l’incontro con il commissario che mi era stato chiesto dai ragazzi del Divini. Ho subito avuto risposta positiva e mi sono adoperata affinché l’assemblea fosse propositiva e costruttiva al massimo. Ho voluto che tutti capissero che si sta lavorando e che non stiamo fermi a guardarci negli occhi su questo come su altri argomenti. A San Severino – ha sottolineato ancora - abbiamo duemila persone fuori casa, ben 1.100 abitazioni da ricostruire. Il lavoro non manca di certo. Oggi questa giornata però l’ho voluta dedicare ai giovani. E’ a loro che noi vogliamo dare un futuro. Ridare loro una scuola moderna e funzionale mi sembra una premessa importante per ripartire bene”.

g.g. 

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A Porto Recanati,  a distanza di dieci giorni dall’arrivo dei 10 Carabinieri di rinforzo appartenenti alla Compagnia d’Intervento Operativo dell’8° Reggimento “Lazio” di Roma, si può tracciare già un primo bilancio positivo.

L’attività degli uomini della Compagnia di Intervento Operativo (C.I.O.), specializzata nello svolgimento di servizi di controllo straordinario del territorio per l’attuazione di pattugliamenti, rastrellamenti, posti di blocco e di controllo,con l’impiego di 5 Fiat 16 2000td 4x4 e la dotazione del sistema “O.d.i.n.o.” , ha permesso di procedere tra gli altri all'arresto di una personae alla denuncia di altre 10, nonchè,  al sequestro di circa 40 grammi di sostanze stupefacenti tra cocaina, eroina e marijuana, all’esecuzione di 60 perquisizioni tra personali e domiciliari. Complessivamente sono state controllate  343 persone e 121 veicoli, elevate 16 contravvenzioni al codice della strada  e 2 veicoli sono stati sottoposti a sequestro.

Il reparto, che rimarrà a Porto Recanati ancora per tutto il mese di aprile, verrà richiesto al Comando Generale anche per il mese di maggio.

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A Recanati, vicenda a lieto fine per una donna brasiliana  iscritta al corso di lingua e cultura italiana del “Campus l’Infinito”, che dopo essersi recata, a piedi, a fare la spesa presso un supermercato della  periferia, aveva perso l’orientamento. La donna,  anziché tornare sui propri passi si era allontanata ulteriormente, perdendo ogni punto di riferimento cosicchè,dopo alcune ore di cammino, si era ritrovata al buio in aperta campagna. Non sapendo più come tornare, la donna ha chiamato i Carabinieri della locale stazione ; i militari si sono subito attivati per rintracciarla, tentando telefonicamente di farsi indicare dei particolari che li aiutasse a raggiungerla, ma la donna, presa dal panico e dalla stanchezza, non riusciva ad essere precisa.

A quel punto, visto che le ricerche continuavano ad essere negative, considerato che la donna aveva fornito un numero di cellulare brasiliano, utilizzando l’applicazione Watsapp del telefono di uno dei Carabinieri, è stata  effettuata una video chiamata che ha consentito di fare una panoramica sui luoghi circostanti alla posizione della donna. Luoghi che sono stati immediatamente riconosciuti  dai soccorritori, tanto da raggiungerla in breve. 

La donna, seppur stremata, era in buoni condizioni di salute e riaccompagnata presso la sua abitazione ha espresso  il suo ringraziamento ai militari per l’aiuto fornitole. Nel salutarla i militari, augurando una buona permanenza nel comune di Recanati hanno auspicato che, un giorno, questa sua esperienza possa essere ricordata come un simpatico aneddoto della vacanza/studio nella citta Leopardiana.

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