Notizie di cronaca nelle Marche
Martedì, 04 Settembre 2018 14:12

Cas sisma. Denunciate cinquanta persone

Cas percepiti indebitamente. Cinquanta le persone denunciate in provincia.

E’ il risultato dell’operazione investigativa portata avanti dai carabinieri di Macerata, Tolentino e Camerino con il coordinamento dell’Autorità Giudiziaria di Macerata che hanno eseguito accertamenti sulle pratiche ritenute sospette, basate essenzialmente su autocertificazioni e perizie di inagibilità di consulenti di parte. 

Grazie ad una numerosa serie di riscontri, basati su servizi di osservazione, rilevazione dei consumi elettrici ed idrici, dei dati INPS sulle attività lavorative, dei dati ANIA sulle assicurazioni stipulate sui veicoli, di quelli reperiti presso le ASUR relativi al rilascio di certificati dei medici di famiglia o per prestazioni specialistiche, nonché del traffico telefonico, si è accertato che per molti soggetti le abitazioni danneggiate non potevano essere considerate, come recita la normativa, “principali, abituali e continuative”, in quanto utilizzate solo per le vacanze estive o per brevi periodi, oppure, in altri casi, le abitazioni dichiarate danneggiate continuavano ad essere abitate. 

Le indagini hanno consentito di individuare, nell’ambito dei Comuni di Tolentino, Urbisaglia, Colmurano, Cingoli e Pieve Torina, 50 persone che avevano riscosso in maniera illegittima somme di denaro per un ammontare complessivo di circa 300.000 euro.

Tutte sono sono state deferite in stato di libertà per falsità ideologica commessa da privato e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. 

Contestualmente sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 17mila euro, nonché ottenute l’interruzione dell’erogazione dei CAS illegittimi e la restituzione di 23.100 euro, con l’emanazione di decreti di sequestro preventivo per valore equivalente delle somme illecitamente percepite. 

Giulia Sancricca

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Grave incidente sul lavoro questa mattina a Tolentino nell’azienda Spl. 

A rimanere coinvolto un trentenne pakistano che, durante il lavoro, è stato colpito da un braccio meccanico al bacino.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 che hanno richiesto l’intervento dell’eliambulanza e i carabinieri di Tolentino.

Da accertare le conseguenze per il giovane lavoratore che non sarebbe comunque in pericolo di vita.

Giulia Sancricca

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Martedì, 04 Settembre 2018 12:43

San Ginesio, 80enne si toglie la vita

Dramma questa mattina a San Ginesio dove un 80enne del posto si è tolto la vita.

L’anziano si era svegliato presto, come ogni mattina, per recarsi nel capannone agricolo di sua proprietà. Quando la moglie non lo ha visto rientrare si è preoccupata e, insieme ad una amica, è andata a cercarlo.

L’uomo si è tolto la vita impiccandosi. Sul posto i sanitari del 118 e i carabinieri di Tolentino.

L’anziano aveva cambiato casa in seguito al terremoto e da qualche tempo soffriva di crisi depressive.

Giulia Sancricca 

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Martedì, 04 Settembre 2018 09:42

A fuoco un escavatore a Taccoli

 A fuoco un escavatore a Taccoli di San Severino. È successo questa mattina intorno alle 5:40,  il mezzo si trovava in un cantiere adiacente alla strada provinciale 361. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco  di Macerata e Tolentino Con due autopompe. L’intervento dei pompieri e valso allo spegnimento del rogo e alla messa in sicurezza del sito. Le cause del dell’incendio sono in corso di accertamento.
g.g.

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Insegnava ed esercitava l'attività di ingegnere da oltre 35 anni, senza aver conseguito la laurea in ingegneria civile, sulla base di un copia autenticata falsa da cui risultava dottore con votazione 110/110 all'Università Politecnica delle Marche;  dopo il terremoto che ha sconvolto il Centro Italia nel 2016 aveva anche  firmato atti per l'agibilità sismica di fabbricati, progetti e collaudi statici nei Comuni di Vallo di Nera, Macerata, Cerreto d'Esi e Ascoli Piceno. Lo hanno scoperto i carabinieri di Camerano, coordinati dalla Procura di Ancona, dopo indagini e acquisizioni di documenti nelle scuole dove l'uomo - 68 anni, originario di Poggio San Vicino e attualmente in pensione - aveva insegnato  a Jesi ,all'agrario di Fabriano e presso le università a cui era stato iscritto (Univpm e Unicam), senza ottenere alcun diploma di laurea. Al 68enne, la cui situazione è stata segnalata all'Ordine degli ingegneri di Macerata e alla Corte dei Conti, è stato recapitato l'avviso di chiusura delle indagini per l'accusa di esercizio abusivo di professione.

Fonte Ansa

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L’agenzia PAI di San Benedetto del patron Mimmo del Moro ha scelto L’azienda CONTRAM  spa di Camerino per accompagnare le miss finaliste delle regioni Marche e Abruzzo alle pre-finali di Jesolo. L'azienda ha messo a disposizione un bus aereografato che riporta sulle fiancate le immagini del territorio dell’alto maceratese che proprio nella gionrata di oggi trasferirà le 18 finaliste dalle Marche a Jesolo.

Sicuramente una bella opportunità per promuovere un meraviglioso territorio in una vetrina importante come la ribalta nazionale del concorso di Miss Italia.

miss italia

miss italia 2

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“Siamo stupefatti dall’atteggiamento del Ministro per l’Ambiente. Facciamo appello al Governo perché siano coerenti e non impugnino la nostra legge. Ci batteremo in ogni sede”. 

La pensano così l’assessore regionale all’Ambiente Angelo Sciapichetti e il consigliere regionale Sandro Bisonni che stamattina hanno incontrato la stampa al Cosmari di Tolentino. L’occasione è valsa per ribadire la volontà di difendere e valorizzare la politica regionale nella gestione dei rifiuti, che rifiuta qualsiasi ipotesi di nuovi inceneritori nelle territorio. È stata scelta proprio la sede del Cosmari perché li era ubicato l’ex impianto di combustione ormai in disuso.

“Oggi siamo simbolicamente qui - ha detto Sciapichetti - dove da tempo un inceneritore ha smesso felicemente di fumare, per dire a gran voce che non vogliamo inceneritori nelle Marche. Il Ministero dell’Ambiente intende proporre in consiglio dei ministri l’impugnativa della legge 22 del 2018 approvata all’unanimità dal consiglio regionale lo scorso giugno, che esclude la combustione dei rifiuti ad eccezione del biometano”. Secondo il Ministero la legge evidenzierebbe profili di incostituzionalità ma l’assessore ha fatto sapere che la Regione non ha nessuna intenzione di modificarla perché “quella legge si inserisce in un percorso chiaro, che portiamo avanti da anni. Abbiamo infatti da tempo impugnato al Tar Lazio il decreto del 2016 che prevedeva la realizzazione di un inceneritore nelle Marche. I nostri atti di programmazione - ha sottolineato - non prevedono termovalorizzatori perché nocivi e perché non ne abbiamo bisogno. Con i numeri presenti nelle Marche, qualsiasi impianto non sarebbe economico. La nostra Regione con il 65,56% di raccolta differenziata è tra le più virtuose in Italia. Vogliamo aumentare la differenziate, promuoviamo il riuso dei prodotti tramite appositi centri del riuso tra i primi nel Paese. Abbiamo inoltre approvato norme per la tariffazione puntuale in modo che meno se ne producono meno tasse si pagano”.

Per questo è stato ribadito un no deciso a qualsiasi ipotesi di nuovi inceneritori nelle Marche ed è stata rivendicata la prerogativa nella gestione dei rifiuti nel territorio marchigiano. 

“Sarebbe singolare - ha concluso Sciapichetti - che un governo composto da forze che si dicono contrarie agli inceneritori e a favore delle autonomie locali e dell’autodeterminazione, impugnasse la nostra legge”.

Da parte sua, il consigliere Bisonni, primo firmatario della legge regionale, ha sottolineato nuovamente la posizione della Regione in materia di rifiuti sostenendo che “bruciarli è una pratica inquinante oltre che assurda sotto molteplici punti di vista. Le Marche hanno voltato pagina, si sono candidate ad essere la terra delle armonie e della sostenibilità ambientale. La costituzione non obbliga il governo ad impugnare una legge regionale così come sottolineato anche dai costituzionalisti di riferimento del Movimento 5 Stelle. Dire pertanto che la nostra legge è incostituzionale perché la materia ambientale è di competenza dello Stato, da un lato non tiene conto della giurisprudenza della corte costituzionale - conclude - che sin dal 2002 afferma la possibilità da parte delle regioni di migliorare gli standard di tutela, dall’altro rivela l’ipocrisia del governo”.

g.g.

 

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Chiusa dopo due anni la vertenza sindacale sul licenziamento collettivo.  Tutelati 47 dipendenti su 71, per ciascuno verranno riconosciute 15 mensilità. Nel frattempo, il 90% ha già trovato un nuovo lavoro, gli altri hanno maturato i requisiti pensionistici o sono vicini al loro raggiungimento.

Ai lavoratori inoltre, resta la possibilità di agire qualora incorrano in malattie professionali riconducibili all’attività cementiera.

A lavorare per raggiungere l’accordo i sindacati di Fillea Cgil e Filca Cisl col supporto degli avvocati Pettinari e Pantaleoni.

“Un piccolo successo per i lavoratori - dice il sindacalista Massimo De Luca - raggiunto lo scorso luglio. Adesso manca da chiudere una parte del periodo di cassa integrazione e se ci fosse qualcuno, nel tempo, che risconterà malattie professionali, potrà riservarsi di agire. Abbiamo lavorato tantissimo, con dedizione, i tanti viaggi a Roma al Ministero del Lavoro hanno portato a questo risultato. Si tratta solo di un primo risultato importantissimo ma a nostro parere, per quel sito produttivo, c’è ancora tanto da fare”.

D’altra parte però, rimane preoccupazione per il destino dell’impianto di Gagliole che oggi versa in stato di abbandono. I sindacati richiedono alla Regione una conferenza dei servizi per capire lo stato dell’arte in termini ambientali e produttivi: “Chiediamo un’immediata convocazione con tutte le istituzioni coinvolte e le parti sociali - annuncia Jacopo Lasca - per discutere di una possibile nuova destinazione. È stata una vertenza importante e impegnativa che ha dato giustizia ad un licenziamento collettivo di un sito produttivo importante per le comunità delle città limitrofe. Ora non possiamo più rinviare l’inizio di una discussione sulla riqualificazione dell’area, anche alla luce del Patto per la Ricostruzione e lo Sviluppo”. Per la Regione Marche, a tal proposito, sono previsti finanziamenti per 9 miliardi di euro tra risorse stanziate dal governo e quant’altro. 

A concludere la serie di interventi, l’ex dipendente Sauro Bravi secondo cui l’ottenimento di 20mila euro lordi per ciascun dipendente è un passo estremamente importante: “La proprietà inizialmente offriva solo 3mila euro dunque possiamo ritenerlo un accordo soddisfacente che non ci ridà indietro il posto di lavoro per cui abbiamo tanto lottato ma sicuramente questo indennizzo dà un po’ di sollievo economico alle famiglie”.

g.g.

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Il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, ha ricevuto dall’impresa che ha eseguito i lavori le chiavi della nuova scuola provvisoria di via Lorenzo D’Alessandro, nel rione Di Contro. E' stata realizzata grazie a un cofinanziamento del Miur e del Comune, cui si sono aggiunte anche molte donazioni giunte spontaneamente da tanti privati. L’edificio, per dimensioni il primo di tutta l’area del “cratere” costruito in adempimento a quanto previsto dalle Ordinanze del Capo del Dipartimento di Protezione Civile per far fronte alla emergenza sisma, sarà ufficialmente inaugurato giovedì 13 settembre alle ore 12:30. Inizialmente la data del taglio fissata era quella del 12 ma per motivi istituzionali è stata infatti posticipata di un giorno. 

“La nuova scuola, composta da 14 classi, un’aula multimediale, spazi per segreteria e professori, un refettorio e alcuni locali di servizio - spiega il sindaco - risolverà la carenza di aule venutasi a creare a causa delle scosse di terremoto. Essa vuole essere un simbolo di reazione attiva alla situazione di calamità che si è verificata anche nel territorio del nostro Comune. Siamo molto contenti che anche questo importantissimo cantiere sia stato portato a termine. Mancano solo i collaudi e alcune piccole rifiniture e poi potremo inaugurare la nuova struttura rispettando la promessa di apertura per il nuovo anno scolastico”. 

Le opere sono state eseguite dall’associazione temporanea di imprese Mastrosimone Costruzioni Srl, con sede a Montalto Uffugo, e Algieri Pasquale, con sede a Rose, in provincia di Cosenza, per un importo che sfiora la cifra di 1 milione e 200mila euro.
g.g.

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Colti in flagranza di reato due senegalesi che vendevano sostanze stupefacenti a minorenni. Questo è il risultato dell'operazione condotta ieri pomeriggio dai Carabinieri della Compagnia di Tolentino, guidati dal tenente Antonio Masciarelli. In seguito all'osservazione e al pedinamento nelle aree più a rischio della città, hanno colto sul fatto due senegalesi, M.I di 19 anni e D.A. di 23 anni.

I militari infatti hanno individuato, nel corso di giorni di appostamenti, i punti strategici da cui osservare l’area del parco “Isola d’Istria”, luogo di ritrovo frequentato soprattutto nelle ore pomeridiane da studenti nella gran parte dei casi di circa 18 anni, ed oggetto nelle ultime settimane di frequenti segnalazioni inerenti possibili episodi di devianza giovanile. E’ qui che è avvenuto lo “scambio” tra un gruppo di sei ragazzi tolentinati tra i 13 ed i 17 anni e due maggiorenni senegalesi, che in cambio di 25 Euro hanno venduto ad uno dei minori due dosi di hashish per un peso complessivo di 2 grammi. L’intervento dei Carabinieri è stato immediato, e per i due spacciatori, entrambi domiciliati a Tolentino, sono scattate le manette così come la perquisizione nelle rispettive abitazioni. Al loro interno sono stati rinvenuti ulteriori 150 grammi della stessa sostanza ceduta poco prima, nonché materiale vario per il confezionamento, un bilancino di precisione e denaro contante in banconote da piccolo taglio non riconducibile ad attività lavorativa svolta dai due.

I due pusher, su disposizione dell’Autorità giudiziaria di Macerata, sono finiti agli arresti domiciliari in attesa di convalida della misura. I sei minori sono stati accompagnati presso gli uffici della Caserma di Tolentino, all’interno della quale sono stati sentiti in merito a quanto accaduto in presenza dei rispettivi genitori, opportunamente convocati e ad i quali i ragazzi sono stati poi riaffidati al termine delle operazioni. Dopo aver ammesso che lo stupefacente acquistato sarebbe stato fumato in gruppo, nei confronti dei sei, i militari, alla presenza dei genitori, hanno svolto un’azione moralizzatrice volta a far comprendere i rischi di natura penale e soprattutto fisica a cui vengono esposte le loro giovani vite con l’assunzione di tali sostanze. Rimane altissima l’attenzione dei Carabinieri, ed importanti risultano in tale settore i protocolli d’intesa stipulati tra l’Arma e il Ministero della Pubblica Istruzione, finalizzati a prevenire quanto più possibile, a partire dalle scuole, un fenomeno che purtroppo sempre più frequentemente vede coinvolti minori di un’età che va via via abbassandosi. 
g.g.

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