Notizie di cronaca nelle Marche
“Il Piano di separazione volontaria è un modo per eludere la legge dello Stato che prevede blocco dei licenziamenti. Questa scelta costituisce una gestione unilaterale dell'azienda non condivisa con i sindacati. Chiediamo al Governo di confermare anche per Whirlpool il blocco dei licenziamenti”. Con queste parole Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile elettrodomestico, ha invitato il Governo a porre anche l’attenzione sulla proposta indirizzata a quadri, manager e dipendenti delle sedi impiegatizie anche di Fabriano da parte della multinazionale americana. Piano di separazione volontaria con incentivi pari a 130mila euro se si decide di aderire entro oggi, 31 luglio, altrimenti si scende a 120mila euro di incentivi se si decide di aderire entro metà agosto. Separazione volontaria che viene proposta anche ai dirigenti con varie mensilità riconosciute a seconda degli anni di presenza all’interno del Gruppo.

È stato questo l’unico accenno alle problematiche marchigiane nell’ambito della vertenza Whirlpool e che questa mattina, 31 luglio, ha fatto registrare un nuovo summit, in videoconferenza. Collegati i vertici della multinazionale rappresentati dall’Amministratore Delegato Luigi La Morgia, il ministro allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli, i segretari nazionali di Fim-Fiom-Uilm, oltre ai vertici regionali e territoriali delle stesse sigle sindacali. Si è trattato di un incontro durato circa 4 ore e che, nella maggior parte del tempo, ha riguardato le sorti dello stabilimento di Napoli.

Sito che la Whirlpool ha confermato di voler chiudere entro il 31 ottobre prossimo perché non più sostenibile dal punto di vista economico. La novità su questo argomento è rappresentata dalle ricerche effettuate da Invitalia e che avrebbero portato altri soggetti potenzialmente interessati a rilevare lo stabilimento, riassumendo personale in modo parziale.

Come detto, per quel che riguarda le Marche, i sindacati di categoria hanno invitato la Whirlpool a fare marcia indietro rispetto al piano di separazione volontaria considerandoli, di fatto, dei licenziamenti mascherati e, poiché attualmente esiste per Legge il blocco dei licenziamenti a causa della crisi economica originata dalla pandemia da Coronavirus, sarebbe un modo per aggirarlo. Non solo il blocco dei licenziamenti, ma anche gli accordi sottoscritti fra sindacati e azienda nell’ottobre del 2018.

A preoccupare le parti sociali, infine, anche un’altra questione che si lega a Fabriano: la riorganizzazione globale del G.P.O. (Global Product Organization), l’ente globale di sviluppo e ricerca che è sempre stato considerato strategico e sul territorio di Fabriano interessa alcuni enti dello stabilimento di Melano e gli uffici di via Lamberto Corsi e di via Campo Sportivo, complessivamente un centinaio di dipendenti.

Al momento, non è stata fissata una data per un prossimo incontro, anche perché i sindacati hanno chiesto che la vertenza torni all'attenzione del Premier Giuseppe Conte. “È quella la sede all'altezza di una discussione che non riguarda solo il mantenimento dello stabilimento di Napoli, ma la tenuta di tutti i siti del gruppo Whirlpool, che non può che passare per il rispetto del piano”, hanno concluso le parti sociali.

f.u.

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Il Consiglio Regionale delle Marche, nell'ultima seduta della legislatura, ha approvato all'unanimità la proposta di legge presentata dal capogruppo Popolari Marche- UdC, Luca Marconi per sostenere le attività commerciali e i servizi minimi indispensabili nei comuni facenti parte delle Unioni Montane del territorio marchigiano, al fine di contrastare lo spopolamento dei paesini e frazioni.

“Sono contento di questo voto unanime che testimonia la validità della proposta - commenta Marconi - È necessario, specie dopo questo particolare momento, sostenere il commercio interno di queste zone, sia tutelando i negozi già presenti sia incentivando l’apertura di nuovi esercizi. Il commercio di vicinato rappresenta, infatti, un vantaggio non solo per i commercianti locali, ma anche per i residenti, che non si trovano costretti a dover percorrere lunghe distanze per avere accesso ai prodotti necessari nella quotidianità. La nostra è una regione prevalentemente rurale caratterizzata dall’assenza di grandi agglomerati urbani con una bassa densità abitativa e sempre più assistiamo, purtroppo, a processi di emarginazione economica e sociale nelle zone montane e nei territori interni, anche perché nel tempo si è registrata la chiusura di numerosi servizi, come sportelli bancari e postali, e la riduzione di altri, specie nel settore sanità e pubblica istruzione, che hanno reso ancor più difficile la vita in questi luoghi”.

La proposta di legge presentata ha una disponibilità economica per l’anno in corso di 200 mila euro che servirà per concedere contributi alle Unioni Montane per garantire la presenza sul territorio comunale di bancomat polifunzionali attraverso gli uffici postali o le tabaccherie o anche con spazi appositi messi a disposizione dal  pubblico. Inoltre sarà possibile per le Unioni Montane avere finanziamenti per stipulare convenzioni per l’erogazione di servizi non esistenti o non sufficienti nell’area individuata, ridurre gli oneri di urbanizzazione per la destinazione d’uso commerciale, concedere a titolo gratuito e per un periodo convenuto, l’uso di immobili in disponibilità ad aziende commerciali che ne facciano richiesta, stabilendo le modalità per l’uso, la gestione, la manutenzione e la restituzione o, infine, applicare l’esenzione dai tributi di propria competenza.

“Nelle zone interne montane più svantaggiate, la permanenza di attività indispensabili come i negozi alimentari, l'ufficio postale, il dispensario farmaceutico è possibile solo, sottolinea infine Marconi, se sostenuta dall'intervento pubblico. Senza adeguati contributi e agevolazioni la progressiva scomparsa dei pubblici esercizi e di tutte le attività commerciali nelle zone più povere, lontane dalle mete turistiche, diventa inevitabile. Quando chiudono negozi, sportelli e servizi, i residenti rimasti rischiano di andarsene o sono costretti ad aumentare il loro pendolarismo verso il fondovalle”.

f.u.
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“Se non dovessero istituire la quarta classe, ci rivolgeremo al Tar Marche”, dichiarano dall'Associazione di volontariato La Scuola Siamo Noi costituita da genitori di studenti frequentanti l'Istituto comprensivo Marco Polo di Fabriano, attiva nel territorio dal 2013 e fautrice di supporto alle attività scolastiche.

Sono 75 le iscrizioni alla Media, ma solo tre classi autorizzate dal Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regione Marche Marco Ugo Filisetti, nonostante la dirigente scolastica, Aurelia Brita, ne avesse fatto partire la richiesta per 4. “Così facendo avremo 25 alunni suddivisi in tre sezioni, a nostro giudizio delle vere e proprie classi pollaio non tenendo in conto i bisogni di apprendimento degli alunni, le situazioni di disabilità e la peculiare situazione del territorio del Comune di Fabriano. Le tre classi autorizzatenon permetteranno una didattica sicura anche a seguito delle precauzioni Covid-19 che saranno approntate. Non si tiene conto, dei bambini diversamente abili e delle loro esigenze, difficili da seguire in classi così composte e ciò in aperta violazione dell'art. 5 del DPR 81/2009”, visto che sono due i bambini, suddivisi in altrettante classi, che avranno bisogno di un insegnamento di sostegno.

I genitori sono pronti a rivolgersi al Tar Marche. “Ci faremo portavoce, nelle sedi opportune e con i supporti giuridici necessari, affinché tale scelta scellerata venga riconsiderata, avendo allo scopo già incaricato uno studio legale affinché predisponga gli atti necessari per l'impugnazione del provvedimento dell'Ufficio Scolastico Regionale. Verranno esaminate tutte le possibilità legislative possibili. Facciamo appello a tutte le famiglie interessate e a coloro che hanno a cuore l'istituzione scolastica, il nostro territorio così già tanto martoriato e il diritto degli studenti con disabilità di essere prossimi anche con raccolta fondi a supporto spese che l'Associazione dovrà sostenere per il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale i cui termini sono stringenti. Auspichiamo che l'Ufficio Regionale e il Ministero per l'Istruzione sapranno riconsiderare le determinazioni assunte”, concludono.

Anche il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, si è attivato inviando una nota Direttore Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale Marche Marco Ugo Filisetti. “L’indicazione della possibilità di attivazione di sole 3 prime classi significa dover mettere insieme 30 studenti in due classi oppure rinunciare al tempo pieno mettendo in difficoltà non solo la Dirigente, ma soprattutto le famiglie che hanno optato per una scelta consci degli impegni e delle esigenze dell’organizzazione familiare”. Ben 16 famiglie, infatti, avevano optato per la possibilità del tempo prolungato con fine delle lezioni il venerdì alle 14. Possibilità, ora, a rischio.

“In un momento così delicato ragionare solo sui freddi numeri e tenendo in considerazione solo i costi è assolutamente sbagliato. La Regione deve collaborare con i Dirigenti e i comuni che stanno lavorando con grosse difficoltà per garantire la massima sicurezza nelle scuole in vista della riapertura di settembre. Deve soprattutto comprendere – conclude Santarelli - le esigenze delle famiglie che scelgono il tempo prolungato per necessità”.

GS



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È stata presentata questa mattina, in una conferenza stampa a Caldarola, l’edizione 2020 di TeatrOpera Festival.
“Alle radici dell’anima” il titolo di un calendario che quest’anno conta 8 serate che unisce altrettanti Comuni delle due vallate Maceratesi e che ha l’obiettivo di permettere ad ogni spettatore, in questo momento storico, di compiere un percorso che lo porti a ritrovare se stesso, a riconnettersi con la Natura che gli è Madre, a ricucire quei fili invisibili dell’anima.
Ancora una volta sono l’arte e la bellezza a risollevare i territori feriti dal sisma e fiaccati dal Covid. È per questo che, con tutte le norme da rispettare, non si è voluto rinunciare ad un appuntamento che è diventato caratteristico delle estati Maceratesi.

Le prime cinque serate saranno in programma ad agosto, con al serata inaugurale il 14, e porteranno nelle piazze di Sant’Angelo in Pontano, Cessapalombo, Camporotondo, Penna San Giovanni e Caldarola, il “Salotto lirico sotto le stelle”; mentre i tre appuntamenti di settembre saranno ospitati nelle chiese di Monte San martino, Serrapetrona e Belforte del Chienti (Ente capofila del progetto) con “Suor Angelica era mia madre”. 

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Sindaci e assessori dei comuni che ospiteranno le serate, con il presidente dell'Unione Montana Giampiero Feliciotti e l'assessore regionale Angelo Sciapichetti

Voce di tutti i Comuni che ospitano l’edizione 2020 del Festival è stato il consigliere con delega al Turismo e alla Cultura del Comune di Caldarola, Giovanni Ciarlantini: “Un evento che ci vede tutti riuniti - ha detto - per dare un segnale di ripartenza dal punto di vista culturale ed un bel messaggio al territorio e a chi ama lo spettacolo. Siamo convinti che abbiamo iniziato un percorso ottimale che ci possa vedere uniti nei futuri anni, in condizioni sempre migliori e con la speranza di essere supportati dalle autorità centrali, perché da soli siamo piccoli e possiamo ben poco”.

Ad illustrare lo spirito del Festival la direttrice artistica, Serenella Pasqualini insieme alla collaboratrice artistica Luisa Sanità: “Per noi solo collaborare con questi 8 Comuni è già bellissimo. Lo vediamo come un inizio di qualcosa che dovrebbe continuare, con l’obiettivo di avere una struttura che possa essere sempre più presente nel territorio. Anche in questo momento di fermo mi sembra una cosa meravigliosa poter dare il via al nostro Festival.

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Cinque comuni ospiteranno nelle piazze il “Salotto lirico sotto le stelle” con cinque professionisti di fama internazionale e il coinvolgimento di un coro. Sarà la musica la vera protagonista perché ci sono delle restrizioni per il contesto che di solito si era abituati a vedere. 
Poi le tre serate dedicate a “Suor Angelica era mia madre” una rilettura che ci permette di inserire il teatro all’interno dell’opera e renderla fruibile anche ai meno appassionati. Viste le restrizioni le tre serate dello spettacolo si articoleranno in due turni con due cast diversi: uno alle 18 e l’altro alle 21.15”

A dimostrare la ferma volontà di ricominciare con un Festival di successo il presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti: “Siamo sulla strada giusta affinché la musica sia protagonista in un territorio eccellente come il nostro. Come Unione Montana saremo al fianco dell’iniziativa e ci auguriamo che da questa esperienza si consolidi l’opportunità di programmare appuntamenti futuri. Questa è la strada giusta per far sì che le amministrazioni impieghino le giuste forze per la promozione del territorio, sempre con un occhio di riguardo alle eccellenze enogastronomiche presenti anche oggi con Valentino Lampa rappresentante del marchio Coroncinus”.

Ha ribadito l’importanza della sinergia l’assessore regionale Angelo Sciapichetti: “Lo scorso anno ho potuto toccare con mano la validità dell’organizzazione e del Festival.

I sindaci hanno dato dimostrazione di saper fare squadra. Soprattutto per la fase che stiamo attraversando, relativa alla ricostruzione, se non riconosciamo la capacità di fare squadra aldilà delle passioni e del credo politico, non potremo mai ripartire. È una storia che dobbiamo portare avanti insieme, da soli non si esce da questa situazione.
Da maceratese credo che un format come questo sia propedeutico all’attività dello Sferisterio perché in questo modo viene trasmessa la cultura del bel canto”.

GS






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Sequestro di un appartamento adibito a studio professionale, nonchè di macchinari e medicinali, e denuncia a piede libero per esercizio abusivo della professione. Questo il risultato di un'operazione della Guardia di Finanza di Civitanova Marche nei confronti di un fisioterapista che esercitava la professione senza essere iscritto all’Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

I militari della Compagnia civitanovese, coordinati dagli uffici della Procura della Repubblica di Macerata, hanno così dato esecuzione ad un decreto di perquisizione presso uno studio professionale risultato esercitare, a Civitanova Marche, attività di massofisioterapia e di fisioterapia.

Le indagini hanno permesso di accertare l’esercizio abusivo della professione di fisioterapista e di massofisioterapista da parte di un cittadino di nazionalità italiana in possesso solo del diploma scolastico della scuola secondaria di 2° grado, sprovvisto dei titoli abilitativi previsti dalla normativa di settore, e non iscritto all’Ordine Professionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Le ricerche condotte dalle Fiamme Gialle presso lo studio, con la collaborazione di personale tecnico dell’Associazione Italiana Massofisioterapisti, hanno portato al rinvenimento e al conseguente sequestro di numerosi attrezzi elettromedicali e medicinali, adoperati abusivamente dall’indagato.

Il sequestro ha riguardato anche l’intero appartamento “riadattato” a studio professionale dal responsabile, che è stato denunciato per il reato di abusivo esercizio di professione. L'uomo rischia la reclusione fino a 3 anni, la multa fino a 50.000 Euro, nonché in caso di condanna, la confisca dei beni strumentali alla commissione del reato.

f.u.
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Finanziato il progetto per la realizzazione della ciclovia che vede come ente capofila l'Unione Montana del Potenza-Esino-Musone.
Ad annunciarlo è il presidente Matteo Cicconi: "Si tratta di un intervento di 5 milioni di euro: un finanziamento importante che ci permette di avviare il progetto per la mobilità sostenibile. Siamo alla pubblicazione della gara per l'individuazione del progettista. Dopo che sarà fatta la progettazione del percorso e delle ciclostazioni seguirà la fase operativa che individuerà la ditta per i lavori.
I Comuni finanziati - precisa - sono quelli che rientrano nelle aree urbane e si trovano all'interno del cratere sismico perchè sono fondi aggiuntivi concessi dall'Europa per la mobilità sostenibile dei Comuni colpiti dal sisma". 

Si tratta di Camerino, Castelraimondo, Cerreto D'Esi, Corridonia, Esanatgolia, Fabriano, Macerata, Matelica, Petriolo, Pollenza, San Severino, Sarnano, Tolentino Treia e Urbisaglia.

"Ringrazio tutti i Comuni - conclude Cicconi - per la fiducia che hanno dato all'Unione come ente capofila. Credo che sia un passaggio importante sotto tanti profili, cominciando dallo sviluppo sostenibile al settore turistico ed economico. Sarà una ulteriore misura che guarderà a questa finalità. Essenso un intervento dispendioso ci auguriamo che dia il giusto impatto su tutto il territorio".

GS

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Una visita gradita quella del poeta paesologo Franco Arminio che mercoledì scorso ha visitato la mostra "Terra Viva" a Villa di Montalto.
L'esposizione, inaugurata lo scorso anno nella frazione di Cessapalombo grazie all'idea di Stefano Ciocchetti e Matteo Vergari, continua ad avere successo e ha letteralmente affascinato il poeta che non si è tirato indietro nel dare suggerimenti ed opinioni per completare il progetto dei due giovani.
Quello della mostra, infatti, è stato solo un primo passo verso quella che presto diventerà una associazione con lo stesso nome dell'esposizione.
"Una sorpresa inaspettata - dice Stefano Ciocchetti sulla visita di Arminio - . Il poeta aveva già espresso la sua volontà di vedere la mostra e si è presentata l'occasione con la sua presenza a Sarnano così il giorno dopo ha visitato Montalto. L'esposizione gli è piaciuta molto e ci ha fornito diversi spunti per le evoluzioni future. Colpito dal paese e dal fatto che l'avessimo fatta noi giovani del posto.

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La sua attenzione - spiega Ciocchetti - è stata sempre rivolta ai paesi dell'Appennino che stanno scomparendo sia per lo spopolamento che per il sisma. Luoghi che sono la patria di tradizioni e storie importanti e hanno quindi bisogno di un nuovo umanesimo, di un ritorno alla vita semplice e alla montagna, a quella che un tempo era la vita dei nostri nonni".
Dopo questa soddisfazione Ciocchetti e Vergari sono quindi pronti a rimboccarsi le maniche e a lavorare per l'associazione e per nuovi progetti: "Le idee sono molte - conclude - poi continueremo a lavorare per il territorio e con le persone che credono in questi obiettivi e vogliono aiutarci".

GS

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Stefano Ciocchetti, Franco Arminio, Barbara Olmai, il sindaco Giuseppina Feliciotti, Matteo Vergari

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Il capogruppo in Consiglio regionale dell'Udc Popolari Marche Luca Marconi, insieme ad altri consiglieri, ha presentato una mozione riguardante le proposte di legge depositate presso la Camera dei Deputati sulla violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere.

“Attualmente – dice Marconi – nel nostro ordinamento giuridico sono già presenti norme volte a tutelare la dignità e il decoro delle persone e la loro integrità fisica e psicologica. Ogni individuo è meritevole di rispetto a prescindere da etnia, credo religioso e orientamento sessuale, ma allo stesso modo va tutelata la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero; l’applicazione di queste norme porterebbe a condannare semplici manifestazioni di adesione e sostegno alla vita di coppia e al sacramento del matrimonio centrati sul binomio uomo-donna, divenendo di fatto non uno strumento di tutela, bensì di repressione del dissenso ed introducendo nel nostro ordinamento un vero e proprio reato di opinione basato sulla vaghezza del concetto di discriminazione.”

La mozione impegna la Giunta regionale a manifestare il proprio dissenso all’approvazione della proposta di legge presso il Parlamento della Repubblica Italiana e presso la Presidenza della II Commissione della Camera dei deputati.

“Questa legge – conclude Marconi – mina la libertà di esprimere liberamente il proprio pensiero, che è garantita dall’ art.21 della Costituzione italiana. Di fatto la possiamo definire come incostituzionale.”
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Una folta delegazione maceratese, composta da Carlo Resparambia di Confindustria, Giorgio Menichelli di Confartigianato, Luciano Ramadori di Cna, dai docenti Giuseppe Rivetti (Unimc) e Francesco Rizzo (Unicam), dai Sindaci del territorio Sandro Sborgia (Camerino) e Mauro Falcucci (Castelsantangelo sul Nera), dal Presidente degli Ordini dei Commercialisti Rosaria Garbuglia, dal Presidente dei Consulenti del Lavoro Riccardo Russo e dal Presidente dell’Ordine degli Avvocati Cristina Ottavianoni, ha incontrato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico On. Alessia Morani insieme al Commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini.

L’incontro, presso la sede del MISE a Roma, è stato occasione per presentare e valutare insieme il progetto per l’istituzione della Zona Economica Speciale.

Sottoscritta dalle principali Associazioni di categoria e Ordini professionali, dai Sindaci maceratesi dell’area del Cratere e dai due Rettori universitari, la proposta di legge “ZES Sisma” ha come obiettivo quello di creare diverse forme di regimi economici speciali per le aree interessate.


Il riconoscimento ufficiale dell’area di crisi complessa sarebbe sicuramente molto importante per il territorio perché permetterà di concentrare risorse regionali e statali sul distretto per facilitare il superamento delle difficoltà economiche causate anche dalle conseguenze del sisma.

Occorre quindi una norma speciale per il medio-lungo periodo, perché i segnali del quadro macro-economico che si è creato in seguito al sisma del 2016 e alle successive crisi finanziarie fino all’emergenza sanitaria, sono molto preoccupanti. Le conseguenze del terremoto si sono infatti aggiunte ad una situazione già di per sé compromessa nelle aree interne, a causa della crisi che da anni investe l’economia del territorio.

incontro morani


Sono indubbiamente necessarie delle misure di natura straordinarie che possano favorire la ripresa economica ed il ripopolamento soprattutto delle aree interne, programmi di investimento per la produzione di beni e servizi, innovazione, azioni a supporto dell’internazionalizzazione o operazioni di marketing e promozione.

Proprio in questo contesto nasce quindi la necessità di ricorrere alla realizzazione di una Zona Economica Speciale (ZESS) che favorisca, attraverso una fiscalità di vantaggio, lo sviluppo sociale ed economico a lungo termine. Adottando leggi finanziarie ed economiche specifiche si attraggono ed incentivano investitori che possono avere vantaggi in termini fiscali, economici e finanziari, rimettendo in modo l’intero sistema economico.

Nella realizzazione della ZESSsono state inoltre considerate, non solo proposte economiche, ma anche culturali e tecnologiche con l’obiettivo di creare un vero e proprio polo amministrativo, economico, scientifico e culturale che possa finalmente dare la giusta spinta allo sviluppo del territorio.

L’onorevole Morani ha poi parlato di altri strumenti da mettere in campo per i rilancio del territorio come la ZonaLogistica Semplificata, i Contratti Istituzionali di Sviluppo, il finanziamento dei progetti del “Patto delle Marche”, l’attuazione delle misure previste nello studio “Sentieri di sviluppo” e il programma per le Aree di crisicomplessa del distretto calzaturiero fermano-maceratese recentemente finanziato con 70 milioni di euro.

Da parte dell’On. Morani e del Commissario Legnini c’è stata piena volontà politica per l’attuazione del progetto, ed in particolare per l’individuazione di misure specifiche per una fiscalità di vantaggio al fine del rilancio economico dei territori, i cui dettagli verranno definiti in un prossimo incontro tecnico. Seguirà quanto prima anche un incontro con tutti i parlamentari eletti del nostro territorio per condividere l’ipotesi di lavoro e il percorso politico e normativo.

f.u.

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“Da 12 anni in cassa integrazione con tutte le speranze tradite”, questo il commento a mezza bocca che i lavoratori della JP di Fabriano si sono lasciati scappare durante l’assemblea di oggi, 30 luglio, nella sala mensa dello stabilimento di Santa Maria, indetta dai sindacati alla luce di importanti novità. Novità che, però, non sono positive, anzi. “Ieri pomeriggio – riferiscono i rappresentanti sindacali di Fim, Fiom, e Uilm – ci è stato riferito che si è proceduto in data 3 luglio a mettere in liquidazione l’azienda, dopo averne cambiato il nome il 29 giugno scorso Indelfab, "Industrie elettrodomestiche fabrianesi". Sappiamo poco altro”, confermano le parti sociali.

Un’ennesima pagina in una vertenza che sembra non conoscere sosta e che rischia di determinare una nuova ecatombe occupazionale per il fabrianese e il perugino. I lavoratori coinvolti dai 700 iniziali, 350 nelle Marche e altrettanti in Umbria, quando la JP fondata da Giovanni Porcarelli ha acquisito il comparto bianco della ex Antonio Merloni, sono passati a meno di 600. Intatta la proprietà dei tre stabilimenti, due a Fabriano e uno a Gaifana in Umbria, nonostante una lunga causa con un pool di banche creditrici della vecchia gestione della Antonio Merloni che giudicava eccessivamente basso il prezzo della vendita a Porcarelli dell’ex Ardo. Causa vinta da quest’ultimo.

Ma la JP non è mai andata a regime produttivo. A onor del vero non ci è andata neppure vicino. Ci si è accontentati di piccole commesse, qualche settimana di produzione e poi il lungo oblio dell’utilizzo della cassa integrazione da 8 anni completi se si dovesse arrivare a fine 2020. In mezzo, l’apertura di una procedura di mobilità e, in ultimo, la presentazione della domanda per l’ammissione al concordato. Entrambe ritirate frettolosamente e, a seguito di precise prescrizioni dei giudici, nel secondo caso.

Ora, questa nuova mossa di Porcarelli che non promette nulla di buono per i lavoratori rimasti in questa sorte di limbo. Il 3 luglio scorso la messa in liquidazione della ormai ex JP Industries oggi Indelfab. “Sono poche le informazioni che ci sono state date. Probabilmente, i commissari presenteranno un nuovo concordato tenendo in conto le prescrizioni del giudice nella stesura del piano concordatario. Ma non ci hanno rivelato niente né riguardo al tipo di concordato né progetto industriale o alla nascita di una nuova società che avrebbe dovuto riassumere circa 250 tute blu. Tutto lasciato al caso mentre ci saranno adempimenti da fare in fretta se non si vuole perdere anche la cassa integrazione. Il 6 settembre scade quella Covid, si potrebbero richiedere altre 18 settimane, ma chi dovrà farlo? Non è chiaro, al momento, neppure se sia possibile ritornare in cassa integrazione straordinaria. Probabilmente no, visto che erano previsti investimenti che a oggi non sono stati fatti e che è stata concessa dal Ministero alla JP e non a questa nuova società. Una situazione complicata che deve essere gestita con il coinvolgimento di tutte le istituzioni per evitare licenziamenti di massa», concludono le parti sociali dopo che i lavoratori si sono dichiarati pronti a una forte mobilitazione.

f.u.
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