Notizie di cronaca nelle Marche
"Ancora ritardi nella consegna degli appartamenti e mancanza di regole e risposte su assegnazione e contratti d'affitto".
Torna a denunciare la questione che ruota attorno alle case al posto delle Sae, la presidente del Comitato 30 ottobre Tolentino, Flavia Giombetti.
Un fiume in piena che parte dai ritardi della seconda parte di appartamenti di Borgo Rancia che avrebbero dovuto consegnare tra marzo ed aprile, per poi arrivare alla gestione delle assegnazioni: "Purtroppo la consegna degli appartamenti è stata rimandata per l'ennesima volta - dice - . Dovevano essere consegnati ad agosto 2019, poi a fine 2019, infine a primavera 2020 ed ultimamente a fine marzo. Ora l'ultimo termine pare sia il 15 maggio.
Una grossa ed ulteriore presa in giro verso i cittadini - denuncia - che riceveranno una sistemazione a 5 anni dal sisma".

Ma al di là dei tempi, la critica è rivolta anche alla gestione del condominio di Borgo Rancia: "Le problematiche sono tante - dice - soprattutto per quanto riguarda il condominio: alle famiglie assegnatarie viene richiesto di pagare spese condominiali pesanti che comprendono addirittura la manutenzione del verde che ad oggi non è stato installato".

La presidente del Comitato 30 ottobre vuole vederci chiaro anche sulle indicazioni che il Comune dovrebbe dare agli assegnatari degli appartamenti, a seguito dell'ordinanza 614: "Molte delle famiglie di Borgo Rancia, per via di questa ordinanza, non hanno più i requisiti per richiedere il Cas o l'appartamento e dovranno pagare un affitto pari al canone delle case popolari decurtato del 30%, ma questo non gli è stato detto".

Flavia Giombetti punta poi il dito sui criteri di assegnazione delle case: "È stato assegnato un appartamento di 47 mq ad una famiglia con cinque persone - denuncia - . Solo successivamente il Comune li ha tranquillizzati spiegando che glielo avrebbero cambiato, ma allora significa che nemmeno questa graduatoria è definitiva e vede al suo interno appartamenti in avanzo. Vuol dire che con i soldi del terremoto, Tolentino ha guadagnato milioni di euro in patrimonio Erap".

Le fa eco la consigliera del Movimento 5 Stelle, Martina Cicconetti, che interviene anche sui tempi di consegna degli altri appartamenti, dislocati in altre zone della città: "Gli unici che stanno per essere completati - spiega - sono quelli della nuova costruzione a Paterno, con 8 appartamenti.
Il 15 maggio saranno consegnati quelli di Borgo Rancia, ma per il resto non ci sono date precise di consegna. Per Ospedaletto bisognerà attendere fine maggio; per quelli di piazzale Battaglia forse luglio per il primo lotto e la fine dell'anno per il secondo lotto; hanno chiesto una proroga anche per quelli di via 8 marzo; infine i lotti di contrada Pace tra settembre ed ottobre.
Siamo stati accusati di essere dei millantatori - dice Martina Cicconetti - quando preannunciavamo al sindaco che gli appartamenti sarebbero stati consegnati dopo cinque anni da sisma. questi tempi, invece, ci dicono che purtroppo avevamo ragione".

GS
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"Non resteremo in silenzio su temi come il caporalato lo sfruttamento del lavoro. Vigileremo sul territorio affinchè sia netta la differenza tra chi offre la possibilità di una vita migliore e chi invece approfitta di situazioni di fragilità".

L'associazione Città in Comune di Tolentino interviene sulla notizia di qualche giorno fa che riguardava un caso caporalato in un’azienda con sede legale a Tolentino.
"Modalità criminali adottate nei confronti di cosiddetti lavoratori fragili - denuncia l'associazione di cui fanno parte anche Fabiola Caporalini e Stefano Rossi (in foto) - , operai indigenti che avevano bisogno di un rapporto di lavoro per sanare la loro posizione di clandestinità sul territorio italiano.
A questi lavoratori è stato chiesto di versare 500 euro che, in base al d.l. 34/2020, debbono essere sostenuti dal datore di lavoro".

Ciò che Città in Comune vuole sottolineare è come la "situazione sia ricorrente molto più di quanto si pensi. Capita molto spesso che, a coloro che hanno bisogno di un lavoro per poter restare sul territorio italiano, venga chiesta l’erogazione di somme di denaro - spiegano - , a vario titolo assolutamente illegale, talvolta fino a configurare veri e propri casi di estorsione. Nel caso di specie, inoltre, gli operai erano stati sistemati in un alloggio assolutamente inidoneo e insalubre, in condizioni di degrado. Sfruttare situazioni di bisogno di esseri umani, di lavoratori e lavoratrici, è quanto di più infimo e bieco l’imprenditoria di questo paese possa arrivare a perpetrare, oltre ad essere una gravissima violazione della legge".

Dopo la denuncia, l'impegno per evitare che situazioni di questo tipo continuino a verificarsi: "Abbiamo il dovere di denunciare come questo fenomeno, sempre più spesso, prenda piede anche sul nostro territorio e come gravi violazioni del diritto del lavoro non siano pratica circoscritta solo a certe zone d'Italia , che nell’immaginario collettivo restano terra di caporalato.

Parimenti non è più solo il settore dell’ agricoltura l'ambito destinato a certe pratiche vigliacche di sfruttamento. Lo stesso fenomeno della ricostruzione post-sisma sul nostro territorio, con i suoi numerosi cantieri, ne è stato coinvolto".

La preoccupazione è, infatti, rivolta ai lavori che inreresseranno il Paese in vista dell'arrivo dei fondi del Recovery Plan che, secondo Città in Comune, potrà moltiplicare queste gravi violazioni.

"Per tutti gli esseri umani, italiani e stranieri, le condizioni di lavoro debbono essere le medesime - asseriscono - . Per tutti, indipendentemente dalla nazionalità, è indispensabile lavorare con dignità e giusto salario, senza alcun tipo di abuso o sfruttamento. Ancora di più per chi, senza lavoro, diventa assolutamente invisibile, privato della possibilità di godere di ogni diritto umano riconosciuto, compresa la semplice sopravvivenza.

Per quello che ci compete - sottolineano - se non altro come formazione politica e sociale, saremo vigili sul territorio, anche perché sia netta la differenza tra coloro che offrono un lavoro e la possibilità di una vita migliore, rispettando ogni regola prevista dalla nostra legislazione e chi è capace, invece, di approfittare di ogni situazione di fragilità, nei confronti di chicchessia, specie in un periodo economicamente difficilissimo in cui chiunque, italiano o straniero, potrebbe trovarsi in una situazione a dir poco drammatica.


GS
Ci auguriamo e confidiamo - concludono - che gli organi competenti anche in futuro, intensifichino le attività di controllo e prevenzione".
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Il Contratto Istituzionale di Sviluppo del Cratere Centro Italia, previsto dall’ultima Legge di Bilancio, con una dotazione di 160 milioni di euro, e finalizzato a sostenere la crescita economica delle aree colpite dal sisma, è già una realtà. L’avvio del Contratto è stato formalizzato oggi nel corso di una riunione indetta dal Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, alla quale hanno partecipato il Commissario alla Ricostruzione del Centro Italia, Giovanni Legnini, i Presidenti e gli Assessori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, i rappresentanti dei Sindaci del cratere, l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, ed il nuovo direttore dell’Agenzia per la Coesione, Paolo Esposito.

Il Contratto Istituzionale di Sviluppo è destinato a sostenere progetti ed investimenti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici, per assicurare la ripresa e lo sviluppo dell’economia delle aree colpite dai terremoti del 2016 e 2017. Le aree di intervento individuate sono cinque e riguardano: ambiente e risorse naturali, cultura e turismo, trasporti e mobilità, riqualificazione urbana e infrastrutture sociali. I tempi di attivazione dei progetti saranno brevissimi: l’obiettivo è quello di attivare concretamente i primi progetti entro l’estate.

Il CIS Cratere Centro Italia ha a disposizione 100 milioni di euro stanziati dalla Legge di Bilancio e 60 milioni di euro provenienti dalla contabilità speciale del Commissario. A questi potranno affiancarsi altri strumenti, sempre destinati al Centro Italia, a cominciare dai 60 milioni per la creazione dei centri di ricerca delle Università del cratere, che saranno presto ripartiti dal Ministro, ed i 50 milioni frutto dei risparmi della Camera dei Deputati affidati alla Cabina di Regia di Palazzo Chigi. Il valore aggiunto del CIS è quello di assicurare un coordinamento strategico per l’attuazione rapida e integrata degli interventi, con la regia del Ministro per il Sud, la gestione dell’Agenzia per la Coesione e l’apporto di Invitalia come soggetto attuatore degli interventi. A definire gli ambiti di intervento sarà un Tavolo Istituzionale, composto dalla Cabina di Coordinamento che governa la ricostruzione sisma 2016, presieduta dal Commissario, con la partecipazione dei presidenti delle quattro Regioni e i rappresentanti dei sindaci.

“Non è casuale la scelta delle aree terremotate del Centro Italia per il primo Cis della mia esperienza come ministro del Sud e della Coesione Territoriale” dichiara Mara Carfagna. “Ho ritenuto un dovere dare priorità a una delle aree italiane più fragili ed esposte alla crisi, non per loro demerito ma per le conseguenze di una catastrofe naturale che tutta Italia ricorda ancora con angoscia. Intendo portare a termine l’iter del Contratto entro l’estate. Renderà disponibile un totale di 160 milioni di euro per interventi sulla riqualificazione urbana, i trasporti, le infrastrutture sociali, la cultura, il turismo, l’ambiente. Cinque anni dopo il sisma, puntiamo a offrire ai cittadini e alle cittadine, ai giovani, alle famiglie, una concreta alternativa all’emigrazione o alla dipendenza dall’assistenza pubblica, in osservanza del principio-guida che spero ispiri tutti in questo difficile momento: creare le condizioni perché nessuno resti indietro”, conclude il Ministro.

“Ringrazio sentitamente il ministro Carfagna che ha voluto attivare immediatamente il Contratto Istituzionale di Sviluppo con cui, ora che la ricostruzione materiale del Centro Italia è ben avviata, cominciamo a realizzare la seconda gamba, essenziale per la ripresa dell’economia di questi territori, quella dello sviluppo, che finora è mancata. Il CIS ed i suoi meccanismi – ha detto da parte sua il Commissario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini – peraltro, faranno da apripista alla definizione di una strategia più vasta di rilancio del Centro Italia con l’attivazione delle ingenti risorse previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ed ora confluite nel Fondo complementare da 30 miliardi che affiancherà il Recovery Fund”
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Visitare il centro storico di Sarnano in autonomia, ma senza rinunciare al valore aggiunto di una passeggiata guidata: Sarnano lancia il nuovo audiotour gratuito per smartphone con l’app izi.TRAVEL, una proposta interessante per tornare a vivere il territorio in sicurezza dopo il lungo periodo di restrizioni.

Il visitatore non deve fare altro che scaricare l’app izi.TRAVEL sul proprio smartphone e scegliere tra i due tour disponibili a Sarnano. Il tour breve da 12 tappe include i principali punti di interesse del centro storico, mentre il tour lungo da 22 tappe comprende anche punti meno frequentati e luoghi d’interesse al di fuori del centro storico, come il nuovo polo scolastico ricostruito dopo il sisma e le Terme di Sarnano.

L’audioguida era già pronta a settembre scorso, ma il peggioramento della situazione sanitaria aveva costretto l’amministrazione comunale ad annullare la presentazione ufficiale.

«Dopo il successo delle visite guidate della scorsa estate volevamo uno strumento che permettesse ai visitatori di scoprire il centro storico, tutto l’anno, in qualsiasi momento e in piena autonomia, senza creare assembramenti. L’idea di un’audioguida era rimasta a lungo nel cassetto, finché non abbiamo conosciuto izi.TRAVEL, una app gratuita per smartphone sviluppata appositamente per questo scopo - spiega il sindaco di Sarnano Luca Piergentili - Per i contenuti ci siamo affidati a giovani professionisti del nostro territorio e abbiamo ottenuto un prodotto davvero originale che va oltre la concezione classica di audioguida per offrire un’esperienza di visita più coinvolgente».

Oltre alle informazioni di carattere storico, architettonico ed artistico, il tour presenta con un ritmo brillante e con un pizzico di ironia le usanze di una volta, le tradizioni e le curiosità legate al passato del paese. La guida, sviluppata come un dialogo a due voci, è ricca di ambientazioni sonore, immaginifici salti nel passato, conversazioni in sottofondo e storie inusuali. Inoltre, l’audio è registrato con tecnica 8d che crea un effetto immersivo, percepibile soltanto se si ascolta l’audioguida utilizzando degli auricolari.
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Ordinanza speciale sulla ricostruzione dei centri storici maggiormente colpiti dal sisma e questione lavoro sono stati al centro dell'incontro tra il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci e il sub commissario alla ricostruzione Gianluca Loffredo. Nell’occasione sono stati affrontati diversi problemi, dalle priorità della ricostruzione alle necessità più ampie del territorio nell’ottica del recovery plan.

 “Si è trattato di un ulteriore passo avanti per verificare le opportunità attivabili con urgenza per il nostro comune e per il territorio circostante, in un’ottica di ricostruzione che si sviluppi per priorità d’interventi e che contempli un orizzonte di sostenibilità ambientale e di rivitalizzazione delle economie locali - ha dichiarato Gentilucci, a margine della riunione - È vitale stabilire alcuni punti fermi per l’ordinanza speciale. Mi riferisco, in particolare, al tema del lavoro, al recupero degli impianti sportivi, al castello di Torricchio, alla ricettività”.

Si è parlato anche di sostenibilità e di come inserire gli interventi, legati anche al dissesto idrogeologico, in eventuali successive ordinanze speciali. “È chiaro che dovremo sfruttare tutte le opportunità che la ricostruzione ci offre e, dunque, anche inserire queste progettualità in un contesto più ampio legato alle risorse attivabili con il recovery plan in un’ottica di sostenibilità ambientale”.

Prioritario per Gentilucci arrivare a definire un quadro operativo che non trovi ostacoli ma che anzi, grazie al confronto, incontri disponibilità e agevolazioni, “e su questo abbiamo avuto un riscontro positivo da Loffredo che si è impegnato a partecipare ad incontri periodici con i nostri tecnici per fare il punto, volta per volta, sulle varie situazioni in essere”.

 
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È già sold out la tappa della Mille Curve Camerino-Ascoli Piceno che si svolgerà il 25 e 26 giugno con partenza dalla meravigliosacittà ducale e arrivo ad Ascoli Piceno. Sono oltre 200 i motociclisti da tutta Italia accreditati per l’evento dove non contano la velocità e il tempo, ma le curve percorse in un sistema di monitoraggio che permette al pilota di scegliere le mete, gli itinerari, le strategie.

Il tutto in un contesto come quello marchigiano di primaria bellezza e in piena sicurezza nel rispetto del codice della strada e delle norme COVID. Lo spirito del motociclista si è risvegliato con l’apertura delle iscrizioni alla 1000curve facendo registrare il tutto esaurito delle iscrizioni in un solo mese, contando ben 8 gruppi di cui uno, tra i più numerosi, di motocicliste in rosa, le “Donne Special”.

Dal successo dell’edizione 2020 da Urbino a Camerino, nella quale il sindaco Sborgia partecipò come invitato d’onore, l’avventura continua, questa volta da Camerino ad Ascoli Piceno, nella tappa chiamata “Rebuild Edition” perché dedicata al sostegno delle aree terremotate.

Ci sono circa 60 motociclisti locali, dalle provincie di Macerata e Ascoli, mentre gli altri provengono da tutta italia, in particolare Lazio e Toscana.


Sul Road Book cartaceo saranno segnalati i check-point che prevedono un passaggio obbligato. I singoli team possono aggiungere “punti curva” al proprio totale, inserendo dei “cookies” nel circuito. Cantine, birrerie artigianali, locali particolari, selezionati in quanto icone del territorio marchigiano, che bolleranno il Road Book aumentando il punteggio delle curve, disseminate nelle provincie di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, ma che sfioreranno le regioni di Lazio e Abruzzo, nel cuore pulsante dell’Italia.

1000curve è una sana competizione che unisce la voglia di vivere la strada, con il piacere di esplorare a fondo il territorio, spesso poco conosciuto, In primis Camerino, devastata dal terremoto del 2016 che, grazie a questa manifestazione, si rimette in gioco con un ruolo di primo piano.
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Aperto il concorso per la 31esima edizione della “Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte”. Il tema quest’anno è dedicato all’Invidia, il vizio che più di altri si fatica a confessare. Dopo “l’odio” la kermesse continua a indagare gli aspetti oscuri della nostra società e delle relazioni personali. 

“In un anno che è stato difficilissimo e doloroso – commenta il direttore artistico Evio Hermas Ercoli - che ha cambiato i rapporti sociali, le relazioni e il nostro stare nel mondo il festival intende offrire la leva della risata amara per capire se davvero “ne siamo usciti migliori” o se invece quelle espressioni di crudeltà dell’animo siano ancora più scese nelle viscere e pronte ad esplodere. Più della letteratura o dell’arte è l’umorismo la chiave per stemperare pulsioni e tensioni e ancora una volta Biumor vuole essere fucina di riflessione e di approfondimento attraverso satira, umorismo e ironia. Perché se una risata può seppellirci, può anche riportarci in superficie”.

Ancora una volta sarà Tolentino la sede del festival che si svolgerà nelle giornate del25, 26 e 27 novembre 2021.

mostra umorismo 2019


“Siamo felici di tornare a programmare eventi e incontri culturali – ha aggiunto il sindaco Giuseppe Pezzanesi – da troppo tempo siamo stati privati della leggerezza e del piacere dell’incontro. Biumor è il festival più adatto in questo momento per provare a rimetterci tutti quanti in marcia verso una normalità attesa e sperata. La Biennale dell’Umorismo, manifestazione longeva e internazionale è una risorsa del territorio che speriamo possa continuare a contribuire allo sviluppo del territorio e all’arricchimento culturale della città”.

Biumor con la sua longevità rappresenta un appuntamento radicato per la città e il vicesindaco Silvia Luconi traccia un bilancio di questi anni: “Le giornate di Biumor e della Biennale a Tolentino sono un’opportunità incredibile di promozione del territorio. Siamo certi che l’edizione del 2021 segni un punto di svolta dopo il recente passato che abbiamo vissuto e possa tornare ad essere occasione di richiamo e di incontro. La presenza di artisti internazionali rappresenta inoltre il miglior modo di veicolare il nome di Tolentino nel mondo”.

Punta sull’importanza della ripartenza di tutti i settori culturali l’assessore alla Cultura Silvia Tatò: “La Biennale è un’occasione unica non solo per gli spettatori che parteciperanno nelle modalità che verranno proposte e che sono in fase di programmazione, o per gli artisti che concorreranno al Premio, ma rappresenta un’opportunità per tornare a respirare cultura, condividere idee, progetti. Penso anche a tutti i lavoratori che di cultura ed eventi vivono e che come nessun’altra categoria ha subìto i contraccolpi del Covid. Oggi guardiamo avanti, fiduciosi, consapevoli che l’umorismo e la Biennale possono aiutare ad esorcizzare la paura con un sorriso”.

Il concorso è aperto e c’è tempo per gli artisti fino all’11 ottobre per inviare le proprie opere
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Il settore artigiano può rappresentare un volano per l’economia regionale, se adeguatamente valorizzato. Investire sul manifatturiero è il vero futuro del nostro Paese”. È quanto ha affermato il vicepresidente Mirco Carloni, assessore all’Artigianato, presentando la proposta di legge che la Giunta regionale ha trasmesso all’Assemblea legislativa per l’adozione.

Il provvedimento fa parte di un pacchetto organico di rilancio dell’economia regionale e di sostegno all’impresa. Dopo la legge sulle start up innovative, approvata ieri all'unanimità dal Consiglio regionale, la Giunta orienta ora il proprio intervento sul settore dell’artigianato, “seconda tappa di un percorso che stiamo delineando per le Marche produttive”.

Il testo rivisita la normativa regionale del 2003, delineando nuovi scenari di sviluppo per un comparto economico forte di 43 mila imprese. Si compone di trenta articoli, puntando a tutelare e sostenere l’artigianato marchigiano. Riconosce la funzione sociale e il ruolo economico del comparto, promuove la cultura e i “saperi artigianali” quale basi fondamentali per stimolare uno spirito imprenditoriale autonomo e contribuire a tutelare le identità locali delle comunità marchigiane. Quella prefigurata dalla Giunta regionale, “non è un’operazione nostalgia. La proposta di legge - ha evidenziato Carloni - si prefigge di rendere l’artigianato marchigiano un protagonista della trasformazione digitale del nostro tessuto produttivo, coniugandolo con la tradizione e la storia della nostra regione. L’artigianato non è in via di estinzione, ma crea occupazione e genera lavori in cui si sommano creatività, abilità manuale e padronanza delle tecniche, da un lato; innovazione, tecnologie digitali e potenzialità della rete, dall’altro, perché oggi l’artigianato si sposa con la digitalizzazione dell’economia”.

La proposta mira a creare nuove imprese artigiane, a favorire la costituzione di attività in coworking (integrazione di competenze) e con servizi personalizzati digitali (fablabs), dove l’innovazione è sinonimo di digitalizzazione dei processi produttivi per favorire interazioni di filiera. Punta anche a razionalizzare il quadro del credito artigiano, con i Confidi come strumento di sviluppo dell’imprenditorialità.

“La proposta nasce principalmente dall’esigenza di aggiornare lo scenario normativo regionale alla luce delle nuove forme imprenditoriali che si sono affacciate nel comparto artigiano e alla necessità di prevedere una forte spinta innovativa, sia nella gestione dell’impresa, che nella commercializzazione dei prodotti – ha chiarito il vicepresidente - All’interno dell’economia moderna, ormai quasi completamente industrializzata, si tende a dimenticare che la competitività del nostro sistema industriale è ancora oggi intimamente legata a competenze artigiane. Queste competenze rendono la nostra manifattura flessibile e dinamica; sono dunque idonee a consentire l’affermazione della qualità dei prodotti del settore manifatturiero e di quello industriale dell’economia marchigiana nel mondo globalizzato. Questo obiettivo, permettere l’affermarsi delle attività di artigianato su ampia scala commerciale, se visto in un’ottica di innovazione, non deve per forza basarsi sul legame del lavoro artigiano alla piccola dimensione d’impresa; esiste infatti anche un lavoro artigiano in grado di dare qualità e capacità a tante medie e grandi imprese che affidano a competenze artigianali compiti fondamentali per il loro successo sul mercato”. Gli interventi previsti dalla presente normativa, inoltre, si intersecano con la promozione del territorio marchigiano, inserendosi nei percorsi culturali, turistici e enogastronomici tipici del “turismo emozionale”, basato sulle relazioni tra il turista e la cultura, la gente locale e le sue tradizioni, portandolo a conoscere i mestieri tradizionali all’interno dei laboratori artigiani.
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Mercoledì, 28 Aprile 2021 14:15

Treia, polemiche sui lavori al cimitero

I lavori di ampliamento e ristrutturazione del cimitero monumentale di Treia, avviati alla fine del 2020, non hanno lasciato indifferente la cittadinanza: diverse le polemiche sui social, infatti, sull’impatto delle nuove strutture in corso d'opera. Secondo alcuni cittadini comprometterebbero il profilo estetico del cimitero, oltre a rendere difficoltoso l’accesso alle aree già esistenti.

Già a novembre il sindaco, Franco Capponi aveva sottolineato l’urgenza di mettere mano alla struttura, ormai sovraccarica, con l’intenzione non di costruire un secondo cimitero – secondo l’amministrazione sarebbe inevitabilmente una struttura di serie b – ma con quella di ampliare e ristrutturare quello già esistente, senza impattare sull’aspetto architettonico.

Non del tutto convinti e soddisfatti però i cittadini, inorriditi alla vista delle strutture in cemento armato che in questi giorni sono sorte all’interno del luogo di culto. A tal proposito il vicesindaco, David Buschittari, ha risposto che l’aspetto dei nuovi blocchi di loculi, al termine dei lavori, sarà perfettamente in linea con lo stile delle strutture più antiche: “L’intervento è stato studiato in concerto con la Sovrintendenza e con diversi architetti, oltre a essere condiviso dal consiglio comunale. È impossibile ora giudicare i lavori, e bisognerà attendere che questi vengano ultimati: il cemento armato non resterà a vista, ma verrà rivestito in mattoni nello stesso stile delle strutture già presenti. Mettere mano e modificare un luogo di culto tradizionale come il nostro cimitero è stata una scelta sofferta, ma crediamo sia la più giusta: una seconda struttura sarebbe stata inevitabilmente seconda anche in importanza. Accettiamo le critiche, ma vorremmo che siano contestualizzate, costruttive e non strumentali”.

l.c.
Pubblicato in Cronaca
Mercoledì, 28 Aprile 2021 13:56

San Severino: il Pomarancio torna a casa

Il Pomarancio è tornato a casa. Dopo 210 anni, il capolavoro del pittore Cristoforo Roncalli ,“La Beata Vergine Maria col Bambino e i Santi Rocco e Severino”, orna di nuovo, da oggi, la chiesa di San Rocco a San Severino, luogo che l’aveva ospitato fino al 1811.

Fu durante i lavori di ristrutturazione della chiesa, dopo il terremoto del 1997, che Giampiero Calcaterra, architetto di Tolentino, venne a conoscenza dell’opera. La cornice originale era ancora a San Severino, mentre la tela era finita a Osnago, nel milanese. In molti hanno lavorato a questo ritorno, che oggi è diventato realtà. Un percorso voluto dal Comune, insieme all’Arcidiocesi, alla Soprintendenza delle Marche e alla Pinacoteca di Brera che si chiude dopo quasi 25 anni.

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All’arrivo della tela, riconsegnata dalla Pinacoteca di Brera, moltissime autorità, tra cui anche l’Arcivescovo Francesco Massara e il Cardinale Edoardo Menichelli. Il sindaco della città di San Severino, Rosa Piermattei, ha commentato l’evento con grande soddisfazione, ringraziando tutte le parti che hanno contribuito al ritorno dell'opera: “Il Comune, insieme all’Arcidiocesi, alla Soprintendenza delle Marche e alla Pinacoteca di Brera, ha lavorato per anni permettendo così che si realizzasse il sogno di riavere la tela nel luogo che originariamente la ospitava: si riempie un vuoto che sentivamo dal lontano 1811, da quando le truppe napoleoniche privarono la nostra comunità di questo capolavoro di inestimabile valore. Una vera meraviglia dell’arte torna in città per arricchire il nostro patrimonio artistico e culturale. Vorrei ringraziare il dottor Giuseppe Moretti, l’architetto Giampiero Calcaterra e tutti coloro abbiano contribuito a far sì che la tela tornasse a casa”.

l.c.
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