Notizie di cronaca nelle Marche
Il patrimonio di edilizia scolastica di Treia si arricchirà di una nuova scuola materna. Dopo l’approvazione dell’iter di costruzione dei nuovi poli scolastici nel capoluogo comunale e nella frazione di Passo di Treia, il Comune si è aggiudicato un bando per 2,4 milioni di euro ora stanziati per la costruzione di un nuovo asilo.

La struttura, chiamata a sostituire l’attuale scuola materna “Elettra Caracini” in via dell’Asilo a Passo di Treia, si inserirà nel nuovo complesso che sorgerà nell’area adiacente alla chiesa della frazione. All’inizio del 2022 partiranno i lavori che porteranno all’abbattimento dell’ex consorzio comunale, della succursale della scuola media “Egisto Paladini” e del palazzetto dello sport, oltre a due edifici di edilizia popolare di proprietà comunale.

Al loro posto la nuova palestra, la scuola elementare e appunto il nuovo asilo. Il sindaco Franco Capponi ha parlato, riferendosi al bando, di “una grande opportunità per completare il piano di edilizia scolastica comunale. I cittadini – spiega il primo cittadino – hanno scelto questa amministrazione: era un atto dovuto nei loro confronti portare avanti uno dei punti cardine del nostro programma. Oltre alle scuole elementari e medie, che si inseriscono nell’assetto normativo e nelle procedure tipiche della ricostruzione post sisma (da fine luglio la questione è passato in mano al Commissario Straordinario Giovanni Legnini e alle sue Ordinanze, ndr), ora abbiamo colto questa occasione. Costruire una nuova scuola materna era comunque necessario: il suo indice di sicurezza sismica è di 60 punti su 100. Per quanto riguarda gli stabili destinati all’uso residenziale i parametri sono sufficienti, mentre per l’edilizia scolastica non lo sono. Con questo bando – conclude Capponi – abbiamo la possibilità di costruire una nuova struttura assolutamente antisismica e in linea con la normativa attuale, mentre il vecchio stabile, patrimonio culturale di Passo di Treia, verrà destinato per altri fini, come per esempio un centro sociale per anziani o come sede per associazioni culturali che vorranno usufruirne”.

l.c.
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A Camerino anche in vista di quello che sarà il cantiere più grande della ricostruzione post-sisma in Centro Italia, si fa sentire ogni giorno più pressante l'esigenza a che venga al più presto ripristinata la piena funzionalità dell'ospedale Santa Maria della Pietà. Una assoluta necessità per tutta la comunità di un comprensorio vastissimo che ha da sempre fatto riferimento alle eccellenze sanitarie del nosocomio.
Istanze delle quali si era già fatto portavoce il nutrito gruppo Salviamo l'ospedale di Camerino costituito su proposta del camerte Angiolo Napolioni il quale si sta in queste ore muovendo per la creazione di un comitato per una più efficace mobilitazione in grado di coinvolgere tutti i comuni e i sindaci del comprensorio.
"Quella dell'ospedale - afferma il sindaco di Camerino Sandro Sborgia - è questione molto seria sotto il profilo di quello che significa il diritto all'assistenza sanitaria e la garanzia del diritto alla salute dei cittadini che abitano nell'entroterra. L'ospedale di Camerino è una struttura strategica di riferimento importantissima; copre un'area vastissima e oggi diventa più che mai urgente che diventi operativo e venga ripristinata al meglio la sua funzionalità proprio in vista anche  del grnade numero di persone che verranno a lavorare in queste aree e dei tanti studenti che nella città ducale vengono a studiare e formarsi. Non possiamo permetterci- ribadisce il primo cittadino- con un'area e un'esigenza sanitaria così vasta di avere un ospedale che non funziona. Speriamo che la Regione sia dunque così sensibile da capire che il nosocomio camerte è fondamentale per tutta la collettività, quindi, prepariamoci perchè se sarà necessario dovremo far sentire anche forte la nostra voce. L''ospedale deve necessariamente tornare ad operare con la massima efficienza e funzionalità, così come lo ha fatto per tutti questi anni".
Sulla volontà di formare un più incisivo comitato di cittadini atto a difendere la stabilità di un presidio in sofferenza, il sindaco Sborgia si dice positivamente colpito.
"Penso che la costituzione  di un comitato, così come la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e ad interessarsi degli aspetti di rilievo per la collettività, sia un fatto sicuramente positivo - afferma Sborgia-. Bene quindi la costituzione di un comitato che mi auguro sia il più vasto e il più partecipato possibile perchè, lo ripeto, l'ospedale non è solo della città  ma di tutta un'area interna che va da Castelsantangelo sul Nera a Matelica e San Severino e, direi di più, e cioè che è interesse delle stesse città che hanno anche loro un ospedale. I servizi che infatti possono essere offerti quando ci sono strutture che funzionano  sono sicuramente utili per la collettività, per cui - conclude il sindaco - credo che sia interesse anche del cittadino che abita a Civitanova avere un ospedale  di Camerino ben funzionante, che abbia dei professionisti di altissimo livello e dove possa ricevere il meglio delle cure.
Bene la nascita di un comitato che spero trovi il maggior numero di adesioni,  così come mi auguro che chi ha compiti regionali e competenza in materia sanitaria, prenda a cuore questa situazione e, faccia di tutto affinchè l'ospedale torni nuovamente operativo".

c.c.
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Munizioni e materiale militare lungo le sponde del fiume Chienti. È la scoperta fatta dagli uomini della Polizia di Macerata che domenica scorsa, dopo la segnalazione di alcuni cittadini, sono intervenuti a Sforzacosta dove, sparsi sul terreno, hanno trovato una cassettina metallica di tipo militare usato per il trasporto di munizionamento contenente 6 scatole con complessive 85 cartucce integre calibro 12 per fucile da caccia, due scatoline metalliche con polvere da sparo ed un flaconcino in vetro con pallini in piombo.
Accanto a questo materiale sono stati anche trovati cinque razzi da segnalazione integri di colore rosso, verde e bianco, una “bomba illuminante mod.59” di colore verde ed una granata contro carro inerte da esercitazione (in passato entrambe usate dall’Esercito Italiano per essere lanciate con fucile cal.7,62 Nato in dotazione individuale), un contenitore cilindrico di nera sigillato con all’interno uno scovolo smontato per la pulizia della canna della carabina M1statunitense ed un cilindro metallico con olio per pulizia armi.

Il materiale è stato recuperato e sequestrato.

Sono due giorni dopo, nello stesso tratto di terreno, sono state trovate e sequestrate circa 200 cartucce da caccia.
Stando ad una prim ricostruzion gli investigatori credono che il materiale recuperato nelle due distinte circostanze sia stato in realtà abbandonato da ignoti nella stessa occasione.

GS

             
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Sono stati individuati i responsabili dell'incendio che si è verificato il 19 agosto scorso, in prossimità della tratta ferroviaria “Civitanova Marche – Albacina” in Via Cioci, a Macerata.
Si tratta di tre operai che stavano lavorando alla manutenzione della linea e che ora sono stati denunciati, in stato di libertà, per incendio boschivo.

I militari della Stazione Carabinieri Forestale di Recanati sono intervenuti sul posto per effettuare gli accertamenti e le indagini finalizzate alla individuazione delle cause di innesco del rogo e alla identificazione dell’autore o degli autori del reato.

Dopo aver effettuato i rilievi di rito e ispezionando l’area interessata – con particolare attenzione alla tratta ferroviaria – in cerca di eventuali elementi utili alla ricostruzione degli eventi, i militari hanno anche raccolto le informazioni dalle persone che avevano assistito ai primi momenti in cui il rogo si è sviluppato.

Gli elementi analizzati hanno permesso di individuare il punto di origine dell’incendio e di risalire alla presenza, sul posto, di tre operai, dipendenti di una ditta incaricata di eseguire lavori di manutenzione lungo la tratta ferroviaria.

Nel prosieguo delle attività investigative, gli stessi operai hanno confermato che, mentre stavano utilizzando una troncatrice per tagliare dei manufatti in cemento, si sono sviluppate alcune scintille che in pochi istanti hanno innescato l’incendio.
Le fiamme, inizialmente, hanno interessato la vegetazione per poi espandersi in uno spazio più ampio.

I tre, dopo essere stati identificati, sono stati denunciati in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di incendio boschivo colposo.

L'incendio ha interessato circa un ettaro di area boschiva.

GS
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A San Severino Marche nei mesi scorsi tre uomini ed una donna, tutte già note alle forze dell’ordine per precedenti penali, hanno "approfittato" dell’allentamento delle misure volte a contenere il fenomeno pandemico in atto, nella smania di “evadere” dalle restrizioni e si sono rese protagoniste, all’interno di un locale, di comportamenti violenti e antisociali, che hanno portato all’intervento dei militari della stazione dei carabinieri di San Severino Marche.

In particolare, dopo aver fatto uso di alcolici, tra i quattro è nato un violento scontro verbale, proseguito con reciproche minacce e culminato nel tentativo, da parte di uno dei soggetti, di urtare uno dei contendenti con un furgone; manovra maldestra che per fortuna è terminata contro un palo!

I soggetti coinvolti erano anche in violazione delle norme finalizzate al contenimento del contagio, senza dispositivi di protezioni e incuranti della necessità di mantenere il distanziamento.

I militari, oltre agli adempimenti connessi alle responsabilità penali e di carattere amministrativo, hanno raccolto tutti gli elementi necessari ad irrogare la misura di prevenzione del DASPO Urbano, concesso dal Questore nei confronti di tutti i protagonisti della vicenda.

Il provvedimento impone il divieto di frequentare determinati esercizi pubblici, nonché vie, specifiche aree urbane e determinati luoghi del paese e colpisce soggetti ritenuti pericolosi per la sicurezza urbana, intesa come bene giuridico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città.

I comportamenti antisociali tenuti dai quattro soggetti, comporteranno così il divieto di frequentare, per un intero anno, non solo l’esercizio pubblico dove si sono verificati i fatti, ma anche altri cinque esercizi settempedani, ubicati lungo la stessa via.

Il fatto rappresenta l’esito di tutta una serie di servizi appositamente predisposti dall’Arma a livello locale e provinciale proprio allo scopo di contrastare i fenomeni di degrado e violenza soprattutto nei locali frequentati dai giovani e nei luoghi di ritrovo della “movida”.
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Primo giorno di chiusura per il ponte in località Sfercia di Camerino. La Provincia di Macerata ha disposto la chiusura per permettere i lavori di ampliamento della carreggiata, anche in considerazione del traffico sulla direttrice Varanese, che diventerà uno dei due sbocchi della Pedemontana Fabriano - Muccia.
Su questo impalcato l’Amministrazione provinciale ha avviato il cantiere ad inizio mese di Agosto per i primi lavori di ripristino e consolidamento sulla parte superiore.
Dopo la pausa di Ferragosto i lavori sono ripresi ed è necessario chiudere il tratto per effettuare gli interventi principali.

“Si tratta di un lavoro di poche settimane - afferma il Presidente Antonio Pettinari - e l’obiettivo è riaprire la circolazione a senso unico alternato entro 30-40 giorni. Ci dispiace per i disagi che vengono creati alla viabilità ma abbiamo segnalato accuratamente i vari percorsi alternativi”.

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Il ponte, situato nel Comune di Camerino, nei pressi dell’uscita della superstrada “Sfercia”, permette l’attraversamento del Rio San Luca, un affluente del fiume Chienti: per la sua collocazione e vicinanza con la Statale 77, è un’opera importante e soggetta a un discreto flusso di traffico, soprattutto in direzione Camerino. Composto in muratura mista di pietre e mattoni, presenta due arcate: è lungo circa 17 metri e largo 7,3 metri. 

I lavori di consolidamento ammontano a 250 mila euro e rientrano nel programma di quelli individuati e pianificati dopo gli eventi sismici del 2016, per mettere in sicurezza e ripristinare la viabilità nei territori del cratere.

Nel dettaglio saranno effettuate delle iniezioni della muratura con malte cementizie; saranno rinforzati la muratura, anche con reti di fibra di carbonio, e l’intonaco strutturale; verrà impermeabilizzato l’impalcato e saranno installate nuove barriere di sicurezza. 

Mario Staffolani
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Cinque anni dal sisma dell’agosto 2016. Alle 3.36 del mattino una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto provocando 299 vittime. E' l'inizio di quella che l'Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso.
Ingenti i danni a Castelsantangelo sul Nera, unico comune della Provincia di Macerata ad essere inserito all'epoca nel cratere sismico.


Il ricordo del sindaco Mauro Falcucci: “Il pensiero va a quelle persone che magari non ci sono più e sono purtroppo scomparse dopo. il terremoto.  Il primo pensiero va alla Casa di Riposo che fu il primo immobile ad essere dichiarato inagibile già alle 5 e 30 del mattino di quel famoso 24 agosto. Ricordiamo quella data con commozione ma anche con tanta paura- dichiara Falcucci-. Se noi non avessimo infatti effettuato quegli interventi di miglioramento sismico derivanti dal terremoto del 1997, avremmo non soltanto annoverato dei morti ma avremmo probabilmente avuto dei danni estremamente gravi, non dico alla pari di Arquata, ma sicuramente similari. Castelsantangelo è molto vicina ad Arquata del Tronto e per via del sisma stesso, in quel momento il Monte Vettore era quasi in amplificazione.
Il ricordo va dunque a quella mattina- prosegue il sindaco Falcucci-; riuscimmo a portare via la pelle ed eravamo tantissimi. A Castelsantangelo c’erano circa 4000 persone in quanto il paese conta circa 1250 abitazioni e, per la quasi totalità si tratta di seconde case. Tanti quelli tornati per la stagione estiva anche perché va ricordato che in quegli anni il momento era delicato anche sotto il profilo economico e, molti si riversavano appunto nelle seconde case accompagnati da amici e parenti. E quella mattina fu un fuggi fuggi; scapparono tutti e la Valnerina sembrava il raccordo anulare. Detto questo, ci attrezzammo e quello che dispiacque subito è che fummo dimenticati dal decreto fiscale. A dire il vero dobbiamo ancora capire se la colpa fu d
ella Regione o del Ministero- ricorda Falcucci-, fatto sta che noi fummo esclusi dal primo decreto fiscale che dava delle agevolazioni immediate. All’epoca fui chiamato ad iniziare i contatti con la cabina di regia ad Arquata del Tronto e con il Commissario d’allora, l’attuale Capo Dipartimento della Protezione Civile Curcio”.
Tenacia e tanti sacrifici hanno caratterizzato sin da quel momento la comunità e lo stesso operato del primo cittadino di Castelsantangelo, la cui forte determinazione in 5 anni non è mai venuta meno.
Vogliamo e pretendiamo attenzione per una garanzia di rinascita per questi territori e la pretendiamo sotto il profilo fiscale- rimarca Falcucci-. Ho visto il Rapporto del Commissario Straordinario Legnini che ha dato una significativa svolta a tutto il processo di ricostruzione, tuttavia, ad una lettura attenta dei dati, si vede sì che le pratiche sono partite ma questo è avvenuto soprattutto a margine del cratere, mentre quelle dentro il cratere stanno soffrendo perché è quella una ricostruzione difficile.
Per quel che ci riguarda – evidenzia Falcucci- noi siamo contentissimi di essere riusciti a portare a termine il nostro compito- Lo scorso 12 agosto abbiamo completato l’approvazione dei Piani Attuativi e abbiamo avute le ordinanze speciali per fare i sottoservizi di tutte le frazioni. Adesso dobbiamo soltanto accelerare; a brevissimo faremo una assemblea pubblica in cui cercheremo di stimolare i proprietari di immobili nella costituzione degli aggregati che nel nostro comune sono oltre 300 e, sollecitare i professionisti a progettare e ricostruire perché vogliamo vedere quanto prima e in tempi rapidissimi i cantieri che partono. Ormai le condizioni pianificatorie ci sono tutte e, non da meno, possiamo contare su uno strumento attuativo sistemato sotto il profilo idrogeologico. Aspetto non da poco che siamo riusciti a portare a casa e che farà parte della variante del Piano di assetto idro-geologico del bacino dell’Appennino Centrale. Nell’ottenimento di questo risultato siamo stati fortunati ad avere illustri nomi delle pianificazioni e delle competenze italiane, quali il prof. Braga considerato il numero uno della sismica, il prof. Prestininzi e, da ultimo, l’architetto Boeri che ci ha dato delle indicazioni di come ricostruire “autentico, ma non identico”.
Quindi- prosegue il sindaco gettando lo sguardo al futuro- le carte in regola ci sono tutte. Dobbiamo soltanto partire ma, nello stesso tempo, è indispensabile che, dalla montagna alla parte della provincia di Macerata più colpita tutti insieme si chiedano quelle attenzioni che sono necessarie per una ricostruzione. Non nego infatti di essere fortemente preoccupato sul rischio che possa venir meno quanto da tutti auspicato per queste realtà, attraverso le nuove generazioni. Temo infatti che il rischio sia soprattutto per le seconde generazioni. L’attaccamento a queste realtà non può prescindere dal praticare il territorio e credo che i segnali li dobbiamo dare a quella seconda generazione che, vuoi per motivi oggettivi o di lavoro,  si è dovuta allontanare. È per questo che dobbiamo accelerare i tempi e dare certezza di ricostruzione. Le risorse ci sono, dobbiamo soltanto attivarci tutti insieme e, chiedere quei benefici fiscali misurati sui danni, perché altrimenti da noi non ritorna più nessuno”.
c.c.
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Numeri positivi quelli del Terzo Rapporto della Ricostruzione del Centro Italia che il Commissario Giovanni Legnini, ha presentato questa mattina
Dati significativi che segnalano un'accelerazione importante e  un passo più adeguato alle aspettative dei cittadini colpiti dal sisma, ma che evidenziano nel contempo la necessità di non abbassare la guardia e continuare con grandissimo impegno il lavoroe losforzo  intrapreso. A fronte di dati confortanti che danno atto dei progressi raggiunti e trasmettono grande fiducia,  i problemi sono ancora aperti Persistono le condizioni di sofferenza dei cittadini e c'è tanto grande lavoro da compiere. Incentrata dunque anche sulle cose che non vanno al fine di migliorarle e ottenere una risposta sempre più celere, la conferenza stampa che si è svolta in presenza e in collegamento telematico nel giorno simbolico della vigilia di ricorrenza di quel tragico 24 agosto 2016, costato la vita a 299 persone.
"Domani- ha detto il commissario straordinario Giovanni Legnini- è il giorno della memoria. Si compiono 5 anni e dobbiamo ricordare con quella commozione che l’intero Paese mostrò all’indomani di quel tragico evento. Un pensiero dunque ai familiari delle vittime e a tutte le persone che hanno subito molte sofferenze, subito dopo il sisma ma anche in questi anni, sofferenze, che in parte insieme alla pazienza, permangono.
Lo dimostrano i dati di cui diamo conto con il Rapporto, a disposizione di tutti con la pubblicazione di oggi sul sito della struttura commissariale. Ci sono segnali positivi ma c'è molto ancora da fare e- ha detto Legnini- il modo migliore per onorare la memoria di quei morti e per mostrare rispetto per le sofferenze di molte persone è ricostruire, ricostruire in tempi ragionevoli e farlo in sicurezza. Dunque,  sicurezza degli edifici, sicurezza dei territori. E poiché domani sarà il giorno della memoria consentitemi anche di rivolgere un pensiero ai circa 2000 morti dell'ultimo dei gravissimi terremoti che ha colpito Haiti che ha determinato distruzione e una sofferenza che tutti abbiamo potuto vedere ed ascoltare”.
Passando al secondo punto del giorno il Commissario Legnini ha sottolineato che quando un anno e mezzo fa è iniziato il percorso, l’obiettivo era quello di recuperare la fiducia dei cittadini nella possibilità di farcela. L’ostacolo da superare erano le lungaggini e la lentezza delle procedure.

“A seguito di molteplici interventi di semplificazione sburocratizzazione e rafforzamento delle strutture- ha affermato- adesso noi abbiamo procedure efficaci che funzionano e ne costituiscono una riprova i dati sintetici che presentiamo oggi; abbiamo un quadro di risorse finanziarie forse senza precedenti e oltre il contributo che copre come noto anche le seconde case, per una scelta importante del governo nel 2017 abbiamo anche la possibilità di aggiungere i superbonus edilizi del 110%​, il che rende la possibilità di ricostruire particolarmente vantaggiosa, per avere edifici sicuri, sostenibili, per garantire la connessione digitale che dobbiamo garantire anche per altri versi e, l’effcienza energetica.
E poi- ha continuato Legnini- i ringraziamenti li voglio fare all’inizio e non alla fine, perché questi risultati rappresentano il frutto di un lavoro di squadra: una governance multilivello che ha un livello centrale di emanazione del governo che io rappresento insieme ad una squadra che è finalmente molto coesa e forte, fatta di persone competenti che voglio tutte ringraziare per il lavoro che quotidianamente portano avanti, congiuntamente ai 4 USR delle regioni, agli Uffici Sisma dei 138 comuni del cratere e tutte le altre istituzioni come le Sovrintendenze, le diocesi che, da alcuni mesi, svolgono una funzione di stazione appaltante per la ricostruzione delle chiese , i cittadini e i loro comitati, il personale degli uffici, i professionisti, le imprese nonché i due sub-commissari ingeneri Soccodato e Loffredo che mi affiancano e che hanno un ruolo molto importante per le ordinanze speciali in deroga”.

Quindi, nel tracciare in sintesi i dati del Terzo Rapporto della Ricostruzione, il Commissario Giovanni Legnini ha aapunto evidenziato che il numero delle domande è arrivato all’incirca alla cifra di 20 mila e 700 e che l’incremento dell’ultimo anno è stato del 60 per cento, registrando quasi un raddoppio nell’ultimo anno e mezzo
“Un numero molto importante perché riguarda grossomodo un terzo dei progetti attesi e, di questi, 10.263 sono i decreti emanati, ovvero l'autorizzazione all’apertura dei Cantieri e il finanziamento accordato per 2 miliardi e 700 milioni di euro di impegno finanziario, con un tiraggio della spesa che è cresciuta significativamente negli ultimi mesi. In tutto il cratere- ha proseguito Legnini- ad oggi noi abbiamo più di 5000 cantieri aperti anche se è difficile scorgerli per via dell’estensione enorme del territorio e circa 5 mila sono gli interventi già conclusi con 12 mila unità abitative restituite ai cittadini mentre 13 mila sono le unità abitative in corso ricostruzione e 52 mila quelle oggetto delle 20.700 domande a cui mi riferivo prima”. Per dare un’idea più compiuta della accelerazione che si è prodotta, Legnini ha evidenziato che nei primi 6 mesi di quest’anno sono state decretati circa 3300 cantieri, per una media di 550 al mese e 25 a giorno lavorativo autorizzati e finanziati.
Un numero che è davvero rilevante e che finalmente dà ritmo a questa ricostruzione”. Numerosi inoltre sono gli interventi pubblici già finanziati che si aggirano nell’ordine dei 2600 ricomprendendo anche le circa 900 chiese: “La ricostruzione pubblica è più lenta di quella privata ed ha subito un significativo impulso negli ultimi anni e si avvarrà degli effetti delle ordinanze in deroga, strumento del quale ci siamo muniti da poco tempo e che abbiamo emanato negli ultimi mesi e fino al 12 di agosto. Sono 25 le ordinanze in deroga, capaci di fornire ai comuni maggiormente distrutti e dalle situazioni più critiche e complesse quel di più in termini di procedure celeri e semplici, in termini di risorse, di supporto tecnico-amministrativo capace di far decollare anche la ricostruzione dei centri storici distrutti”.

Per fare l'esempio che più desta attenzione nell'opinione pubblica in riferimento al sisma del 24 agosto 2016 il Commissario ha voluto in particolare soffermarsi sui Tre Comuni che più hanno subito distruzione il 24 agosto, sottolineando che ad Amatrice i cantieri aperti sono circa 200 “Non c’è solo la prima e più importante gru con la quale si è avviata la ricostruzione del centro storico ma occorre notare che Amatrice ha ben 69 frazioni molte delle quali attendono risposte che noi dobbiamo fornire. So che il Comune sta provvedendo con i programmi straordinari insieme all’USR e da parte nostra stimoleremo per chiudere il più rapidamente possibile anche quelle programmazioni. Ai 200 cantieri aperti fa capo una risorsa attribuita e concessa ai privati di 126 milioni di euro il che fa capire che ad Amatrice la ricostruzione è in una fase abbastanza avanzata; certo, quella spianata della distruzione deve essere ancora realizzata ma sono state avviate opere pubbliche molto importanti come l’ospedale che è in una fase significativo, l’istituto alberghiero aperto poche settimane fa e poi c’è la parte del tunnel dei sotto-servizi. L’Ufficio territoriale del Lazio infatti, col coordinamento del sub-commissario realizzerà un progetto di sottoservizi molto innovativo per il sistema nervoso della nuova Amatrice. E la stessa operazione replicheremo nei centri storici maggiormente devastati”. Nell’annunciare poi che il dettaglio dei dati, per i quali la struttura commissariale è in procinto di dotarsi di una nuova piattaforma che diverrà concreta tra qualche mese al fine di aumentare il grado di trasparenza e leggibilità delle decisioni. Giovanni Legnini ha tenuto a rimarcare che il processo di semplificazione è stato raggiunto grazie al varo di numerose ordinanze e all’introduzione di rilevanti innovazioni sia dal punto di vista della procedura amministrativa che della ricostruzione pubblica. Il processo si concluderà con il Testo Unico la cui bozza è già stata resa pubblica e distribuita a tutti i portatori di interesse durante il mese di luglio.

“Abbiamo dato il termine del 15 settembre per osservazioni e proposte da parte dei cittadini, comitati, sindaci e regioni e di quanti vorranno concorrere, dopodiché provvederemo al varo nelle settimane successive per avere entro l’anno un Testo Unico”. Tra i dati in evidenza per positività anche quelli che riguardano il rapporto tra la struttura commissariale e i cittadini, diventato più fluido, più aperto ed efficace: in una anno sono stati 2.274 i quesiti inviati ai quali è stato dato risposta anche con importanti pareri. Dei 2274 ticket inviati è stata data risposta ad un numero di 2125 in un tempo medio di 7 giorni . Partecipazione dei cittadini che si manifesta in questa forma attraverso il servizio assistenza sisma ma anche attraverso i Piani Attuativi e i comitati. Nel porre in rilievo il quadro importante delle risorse finanziarie garantite dal Governo e dal parlamento sia per la ricostruzione privata che conta i sei miliardi del plafon sisma garantito dalla CDP e a fronte del quale le domande toccano 5.6 miliardi di euro “il che significa che una volta che avremo smaltito le giacenze e il governo sa che avremo bisogno di nuovi stanziamenti e confidiamo sul fatto che ve ne possano essere. Risorse importanti toccano anche la ricostruzione delle opere pubbliche; ammontano a 1mld e 700 mila euro con l’ultimo bilancio e un altro miliardo circa è già disponibile oltre a quello già impegnato e, entro l’anno vareremo un nuovo programma di opere pubbliche, nonché un programma per le chiese e ordinanze speciali per tutte le scuole, Da finanziare vi sono altre 184 altri strumenti speciali per le caserme e le altre strutture. Ma la novità più rilevante degli ultimi tempi è il fatto che questo processo di ricostruzione adesso si avvarrà di risorse molto importanti anche per lo sviluppo e la rinascita economico-sociale dei territori”. Di 160 milioni le risorse sul contratto nazionale di sviluppo che viene attuato dal Ministero per la Coesione territoriale; 60 milioni per i Centri di Ricerca e l’Alta Formazione, 1 mld 780 milioni sia per il cratere del Centro Italia che per quello dell’Aquila. che è in via di programmazione e che con una norma approvata a fine luglio, è stato affidato alla cabina di coordinamento delle due governance della ricostruzione”.

Ma, a fronte della sintesi dei significativi dati, il Commissario non ha mancato tuttavia di segnalare la preoccupazione che il ritmo di 25 decreti al giorno richiede una capacità organizzativa e attuativa che del pari comincia a mostrare un calo
“Sempre di più ci viene detto dai territori che le imprese se ne vanno, che i materiali sono aumentati (e abbiamo provveduto a questo con una prima importante misura), che i tecnici e gli istituti professionali non ce la fanno. Tutto questo ci è noto- ha concluso il Commissario- e se vogliamo mantenere questo ritmo, che è doveroso mantenere per il rispetto dei cittadini e dei territori, è chiaro che dobbiamo aumentare la capacità organizzativa. Nel rapporto sono dunque ricompresi anche dati mai pubblicati prima sul numero dei professionisti iscritti nell’elenco e quelli che lavorano, sugli incarichi ecc e, sui 23 mila professionisti iscritti nell’elenco speciale, quelli che hanno ricevuto almeno un incarico sono 7 mila il che significa che c’è una platea molto più estesa. Le imprese che lavorano e hanno almeno un cantiere aperto sono 2659 e il numero procapite medio per imprese e per professionisti non è elevatissimo. Bisogna dunque che si manifesti una migliore capacità attuativa; noi siamo perché le imprese e gli studi professionali di questi territori abbiano la priorità ma se vogliamo ricostruire in tempi ragionevoli occorre ampliare la platea. Ci vogliono più imprese e professionisti- ha ribadito Legnini- perché le sfide che abbiamo di fronte sono molto impegnative”. Da ultimo una sottolineatura ai tempi della ricostruzione; in Friuli ci vollero circa 15 anni, in Irpinia 40.
“I tempi sono quelli storici che conosciamo ma, se manteniamo il ritmo dell’ultimo anno, la ricostruzione sarà abbastanza rapida e nei prossimi anni il grosso comincerà già a vedersi.
Se il ritmo dovesse rallentare, di certo non dipenderà da noi, ma dalla capacità realizzativa” .
Da queste parole la formulazione di un appello: “Professionisti, imprese, venite a lavorare nel Centro Italia. È un messaggio di fiducia questo: potete fidarvi delle procedure, dei tempi di erogazione delle risorse e di una governance che oggi è ben strutturata, molto professionalizzata e capace di fornire le risposte. Mi auguro dunque che questo possa accadere, in maniera tale che le risposte che i cittadini attendono, possano essere date al più presto”.
C.C 
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Una donna. La prima a capo di una Compagnia in tutta la provincia. Sarà Giulia Maggi a guidare, da oggi, la Compagnia dei Carabinieri di Tolentino, dopo che per cinque anni è stata a capo di Giacomo De Carlini.

Questa mattina il passaggio di consegne alla presenza del comandante provinciale Nicola Candido.

Originaria di Passignano sul Trasimeno, Giulia Maggi ha 44 anni. Laureata in Giurisprudenza ha trascorso diversi anni alla Scuola dei Marescialli di Velletri come Comandante di plotone. È stata al Comando del gruppo operativo radiomobile di Spoleto e ufficiale addetto al Comando di Perugia nell’ufficio di staff del comandante provinciale. Comandante delle Compagnie di Assisi e Spoleto nei mesi di sede vacante.

“È la nostra capocorso – ha detto De Carlini nel sottolineare la validità della collega - . Per noi è un grande orgoglio ed assumerà il comando della Compagnia di Tolentino mentre io ho già assunto quello del nucleo investigativo del reparto operativo di Pordenone”.

Felice per la nuova nomina, De Carlini ha confidato la gratitudine nei confronti della città e del territorio in cui ha operato per cinque anni: “Da lombardo – ha detto – posso dire che la popolazione marchigiana è operosa e onesta. Difficile sentire parlare, in campo nazionale, di quello che succede nelle Marche, tranne fatti più eclatanti. È una terra sana e, al giorno d’oggi, non ci sono tante isole felici come questa. Lavorare cinque anni in un territorio del genere, non solo da carabiniere, ma da cittadino, marito e padre, è stato un privilegio. La mia famiglia ha potuto vivere in un ambiente idilliaco. Ho avuto la fortuna di conoscere tanta brava gente; i delinquenti sono dappertutto, ma per quello c’è l’Arma e noi facciamo quel che va fatto. Mi dispiace molto andarmene, ma sono contento di andare a Pordenone”.

Senza lasciarsi andare ad un bilancio numerico, De Carlini ha ricordato che “si è lavorato tanto, ma tutto rientra nell’alveo di un territorio sano che deve essere rispettato come ora”.

Nel passare il testimone alla collega Maggi ha sottolineato il cambio di passo che necessariamente si avvertirà al comando, anche per via della figura femminile che ne sarà a capo: “Una donna è sempre 100 passi avanti all’uomo – ha detto - e ha un approccio risolutivo dei problemi. Ci sarà un cambio di passo in positivo per questo territorio.

Un valore aggiunto il fatto che provenga dalla vicina Umbria. Una terra che le ha permesso di fare esperienza con le difficoltà del sisma e della ricostruzione.

Ha vissuto e lavorato in un contesto similare, e dal punto di vista spirituale è già in piena connessione con le problematiche di questo territorio”.


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Giulia Maggi

Un impegno importante quello che Giulia Maggi ha preso in carico, ma non per questo diverso per via del genere: “Sono passati 20 anni dall’ingresso delle donne nell’Arma – dice - . Al di là dell’impatto emotivo che ci può essere stato nel 2000, forse più per motivi logistici che sostanziali, in un ambiente professionale sono le attitudini personali che fanno la competenza e creano il gruppo di lavoro. Anche il ruolo di mamma e papà oggi, in famiglia, sono paritari, quindi le differenze sono davvero minime”.

Poi ha guardato alla terra che l’accoglierà nei prossimi giorni: “Ringrazio l’Arma per avermi consentito di avere questa opportunità professionale. Farò del mio meglio per portare avanti l’egregio lavoro del mio collega. Ha doti impareggiabili e farò il massimo per portare avanti la sua opera. So di ereditare un ambiente sano, efficiente, proficuo. Lavorerò in un contesto bello dal punto di vista del paesaggio ma anche della cultura. Sento una grande responsabilità nei confronti della comunità che andrò a servire perché credo che sia molto operosa e abbia saputo salvaguardare questo territorio. So che è stata colpita dal sisma in maniera importante, ma continua ad operare con decisone, volontà, dignità e senso di appartenenza”.

A conclusione l’intervento del comandante provinciale Nicola Candido: “Ringrazio Giacomo De Carlini – ha esordito - che ha trascorso cinque anni a Tolentino, con un battesimo di fuoco come quello del sisma. A lui porgo tanti auguri per il nuovo lavoro a Pordenone che, sicuramente, è differente sotto molto punti di vista. Diamo il benvenuto alla collega giulia Maggi che inizia oggi a Tolentino e di certo avrà modo di restare sul solco tracciato dal collega”.

GS

*Nella foto di copertina: Giacomo De Carlini, Nicola Candido, Giulia Maggi
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Prosegue con grande successo di pubblico la 35^ edizione del Camerino Festival, che quest’anno si sta svolgendo quasi interamente nel cuore del centro storico, nelle tre piazze disposte lungo il corso cittadino.

La seconda settimana del festival festeggerà due importanti ricorrenze: i 100 anni dalla nascita di Astor Piazzolla, re inventore del tango argentino, e il 50° dalla morte di Igor Stravinskij.

A celebrare Piazzolla ci penserà martedì 24 agosto il più grande fisarmonicista vivente, il francese Richard Galliano, più volte della rassegna camerte, con un solo che promette momenti di grande intensità emotiva.

Fisarmonicista, bandoneonista, compositore, Richard Galliano, musicista poliedrico, instancabile lavoratore sempre alla ricerca di nuove ispirazioni, riscrive instancabilmente la storia della fisarmonica. Dopo gli studi in Conservatorio, decisivo per la sua carriera fu l’incontro con Astor Piazzolla, maestro indiscusso di "Tango Nuevo", che scoprì in lui l'urgente necessità di affermare la sua vera identità. È così che Galliano ha inventato il concetto di "New Musette", rivelando al mondo musicale l'immagine originale e audace di una fisarmonica rivitalizzata, tra musette di valzer, jazz e tango, blues e musica brasiliana. Gli incontri con le star del jazz, Chet Baker, Charlie Haden, Ron Carter, Michel Portal e tanti altri, confermano il suo eclettismo musicale. Da qualche anno Galliano sta esplorando con successo discografico, per la prestigiosa etichetta discografica tedesca Deutsche Grammophon, arrangiando per fisarmonica le opere di Vivaldi, Mozart, Bach e persino di Nino Rota.

Altra perla della settimana sarà il concerto del Quartetto Tchalikmercoledì 25 agosto, ensemble formato da quattro fratelli di origine russa, vincitori del Concorso Internazionale “Mozart” di Salisburgo. Nella raccolta piazza Caio Mario, proprio di fronte l’ingresso del Comune e dunque del Teatro Filippo Marchetti, i giovani artisti eseguiranno due capolavori del repertorio classico, il Quartetto “La caccia” di Mozart e il Quartetto “L’americano” di Dvorak, secondo la migliore tradizione del festival camerte.


Il 26 agosto la rassegna ospiterà il capolavoro di Igor Stravinkij “L’histoire du Soldat”Storia da leggere, recitare e danzare in 2 parti su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz. La parte recitata sarà affidata agli attori Gianni e Paolo Parmiani, con l’ensemble strumentale Tempo Primo diretto dal M° Jacopo Rivani. L’Histoire du soldat, scritta da Stravinkij nel 1918, presenta una partitura come una suitecostituita da tanti pezzi separati, ognuno col suo preciso carattere: una marcia, una pastorale, una marcia reale, un tango, un valzer, un rag-time. L’opera dunque sintetizza in modo emblematico il cartellone di quest’anno, essendo la partitura il frutto di varie esperienze musicali dell’epoca.

Il 27 agosto il festival ospiterà due stelle del panorama internazionale, il mandolinista israeliano Avi Avital e il violoncellista siciliano Giovanni Sollima. Il programma, dal titolo Roth, sarà dedicato al tema del viaggio: con i loro strumenti Avital e Sollima ripercorreranno territori, culture, canti ed epoche che hanno visto gente spostarsi da un luogo all’altro, fuggire, creare nuove radici, custodirne le antiche. Due voci, due strumenti, un racconto che tocca a tratti la sfera privata, le storie dei due musicisti e la loro provenienza. “Roots” copre un ampio arco di tempo, dal Barocco (Dario Castello, Domenico Scarlatti, viaggiatori anche loro), ai nostri giorni, fino al popolare.

Il Camerino Festival chiuderà i battenti sabato 28 agosto in piazza Cavour con il pianista Danilo Rea, impegnato in un programma dal titolo “Something in our way”, ovvero i Beatles e i Rolling Stones nell’universo jazz di Danilo Rea. I successi delle due band britanniche icone della musica pop e rock dagli anni ’60, uniti sul filo delle note del piano di Danilo alla memoria di tutti noi. I brani di Lennon, McCartney e Harrison, da sempre riferimento musicale e colonna della formazione di Danilo, s’intrecciano con i pezzi di Jagger e Richards. Danilo Rea trova nella dimensione in piano solo il momento ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione: le idee che convergono nelle performance sono delle più varie, dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera. Così, con il suo talento capace di spaziare su qualunque repertorio, la sua sensibilità musicale, il suo estro gentile e la sua forza creativa, Danilo plasma la melodia schiudendo le porte a infinite possibilità che si aprono agli ascoltatori.


c.c.
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