Danni ingentissimi si stanno registrando in agricoltura per l'accresciuta proliferazione degli animali selvatici che ha trovato terreno facile nella quarantena della popolazione. Il grido d'allarme viene da  tutti i soci di CIA Marche, Confederazione degli Agricoltori Italiani il cui lavoro non si è mai fermato ma che  ogni giorno debbono fare i conti con gli effetti devastanti delle incursioni della fauna selvatica nei loro campi. A rischio non  sono  solo i raccolti, resi più preziosi in questo momento dalla necessità di assicurare adeguate forniture alimentari, ma anche l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Mentre ci siamo ritirati nelle case, strade vuote e poche macchine in giro, hanno favorito l'invasione delle più disparate specie di animali i cui avvistamenti sono sempre più frequenti anche all'interno dei paesi. Ad aggravare la situazione, il fatto che durante tutta l’emergenza sanitaria i servizi di contenimento sono stati sospesi e, in base all'ordinanza emanata dal Presidente della Regione lo scorso 30 aprile, hanno potuto ripartire solo lo scorso 4 maggio.
“ Chiediamo che adesso si facciano sentire tutte le azioni di contenimento e controllo - afferma Mirella Gattari, presidente regionale CIA Marche-. Nessuno più di un agricoltore può capire quanto sia importante un ambiente bio-diverso. Il problema serio è che l’aumento indiscriminato del numero degli ungulati e  degli animali selvatici in genere. sta mettendo in difficoltà non solo il reddito e le colture in atto, ma la stessa biodiversità, distrutta dal peso e dalla forza delle incursioni dei cinghiali.  Il problema serio - spiega la presidente di Cia Marche- è che con la quarantena della popolazione questi animali hanno praticamente vissuto due mesi indisturbati, accrescendo il loro numero e cibandosi in maniera assolutamente florida a danno dei nostri coltivatori e dei nostri campi coltivati.
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Nel maceratese si registrano casi eclatanti di terreni letteralmente arati dai selvatici e - continua Mirella Gattari- la problematica più grande riguarda i campi del medicaio, principale fonte di nutrimento per gli ovini. Da non sottovalutare il fatto che il numero così elevato di esemplari di fauna selvatica, in giro indisturbato per due mesi sulle strade e nelle vicinanze dei centri abitati, crea un problema non da poco per la ripresa della circolazione delle auto. Una pericolosità che risulta di molto accresciuta per il fatto che hanno molti cuccioli al seguito e, investirne uno, significa scatenare la rabbia degli adulti del branco, molto protettivi sulla prole. Aggiunta al maltempo, alle grandinate degli ultimi giorni che hanno decimato le produzioni, questa problematica è davvero la goccia che fa traboccare il vaso per il comparto dell'agricoltura,  primario non solo perché assicura il buon cibo alle comunità ma è garanzia del presidio del territorio.
E’ chiaro che senza reddito, noi questa garanzia non riusciamo più ad assicurarla – conclude Mirella Gattari-. Da qui il nostro appello alla necessità di agire: indispensabile è ripartire con tutte le azioni di contenimento, la cui ripresa dal 4 maggio è stabilita dall’ ordinanza regionale del 30 aprile scorso. Non c’è più tempo da perdere ed è dunque assolutamente necessario che tutte le ATC si adoperino affinché tutte le operazioni di contenimento e controllo vengano attivate e immediatamente eseguite”.
C.C.
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