Ripartenza non priva di difficoltà e lentezze  quella dei pubblici esercizi del Sottocorte Village nella fase due Post Covid camerte.  E' quanto si percepisce nella maggior parte degli imprenditori intervistati anche se, l’aver saputo affrontare a testa alta la precedente devastante emergenza del sisma, ha tirato fuori quella determinazione a non darsi per vinti  e una capacità di resistenza, diventate ormai parte integrante di ognuno di loro. A risentire le difficoltà più forti è il settore della ristorazione: lavorare con il distanziamento interpersonale e le altre misure anti covid-19 in locali molto ridotti di dimensioni, purtroppo ha motivato qualcuno a non riaprire. Barcamenarsi non è stata una passeggiata anche perché, ai pochi mesi durante i quali un po' di clientela aveva cominciato a rivedersi, sono seguite setimane di deserto totale. Vedere il bicchiere mezzo pieno non è poi così facile  per negozi come la “Fiorista Luciana Ferranti". Tutto il periodo di fermo delle cerimonie di qualsiasi tipo, dalle lauree alle cresime, dai matrimoni ai funerali, ha pesato non poco sulla sua attività. Stesso dicasi per la gioielleria “Oro e Miele” di Sergio Luzioli che dice di aver lavorato solo per qualche compleanno o pensionamento. A poco più di un mese dalla riapertura di maggio, sono più le spese dei fissi da sostenere che i guadagni e c’è preoccupazione per i mesi a venire che, dicono tutti, quelli sì riveleranno di forte crisi economica generale. Eppure si conserva uno spiraglio di ottimismo e si continua a lavorare come si è sempre fatto, mantenendo lo stesso profilo di attenzione ai particolari, seppure la clientela scarseggi. E’ quanto ci trasmette Paolo Cresci della pizzeria “Al solito Posto”, ultimo a far ripartire dalla piazza la sua attività e solo pochi mesi dopo di nuovo fermo a causa dell’emergenza sanitaria. Pronto ad accogliere con un sorriso mentre sforna la sua creazione fumante, che ci presenta con orgoglio descrivendone le materie prime che le conferiscono un distintivo di qualità. Ha sofferto e soffre della mancanza di studenti delle scuole e degli universitari la pizzeria “da Pasquale” che conserva l’orario di apertura solo nelle ore pomeridiane; anche se i clienti scarseggiano, un locale come quello ha dei costi da sopportare, eppure la signora Erminia guarda in avanti fiduciosa, convinta che il periodo critico finirà. Dello stesso avviso è Franco Pennesi che dal Bar Lili non ha mai  chiuso, conservando il settore dei Tabacchi e riaprendo da maggio anche il servizio bar. Troppe ne sono passate in questi 4 anni e passerà anche questo buio periodo. 
Poi c’è la salumeria Montanari che ha puntato sul prodotto tipico di propria produzione; il titolare Fabrizio Bernardini, ha una visione tutto sommato ottimistica. Le vendite sono andate abbastanza bene; cominciano a rivedersi persone a fare la spesa e nel periodo dell’emergenza ha effettuato diverse spedizioni fuori regione, raggiungendo camerinesi lontani, affezionati ai suoi salumi di confezione artigianale. Positivo il bilancio anche per Vincenzo Cicconi che insieme alla sorella gestisce una merceria, tornata ad essere frequentata con apprezzabile riscontro. Certo, non è quanto di meglio si potrebbe sperare, ma bene o male si va avanti. Unica nota lieta dal comportamento virtuoso dei clienti che non hanno fatto particolare fatica a rispettare le regole anti covid-19. La speranza è che i contagi pandemici continuino a diminuire e che la bella stagione porti un incremento nel turismo. Vengono tutti da una precedente durissima prova i commercianti del Sottocorte village; un'esperienza fatta di rinunce, spostamenti continui e un grande coraggio che, anche in  questo ennesimo negativo frangente, non può che smuovere ammirazione.
C.C.

***Interviste , foto e approfondimento della notizia nel prossimo numero di Appennino Camerte

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