Lavora sulla strada della semplificazione la Cabina di Coordinamento sisma 2016, presieduta dal Commissario Straordinario alla Riparazione e Ricostruzione Guido Castelli.

E’ stato, infatti, definito un piano programmatico di riordino di tutte le scadenze inerenti la presentazione dei progetti della ricostruzione privata, con particolare riferimento a quelli riguardanti i titolari di Contributo di autonoma sistemazione (Cas), Soluzioni abitative di emergenza (Sae) e altre forme di assistenza.

L’Ordinanza prevede il riallineamento al termine del 31 maggio di varie scadenze, nelle more dell'adozione dell'atto di programmazione a cui lavoreranno nel frattempo la Struttura commissariale, gli USR e il Dipartimento di Protezione Civile per addivenire anche ad un intervento di rimodulazione del Cas.

Le scadenze traslate al 31 maggio riguardano sia quelle fissate per il 16 febbraio, relative alla presentazione dei progetti dei titolari di Cas e Sae che non avessero già provveduto in forma semplificata, sia quella del 15 marzo per completare i progetti già presentati in forma semplificata.

Nuova finestra per confermare i requisiti del Cas - A fronte di una richiesta territoriale che vede i percettori di Cas esclusi per vari motivi dalla manifestazione di volontà verso il Dipartimento della Protezione Civile fissata nello scorso ottobre 2022, il Commissario Castelli ha riaperto un confronto e definito, in concertazione con le Regioni e la Protezione civile, un nuovo termine per riammettere chi, alla data del 15 ottobre 2022, non avesse presentato pur avendone diritto la dichiarazione per il mantenimento del Cas. In questi casi si avrà tempo fino al 31 marzo per regolarizzare la propria posizione.

Per quanto riguarda la riforma del Cas, e la conseguente definizione di un termine entro il quale presentare il progetto di ricostruzione, Castelli anticipa che “questo lavoro chirurgico dovrà essere effettuato integrando e analizzando i dati provenienti dalla Protezione civile e dai Comuni. Si impone infatti, l'esigenza di limitare, a 6 anni dal sisma, il rischio di comportamenti opportunistici in materia di Cas e assistenza”.
La Protezione Civile emanerà a breve l’ordinanza che accoglie la richiesta della regione Marche di proroga del Contributo di autonoma sistemazione di 60 giorni. Il termine attualmente in vigore sarebbe il 18 marzo. "Un grazie per l’impegno preso va al capo della Protezione Civile Borrelli - afferma il presidente Luca Ceriscioli - ed è importante la rapida formalizzazione. Siamo in una situazione di doppia emergenza: quella sanitaria nazionale del Coronavirus e quella che viviamo da oltre tre anni, nata con il sisma del 2016 che ha distrutto un terzo della nostra regione. Per quanto riguarda il Cas ci siamo mossi, fin da subito per ottenere la proroga dei termini per la presentazione della modulistica necessaria per verificare la permanenza o meno del diritto a ricevere il contributo. Quando a novembre 2019, con l’ordinanza 614 è emersa la scelta di rimodulazione del Cas, ho chiesto formalmente a Borrelli di posticipare i termini per la presentazione della documentazione, ma la richiesta non è stata accolta. Due giorni fa ho scritto nuovamente al Capo della Protezione civile Borrelli perché il Cas è una misura fondamentale di sostegno alle famiglie che vivono nei territori colpiti dal terremoto e va garantita, soprattutto alla luce dell’emergenza COVID-19 che rende ancor più complicati gli spostamenti delle persone verso gli uffici e il lavoro del personale che si dedica a verificare i requisiti dei beneficiari del contributo. Per le popolazioni terremotate presentare le dichiarazioni in questa situazione è impossibile. L’impegno della Regione Marche è sempre stato quello di facilitare i comuni e i cittadini affinché non perdano il sostegno che deve accompagnare le persone fino al rientro nelle proprie abitazioni. Ancor di più nella situazione drammatica che stiamo vivendo è fondamentale continuare a sentirsi una comunità e sentire che le esigenze dei cittadini delle Marche, già così duramente colpiti, vengono ascoltate dal governo che può cambiare, con le sue scelte, il corso della ricostruzione”.

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