L'entusiasmo che nei giorni scorsi pervadeva gli animi dei gestori degli impianti sciistici di Bolognola si è trasformato in delusione e rabbia.
Proprio per questo ieri, a seguito della decisione del governo di tenere chiuse le stazioni sciistiche fino al 5 marzo, la società Bolognola-ski ha consegnato al sindaco, Cristina Gentili, la divisa degli impianti sciistici.

Giacomo Zanchetti e Francesco Cangiotti direttore degli impianti della stazione sciistica di Bolognola non accettano la decisione comunicata agli operatori a meno di 12 ore dalla riapertura degli impianti: "Bolognola Ski sarebbe stata l’unica stazione da sci delle Marche a garantire sicurezza e ad essere pronta ad ospitare il 30% dei clienti così come imposto da regolamento - dicono - , un esempio virtuoso per la regione Marche che vede giovani imprenditori non arrendersi nelle innumerevoli difficoltà che questo territorio ha subito negli anni, lavorando sempre con entusiasmo e professionalità".

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Il sindaco con la divisa

“Abbiamo deciso di consegnare la divisa della nostra stazione sciistica, perché non è una questione di chiusura o non chiusura ma è una questione di dignità del lavoro, del modo -dice Giacomo Zanchetti - dietro a quella divisa ci sono tutti i nostri sforzi, i nostri ragazzi che insieme a tutta la società credono nel territorio e nelle sue potenzialità. La notizia di chiusura fino al 5 marzo è arrivata come una doccia gelida, senza alcun rispetto per le persone e per il lavoro. Ristori mai arrivati da marzo dello scorso anno e ora accumuliamo ulteriori danni economici relativi a gli investimenti che abbiamo affrontato solo perché abbiamo creduto nel nostro lavoro e abbiamo affrontato con la massima diligenza e rispetto tutti i protocolli”.

“Ennesimo rinvio, di una stagione mai iniziata - afferma Francesco Cangiotti, direttore degli impianti - che vede la delusione nelle istituzioni e la speranza ormai svanita di un rilancio di questo settore che è cardine di un’economia di un intera vallata”.

Il disappunto non solo nei confronti del governo centrale, ma anche verso la Regione che non ha preso prosizione: "Questo è un gesto simbolico, di grande disappunto  - scrivono -, nei confronti delle istituzioni “alte” e non dal nostro sindaco e dell’intera giunta che fin da subito hanno dimostrato la massima solidalità e vicinanza per noi gestori per l’accaduto. Sconforto anche nei confronti di tutte le autorità delle Marche che non hanno espresso nessun parere e nessuna presa di posizione, come accaduto in Veneto e Lombardia lasciandoci al completo abbandono".

GS




Chi avrebbe avuto la possibilità, questa mattina, sarebbe già stato sulle piste maceratesi per approfittare della neve scesa sabato scorso.
Invece sul più bello, è proprio il caso di dire, il governo ha fermato tutto.
Ha fermato una stagione che non aveva ancora fatto in tempo a decollare e, nonostante le perdite registrate dai gestori degli impianti, c'era comunque la volontà di approfittare degli ultimi weekend prima del bel tempo.
Giorni di speranze, investimenti e lavoro per preparare le piste, ma a 12 ore dall'apertura il ministro Speranza blocca tutto.
Comune la rabbia da parte dei gestori degli impianti di Sassotetto e Bolognola e anche dei sindaci.
"Le nostre attività non hanno un interruttore per accendere e spegnere in poco tempo - commenta Maurizio Tosoroni di Sarnanoneve - . Bisogna programmare, lavorare diversi giorni prima, battere le piste. Una situazione sempre molto difficile da gestire all'ultimo momento. Siamo rammaricati, ma prendiamo atto che debba prevalere la salute e la sicurezza dei clienti e dei collaboratori. A livello economico è stata una annata drammatica. Aspettiamo che ci siano degli interventi che ci permettano di guardare al futuro".

Stabilire la chiusura fino al 5 marzo significa, infatti, decretare la fine di una stagione mai iniziata, perchè sugli Appennini è difficile che le temeprature permettano di sciare dopo quella data.
Ma se chiudere gli impianti significa evitare i contagi e limitare la pericolosità della variante inglese, il sindaco di Sarnano, Luca Piergentili, si chiede quale differenza ci sia dal momento che ieri la sua città ha accolto comunque tante presenze: "Resto molto sorpreso da questa determinazione del governo - dice - . Noi abbiamo messo in campo tutte le forze per essere pronti a partire. La decisione sembra fuori luogo perchè ieri la montagna era comunque invasa da molte persone con chalet e ristoranti funzionanti. Che senso ha non aprire gli impianti - si chiede - . Questo è un danno a tutto l'indotto, non solo a chi cura la montagna, ma a tutta l'economia che lavora con lo sci e che coinvolge tutta la vallata". 

Amareggiato il direttore di Bolgnola Ski, Francesco Cangiotti, che su Facebook ha scritto: "Ci abbiamo creduto fino alla fine con le parole e con i fatti.
A 12 ore dal apertura, dopo giorni di lavoro e investimenti economici come la biglietteria elettronica, l’acquisto dei materiali di sicurezza covid, la battitura delle piste, l’innevamento artificiale, è imbarazzante tutto quello che sta accadendo.
Siamo di nuovo costretti ad annullare l’apertura della stazione e ormai decretare la fine della stagione sciistica mai iniziata.
Noi come tutti gli esercenti funiviari e con essi le professionalità del settore ci siamo visti imporre una chiusura totale, senza aver nemmeno un ristoro. Ci siamo accollati tutte le spese per garantire le varie apertura sempre vanificate, cercando di garantire sempre la massima sicurezza.
Ci riteniamo più seri del nostro governo, quindi nei prossimi giorni comunicheremo le modalità di rimborso degli skipass che sono stati acquistati online. Intanto avvieremo una azione legale nei confronti del governo per risarcimento danni".
Dura nei confronti del governo anche la sindaca di Bolognola, Cristina Gentili: "Un danno al paese e al morale. Mi viene da dire che forse è ora che al governo ci vada qualcun altro e che i ministri che ricoprono questo ruolo inizino a lavorare per capire cosa significa e quanti danni hanno creato.
Gli investimenti sono stati tanti e nessuno ha avuto ancora il coraggio di dire che li rimborseranno. Sono quasi cinque anni che, come sindaco, subisco le decisioni di chi è nelle alte sfere e che non conosce il territorio. Le emergenze vanno gestite a livello territoriale".

Sul tema, ha deciso di intervenire anche Roberto Poaloni, capogruppo di minoranza di Belforte del Chienti, con una nota a sostegno dei gestori degli impianti: "La trovo una scelta assurda - scrive - è  irrispettoso e incomprensibile. Pensare che il problema dei contagi siano gli sciatori significa non conoscere la realtà delle piste o aver visto un impianto di risalita nella propria vita.
I gestori degli impianti hanno investito e lavorato in questi giorni per la riapertura e ora con un preavviso ridicolo gli viene detto che non possono aprire.
Una vergogna - aggiunge - , è palese che chi decide non conosce la vita normale e non sa cosa significa avere una attività economica. Stavolta sono fortemente contrario per la scelta fatta dal governo e credo che si sia commesso un errore. Stiamo parlando di uno sport individuale che si pratica con guanti, occhiali, casco e sottocasco, nel quale il distanziamento è naturalmente garantito dalla lunghezza degli sci. Esprimo la mia vicinanza ai gestori degli impianti delle Marche e del resto d'Italia".

GS
Sulla riapertura degli impianti sciistici prevista per il 15 febbraio prossimo ci sono pareri contrastanti: c'è chi è consapevole che la stagione sia comunque finita e che le temperature non permetteranno comunque di tornare ad usufruire di tutte le piste e chi invece guarda il bicchiere mezzo pieno, sperando comunque in qualche giorno di divertimento sulla neve per far pesare di meno anche le spese da sostenere.

È questa la posizione di Francesco Cangiotti di Bolognola Ski: "Siamo fiduciosi nell'approvazione dei protocolli per partire con la stagione - dice - . La neve si è ridotta, ma è ancora presente. Siamo comunque fiduciosi che dopo il 15 arrivino altre nevicate per poter almeno iniziare e lavorare qualche fine settimana. In questo periodo - spiega - abbiamo attivato il sistema di vendita online, in particolare nel fine settimana contiamo di vendere gli skipass solo nella bigliettereia elettronica. Restare aperti per gli sciclub ci ha comunque permesso di mantenere sempre attiva la stazione e di continuare a mantenere i contatti con i più affezionati".

Più pessimista Maurizio Tosoroni di Sarnanoneve: "Purtroppo abbiamo avuto una settimana di Grecale - dice - che ha portato via oltre due metri di neve, anche se oggi ce n'è ancora non sarebbe sufficiente per garantire tutti gli impianti aperti.
Chiaramente, per essere sinceri, la stagione è andata. Non possiamo illuderci, né sperare l'impossibile. La stagione, soprattutto per la parte Appenninica, è buona da Natale al ponte dell'Epifania, quando c'è la possibilità di fare oltre il 75% del volume di affari di tutta la stagione.
In quel periodo, quest'anno, era capitato che tutti gli impianti fossero innevati.
Ci ha fatto ancora più male sapere che avremmo potuto lavorare bene e recuperare la perdita delle annate precedenti".

In quanto ai protocolli, Tosoroni non vede giusta l'uniformità per tutto il Paese: "Ogni località ha le sue particolarità - dice - . Gli Appennini bisogna classificarli diversamente rispetto alle stazioni Alpine. Prevedere normative orizzontali, che siano uguali per tutti, diventa complicato. Una eventuale ipotetica apertura a metà febbraio e di lunedì, per noi che facciamo turismo locale, non aiuta.
Tutti vengono da noi nel fine settimana e quindi arriviamo ai giorni del 20 e 21 febbraio. Chiaro che, arrivati a quel punto, la speranza di poter lavorare ancora molto si affievolisce".

GS


Oltre il danno la beffa è proprio il caso di dire in merito agli impianti sciistici Maceratesi che se negli altri anni erano costretti ad attendere la neve che non arrivava, in questa stagione hanno già preparato le prime piste ma rischiano di dover restare chiusi.
Nell'inverno del Covid accade anche questo e a spiegarlo sono i direttori dei due impianti funzionanti della provincia, Bolognola e Sassotetto.
"Abbiamo avuto le prime nevicate della stagione - dice Francesco Cangiotti di Bolognola Ski - e siamo riusciti a preparare anche qualche pista con l'aggiunta dell'innevamento artificiale, ora però resta la grande incognita sull'apertura. Ci auguriamo che questo nodo venga sciolto nelle prossime settimane per lavorare sotto le feste di Natale. In caso di esito negativo questo avrebbe una grossa ripercussione sull'indotto economico che gira attorno alla montagna. Sicuramente ci sarà un movimento da parte di tutta la categoria degli impiantisti e delle strutture ricettive collegate - dice - per chiedere un ristoro anche nei confronti del lavoro fatto in questi mesi per poter garantire l'apertura.
In termini economici restare chiusi una stagione significa fermare un grande indotto che direttamente e indirettamente fa lavorare tuta la vallata. Per gli esercenti rappresenta una grossa perdita sia in termini di clienti che sono fidelizzati da anni, ma anche dal punto di vista economico visto che abbiamo sostenuto, nei mesi autunnali, diversi costi legati alla preparazione degli impianti ed ora andrebbero a gravare ulteriormente sui bilanci della società". 

In linea sulla necessità di ristori come per le altre categoria anche Maurizio Tosoroni di Sarnanoneve, ma il direttore apre un'altra questione che è quella riguardo l'ordine pubbli: "Tutti vogliamo lavorare - ammette - ma bisognerebbe rispettare le disposizioni nazionali ed internazionali per quello che riguarda la stagione sciistica. Più che un pressing sulle istituzioni, io mi sento di dire che ad un incosciente coraggio preferisco la prudenza. Bisogna garantire la sicurezza agli sciatori e noi possiamo garantirla solo nella fruibilità degli impianti, ma non sugli afflussi. Per onestà intellettuale - si chiede - bisogna dire che se c'è una domenica di sole con tanta neve e arriva qualche migliaio di persone chi garantisce sui parcheggi e davanti alle baite? Noi possiamo gestire il flusso sugli impianti, ma se facciamo salire una sola persona nelle segiovie le code diventano più importanti. Bisogna capire come vanno gestite queste situazioni. Vigliamo lavorare - conclude - , c'è la necessità di compensare questa mancanza di lavoro con i ristori come è stato fatto per le altre categorie, ma suggerisco prudenza nel fare troppe promesse che poi si possono rivelare non sagge".

GS

*Foto BolognolaSki




Che le limitazioni per il virus possano far scoprire la bellezza della montagna anche ai più scettici?
Le cime dei Sibillini, abituate ormai a guardare il lato positivo di ogni cosa, non si arrendono al termine di una stagione in cui prima non ha nevicato e poi, quando la neve c'era, non si poteva sciare. Anzi guardano al futuro e ai cambiamenti dettati dal virus come motivo di ripartenza e di rilancio.
È quello che ha deciso di fare BolognolaSki, a partire già dal prossimo fine settimana: "Lo Z Chalet ricomincia con il servizio take away - spiega il direttore degli impianti, Francesco Cangiotti - grazie al quale è possibile prenotare e ritirare lo zaino o la gluppa. A questo cestino aggiungeremo una pianta con dieci itinerari adatti ad ogni difficoltà. Consegneremo anche un Qr code con una playlist di musica da ascoltare durante la passeggiata".
Una montagna che riparte lentamente e che concede libero sfogo a chi da tanto attendeva di uscire di casa: "Da lunedì - commenta Cangiotti -  qualche camminatore e ciclista, sempre in maniera solitaria, è tornato a rifrequentare la montagna e ci aspettiamo che le prossime settimane vedano una crescita di visitatori. Ci auguriamo che l'emergenza volga presto al termine per vedere ristrette anche le limitazioni".
Quella che sta per cominciare sarà una estate diversa da quelle passate, è possibile che la montagna abbia il suo riscatto e che anche gli amanti del mare, costretti quest'anno a tante regole da rispettare, scelgano di scoprire la montagna.

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"Noi ci crediamo molto - ammette il direttore di BolognolaSki - . È per questo motivo che questa sarà la prima estate in cui BolognolaSki aprirà i battenti. Dal mese di giugno entrerà in funzione, tutti i fine settimana, il tapis roulant della Madonnina che servirà un'area completamente studiata per le bike; da agosto, invece, saremo aperti tutti i giorni. Ci sarà un grande camposcuola dedicato ai bambini e ai principianti che vogliono avvicinarsi al mondo delle mountain bike. Saranno create strutture in legno e pedane per cimentarsi sui percorsi e sarà attivo anche il tappeto che d'inverno viene utilizzato per lo snowboard, a servizio dei bikers per i più esperti.
Per gli amanti della natura e della tranqullità e per chi invece vuole avvicinarsi alla montagna sarà operativo un servizio di gite organizzate con gli accompagnatori e diversi gradi di difficoltà e lunghezza".
L'idea di Bolognola di non attendere la neve per mettere in mostra le proprie bellezze potrebbe quindi essere un motivo di rilancio turistico non solo in tempi di virus, ma anche e soprattutto per le prossime stagioni, affinchè i Monti Sibillini, che nulla hanno da invidiare alle altre mete turistiche, diventino punto di riferimento per gite e attività di tutto l'anno.

Giulia Sancricca
L'impegno di chi ama la montagna si è fatto più forte anche in questo momento di difficoltà. Francesco Cangiotti di Bolognolaski ha deciso di stupire ancora una volta.
Dopo l'albero di Natale più in alto delle Marche, la vetta della Madonnina a 1408 metri di altezza si è tinta del tricolore per diffondere un segno di speranza contro il coronavirus.
Un segnale che illumina la montagna proprio nei giorni in cui la coltre bianca è tornata a ricoprirla e, se non ci fosse stata l'emergenza sanitaria, gli impianti avrebbero accolto centinaia di sciatori in vista delle festività di Pasqua.
Francesco Cangiotti, insieme ad Antonella De Santis, presidente della Pro Loco e a suo marito, già autori dell'albero di Natale che ha riscosso tanto successo, si sono così rimboccati le maniche, mettendo di nuovo in pratica la loro fantasia.

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"In questi giorni - dice Cangiotti - abbiamo pensato di regalare un segno di speranza e di unione perché sono questi i principi che ci contraddistinguono. In questi giorni la neve è venuta a farci visita, purtroppo non potremo godere di quel magico manto bianco. Abbiamo, in questi giorni, vissuto paure e angosce, timori e dolori, ma volevamo fare qualcosa di più per far sentire il nostro affetto. Il monte della Madonnina è ormai diventato un simbolo per Bolognola e Pintura: è lo scenario dei bambini con i bob, è lo scenario dell’albero più in alto delle Marche e, nella sua vetta, la Madonnina guarda tutti noi, perciò abbiamo pensato di illuminare la vetta con i colori dell’Italia".
Un'idea che è subito stata condivisa dal sindaco e dai giovani della Pro Loco che, ancora una volta, hanno dimostrato di essere così orgogliosi di queste montagne da renderle speciali anche in un periodo buio come questo.
Anche se le restrizioni non permettono di vedere la montagna illuminata da vicino, è visibile sul sito di Bolognolaski, dal tramonto all’alba, rigorosamente a casa.

GS
Oltre il danno la beffa, è proprio il caso di dire, per chi ha atteso tutto l'inverno che arrivasse la neve per mettere gli sci ai piedi e, ora che anche le cime Maceratesi si stanno ricoprendo di coltre bianca, non è possibile farlo per il Coronavirus.
E' il paradosso di chi con la neve ci lavora, come Francesco Cangiotti, direttore di Bolognola Ski che ammette: "Quest'anno è stata veramente una stagione molto difficile. Credo la più brutta dagli ultimi 20 anni. Non abbiamo avuto alcuna precipitazione nevosa per tutto l'inverno e ora che abbiamo chiuso tutto a causa dell'emergenza sanitaria è arrivata la neve. Abbiamo sciato qualche giornata grazie all'innevamento artificiale, ma con la nevicata di oggi che proseguirà nei prossimi giorni avremmo potuto aprire gli impianti per questo fine settimana e anche in occasione delle festività pasquali, invece ci toccherà attendere l'anno prossimo. Questa neve, da un lato sarà favorevole per gli approvvigionamenti idrici, ma noi che lavoriamo in questo settore la guardiamo con rammarico".
Allora Cangiotti fa il punto sulle perdite: "Abbiamo avuto un calo degli incassi dell'80% rispetto allo scorso anno - dice - . Abbiamo dovuto sostenere le spese per la produzione di neve artificiale che ci ha consentito di poter sciare, ma per noi gestori è molto dispendiosa. Poi si aggiungono le spese fisse e di manodopera che dovremo effettuare nelle prossime settimane per smontare le reti e preparare la stazione all'estate. Ci prepariamo ad avere un forto deficit che speriamo di colmare la stagione successiva".

GS

A Bolognola c’è già aria di Natale; tutto è pronto per l’inizio della stagione sciistica e i cannoni per l’innevamento artificiale sono pronti per poter entrare in funzione non appena le temperature scenderanno sotto lo zero. Fiducioso è il direttore impianti delle Funivie Bolognolaski srl, Francesco Cangiotti “ confidiamo nelle buone previsioni meteo dei prossimi giorni per poter aprire gli impianti e le piste al più presto; intanto da questo fine settimana è prevista la riapertura invernale anche del rifugio ZChalet”. Sabato 8 dicembre evento in perfetto stile natalizio, grazie all’attivissima Proloco di Bolognola che in questi giorni si è adoperata per l’addobbo di un bell'albero in piazza a Bolognola e dello spettacolare albero luminoso a Pintura, che posizionato oltre i 1400 metri di quota rappresenta l’albero più alto delle Marche. E’ prevista l’accensione dei due alberi sabato pomeriggio rispettivamente alle ore 16:30 in piazza e alle ore 17:00 a Pintura per festeggiare l’inizio delle festività natalizie, che vedranno una serie di eventi tra il 25 dicembre e il 6 gennaio.

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