Un impegno in prima linea quello dell'arcivescovo Francesco Massara per la vicenda della ex Jp Industries, adesso Indelfab, di Fabriano.
Se, infatti, dalla sua nomina nella diocesi di Camerino-San Severino si è occupato quotidianamente del terremoto e della ricostruzione, prendendo ferme posizioni nei confronti delle istituzioni, dopo aver assunto anche la guida della diocesi di Fabriano-Matelica si è impegnato per il terremoto economico che interessa quel vasto territorio.

Tre gli incontri a cui Massara ha partecipato nella giornata di ieri: prima con 50 dipendenti, poi con le rappresentanze sindacali di Fim, Fiom e Uilm, infine con il Tavolo sociale a cui hanno partecipato i cinque sindaci di Serra San Quirico, Cerreto D'Esi, Fabriano, Sassoferrato e Genga, la responsabile del centro per l'impiego e diverse associazioni di categoria.
La questione è appunto quella dell’avviata procedura di messa in mobilità per i 584 dipendenti dell’azienda.

"È emerso un grande disagio da parte degli operai - dice l'arcivescovo Massara - che vedono sfumare il loro lavoro e la loro dignità. C'è stato un momento di solidarietà, di ascolto e anche di proposte da portare ad un tavolo nazionale del Governo affinchè si possa risolvere in modo definitivo questa situazione.
La richiesta principale riguarda la salvaguardia del lavoro perchè senza lavoro non c'è dignità e la cassa integrazione è solo un palliativo che non risolve i problemi delle famiglie.

È stato un momento di ascolto fraterno - aggiunge - dove gli operai hanno espresso le loro paure a cui i sindacati cercano di far fronte per questa situazione che si protrae da 12 anni.
La zona del territorio di Fabriano ha un terremoto economico che si potrae da alcuni anni e a cui va data attenzione perchè altrimenti porta al disastro di tante siutazioni familiari. Basti pensare che il centro di ascolto ha ascolta in 8 mesi circa 1240 persone".

Un problema, quello dell'intero territorio, emerso anche dall'incontro con il tavolo sociale: "Abbiamo fatto una riflessione sulla situazione del territorio e sono state fatte proposte di incontrarsi periodicamente, non solo per una analisi dei problemi, ma per fare proposte concrete sia per i disagi sociali che per nuove prospettive di lavoro che superano la produzione di un monoprodotto su cui si è concentrata l’area industriale del fabrianese. È necessaria una diversificazione delle attività produttive - conclude - che possano dare una boccata di ossigeno anche con la valorizzazione del grande patrimonio artistico, culturale e ambientale".

GS




È emerso che la zona Montana ha bisogno di una grande attenzione per le infrastrutture il rilancio industriale le scuole e tutti i servizi che rischiano di scomparire per eventuale lo spopolamento dell’intero territorio montano 
Cgil, Cisl e Uil uniti nel chiedere chiarezza alla Giessegi Mobili di Appignano che intende riprendere l’attività lavorativa per poter evadere gli ordini di Dubai.
"C'è una grande preoccupazione - dice Filomena Palumbo della Uil - perchè da una realtà come la Giessegi attendevamo di essere convocati per sviluppare insieme qualcosa di propositivo per garantire ai lavoratori la sicurezza di cui hanno bisogno. Non stiamo parlando di una piccola bottega, ma di una azienda che ha circa 400 dipendenti tra interni ed esterni e con cui sarebbe importante condividere un percorso di sicurezza e tranquillizzare anche i dipendenti.
Per non perdere i contatti avremmo avuto tanti strumenti - spiega - , i dipendenti meritano sicurezza, è impensabile riaprire una realtà di quella grandezza senza avvisare sindacati ed Rsu, in un momento come questo". 
La preoccupazione dei sindacati, accanto alla riapertura del mobilificio, si concentra anche sulla volontà dimostrata da Confindustria Marche di voler riaprire le aziende, ritenute dal presidente regionale "il luogo più sicuro rispetto ai contagi".
Anche su questo è chiara la risposta di Filomena Palumbo: "L'azienda è il luogo più sicuro se lo rendiamo sicuro - dice - ma per rendere sicura l'azienda ci voglio soldi. L'azienda deve investire denaro, non in assicurazioni qualora il dipendente di ammali, ma per riorganizzazione le postazioni di lavoro e consegnare il materiale protettivo.
Proviamo solo ad immaginare - prosegue - cosa significa riaprire una grande azienda dove i dipendenti si recano nello stesso bagno e quanti di loro, in quel bagno, tolgono la mascherina. Dobbiamo studiare i sistemi per evitare il contagio. L'ambiente di lavoro può essere sicuro se viene reso sicuro, ma attualmente non siamo stati chiamati da nessuno per valutare come riaprire le aziende.

foto filo3
Filomena Palumbo

Noi non vogliamo che le imprese si fermino, vogliamo tutelare i diritti e la salute dei lavoratori sul posto di lavoro e se il Covid 19 impone che il modo di fare impresa deve cambiare, così deve essere.
Molte realtà - conclude - ancora non forniscono i dispositivi di protezione individuale, quindi faccio fatica a pensare a come possano riaprire in un periodo di emergenza". 

Al mondo del lavoro e all'emergenza Covid 19 sarà dedicato un primo piano nel prossimo numero de L'Appennino Camerte in uscita la prossima settimana.

GS



Non è una situazione particolarmente negativa ma nemmeno del tutto rosea quella di Tolentino. Qualcuno, come Umberto Pietroni di Confindustria Macerata, l’ha definita un’isola felice mentre secondo qualcun altro, come Marco Isabettini ritiene che per Tolentino l’area di crisi complessa Fermo e Macerata possa essere un’opportunità.

Di impresa e lavoro si è parlato ieri sera a Tolentino, a Palazzo San Gallo, in uno degli incontri organizzati da Tolentino Popolare. Folta la partecipazione e interessanti gli spunti di riflessione emersi, dai dati alle idee che potrebbero aiutare la città ad una crescita. 

“Ci tenevamo molto ad avere una fotografia della situazione - commenta Alessandro Massi - e abbiamo capito che è un po’ stagnante. È innegabile che il lavoro è il futuro di questo territorio e se c’è lavoro, investimenti di imprese, ci sarà anche sviluppo. Sono emersi dati positivi, come la ripresa della pelletteria, della domanda di lavoro, ma al tempo stesso ci sono stati dei campanelli di allarme. C’è stato l’appello alla formazione, a investire nella scuola perché da qui a breve ci sarà tanta domanda di lavoro che rimarrà inevasa dal momento che mancheranno le figure professionali”.

La serata è servita per prendere coscienza su ciò che va migliorato. Si è parlato di rete di imprese, giacché il concetto di “piccolo è bello” non sta più portando crescita a chi è rimasto legato a quel modello. “La politica deve essere motore di aggregazione, dare risposte e essere uno spazio di condivisione per quelle imprese che da sole non riescono ad accedere ai fondi, ad esempio. Da qui insomma si può partire per un nuovo modello di sviluppo economico”. L’attività di Tolentino Popolare, dopo il primo incontro sulla cultura con Vittorio Sgarbi e l’onorevole Andrea Cangini e dopo la serata di ieri, non si ferma. A breve, col nuovo anno, si parlerà di giornalismo, fake news, odio, e probabilmente sarà affrontato anche il tema del giornalismo di inchiesta: “Stiamo contattando vari personaggi e ci sono anche altre tematiche da affrontare come quello del commercio. A Tolentino - conclude Massi - purtroppo ci sono difficoltà di negozianti. Da qui al 31 dicembre chiuderanno ben quattro attività nel centro storico. E in ultimo il grande tema della scuola, non solo come strutture ma come concetto di istruzione”.




(Approfondimento sul prossimo numero de L’Appennino Camerte)




Gaia Gennaretti


Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: la pensa così l'86% degli abitanti delle Marche, secondo i quali il cosiddetto smartworking – laddove applicabile - riduce lo stress (38%), dà il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (26%) e permette di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (22%). È il dato che emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare1, che ha indagato la percezione dei marchigiani sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.

L'attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori. In ufficio, il principale fattore di rischio, a detta di quasi un abitante delle Marche su due (41%), è lo stress, con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale. Seguono la postura (22%) e la sedentarietà (21%), mentre il 10% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vistaIn un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un'attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (28%), seguito dall'eventualità di cadute e infortuni (28%) e per una quota analoga dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi. Ma che cosa porta ad “ammalarsi” di lavoro? Per oltre un marchigiano su due (55%), la prima causa è la sottovalutazione dei rischi, seguita dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (38%) e dall'inadeguatezza dell'ambiente di lavoro (34%). Per un ulteriore 17%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore. L'azienda stessa, tuttavia, può fare la sua parte e prendersi cura della salute e del benessere dei dipendenti. I marchigiani hanno le hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (47%), la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (31%), una polizza sanitaria (26%) e incontri con uno psicologo del lavoro (22%). In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, deve fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (69%), garantire il rispetto delle normative (62%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (34%). “Questa nuova ricerca del nostro Osservatorio sul welfare, giunto alla terza edizione, - commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo - ha delineato un quadro preciso delle percezioni e delle preoccupazioni degli italiani sui fattori e i modi in cui l'attività lavorativa può condizionare la salute individuale. Una risposta efficace a questi temi e a questi bisogni arriva dal welfare, in cui Reale Mutua ha una grande esperienza. Da sempre mettiamo a disposizione sia dei singoli sia delle imprese per i loro dipendenti numerose soluzioni per la tutela della salute e del benessere, come prestazioni mediche, visite e check up clinici, anche a scopo preventivo, e un'ampia gamma di benefit per la cura del wellness e la soddisfazione dei lavoratori.”

1 Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.

 

Cinquanta giovani marchigiani di età compresa tra 18 e 25 anni compiuti in condizione di Neets* (che non lavorano, non seguono studi né formazione) avranno l’opportunità di fare esperienze lavorative attraverso tirocini retribuiti grazie ad una rete di percorsi personalizzati che coniugano l’orientamento professionale con la formazione e la pratica sportiva.

E’ l’obiettivo del progetto “Campioni del mondo!”, percorso integrato sperimentale nella regione Marche, finanziato dal POR Marche FSE 2014/2020 e attuato da una associazione temporanea di imprese, con capofila il Cescot Pesaro, aggiudicataria dell’intervento.

“Si tratta di un bando rivolto ai giovani che non lavorano e non studiano, – spiega l’assessore al Lavoro, all’Istruzione e alla Formazione Loretta Bravi - un target difficile da intercettare. Lo scopo è avvicinare questi ragazzi, attraverso lo sport, al mondo della formazione e al tirocinio per favorire la loro inclusione sociale, una vita di squadra e restituire una motivazione a chi l’ha persa. Si tratta di una iniziativa sperimentale: per ora coinvolgiamo qualche decina di ragazzi per vedere se funziona ed eventualmente siamo pronti a rimpinguare l’intervento”.

 

Le domande di iscrizione dovranno essere consegnate a mano o inviate a mezzo lettera raccomandata A/R (farà fede il timbro postale) entro e non oltre il 16/06/2018 redatte su apposito modello scaricabile dal sito www.cescotancona.it.

I giovani selezionati saranno inizialmente indirizzati in un percorso di 6 ore, tra orientamento / profiling e bilancio delle competenze, che li aiuterà ad acquisire consapevolezza delle proprie competenze, capacità di attività sportive, aspirazioni formative e professionali.

La selezione dei 50 giovani Neets avrà l’obiettivo di individuare 4 gruppi che inizieranno un percorso formativo interamente gratuito di 400 ore per circa 6 mesi, al termine del quale conseguiranno un attestato di qualifica di I livello:

-14 giovani Neets residenti nella provincia di Ancona: aiuto cuoco.

-13 giovani Neets residenti nella provincia di Macerata: aiuto cuoco.

-10 giovani Neets residenti in provincia di Pesaro-Urbino: addetto riparazione / manutenzione / verifica apparecchi / sistemi / macchine sistemi termo idraulici.

-13 giovani Neets, di cui 9 della provincia di Ascoli Piceno e 4 della provincia di Fermo: addetto riparazione / manutenzione / verifica apparecchi / sistemi / macchine sistemi termo idraulici.

Parallelamente al corso di formazione, i giovani selezionati inizieranno un percorso sportivo gratuito, quale misura di accompagnamento del progetto formativo, all’interno di associazioni e società sportive marchigiane nelle quali parteciperanno ad attività sportive attrattive e inclusive, con valenza di “lavoro di squadra”. Gli allenamenti avranno un contenuto sportivo di qualità, con un’attenzione particolare ad aumentare l’autostima e la considerazione personale dei partecipanti, al rispetto delle regole, a ragionare per obiettivi, ad impegnarsi ed allo spirito di squadra.

Al termine del percorso formativo-sportivo, è prevista, per i migliori selezionati, la realizzazione di 25 tirocini retribuiti, dell’importo mensile di 450 euro per 6 mesi da svolgere presso imprese e studi professionali della regione.

 sport lavoro

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE

In base alla provincia di residenza ed al corso scelto, il candidato presenterà a domanda ad uno dei seguenti indirizzi:

  • ·per il corso che si svolge a Pesaro: Cescot Pesaro, via Salvo d’Acquisto 9 - 61121 Pesaro.
  • ·per il corso che si svolge a Senigallia (An): Cescot Ancona, via Abbagnano 3 – 60019 Senigallia.
  • ·per il corso che si svolge a Macerata: Cescot Macerata, via Giovanni XXIII 45 – 62100 Macerata.
  • ·per il corso che si svolge a San Benedetto del Tronto (Ap): Cescot Ascoli Piceno e Fermo, via Manara 134 – 63074 San Benedetto del Tronto (Ap).
Sbloccate le assunzioni nelle Regioni senza esuberi, le Marche tra le prime ad ottenere la liberatoria

Il Dipartimento della Funzione pubblica, in attuazione all’art. 1, comma 234, della legge di stabilità 2016, ha stabilito il ripristino delle ordinarie facoltà di assunzione negli Enti territoriali situati in quattro regioni senza esuberi, tra cui le Marche, nelle quali si è completata la ricollocazione del personale delle Province. Nel dettaglio, si legge in una nota del ministero della P.a, visto “l'esiguo numero di personale in soprannumero degli enti di area vasta, le ex Province, sono ripristinate le facoltà di assunzione e le procedure di mobilità delle Regioni Emilia Romagna, Lazio, Marche e Veneto e degli enti locali che insistono sul loro territorio".

Un’ottima notizia per le Marche “tra le prime Regioni ad aver ottenuto la liberatoria per procedere con lo sblocco delle assunzioni di personale e  al completamento dei processi di mobilità” commenta con soddisfazione l’assessore agli Enti Locali, Fabrizio Cesetti, che aggiunge che tale misura “è dovuta anche all’attuazione della legge regionale 13/2015 relativa al riordino delle funzioni esercitate dalle Province”.  

Pagina 2 di 2

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo