Molta attesa per la visita del premier Giuseppe Conte che sta per atterrare a Ussita, come da programma, per l'incontro con i sindaci del cratere a Castelsantangelo sul Nera.
Secondo le prime indiscrezioni il premier arriverà intorno alle 16.30 a Castelsantangelo dove si recherà subito nella zona Sae per visitare i terremotati e scattare una foto di rito con il primo cittadino, Mauro Falcucci. Successivamente, senza la presenza della stampa, andrà in visita alla zona rossa insieme al sindaco, approfittando di qualche minuto di colloquio. Dopo il percorso nella zona più colpita, Giuseppe Conte incontrerà 87 sindaci del cratere nella struttura in legno donata al Comune di Castelsantangelo per una riunione dove gli amministratori potranno esporre la situazione al premier. Solo al termine dell'incontro sarà concesso l'incontro con i giornalisti.
Al momento solo la stampa ad attendere Giuseppe Conte, come si può vedere dalle foto. Ancora nessuno dei manifestanti che avevano annunciato una possibile presenza.

Aggiornamento 15.25: Tra coloro che potranno partecipare alla riunione sono i Comitati del coordinamento Terremoto Centro Italia.Sono presenti i rappresentanti di Ussita, Pieve Torina, Caldarola, Camerino e Tolentino. Antonella Gamberoni, in rappresentanza di Camerino dice: "Ci aspettiamo di essere ascoltati, ma forse l'ascolto è l'unica cosa che non è mai mancata. Ci auGuriamo che da questi incontri possa arrivare una risposta concreta. Non si può più attendere. Sono molte le richieste sul tavolo, speriamo di avere buone orecchie e buona testa dall'altra parte". Nel frattempo sono arrivati il presidente della Regione, Luca Ceriscioli e l'Arcivescovo Francesco Massara.

Aggiornamento 15.50: "Il buongiorno si vede dal mattino - dice Luca Ceriscioli al microfono di Radio C1 citando un detto - . Devo dire che questa ripartenza di Conte ha segnato ciò che era un po' mancato negli ultimi mesi. Ricordo la visita del Papa a Camerino con la volontà di accendere un riflettore sul sisma dove non si era presentato nessuno del Governo. Secondo me con quello che è avvenuto dopo, il fatto di inserire nel programma tre punti importanti per la ricostruzione, la seconda visita ufficiale del premier riguarda le Marche, credo che sia stata ritrovata l'attenzione. Un punto di partenza che può produrre i frutti che non ci sono stati fino ad oggi". 

Aggiornamento 15.55: Intervistata dall'inviata di Radio C1 anche il Prefetto, Iolanda Rolli: "Il presidentr Conte - dice - , inserendo questo viaggio nella sua agenda piena di impegni dà un segnale di profonda attenzione al nostro territorio. Un territorio profondamente ferito dal sisma del 2016. Un territorio che ha bisogno dell'attenzione di tutto il Governo per ricominciare a sperare nel futuro".

Aggiornamento 16.05: In attesa dell'arrivo del premier il primo cittadino di Castelsantangelo, Mauro Falcucci, accoglie i suoi colleghi del cratere e i rappresentanti intervenuti. "Ascoltiamo con attenzione e auspichiamo che il premier ci dica cosa farà domani per il terremoto - dice - , allora partiamo col piede giusto. Noi possiamo solo ricordare e integrare se c'è qualcosa che magari è sfuggito, peò aspettiamo una risposta pratica, i fatti. La teoria la sappiamo tutti, abbiamo 84 ordinanze che evidenziano quello che non ha funzionato. Bisogna correggere il tiro. Chiederò di fare una legge affinchè ci sia un futuro non solo per la ricostruzione, ma anche per chi rimarrà, per avere prospettive per i giovani. Se vogliamo che i giovani scelgano la montagna per vivere ci devono essere delle agevolazioni. L'Europa non può non accogliere questa istanza. Sappiamo cosa chiedere, aspettiamo risposte concrete".

Aggiornamento 17.20: Alle 17.15 circa, il premier Conte è arrivato a Castelsantangelo e si è recato all'interno di un bar per prendere un caffè insieme ad alcuni cittadini. Subito dopo il momento di accoglienza da parte del sindaco Mauro Falcucci, il capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, il commissario straordinario Piero Farabollini. Insieme sono entrati nella zona rossa per un sopralluogo. A momenti ci sarà l'appuntamento con 66 degli 87 sindaci del cratere che erano attesi e che sono già in pronti per il confronto all'interno della struttura polivalente.

Aggiornamento 17.30: Si è fatta strada tra la gente per mostrare al premier Conte lo striscione portato da Ussita, il suo paese colpito dal sisma. "Conte, contiamo su di te" ha scritto Noemi Orazi che ai microfoni di Radio C1 ha dichiarato: "Voglio dire di andare avanti, non mettere più ostacoli ma facilitare la ricostruzione. Da Ussita la gente non se ne andrà, è un posto troppo bello. Noi abbiamo una pista del ghiaccio olimpionica, gli impianti sciistici. Strutture che davano lavoro alle famiglie e vogliamo continuare a dare un futuro ai nostri figli. Possiamo tornare a quello che c'era prima e anche migliorarlo. Io ho fiducia, io ci credo!".

Aggiornamento 17.45. Il presidente del Consiglio ha fatto il suo ingresso all'interno della sala polivalente dopo aver compiuto un giro veloce all'interno dell'area sae ed essersi intrattenuto qualche minuto con gli abitanti. All'interno della "casa degli amici del Trentino" oltre ai sindaci anche rappresentanze dell'Anci e del Coordinamento Terremoto Centro Italia.

Aggiornamento 19.40.  Dopo circa due ore di colloquio e ascolto seguito dal suo intervento finale avvenuto a porte chiuse, il Premier Conte si è diretto verso i giornalisti.
"Non sono venuto qui a vender fumo nè a prospettare mirabilia- ha detto- Sono venuto per fare il punto della situazione e aggiornarmi sulle criticità. La ricostruzione di questi territori martoriati che dai terremoti hanno derivato una grande ferita, èuna priorità del governo e l'ho detto anche chiedendo la fiducia al parlamento: questo è ilgrande impegno che ho preso per queste comunità locali a nome di tutto il governo. Oggi come le altre volte sono venuto a ragionare su questioni concrete e problemi critici, su come ad esempio risolvere il problema delle pratiche della ricostruzione privata che non vanno avanti, sul problema della ricostruzione pubblica. Ho preso pagine e pagine di aggiornamenti sulle questioni critiche e, da domani siamo al lavoro per risolverle; iniziamo da una legge e da un testo unico sulla ricostruzione che sicuramente va adottato e ordinato e ci stiamo già lavorando- ha continuato Conte- Dobbiamoassolutamente accelerare lo smaltimento delle pratiche per la ricostruzione privata e ho già fatto su questo un appello pubblico: non consentiremo più proroghe per quel che riguarda la presentazione delle domande per i danni lievi percui, il 31dicembre 2019 è la scadenza ultima: si affretti chi vuolela ricostruzione. Dobbiamo avere un progetto di ricostruzione finalmente definito". Conte ha dunque evidenziato la volontà di varare una volta per tutte un progetto normativo ad hoc per la ricostruzione  " Dobbiamo assumerci la volontà politica, e questo governo può farlo, per adottare un testo normativo che valga per tutte le ricostruzioni future". Ha poi anticipato che un sottosegretario alla presidenza ( Mario Turchi) sarà dedicato agli investimenti e alla programmazione economica e di una taskforce appena costituita che funge da cabina di regia per gli investimenti. ascolto dei sindaci durante la riunione nonchè dei delegati dei cittadini alcuni dei quali già sentiti durante le consultazioni nella fase di formazione del governo. " Un decisore politico non può fare promesse e passerelle. Viene qui umilmente, prende appunti, si confronta, studia e poi torna a Roma dove si decide. In questo momento dobbiamo ragionare per la soluzione di problemi concreti".

Aggiornamento 20.15. La giornata del Presidente del consiglio si conclude con un panino al ciauscolo consumato prima di ripartire nei locali della norcineria, invitando a fare la spesa nei negozi che hanno riaperto dalla piazzetta del paese. Prima di affrontare il viaggio di ritorno nella capitale, si è intrattenuto ancora con gli abitanti di Castelsantangelo, scambiando con loro qualche parola d'incoraggiamento a non mollare. 

Approfondmento della giornata sul prossimo numero di Appennino Camerte.

Terminata la riunione il Premier esce dalla sala polivalente 
il premier esce dalla sala polivalente


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il sindaco Mauro Falcucci di Castelsantangelo sul Nera e il presidente Luca Ceriscioli

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l'arrivo dell'Arcivescovo Francesco Massara 

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Il Presidente della Provincia Pettinari e il Presidente della Regione Luca Ceriscioli

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l'arrivo del premier Conte e l'Arcivescovo Massara

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Noemi Orazi con uno striscione per Conte

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“ Non perda tempo a fare visite ma faccia i provvedimenti” Così il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci in risposta al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha dichiarato quale suo primo impegno pubblico, la visita nelle zone terremotate.
Le visite non servono– continua Falcucci- Sanno già tutto e qualora ci fosse bisogno di ulteriori dettagli, siamo pronti a fornirli. Nulla è cambiato dall’ultima visita del Presidente Conte nelle zone colpite, anche se in verità ha toccato altri luoghi e qui da noi non è mai venuto”.Stanchezza ed esasperazione, prendono il sopravvento nelle parole di quello che è stato uno dei primi cittadini più battaglieri, pronto a tenere alta la voce sul rischio dell’abbandono, sulle enormi difficoltà di un paese devastato già dalle scosse dell’agosto 2016. 
“ Se, come dichiarato, ci sarà davvero la volontà di dare priorità alla ricostruzione, dico solo che si vuol darle un significato diverso, aspettiamo solo i fatti. Fino all’infinito abbiamo ripetuto che conoscono tutto, compresi i punti deboli. Di immagini ce ne sono quante se ne vuole, quello che manca sono le norme che servono per ricostruire e per dare futuro e, almeno per quel che riguarda la nostra terra, norme per la montagna e per darle una prospettiva. All’infinito abbiamo ripetuto che è necessario mettere in pratica la Legge sulla montagna, pensare ad una zona fiscale, alla creazione di una Livigno da calare sull'Appennino e in misura ottimale, affinché poi possa attuarsi un vero mantenimento del territorio montano. Se vogliamo salvare questi territori, è necessaria una misura mirata, che non sia erga omnes, ma contenga magari possibili accorgimenti anche per chi è vicino, altrimenti la strada è irrimediabilmente segnata. Adesso staremo a vedere questa ennesima prova: è il quarto presidente del consiglio che passiamo e che già abbiamo avuto modo di conoscere, c’è un Ministro delle infrastrutture che è già stato Commissario per la ricostruzione. Credo che nulla si possa aggiungere di più se non finalmente i fatti. Niente visite e nessuna passerella: solo norme, fatti, celerità e, certezze, se ce le vogliono dare. Non più promesse e illusorie attenzioni per cortesia”.
Di questioni lasciate isolate e troppo a lungo mollate da parte, parla anche il sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia che a questo punto, interpretando un pensiero comune a tutti i colleghi impegnati a fronteggiare il disastro, si augura un effettivo cambio di passo.
"E’ tempo di riaccendere i riflettori sui veri problemi di un territorio flagellato dove, ormai da tre anni,  la luce è fioca molto lontana e appena appena accennata. Mi auguro che alle parole del Presidente segua una luce accesa  che davvero  ci faccia vedere la fine del tunnel perché la gente è sfinita. L' augurio di tutti, è che le parole della priorità si realizzino in concreto; che il premier venga a vedere quello che è stato e cosa stanno subendo le popolazioni. Personalmente nutro speranza ma attendo che alla mia speranza seguano fatti che garantiscano ricostruzione e sviluppo attraverso misure adeguate che possano favorirlo. Anche su questo siamo stanchi di ripeterlo: non erano passati che pochi mesi dal sisma quando con il compianto Dario Conti andammo a Roma per chiedere un qualcosa di diverso per superare il disastro dei territori, e nulla si è visto". E il riferimento è anche alla più volte richiamata e mai attuata distinzione del cratere per fasce di danno. "  Il cratere va diversificato e, anche su questo punto fondamentale, mi auguro un’attenzione maggiore e concreta dal nuovo governo . Non ci si può lasciare relegati, solo ed esclusivamente, a dei provvedimenti che vengono inseriti all'interno di altri disastri come Genova, Ischia o Catania. Questo non è possibile. Noi siamo un territorio fortemente colpito e che fermo dagli ultimi anni, sta conoscendo un sempre più frequente abbandono. Non ce lo possiamo permettere!" 
E' dello stesso avviso, Gianluigi Spiganti Maurizi, titubante ad esternare commenti prima di una qualche proposta concreta che faccia seguito alle dichiarazioni del premier.
  “ Nell’arco di tre anni- afferma il sindaco di Visso- i segnali non sono mancati, quello che però non si è visto è la base di tutto il resto: la ricostruzione, la semplificazione e rivisitazione di tutta la burocrazia che ne impedisce i movimenti, la cernita del Cratere, distinguendo i comuni gravemente terremotati da quelli solo lievemente colpiti in modo da distribuire equamente le risorse. Quante e quante volte lo si è detto, eppure nessuno che abbia mai considerato questo aspetto basilare; magari le visite potrebbero servire a questo e poi- conclude Spiganti Maurizi- sul fatto che non si sia mai voluto dedicarci giusta attenzione, ho una mia personale convinzione. Noi siamo La Perla dei Sibillini vicina a tanti altri comuni carichi di bellezza e di storia da Castelsantangelo ad Ussita e,con parte dell'ascolano. Il problema è che siamo comuni di alta montagna scarsamente popolati. Credo che questo influisca molto su quello che è il dato negativo della ricostruzione. Contiamo poco perché pochi siamo e, alla fine, quella crocetta sulle schede elettorali è irrisoria e ininfluente a darci potere".
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Non è stata tutta rose e fiori, evidentemente, la riunione dell’Aato 3 (che gestisce le risorse idriche della provincia e di alcuni comuni dell’anconetano) svoltasi ieri e durante la quale sono stati nominati il nuovo presidente e vicepresidente, rispettivamente Stefano Montemarani, sindaco di Morrovalle, e Paolo Stella, assessore di Fiuminata.


Pare però che ci sia stato molto di più che una convergenza unanime sui due nomi avvenuta alla fine e a raccontare le cose è il sindaco di Castelsantangelo Sul Nera, Mauro Falcucci che ringrazia il sindaco di Camerino Sandro Sborgia per gli sforzi fatti per tenere unita la montagna. Critico invece contro il sindaco di Pieve Torina e presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino, Alessandro Gentilucci.


“È ora che la gente sappia, che ci sia trasparenza – esordisce Falcucci – su come votano i rappresentanti che i cittadini hanno scelto. Ho fatto un passo indietro nell’interesse della montagna. Sembra strano dirlo, ma la mia candidatura è venuta da lontano, dal sindaco di Castelfidardo e da tutti i comuni dell’anconetano con l’appoggio di Civitanova, e tantissimi comuni della provincia. Invece alla fine la convergenza si è trovata sul nome di Montemarani.

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Il problema è nato poi sulla carica di vicepresidente quando il presidente dell’Unione Montana di San Severino, Matteo Cicconi, ha raccontato di alcune riunioni fra i presidenti delle Unioni Montane di San Severino, San Ginesio e Camerino dalle quali era emerso un accordo sul nome di Stella”. Il problema, stando al racconto di Falcucci, è nato perché molti dei comuni facenti parti di quelle Unioni Montane, non erano a conoscenza degli incontri di cui Cicconi ha riferito: “Alcuni comuni – incalza – si sono ribellati, e faccio nomi e cognomi: il sindaco di Tolentino non sapeva nulla di queste riunioni, Cingoli non sapeva nulla, Camerino e Muccia non sapevano nulla. Si è generata una spaccatura della montagna in questo modo, che non è stata provocata da me che ho fatto un passo indietro o dal sindaco di Camerino. La spaccatura è stata creata da Gentilucci in qualità di presidente dell’Unione Montana. L’acquedotto del Nera (opera che l’Aato3 dovrà portare a termine, ndr) nasce a Castelsantangelo, non ho capito questo accordo che ha fatto il presidente Gentilucci”.

gentilucci alessandro

Falcucci aveva la possibilità di scegliere se ritirare o meno la sua candidatura alla vicepresidenza dell’Aato3, “avrei anche potuto vincere ma avremmo provocato una spaccatura della montagna e quindi per il bene di tutti, visto che non mi interessano certe battaglie né prepararmi la campagna elettorale per le regionali come sta facendo qualcun altro, ho fatto un passo indietro. E il sindaco di Camerino, come me, ha cercato di salvare la montagna. La domanda vera è come mai chi rappresentava la Marca di Camerino ha dato l’ok alla candidatura di un assessore di Fiuminata? Per colpa dei giochi di qualcuno la divisione si fa sempre più profonda, mi auguro un cambio di marcia, non abbiamo tempo per questo, stiamo morendo tutti quanti”. Divisione evidente anche all’interno della stessa Unione Montana Marca di Camerino. Alcuni comuni (Castelsantagelo, Montecavallo e Valfornace) ne erano usciti tempo fa “per una questione economica e null’altro”, chiarisce Falcucci, ma dopo il terremoto, per lanciare un segnale di unione del territorio avevano fatto richiesta di rientrare e anche in questo caso Falcucci si toglie un sassolino dalla scarpa: “Siamo ancora nel limbo, in attesa di sapere come andrà a finire, e questo fa capire quanto si voglia realmente tenere unita la montagna. Forse a parole ma non nei fatti, e la gente deve sapere queste cose. Abbiamo chiesto di rientrare per dare un segno di unità anche se ci saremmo aspettati che la richiesta fosse venuta da chi rappresenta il territorio”.

G.G.

Assessore e vicesindaco Sandro Riccioni, caposquadra dei Vigili del fuoco. Secondo assessore nominato da esterno, Marco Remigi, forte di un'esperienza già maturata nella precedente amministrazione. Il rieletto sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci ha ufficializzato le nomine della sua squadra di governo: " Entrambe sono figure di riferimento sul posto - afferma Falcucci-, opportune per dare continuità e per cercare di trasferire a loro il futuro e la rinascita di questo territorio". Il primo cittadino ufficializzerà nei prossimi giorni le deleghe, per affidare le quali, ha anticipato che convocherà tutti e dieci i consiglieri, per conferire ad ognuno uno specifico incarico. "Affiancheranno me e gli assessori e, in più, coinvolgeremo anche coloro i quali al momento sono rimasti esclusi tra associazioni, protezione civile, Pro Loco. Si rinasce - sottolinea il primo cittadino- solo se siamo tutti convinti di farlo e se siamo fortemente determinati a rimanere". Fissata per martedì 10 giugno alleore 18.00 la prima seduta consiliare dell'amministrazione di continuità del Comune di Castelsantangelo che, oltre all'insediamento della Giunta prevede anche la presentazione del programma che si intende portare avanti.

C.C. 
Vicina alla formazione e ufficializzazione, la nuova giunta comunale di Castelsantangelo sul Nera, alla cui guida è stato riconfermato il primo cittadino uscente Mauro Falcucci. Programmata per domani la riunione tra tutti gli eletti e non eletti della lista “Impegno civico” che ha ottenuto il 66,86 per cento delle preferenze.
Falcucci con fascia
“ La riunione avverrà tra tutti quelli che fanno parte della squadra formata da tanti giovani - dichiara Mauro Falcucci- ; per quel che ci riguarda, non è una questione di chi è stato eletto o meno,  poiché l’ accordo è che tutti dobbiamo lavorare. Per il resto continuiamo –prosegue Falcucci -; è una conferma della linea che abbiamo intrapreso sulla quale c’è stata una condivisione. Avere altre due liste concorrenti ci ha stimolato e alla fine è stato un successo della democrazia. Aldilà dell’aspetto partitico e politico credo che il segnale sia sul lavoro svolto e questo è quello che gratifica chi inizia. Stimolo dunque e, rinnovata energia, nel cercare di passare qualche esperienza, nel cercare di far fare meno errori e nel contempo nel cercare di non commetterne altri, perché qui, compreso il sottoscritto, nessuno può esimersi dal dire di non averne fatti . Credo che lo spirito sia quello della sinergia di un territorio e spero che, anche come Unione Montana, dalla quale insieme agli altri due comuni che vi hanno aderito non abbiamo ancora avuto risposta, vi sia un nuovo e positivo stimolo, non tanto per ricoprire incarichi o cariche, bensì per dare il segnale di un territorio che vuole e pretende rispetto. Fino ad oggi – sottolinea il sindaco di Castelsantangelo- , nostro malgrado e nonostante non vi lasceremo soli, il segnale è venuto meno e, abbiamo purtroppo la sensazione che lo stallo perdurerà. Ci preoccupa ma non ci deve far mollare: è un nostro sacrosanto diritto che dovremmo perseguire in tutte le sedi, con forza e determinazione e aldilà di qualsiasi governo che governi. Il governo che ci aiuta- conclude Falcucci - è il nostro governo
”.
C.C.



Pronte le squadre anche a Castelsantangelo sul Nera.  Da un lato il sindaco uscente Mauro Falcucci deciso a ricandidarsi e a garantire continuità schierando diversi nuovi nomi nella sua lista " Impegno civico";  con lui in lizza sono Batassa Azzurra, Bertocchi Emanuele, Ceccarelli Angela, Falcucci Alfonso, Marzoli Capocci Stefano, Pazzaglini Paolo, Remigi Simone, Riccioni Sandro, Tuccini Giovanbattista, Valentini Ovidio.

 

In campo, sostenuta dalla Lega, candidata a sindaco è anche Loredana Remigi con la lista "Rinascita delle Torri" . Della sua squadra fanno parte: Alfani Davide; Bencivenga Maurizio; Bonanni Barbara; Capocci Giuseppe; D'Innocenzo Lucia; Lelli Roberto; Ridolfi Franco; Ridolfi Maurizio; Strappolini Enza; Troiano Primiano

 

Sorpresa finale il terzo nome: Valentina Remigi; poco più che quarantenne è il candidato sindaco della lista civica “PER CASTELLO”!. Valentina riunisce attorno a sè un gruppo di persone con diverse esperienze lavorative e sociali, fortemente motivate e determinate a riqualificare e a far rinascere il comune di Castello. Della sua squadra fanno parte:Ceccarelli Felice ; Cianconi Anna;  Di Gió Pietro Claudio; Marinelli Valentina; Perugini Patrizia;Polidori Augusto;Tarragoni Anna

Comitato dei sindaci del cratere operativo. Nei prossimi giorni se ne deciderà il rappresentante. Intanto si lavora ad un documento che riassuma problematiche e possibili soluzioni da presentare al Primo Ministro Giuseppe Conte. Proprio a lui poi, i sindaci che hanno costituito il comitato, una 70ina circa, chiederanno un incontro allargato ai 138 sindaci del cratere. Qualora questo non venisse concesso o non fossero soddisfacenti le risposte del governo, i primi cittadini si dicono pronti a scendere in piazza insieme ai cittadini.  Tutto questo è stato stabilito stamattina al Crowne Plaza Rome Hotel.

“A distanza di 30 mesi - ha esordito Gianluca Pasqui, sindaco di Camerino - siamo ancora alle prese con procedure emergenziali come i puntellamenti sulla pubblica via. Siamo lontani anni luce dalle vere esigenze e proprio non capisco quei sindaci che oggi non sono qui. Ne sarebbe valsa la pena, anche solo per un unico cittadino in difficoltà perché il nostro obiettivo è questo, rappresentare chi ha bisogno di noi. L’intenzione non è di certo fare distinzioni tra terremotati - ha ribadito - fa ribrezzo anche solo pensarlo”. 

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Insieme a Pasqui, ad aprire l’incontro il sindaco di Amatrice Filippo Palombini: “Questo comitato doveva nascere e mettersi subito al lavoro, oggi siamo qui per questo. Noi diciamo tutti le stesse cose, perché tutti abbiamo bisogno delle stesse cose. Il Governo deve consentirci di sedere ad un tavolo per la stesura di nuove norme che possano permettere una ricostruzione rapida e certa". Presenti diversi sindaci da tutte le Regioni colpite, che insieme faranno fronte comune. Mauro Falcucci ha espresso l’urgenza di una posizione politica chiara sul destino della montagna: “Siamo come dei malati con tante patologie diverse. La cura non può essere sempre la stessa per tutti, servono terapie diverse”.

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"Guardo i miei cittadini - ha affermato il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci – e non so più cosa rispondere a gente che non sa cosa succederà, che vede che non è partito neanche un cantiere e che, probabilmente, non avrà, per età, il tempo di aspettare ancora. Il tempo dell'ascolto era finito, questo comitato deve avere il carattere dell'azione, era una necessità e ora dobbiamo subito metterci al lavoro".

G.G.

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Per la prima volta dopo il sisma ho avvertito che ad Amatrice sta per spegnersi la speranza”. Così il sindaco di Amatrice Filippo Palombini in una intervista rilasciata a Il Giornale seguita da un passaggio sul Gr nazionale per dire che la ricostruzione è ferma e che, se non arriveranno risposte, tutti i sindaci del cratere marceranno presto uniti e rimetteranno il loro mandato. Le leggi ci sono ma il problema più grande è il vuoto normativo dei decreti che ne blocca l’operatività. Come noto, Palombini ha stilato una pseudo bozza di documento da inviare al governo e condivisa da numerosi sindaci del cratere . In questi giorni se ne sta definendo il contenuto di sintesi che fa riferimento alle specifiche istanze di ognuno e che non possono più attendere. Una linea concertata dunque quella tra il primo cittadino di Amatrice e i colleghi delle quattro regioni colpite dal sisma, di recente visitate dal Commissario Straordinario Farabollini e dal Sottosegretario Vito Crimi con delega per la ricostruzione. Criticità, lentezza infinita e una mole di ostacoli insormontabili, ormai da oltre due anni stanno mettendo a dura prova le popolazioni del Centro Italia e le stesse amministrazioni, impegnate in una lotta alla sopravvivenza, tra i meandri di complesse procedure. Nel frattempo le luci di una vera ripartenza sembrano allontanarsi sempre di più.” Dopo due anni e mezzo bisogna dire che siamo immobili, questa è la verità”. E’ tornato a gridarlo ormai con un filo di voce Mauro Falcucci , sindaco di Castelsantangelo sul Nera , paese fantasma su cui pesa una distruzione del 99 per cento e la cui devastazione risale già al 24 agosto 2016. “ La linea del sindaco di Amatrice è stata concertata – ha detto al Gr1 Rai Falcucci, ricordando l’azione unitaria dei sindaci del cratere- La verità è che ci troviamo di fronte ad un grande blocco; stiamo predisponendo un documento per condividerlo tra colleghi e che invieremo al governo per poter avere in risposta degli atti formali. Non è più il tempo delle attese. Non è questo il modo di andare avanti- ha rimarcato il sindaco Falcucci-. Ci vogliono i fatti e le risposte. Ci sono dei decreti e delle ordinanze che o vi si dà corso o si modificano. Siamo fermi per una serie di ragioni che noi abbiamo evidenziato più volte e, per quel che ci riguarda, lo siamo per lo più da quando è stato nominato il Commissario. Finora le promesse sono rimaste tali: questa è la grande verità che noi abbiamo potuto appurare; c’è stato detto non vi lasceremo soli eppure noi non riusciamo a fare un passo avanti. Siamo bloccati perché non vengono stornate le risorse per dare corso alle perimetrazioni e far partire i piani attuativi. Ne consegue che non possiamo fare l’atto amministrativo che richiederà altro tempo. La delicatezza del nostro territorio è tale da richiedere approfondimenti di carattere idrogeologico e per studiarlo noi abbiamo fatto quello che c’è stato indicato dal Commissario per la Ricostruzione; ci siamo incontrati col Commissario Farabollini addirittura il 12 novembre 2018 a Rieti e per avere una risposta che è doverosa, abbiamo scritto di nuovo al Commissario il 5 dicembre e ancora il 17 gennaio scorso ma ancora non sappiamo il perché non ci vengono stornate le risorse. A Rieti ci fu detto che si trattava di questione tecnica che sarebbe stata risolta nel giro di pochi giorni e invece, ancora attendiamo dal 12 novembre. Sappiamo che l’Appennino Centrale già di per sé era area disagiata e che la desertificazione era già iniziata da anni: E allora non c’è più tempo: o invertiamo con delle certezze future creando un’area esentasse , una piccola Livigno dove non si debba pagare l’IVA per 20-30 anni o diamo reale applicazione alla norma completamente disattesa della Legge sulla Montagna, altrimenti è la fine del territorio e di ogni speranza”.

C.C.

Condono tombale” per le case abusive di Ischia; per i 138 comuni del cratere che cercano di ricostruire i loro paesi, nemmeno la sanatoria dei piccoli abusi.

Essere indignati è il minimo”. Così il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, su quelle che definisce inaccettabili disparità di trattamento introdotte dal Decreto Genova con il quale ad Ischia , il governo consente di intervenire anche in deroga ai vincoli paesaggistici “purché le costruzioni non siano totalmente abusive”, offrendo pure un “contributo fino al 100%” per ricostruire. C’è rabbia nelle parole del primo cittadino di uno dei centri tra i più devastati dal sisma e già dall’agosto 2016. Da due anni lotta contro una  burocrazia che non permette di sanare nemmeno le piccole irregolarità quando, gli si presenta sotto gli occhi il Decreto su Genova che consente all’isola d’Ischia di sanare richieste di condono pendenti fin dagli anni ‘80 ; verranno collegate alla ricostruzione post terremoto del 21 agosto 2017. Edifici abusivi costruiti negli anni ’80 che ,oltre ad essere sanati otterrebbero il completo rimborso da parte dello Stato per la ricostruzione. La sanatoria riguarda gli immobili distrutti o danneggiati dal sisma per i quali è stata presentata istanza di condono alla data di entrata in vigore del decreto legge. “ Più che altro -continua Falcucci-da noi-  alle parole continuano a non seguire  i fatti; continuiamo ad assistere a grandi appelli ed annunci, l’ultimo quello del vice ministro Di Maio le cui dichiarazioni ormai viaggiano sui social; da Accumoli si è detto vicino alle popolazioni dei territori feriti e poi leggiamo sull’art.25 del Decreto speciale sulla ricostruzione n.109 del settembre 2018 che consente ad Ischia una sanatoria degli abusi richiamando alle conformità della legge 47 del 1985, molto più aperta rispetto ai successivi condoni , normati dalle leggi del 1994 e del 2003, le cui disposizioni sono molto più restrittive sia in ordine alle cubature, sia sulla tassativa esclusione dal condono degli immobili realizzati in aree di vincolo paesaggistico o culturale.” Intanto- prosegue il sindaco- credo che tutti con me siano convinti dell’incostituzionalità di questo decreto che in momento di rettifica non potrà passare perché non si possono creare norme da applicare ad una sola realtà. Confermo di essere indignato ed insieme a me lo è la popolazione della montagna; il terremoto vero è qui e noi che siamo pieni di difformità su quello che dobbiamo ricostruire, non possiamo e non potremo fare nulla . Aggiungo che il decreto 109 avrebbe dovuto inserire anche un perimetro perché così ci era stato anticipato che sarebbe stato; poi,  per ragioni di carattere politico espresse in termini di consensi e di voti, anche su questo punto si è soprasseduto e invece abbiamo messo una bella chicca con la sanatoria che fa riferimento alla legge 47 del 1985 che invito tutti a leggere per vedere quanto è diversa dalla sanatoria del 1994 . Cosa aggiungere? La sensazione è che questa politica di oggi , quella di prima e  tutto quello che ci hanno promesso, non trova il modo di dirci cosa dobbiamo fare. L’ho detto anche in altre occasioni : quando andiamo dal medico perché, nostro malgrado siamo colpiti da una malattia il medico con tutte le cautele e tutte le delicatezze del caso ha l’obbligo di dirci qual è la patologia e quale la diagnosi e da lì possiamo comprendere qual è la prognosi Allora, ci dicano che per noi non c’è più nulla da fare.  Che il nostro destino è infausto e che, per via di questioni tecniche, economiche, sociali e quant’altro, i nostri paesi non verranno ricostruiti. Diciamo la verità; non illudiamo perché è un’offesa all’essere umano. Con questo decreto Genova che , anche se deve essere convertito per ora è legge, viene leso per l’ennesima volta il diritto costituzionale di vivere in questa Repubblica e allora bisogna dire che le promesse che sono state fatte dal Capo dello Stato in poi, e che erano priorità nazionale sono solo un assunto. Credo che dopo due anni- conclude Falcucci-  abbiamo il sacrosanto diritto di sapere la verità o di vedere iniziative vere per quello che dobbiamo fare ‘ieri’ e non con quello che dobbiamo fare domani. Purtroppo siamo rimasti all’altro ieri”.

Carla Campetella

 

“Ogni comunità ha bisogno di interventi mirati sulla base delle proprie necessità. Lungi da noi voler fare distinzioni tra terremotati di serie A, B o C”. Difendono la loro posizione i sindaci che hanno chiesto a gran voce una suddivisione del cratere per fasce di danno. Stamattina, dopo un giro nella zona rossa di Camerino, i parlamentari marchigiani hanno avuto la possibilità di ascoltare i sindaci dell’ex unione montana di Camerino per comprendere a fondo la richiesta che ha fatto infervorare il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. 

Erano presenti i senatori Donatella Agostinelli e Mauro Coltorti, gli onorevoli Patrizia Terzoni, Paolo Giuliodori e Rachele Silvestri per il Movimento 5 Stelle, il senatore Giuliano Pazzaglini e l’onorevole Tullio Patassini per la Lega, l’onorevole Mauro Morgoni per il Pd, e gli onorevoli Francesco Acquaroli e Simone Baldelli rispettivamente per Fratelli d’Italia e Forza Italia. 

Alla prima parte della mattinata, che prevedeva la visita in zona rossa di Camerino, hanno preso parte solo i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e Patassini.

 

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A loro sono state illustrate alcune problematiche, quali ad esempio il fatto che per il centro storico siano previsti 6 milioni di euro di puntellamenti, e al momento ne siano stati realizzati solo per un milione di euro. Oppure la questione che riguarda l’ex tribunale: “Quell’edificio è l’esempio lampante di ciò che può fare il sindaco. Di fronte ad una struttura di quel genere, non può demolire per pubblica sicurezza perché i tecnici GTS dicono che questa, a parte le tamponature lesionate, sia una struttura buona. Poi con la perimetrazione ci sono dei ragionamenti migliorativi. Io questo edificio lo vorrei demolire perché osceno, non si contestualizza con le strutture storiche ed importanti del centro”. Pasqui ha poi parlato brevemente anche della scelta politica di realizzare le aree Sae vicino alle frazioni: “Stiamo aspettando che vengano realizzate 12 aree il più possibili vicino alla città ma anche nelle frazioni, dove le comunità potranno continuare a vivere. Certo - ha sottolineato - sarebbe stato molto più comodo trasferire tutti in una zona più comoda, ma avremmo creato una riserva indiana. Io ho fatto la scelta politica di tenere le persone il più possibile vicino ai loro luoghi di appartenenza”.

 

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Il clou della mattinata, a partire dalle 11:30: i sindaci dell’ex unione montana di Camerino si sono riuniti in una tavola rotonda insieme ai parlamentari per spiegare i motivi che li hanno condotti a richiedere a gran voce la suddivisione del cratere in fasce di danni: “Ogni comunità - ha detto Pasqui introducendo gli altri colleghi - ha bisogno di essere guardata per le necessità che ha. Nessuno ha mai detto di eliminare qualcuno dal cratere o lungi da noi voler creare terremotati di serie A, B o C. Ma non è possibile non considerare quello che noi abbiamo subito”.

Da tutti i primi cittadini la richiesta di dare priorità alle comunità drammaticamente distrutte dal terremoto, di pensare ad interventi ad hoc, mirati per permettere una ripresa. 

Il sindaco di Muccia Mario Baroni ha, dal canto suo, sottolineato l’ingiustizia di chi “si è organizzato a proprie spese dopo il terremoto, realizzando soluzioni abitative temporanee e che oggi stanno ricevendo denunce penali. Il Salva Peppina purtroppo non ha portato grosse soluzioni, serve un provvedimento di provvisorietà”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il vicesindaco di Fiastra, Sauro Scaficchia il quale non riesce a spiegarsi perché non si dia la possibilità di applicare l’ordinanza 9 (pensata per le attività produttive) a chi abbia realizzato le cosiddette casette abusive. “Fiastra ad esempio è un territorio prettamente turistico, per fortuna non ci sono stati danni alla viabilità e questa è stata l’unica porta rimasta aperta. Gli esercizi commerciali sono nei container e il decreto Salva Peppina ci ha lasciato comunque con grossi problemi da affrontare. Ci chiediamo come mai non si applichi, anche per le casette ritenute abusive, l’ordinanza 9 per le attività produttive. Fiastra - ha poi detto in chiusura - ha 1.088 ordinanze di inagibilità, sono stati presentati 82 progetti ma solo 8 finanziati. Si procede troppo lentamente”.

 

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Anche Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, ha ribadito la volontà di non eliminare qualcuno dal cratere, illustrando alcune delle problematiche più sentite: “Ma è chiaro che non si vuole eliminate nessuno, anche perché ci sono già stati dei finanziamenti quindi credo che la lettura del sindaco di Tolentino sia sterile. Il problema è che qui non sappiamo come e dove spendere i finanziamenti, perché non sappiamo nemmeno se potremo ricostruire dove eravamo. Semplifichiamo le procedure - ha sottolineato - altrimenti qui si impantana tutto. Servono norme specifiche e agevolazioni che incentivino la ripopolazione della montagna. Servono interventi mirati, se vogliamo, il buon senso del padre di famiglia. C’è bisogno di accelerare le pratiche sul dissesto idrogeologico, la ricostruzione delle B e un aiuto per l’occupazione”.

In piena sintonia anche il sindaco di Serravalle di Chienti, Gabriele Santamarianova che ha aggiunto anche la problematica delle seconde case: “Nel ’97 non vennero finanziate e quindi oggi esiste innanzitutto una disparità di trattamento (in questa ricostruzione saranno finanziate anche le seconde case, ndr). Inoltre, alcune non sono ancora state ricostruite e dunque hanno subito ulteriori danni col terremoto del 2016”.

Il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci, si è da parte sua soffermato sulla questione della zona franca: “I nostri territori possono essere paragonati a chi si rivolge al pronto soccorso. Ci sono i malati in codice verde, giallo o rosso. Ecco, noi siamo in codice rosso avanzato. C’è bisogno di dare priorità a chi è stato drammaticamente distrutto. Per quanto riguarda la zona franca - ha spiegato poi - se mettiamo nelle stesse condizioni comuni più verso la costa e noi, significa che si indirizzano gli investimenti in una parte della provincia che è già molto sviluppata”. 

A chiudere Giuliano Pazzaglini che, in qualità di sindaco di Visso, ha anche lui illustrato alcuni problemi fondamentali. Primo fra tutti, la busta paga pesante che non sarà l’unica spada di Damocle che colpirà i cittadini terremotati. A breve infatti alla restituzione dei tributi si sommerà anche quella delle bollette e poi dei mutui: “Praticamente si guadagnerà di meno e si pagherà di più. C’è poi il problema della convenzione tra Anac e Regioni, che rischia di diventare un tappo perché ci saranno tantissime opere pubbliche da fare e l’Anac non sarà in grado di gestirle tutte. I vincoli paesaggistici - ha poi detto - ci impongono di ricostruire come era prima, ma è una follia anche solo pensarlo”. Secondo Pazzaglini, non sarebbe vero che la ricostruzione verrà finanziata al 100%, poiché basandosi sul modello dell’Emilia Romagna, non tiene in considerazione alcune importanti caratteristiche di edificazione tipiche del territorio: “I nostri edifici non sono fatti alla stessa maniera, e per certe cose non è previsto finanziamento. Mancano i soldi, le normative e tutto ciò che serve per andare avanti. I tempi dettati dalle ordinanze sono ridicoli. Va cambiata l’impostazione di questa ricostruzione”.

 

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