Confrontarsi sulle problematiche della pianificazione e gestione delle aree naturali protette nell’ottica di conciliare fruizione e conservazione della natura con le attività di ricostruzione post-sisma e con la gestione dei flussi turistici anche a seguito della crisi pandemica.

Questo lo scopo dell’incontro degli studenti del Master di II livello di Unicam “Aree interne: Strategie per la prevenzione, riduzione del rischio e rigenerazione post disastro naturale”, guidati dal professor Massimo Sargolini, con il presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini Andrea Spaterna e il direttore Maria Laura Talamè.

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Il presidente Spaterna, dopo una breve presentazione del Parco, ha illustrato agli studenti il ruolo dell’ente Parco nell’opera di rigenerazione post sisma del territorio, sottolineando come la chiave stia soprattutto nel dialogo costante con le varie realtà amministrative e associative che lo animano. Ciò ha portato, ad esempio, ad ottenere importanti finanziamenti da parte del Ministero dell’Ambiente per progetti finalizzati alla mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, nonché al rinnovo dell’adesione alla Carta Europea del Turismo Sostenibile per il quinquennio 2019 – 2023, con un piano di azioni strategiche consistente in 99 progetti, frutto di concertazione tra diversi attori a cominciare dai comuni.

Il rilancio del territorio passa inevitabilmente per il Parco “che deve avere – dichiara Spaterna - la capacità di dialogare, tessere alleanze, fungere da elemento di raccordo tra diverse esigenze, mettendo a disposizione le proprie competenze nei vari ambiti, valorizzando il suo ruolo precipuo che è quello di salvaguardare la natura. Se questo territorio è quel che è, così ricco di bellezze e tradizioni – ha concluso il presidente – lo si deve al fatto che uomo e ambiente hanno saputo convivere per millenni, raggiungendo un equilibrio che va rafforzato e rigenerato”.

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Senso di appartenenza e motivazione al viaggio. Sono queste le basi da cui riparte la seconda edizione di “Appennino Foto Festival. Luce della rinascita” che dal 17 al 25 luglio prossimi animerà i borghi dei Cinque Comuni (Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo e Serrapetrona).

Il calendario è stato presentato questa mattina dai tre fondatori del gruppo organizzatore Photonica 3: Marco Gratani, Stefano Ciocchetti e Sergio Paparoni (assente il quarto fondatore Roberto Verolini ndr).


Si tratta, infatti, di un progetto ideato e fortemente voluto dal gruppo belfortese di appassionati  di fotografia, grazie al sostegno dell’Unione Montana dei Monti Azzurri ed alla collaborazione della Regione Marche, del Parco Nazionale dei Sibillini e dei Cinque Comuni.

Quest’anno, infatti, diversamente dall’edizione del 2019, è stata inserita Caldarola all’interno di un circuito che vede protagonisti i territori interessanti da una ricostruzione che, seppur abbia preso il via, ha bisogno di valorizzare la bellezza incontaminata che la caratterizza.

“Photonica 3 nasce 12 anni fa - dice il presidente Gratani - dalla passione di quattro amici per la fotografia naturalistica e la voglia di far conoscere ed esportare la bellezza dei nostri territori. Negli anni il gruppo è cresciuto e si è affermato con eventi e mostre. In questo 2021 siamo rimasti in bilico fino a poco tempo fa per il Covid: non sapevamo se sarebbe stato possibile organizzare questa manifestazione, ma ci siamo riusciti e possiamo vantare di avere la presenza di nomi internazionali”. 


Il marketing territoriale che il festival vuole sostenere ha già il riscontro fattivo di chi, in vista della manifestazione, ha deciso di tornare sui Sibillini per quell’evento che tanto hanno apprezzato due anni fa e che ora conciliano con qualche giorno di vacanza: “Solo per la partecipazione al primo evento - conclude Gratani - sono state già prenotate circa 60 camere in tutto il territorio”.


A spiegare l’apertura e la prima parte di appuntamenti previsti dal festival è stato poi  Sergio Paparoni: “Si comincia sabato 17 luglio alle ore 18,30 nella piazza principale di Belforte del Chienti con il taglio del nastro della seconda edizione del Festival che sarà affidato ad una madrina d’eccezione come Licia Colò. Amata conduttrice televisiva, autrice televisiva, scrittrice e blogger italiana, la Colò è nota al grande pubblico come presentatrice di programmi di viaggi tra cui Alle falde del Kilimangiaro e per la sua attività di divulgazione scientifica. È autrice di vari libri che raccontano della vita degli animali e delle sue esperienze in giro per il mondo. Alle 21,15 nella stessa location inaugurale, è in programma la Premiazione della XV Edizione del Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico, rivista quadrimestrale di fotografia naturalista edita dall’Afni, Associazione Fotografi Naturalisti Italiani. Sul palco, insieme alla giornalista Barbara Olmai, che condurrà anche quest’anno tutti gli eventi, Emanuele Biggi, naturalista, curatore di svariate mostre scientifiche e conduttore della trasmissione GEO su Rai3.  Domenica 18 luglio alle ore 10,00 a Belforte del Chienti ci sarà l’inaugurazione della mostra di Asferico, in cui l’Afni esporrà le 84 Foto finaliste del XV Concorso Internazionale di Fotografia Naturalistica Asferico 2021. Al taglio del nastro prenderà parte un ospite d’eccezione come Stefano Unterthiner, autore di nove libri fotografici, Stefano è stato il primo italiano nella storia della fotografia moderna a lavorare su incarico del National Geographic. Le sue immagini sono pubblicate ed esposte in tutto il mondo e regolarmente premiate al Wildlife Photographer of the Year. Alle 21,15 ritroveremo Stefano Unterthiner in piazzetta a Belforte per presentare “Una vita selvaggia”, in cui porterà il pubblico a conoscere le sue avventure da fotografo naturalista in giro per il mondo.  Lunedì 19 luglio alle ore 21,15 a Caldarola, il filosofo e performer teatrale Cesare Catà, presenta “Cercasi Silvia disperatamente”, spettacolo in cui propone un Giacomo Leopardi diverso da quello conosciuto sui libri di scuola, un ragazzo ribelle e geniale”.


Ha proseguito Stefano Ciocchetti: “Giovedì 22 luglio sempre in serata, AFF prosegue il suo viaggio a Serrapetrona con “Paesaggi bestiali”, il libro con cui Marco Colombo, naturalista e fotografo, ci condurrà in un affascinante viaggio alla scoperta della biodiversità italiana.  Venerdì 23 luglio alle 21,15, a Camporotondo di Fiastrone, i tre fotografi Bruno d’Amicis, Luciano Gaudenzio, Maurizio Biancarelli raccontano il loro entusiasmante viaggio attraverso le montagne italiane alla ricerca del SUBLIME grazie a “Un paese mille paesaggi, l’Italia de l’altro versante”. Sabato 24 luglio l’Afni propone una uscita Fotografica di Paesaggio alle Lame Rosse nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con i Soci della Sezione Marche. In serata a Cessapalombo, il fotografo professionista specializzato in tematiche ambientali e fotografia di paesaggio e montagna Fabiano Ventura e il giornalista Stefano Ardito, una delle voci più autorevoli in Italia in materia di montagna, alpinismo, di sviluppo turistico sostenibile e di conservazione della natura, propongono “Sulle tracce dei ghiacciai” Exploring the past for a sustainable future, un progetto fotografico-scientifico che coniuga comparazione fotografica e ricerca scientifica al fine di divulgare gli effetti dei cambiamenti climatici grazie all’osservazione delle variazioni delle masse glaciali negli ultimi 150 anni. Domenica 25 luglio, ultima giornata del Festival, alle ore 17,00 al Giardino delle farfalle di Cessapalombo, sono previsti laboratori didattici per grandi e piccini insieme ai gestori Fabiana e Patrizio, per divertirsi e imparare il rispetto della natura e degli esseri che la popolano. In serata l’Appennino Foto Festival chiude con un incontro sicuramente di alto livello come tutti quelli inseriti in questa seconda edizione e che non mancherà di richiamare un folto pubblico. Alle 21,15 a Belforte del Chienti il critico d’arte più popolare d’Italia, Vittorio Sgarbi, presenta L’arte nella fotografia naturalistica”.

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Non si sa ancora se il festival si trasformerà in un evento annuale o biennale, ma la certezza è la volontà di farlo diventare un appuntamento noto a livello nazionale ed internazionale, legato a a questi territori.

“Siamo partiti da Cessapalombo - dice il presidente dell’Unione Montana, Giampiero Feliciotti - e abbiamo portato avanti questo progetto anche quando non c’erano i finanziamenti per farlo. Ora è il momento che questo marchio venga supportato economicamente dalle istituzioni ed affidato nella gestione a chi ha la passione e le conoscenze per farlo. 

Si tratta di una operazione che, a mio avviso, vale almeno 50mila euro l’annodi investimento affinché le famiglie scelgano questi territori per le ferie e trovino questo appuntamento. 

Quest’anno - aggiunge - sono stati coinvolti i Cinque Comuni perché ho sempre lottato per l’identificazione di un territorio che lavori unito e si identifichi per questo”.


Gli hanno fatto eco gli amministratori presenti: Giovanni Ciarlantini, Massimiliano Micucci, Michele Borri, Giammario Ottavi nel ribadire che la sensibilizzazione fatta attraverso le foto sarà un volano anche per i cittadini, affinché possano conoscere meglio la terra in cui vivono.

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“Questo festival - ha detto il presidente del Parco, Andrea Spaterna - potrà contribuire, implementare ed aumentare la cultura del rispetto e dell’attenzione nei confronti della natura e dell’ambiente. Il mio grazie va a questa associazione ed anche all’Occhio nascosto dei Sibillini con cui collaborano, anche perchè le loro immagini hanno contribuito alla realizzazione del nostro calendario del Parco”.

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Il calendario è stato presentato al Giardino delle Farfalle di Cessapalombo, i cui proprietari, Patrizio Guglini e Fabiana Tassoni hanno colto l’occasione per ricordare che dal 16 al 18 luglio prossimi la loro realtà compirà 10 anni: “Per noi questo festival è stato già un grande piatto dove sono stati messi insieme tanti prodotti. Ha reso possibile illuminare tanti paesi danneggiati dal sisma e mi auguro che la loro passione si possa trasformare in economia per tutti e che molti altri, come noi, decidano di investire in questi territori”.




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Firmato un protocollo di collaborazione tra Parco Nazionale dei Monti Sibillini e Club Alpino Italiano. L’accordo prevede una collaborazione triennale al fine di promuovere e diffondere la cultura dell’ambiente, valorizzare i sentieri e favorire una frequentazione responsabile delle Terre Alte
Studio, conoscenza del territorio, educazione dei cittadini sono i presupposti essenziali per un’attenta e consapevole fruizione dei Sibillini, preziosi quanto fragili, tanto più dopo il sisma del 2016. Con una accessibilità degli ambienti naturali e dei comuni del Parco non ancora recuperata al 100%, con il rischio dell’impoverimento demografico e delle difficoltà innescate dal dissesto idrogeologico, la necessità di attuare strategie di rilancio del territorio montano si fa sempre più forte. Da qui la decisione di stipulare un protocollo di collaborazione tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, rappresentato dal presidente Andrea Spaterna, e il CAI, rappresentato dal presidente generale Vincenzo Torti che ha delegato il coordinamento delle attività ai presidenti regionali del CAI di Marche e Umbria. 
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L’intesa ha durata triennale, a partire dal 23 marzo 2021. Durante questo periodo i due enti si impegneranno per la tutela e lo sviluppo sostenibile del territorio in ordine a iniziative, manifestazioni o raduni sui temi dell’escursionismo, dell’arrampicata, dell’alpinismo giovanile e della ricerca scientifico-naturalistica. In particolare, oltre a visite, soggiorni e corsi per un avvicinamento rispettoso e consapevole alla montagna, rivolti anche alle scolaresche, si lavorerà alla predisposizione di un catasto dei sentieri e alla redazione di carte specifiche. Particolare attenzione sarà dedicata al Sentiero Italia e a tutti quei percorsi di più giorni, così come si punterà ad una razionalizzazione della segnaletica: sarà adottata, infatti, solo quella nazionale del CAI. Il protocollo prevede inoltre un monitoraggio dei rifugi e dei ricoveri esistenti nel territorio del Parco, al fine di garantirne un’adeguata e consapevole frequentazione. Altro punto fondamentale la “ricognizione dei segni dell’uomo in ambiente”, come capanne pastorali, casolari, mulini e quant’altro aiuti a comprendere lo stretto legame tra presenza antropica e caratteristiche del territorio. Non ultima, la collaborazione per il coordinamento dell’attività speleologica di altri enti, quali, ad esempio, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
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“Una collaborazione importante, quella sancita da questo documento, e che si svilupperà per i prossimi tre anni, anche in un modo più articolato rispetto al precedente accordo-quadro siglato sempre con il CAI nel marzo 1999 -ha dichiarato il presidente Spaterna-. Stiamo concentrando i nostri sforzi nel cercare di trasmettere ai fruitori dell’area protetta la consapevolezza che muoversi sul territorio del Parco impone rispetto e attenzione e con l’aiuto del CAI riuscire in questo intento sarà sicuramente più agevole. È una cultura della montagna quella che dobbiamo provare a trasmettere, soprattutto alle nuove generazioni, perché acquisiscano consapevolezza della straordinaria ricchezza che questa rappresenta in termini di bellezza paesaggistica e biodiversità”.

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“Qui secondo me c’è ciò di cui l'uomo ha bisogno. A volte essere tanti è dispersivo e non ci soffermiamo mai ad andare un po' oltre il volto di una persona.” Federico Morandi è di Pistoia e mantiene ancora il bell’accento toscano. Sua moglie di Vercelli. Negli anni, tra studio e lavoro, hanno girato un po’ l’Italia. Poi 11 anni fa Federico vince il concorso da veterinario al Parco Nazionale dei Monti Sibillini e per 8 anni torna a casa tutti i fine settimana, fino a novembre 2020, quando con sua moglie decide di trasferirsi a Visso. Vivono con i loro due bimbi in una Sae, mentre aspettano la piccola che nascerà tra poco. Sarà una vissana.

“E’ buffo perché tutte le volte con mia moglie ci si guarda e si dice: abbiamo tre figlioli nati in posti differenti!” Una scelta importante e in controtendenza, in un territorio che soffre di spopolamento da decenni, soprattutto dopo il sisma, quando in tanti hanno deciso di andarsene per trovare migliori condizioni in luoghi “più facili” in cui vivere. Federico ha conosciuto e vissuto questi territori prima che il sisma li cambiasse. “La ripartenza ci auguriamo possa arrivare quanto prima ma i tempi sono lunghi, li vediamo. È un mondo che vorrebbe tornare a come era prima, però secondo me dobbiamo fare anche i conti con la realtà e considerare che ci potremmo tornare pensando di percorrere strade diverse da quelle che percorrevamo prima e non necessariamente è detto che siano peggiori. Questo vuol dire anche cercare di vedere quello che è essenziale, quindi cercare di ricostruire noi per primi, i rapporti interpersonali, la socialità. Secondo me occorre fare i primi passi l'uno verso l'altro.

Federico oggi, grazie anche al carattere spigliato di sua moglie, ha molti amici a Visso. Come sempre non è stato facile ambientarsi e farsi accogliere da una nuova comunità ma nel tempo ci sta riuscendo. Il suo lavoro al Parco oscilla tra la parte pratica e quella più burocratica. Federico è stato anche un ricercatore e conosce i tempi e il sistema. Ci siamo incontrati fuori dai cancelli del “Centro Faunistico il Cervo” a Castelsantangelo sul Nera, purtroppo ancora chiuso in attesa dei lavori post terremoto. Lì vengono ricoverati gli animali feriti o con problemi. Federico ci si reca spesso e si occupa anche di Merlino, il lupo che anni fa è stato preso e curato da Massimo Dell’Orso, collaboratore del Parco, scomparso mentre aspettava di rientrare nel suo paese.

Chiedo a Federico cosa si augura per queste zone e per i cittadini che le vivono. “Di poter apprezzare quello che hanno, quello da cui sono arrivati, perché le persone vivono in un contesto che ha una storia eccezionale che non ha niente da invidiare ad altre aree. Con una sensibilità che viene da lontano, con una storia di grandi Santi e di persone che sono riuscite ad andare al di là del contesto del presente, di quello che vivevano. Per cui non credo che ci sarà difficoltà ad andare lontano se siamo veramente coscienti di questo.”

Barbara Olmai

Altri approfondimenti su "L'Appennino Camerte" in uscita domani e nella rubrica radiofonica #primalepersone da ascoltare a questo link
http://www.appenninocamerte.info/podcast/itemlist/category/121-primalepersone
Irene Bakkum è una componente dell'Associazione "L'Occhio nascosto dei Sibillini". "Ci occupiamo fondamentalmente di riavvicinare la cittadinanza al tema della relazione tra uomo e natura.

L'idea nasce da una passione di 4 ragazzi. Nel tempo si è ampliata e si è organizzata in una vera e propria associazione, che si chiama WalDEN ed è nata quest'anno. Impieghiamo il nostro tempo per la passione per la fotografia naturalistica e per l'ambiente che ci circonda. Abbiamo già toccato diverse tematiche nell'ultimo periodo.

Ci siamo occupati delle riprese, ad esempio, del pullo di aquila reale che è nato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini." Irene, ricordiamo che l'Occhio Nascosto si chiama così perché voi lavorate con delle foto-trappole che mettete nei punti più disparati, dai boschi alle vette, per riprendere anche le immagini meravigliose degli animali selvatici.

"Un aspetto principale del nostro lavoro è proprio il posizionamento di fototrappole seguendo l'etica del non disturbo della fauna selvatica. Ci teniamo molto a trasmettere una finalà educativa dietro la ripresa, per avvicinare le persone al rispetto all'ambiente." Quali iniziative state programmando per la prossima primavera-estate?

"Diversi membri del team sono guide ambientali, vorremmo attivare quindi delle vere e proprie attività di educazione ambientale anche attraverso il sito www.occhionascostodeisibillini.it che stiamo ampliando di nuove rubriche per avvicinare l'uomo alla natura attraverso nuove visioni. Proprio due giorni fa è stata realizzata la prima diretta con Gianluca Carradorini, esperto alpinista che ha frequentato tantissimo i Sibillini. Un tema importantissimo quello della montagna, soprattutto visto il particolare momento storico, è essenziale riavvicinarsi alla natura ed è importante imparare come comportarsi quando si frequentano ambienti naturali."

Barbara Olmai

Maggiori approfondimenti su "L'Appennino Camerte" in uscita giovedì prossimo

Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è di nuovo al centro del programma di finanziamenti da parte del Ministero dell’Ambiente in merito a progetti per interventi finalizzati alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Dopo aver ottenuto risorse per 3 milioni e 800 mila euro già nel 2019, sotto la presidenza Gentilucci, l’Ente, ora guidato dal professor Andrea Spaterna, ha centrato nuovamente l’obiettivo e si è visto approvare una nuova progettualità con un finanziamento di 4,5 milioni di euro.

“Un risultato importante, frutto del lavoro sinergico che abbiamo portato avanti in questi mesi con tutti gli stakeholders, in primis con gli amministratori locali” sottolinea Andrea Spaterna. 15 i progetti presentati, quasi tutti incentrati sul tema della mobilità dolce e dell’implementazione delle piste ciclabili, “nell’ottica di promuovere sempre più un turismo sostenibile e responsabile – prosegue Spaterna – in linea con quelle che sono le priorità di un territorio bellissimo e pieno di risorse ma altrettanto fragile, che va supportato, sostenuto e salvaguardato”. Il dato fondamentale è la condivisione delle scelte progettuali: “Su questo abbiamo incentrato il nostro lavoro e questa vuol essere la misura del coinvolgimento del Parco nelle politiche di gestione del territorio: una strategia di intervento condivisa con i diversi attori, a cominciare dai sindaci”. Tra le progettualità presentate anche interventi per l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi di servizio, diradamenti selettivi delle faggete della Valle dell’Ambro e la riqualificazione energetica di edifici sportivi e scolastici. “Investimenti significativi - conclude Spaterna - che ricadranno sull’economia complessiva del territorio e che rendono evidente il ruolo del Parco nel fungere da attrattore di risorse che, altrimenti, non sarebbero attivabili”.

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Fondi devoluti all'ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini per la ricostruzione dell'area faunistica di Castelsantangelo sul Nera grazie ad una parte dei proventi della vendita de "La notte della polvere", opera, scritta da Massimo Dell’Orso e Maria Cristina Garofalo.

“Il Parco aveva già beneficiato di una donazione derivante dalla prima edizione del libro e in questi giorni ha ricevuto un nuovo contributo sempre riferto a questa pubblicazione. Non solo, gli autori in più occasioni hanno dimostrato sensibilità e disponibilità a suggerire e proporre soluzioni utili al recupero dell’area faunistica, che ha visto Massimo Dell’Orso come gestore e custode fino alla sua triste scomparsa. Ad oggi, come Parco, abbiamo attivato le procedure e le risorse per far ripartire a pieno il funzionamento e la fruibilità del centro faunistico, mentre il comune di Castelsantangelo sul Nera sta operando per la messa in sicurezza dell’area”.

(Andrea Spaterna)

Andrea Spaterna Presidente PNMS


A parlare è il presidente dell’ente, Andrea Spaterna. “Voglio anche ringraziare Maria Cristina Garofalo per aver deciso di donare al Parco, in forma indiretta, anche i suoi diritti d’autore per il libro «Le terre di cristallo», continuazione de «La notte della polvere». Sono romanzi che raccontano il terremoto e la natura da un punto di vista singolare e che aiutano a conoscere il territorio del Parco e la sua bellezza, peraltro con una voce poetica davvero sorprendente. Mi auguro” conclude Spaterna “di poter ospitare, appena le condizioni lo consentiranno, una presentazione di questi interessanti libri nella sede del Parco, anche per ribadire l’impegno dell’Ente a ripristinare quanto prima l'area faunistica di Castelsantangelo sul Nera ”.

(Maria Cristina Garofalo)

Maria Cristina Garofalo



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“Futura, regina dei Sibillini” è il titolo dell’ultimo lavoro realizzato da “L’Occhio nascosto dei Sibillini” un’associazione che raccoglie appassionati di montagna e natura che hanno dato vita ad un progetto di studio e promozione del patrimonio naturalistico dei Monti Sibillini. L’associazione ha realizzato e raccolto, negli ultimi anni, migliaia di fotografie e video che documentano la vita degli animali nei luoghi più nascosti e reconditi della zona.

L’ultimo lavoro, realizzato da Lorenzo Lambertucci, Stefano Ciocchetti e Giuseppe Del Balzo Ruiti, è un video documentario dedicato all’aquila che appunto ha preso il nome di Futura: immagini inedite sulla nascita e lo sviluppo di un aquilotto che spicca il volo nel cielo dei Sibillini.
L’Associazione ha riservato al Parco il privilegio di essere il primo a presentare il video sui propri canali di comunicazione, e ha ceduto all’ente i diritti.

Ai microfoni di Radio C1 inBlu ha parlato del video Stefano Ciocchetti, uno dei curatori: “Ci siamo accorti casualmente, girando per i Sibillini, di questa coppia di aquile. Seguendole e monitorandole ci siamo resi conto di come avessero creato una nuova famiglia, dando alla luce un piccolo a febbraio di quest’anno. È senz’altro una notizia, visto che sono solo sette le coppie nidificanti in tutto il Parco e vista la delicatezza di questo rapace. In collaborazione con il Parco, rispettando tutte le norme che la tutela di quest’animale richiede, abbiamo deciso di riprendere la vita di questa famiglia. Riprese che sono finite poi in questo video che ha richiesto un lavoro molto lungo, durato tre mesi e interrotto durante il lockdown: molte albe e molti tramonti li abbiamo passati immobili e mimetizzati per non farci sfuggire niente e fare realizzare queste immagini, uniche nel loro genere”.

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Esattamente 4 anni fa cominciava l’esperienza di Carlo Bifulco come direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un curriculum importante alle spalle, con studi in ingegneria naturalistica e gestione dei parchi che l’hanno portato a ricoprire il ruolo di direttore del Parco Nazionale del Vesuvio e ad insegnare in prestigiose università come quella di Coimbra, in Portogallo, di Murcia, in Spagna, e alla Federico II di Napoli. Poi l’approdo il primo settembre 2016 in quel di Visso, al Parco dei Monti Sibillini, in un momento tutt’altro che facile a causa degli eventi sismici che hanno segnato in modo significativo la “sua” direzione che, ricordiamolo, scade oggi, 31 agosto 2020.

Nonostante ciò, o forse proprio per questo, Bifulco ha saputo qualificare il suo impegno cercando di restituire al Parco, per quanto possibile, un ruolo non di gendarme del territorio bensì di avveduta tutela e valorizzazione in un’ottica collaborativa con gli enti locali non ponendosi mai pregiudizialmente contro, offrendo idee e suggerimenti per condividere, nei progetti proposti, gli obiettivi del parco.

Rivendico il numero di autorizzazioni e nulla osta concessi in questi anni a chi, ovviamente, aveva il diritto di ottenerli, ma anche che pochissimi sono i casi in cui ci siamo trovati ad esprimere parere negativo: solo quando era evidente che le richieste cozzavano palesemente con la normativa vigente sottolinea Bifulco.

A lui chiediamo di tracciare una panoramica delle principali attività svolte in questi quattro anni di servizio che lo hanno visto collaborare dapprima con il presidente Oliviero Olivieri, poi con Alessandro Gentilucci ed infine con l’attuale presidente Andrea Spaterna.

Subito dopo il terremoto abbiamo predisposto, di concerto con il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, un programma di attività per promuovere la ripresa socio-economica dei territori colpiti dal sisma che vertesse su alcuni punti cardine: in primis la conservazione e gestione della biodiversità, del territorio e del paesaggio; lo sviluppo e la promozione del turismo sostenibile; la continuazione dei progetti di ricerca e di educazione ambientale; l’implementazione di una capacità di dialogo con gli altri enti di gestione del territorio; una revisione del modello organizzativo dell’ente volta ad acquisire una maggior efficienza, trasparenza e sostenibilità.

A proposito di biodiversità, vogliamo dare qualche numero del Parco?

Cominciamo dai lupi: 16 branchi con una popolazione totale stimata ad oggi tra i 75 e gli 81 esemplari. 129 camosci, numero minimo certo di esemplari censiti nel 2018 che però, secondo i più recenti rilevamenti, potrebbero sfiorare le 230 unità. Una stima di oltre 350 cervi censiti con il metodo del bramito. 743 cinghiali rimossi tra catture ed abbattimenti solo nel 2019. Relativamente agli anfibi 10 specie rilevate nell’ultimo censimento di cui 7 con stato di conservazione favorevole. E poi ancora un trend in crescita sulla presenza delle coturnici, 14 specie di chirotteri censite, il ripopolamento dei corsi d’acqua del Parco con trote mediterranee e, dulcis in fundo, il Chirocefalo del Marchesoni che, nonostante le cattive condizioni climatiche, continua a resistere anche in virtù degli accorgimenti e protezioni che come Parco abbiamo messo in atto: mi riferisco in particolare alla rete di protezione che abbiamo applicato in quota, intorno al lago di Pilato.

Sulla biodiversità nel Parco abbiamo fatto il punto nel marzo del 2019 presentando i risultati dei progetti scientifici in atto in un convegno tenutosi a Preci che ha previsto la presentazione di relazioni e libri, ma anche dibattiti e tavole rotonde cui ha partecipato il vicepresidente di EuroParc, Paulo Castro. Un momento di confronto interessante mai realizzato sinora, a 25 anni dalla istituzione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Di solito gli allevatori e gli agricoltori si lamentano, giustamente, dei danni al patrimonio zootecnico e agricolo causato da lupi e cinghiali…

Sì, però segnalo come si sia riscontrata una progressiva diminuzione dei danni registrati e della richiesta dei relativi indennizzi, a significare una buona gestione combinata delle popolazioni di lupo e cinghiale. Siamo passati da circa 232.000 euro di indennizzi pagati nel 2016, ai circa 86.000 euro del 2019… E come Parco abbiamo messo in atto una serie di iniziative come, ad esempio, i contributi per l’elettrificazione dei recinti, prima per la difesa delle greggi e ora per la difesa delle colture, o il recentissimo bando per selettore di cinghiali.

Torniamo un attimo sulla questione delle autorizzazioni e dei nullaosta e concentriamoci sul 2019 per capire come il Parco interagisce con il mondo esterno…

Come già sottolineato, ho cercato di dare un’impronta di chiara efficienza ed approccio collaborativo al nostro operato. Solo nell’anno passato, ad esempio, abbiamo istruito 217 pratiche di nullaosta rilasciandone 115 positive, 100 positive in conferenza dei servizi e soltanto due negative. Abbiamo stilato 56 pareri di Valutazione di Incidenza Ambientale positivi e un parere di VIncA negativo. Abbiamo istruito 113 autorizzazioni paesaggistiche, e potrei continuare con le autorizzazioni delle attività sportive e per i voli dei droni… Mi sembrano numeri che parlano da soli.

Il sisma ha comportato anche l’abbandono della storica sede di Visso per inagibilità della stessa e, dunque, l’esigenza di una delocalizzazione forzata che ha visto gli uffici distribuirsi tra Visso, Tolentino e Foligno…

La scossa del 26 ottobre 2016 ha reso gli uffici inagibili, le repliche del 30 ottobre li ha resi inaccessibili. Tuttavia, sin da subito, abbiamo cercato di riorganizzarci e dopo pochi giorni, il 4 novembre 2016, l’operatività è ripresa quasi al 100% grazie alle delocalizzazioni attivate presso l’istituto Zooprofilattico di Marche e Umbria con sede a Tolentino e presso gli uffici di Foligno della Protezione Civile dell’Umbria. A Visso, nei container che ospitavano il Comune, avevamo a disposizione uno spazio per gestire le prime urgenze e far fronte alle prime richieste: tra queste, ad esempio, quella di aiutare gli allevatori, viste le difficoltà di sistemazione del bestiame a causa del crollo di numerose stalle, con una raccolta fondi da destinare all’acquisto di recinzioni elettrificate a protezione degli animali.

Quali sono le progettualità che, nonostante l’emergenza, hanno caratterizzato il lavoro del Parco nel primo periodo post sisma?

Di sicuro il rinnovo della Carta Europea del Turismo Sostenibile, un processo condiviso e partecipato tra enti e soggetti pubblici e privati del territorio che ha consentito di individuare strategie di rilancio per l’economia turistica e liberare risorse per oltre 20 milioni di euro nel quinquennio 2018/22. Parliamo di 99 progetti imperniati sulla sostenibilità ambientale come impronta qualificante. Il Parco ha ricevuto il certificato di rinnovo della CETS a fine 2019, presso gli uffici della Commissione Europea a Bruxelles. Voglio ricordare che quello dei Monti Sibillini è stato il primo parco nazionale italiano ad aver ricevuto questa attestazione e ad aver ottenuto il rinnovo già tre volte.

Altro intervento importante la possibilità di recuperare risorse per il ripristino dei sentieri rimasti danneggiati dal terremoto che sebbene rappresentassero soltanto il 20% del totale hanno comunque limitato la fruibilità complessiva del Parco trattandosi di percorsi qualificanti come la zona di Monte Bove, l’Infernaccio, le cascate dell’Acquasanta, il sentiero dei mietitori…

E comunque l’assoluta continuità dei lavori in corso, dalle pratiche di nullaosta alle valutazioni di incidenza ambientale ai tanti progetti scientifici da seguire e monitorare…

Finalmente, a dicembre 2018, la riunificazione del personale in un unico spazio, una sorta di ritorno a casa…

Si, dopo due anni siamo riusciti a far tornare tutto il personale in una sede provvisoria, ma unica, nel Comune di Visso. Non solo, abbiamo avuto la possibilità di implementare la pianta organica con l’inserimento di nuove figure a tempo determinato. Tutto questo ci ha ridato la determinazione necessaria per affrontare i mesi a venire, nella consapevolezza che entro un tempo ragionevole sarebbero iniziati i lavori per la costruzione della sede temporanea del Parco, e così è avvenuto perché a settembre 2019 è stata posta la prima pietra e ad ottobre 2020 è previsto il trasferimento degli uffici nella nuova sede.

Nel frattempo, il Parco è divenuto collettore di fondi straordinari messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente per un programma di interventi incentrati sull’adattamento e sulla mitigazione del cambiamento climatico. Una opportunità che si ripeterà anche nel 2020…

Lo stanziamento previsto per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini nel 2019 è stato di oltre tre milioni di euro e sono stati approvati dal Consiglio Direttivo ventiquattro nuovi progetti che hanno una disponibilità di fondi già incamerati dall’ente con una apposita variazione di bilancio. Per il 2020 è in corso la definizione di un nuovo programma di interventi per un totale di circa 4.5000.000 euro. Si tratta di risorse importanti che contribuiranno senz’altro al rilancio dell’intero territorio montano.

Risorse ma anche nuove idee per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Mi riferisco in particolare al forest bathing, uno dei suoi cavalli di battaglia. Cosa c’è dietro questa formula che sta prendendo sempre più piede come nuova frontiera della salute a contatto con la natura? Cosa può diventare una foresta per il Parco oltre a risorsa ambientale?

Il forest bathing in realtà è una disciplina antica, perché il valore e la conoscenza delle piante come strumenti per il benessere sono antichi quanto l’uomo. Si tratta quindi di osservare la foresta come uno spazio di rigenerazione fisica e spirituale per chi vuole immergervisi. Ma niente new age, vi sono elementi scientifici che provano come questa disciplina possa davvero attivare forme di cura integrative grazie a sostanze come i monoterpeni che interagiscono con la pelle e le mucose ed hanno ricadute positive sulle funzioni immunitarie e più in generale sul benessere complessivo di ognuno di noi. L’impegno, mio e del consiglio direttivo, in questi ultimi mesi, è stato quello di implementare questa idea e partecipare alle attività di EUROPARC nell’ambito del progetto Healthy People Healthy Parks individuando nel parco Nazionale dei Monti Sibillini degli itinerari appropriati dove svolgere attività di forest bathing. Ci candidiamo ad essere il primo parco in Europa dove il forest bathing può sperimentarsi in modo totale, un’esperienza immersiva che porti a considerare il Parco come serbatoio di salute per tutta la popolazione ed in particolare per il recupero delle sindromi dovute allo stress. Nell’aprile 2020 avremmo dovuto tenere un convegno di lancio del forest bathing nei Sibillini con la partecipazione del Ministro dell’Ambiente ma purtroppo l’emergenza covid 19 ha bloccato tutto. Rimane tuttavia la definizione di un percorso che porterà inevitabilmente a considerare le foreste come una risorsa legata ad un turismo salutare, sempre più diffuso tra chi ama sperimentare forme consapevoli e responsabili di viaggio, cammino e sosta.

Quali questioni aperte ancora permangono per il futuro del Parco?

Purtroppo ancora tante. Penso ad esempio alla necessità di assicurare una convivenza possibile tra antropizzazione e natura, come del resto è nella storia millenaria di questi luoghi, abitati da sempre, e dove si è saputo costruire un equilibrio tra uomo ed ambiente. Il terremoto purtroppo ha distrutto questo delicato equilibrio ed il rischio desertificazione è divenuto reale nel senso che in molti hanno deciso di lasciare la montagna. Accelerare sul piano della ricostruzione, nel rispetto dello straordinario patrimonio naturale del territorio, potrebbe significare ridare un futuro a chi ha scelto di rimanere qui, nonostante le difficoltà. Altro aspetto delicato è senz’altro quello legato alle risorse idriche ed ai cambiamenti climatici. Inutile nascondersi dietro ad un dito, il problema è evidente e c’è, con tutte le sue ricadute anche sulla vita di ognuno di noi. Dovremo saper sfruttare al meglio le riserve di acqua di cui disponiamo individuando strategie condivise senza fughe in avanti frutto di speculazioni o campanili.

Anche sul piano della comunicazione il Parco ha cercato di interagire con i tanti appassionati di queste terre che, soprattutto nel periodo post sisma, hanno conosciuto una solidarietà davvero straordinaria.

Cominciamo dal sito. L’idea di creare l’oracolo della Sibilla ossia organizzare un motore di ricerca che potesse aiutare il visitatore del sito a costruirsi la propria vacanza in base ai propri gusti ed alle proprie esigenze si è rivelata vincente. E poi la pagina facebook del Parco, con aggiornamenti costanti sia sulle iniziative che sulla fruibilità dei sentieri e delle strade, con post che hanno segnato numeri impressionanti in termini di like, soprattutto quelli dove protagonisti sono gli animali. Importante anche la capacità di relazione con gli organi di informazione grazie al nostro ufficio stampa... insomma, anche qui un lavoro di qualità affidato ad un piano informativo che evitasse scivolate o fronti polemici, con l’intenzione di favorire la conoscenza del Parco, delle sue peculiarità, di diffondere una modalità intelligente di approccio all’esperienza della visita.

Insomma, tutto rose e fiori?

No, chiaramente no. Ma se dovessi dare un giudizio per questa esperienza direi che è sicuramente positivo. Certo, l'Ente in questi anni si è adeguato con fatica alle innovazioni normative legate al suo funzionamento. Non solo: il Parco si trova in difficoltà a causa di un organico estremamente ridotto. Nonostante ciò, sono felice di poter dire che nel mio ruolo di direttore sono riuscito anche a migliorare il piano delle relazioni interne tra alcuni funzionari, a fungere cioè da fluidificatore per garantire a tutti uno spazio di buon lavoro e di crescita. È una eredità importante che spero, chi verrà dopo di me, saprà valorizzare. Certo, l’aver saputo creare anche un buon piano di relazioni con il consiglio direttivo, penso in particolare ad Alessandro Gentilucci, mi ha aiutato nello svolgere quest’incarico, e mi piace salutarvi con le parole che mi ha scritto il presidente Andrea Spaterna qualche tempo fa, in occasione degli auguri di Pasqua:

Carissimo Carlo,

nel farTi gli auguri, non posso non rivolgere anche a Te un ringraziamento particolare. Dal primo momento in cui sono arrivato al Parco mi hai supportato (e sopportato) in una maniera che non avrei mai osato sperare. Sei stato e continui ad essere uno straordinario compagno di viaggio che, come nessuno, sa infondere sicurezza e tranquillità; la Tua assoluta competenza rappresenta la migliore garanzia per affrontare ogni problematica con la consapevolezza di non sbagliare.

Andrea Spaterna
Un traguardo importante per il Comune di Castelsantangelo sul Nera. Proprio quest'anno ricorre infatti il centenario della costituzione e dell’autonomia dal Comune di Visso.
Rimase una frazione di Visso fino al 1913 quando, con una legge del 22 Giugno 1913, n. 660, attuata poi solo nel 1920, Castel’Sant’Angelo divenne comune autonomo indipendente da Visso e nel 1970 assunse, per delibera comunale, il nome di Castelsantangelo sul Nera.
Nonostante il territorio comunale abbia subito danni catastrofici a seguito del sisma del 2016 l’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Mauro Falcucci, ha voluto comunque ricordare l’importante ricorrenza con una serie di iniziative celebrative.
Giova ricordare che fu il primo Comune della provincia di Macerata ad essere significativamente colpito sin dal 24 agosto 2016 per poi registrare un livello di danni, con le successive scosse del 26 e 30 ottobre 2016, pari al 96,38% del consistente patrimonio abitativo.
La prima iniziativa è quella di un annullo filatelico con Poste Italiane che ricordi i cento anni dell’autonomia comunale. Annullo che si effettuerà domenica 23 agosto 2020, presso l’Area Commerciale SAE Capoluogo – Piazzale Piccinini, dalle ore 10:00 alle ore 17:00.

ANNULLO CASTELSANT

A tal proposito l’Amministrazione comunale ha stampato 8 cartoline con immagini che ripercorrono la lunga storia dell’antico Comune che annovera anche la nascita, nel lontano 460, di San Benedetto e Santa Scolastica avvenuta nella Frazione di Norcia da parte di Abbondanza Reguardati.
Con l’occasione si invitano tutti i collezionisti di filatelia a non perdere l’opportunità di avere gratuitamente la riproduzione di vecchie immagini con un annullo Postale dedicato all’evento rievocativo.
Alle ore 12:00, sempre di domenica 23 nelle immediate vicinanze, verrà inaugurata la prima Stazione per la Ricarica di Veicoli Elettrici in un Comune che vede il 100% del suo territorio inserito nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un’ulteriore attenzione significativa per l’ambiente e per iniziare una vera rinascita post sisma anche attraverso la Green Economy.

Foto Stazione 4

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