Posti letto Covid all'ospedale di San Severino, il sindaco Piermattei pronto alla protesta
07 Lug 2022
“L’Asur sta lavorando alla riattivazione di posti letto Covid all’interno dell’ospedale civile “Bartolomeo Eustachio” di San Severino Marche. Si tratta di una scelta sulla quale l’Amministrazione comunale ha avuto modo di esprimere fortissime perplessità. Come sindaco ho apertamente fatto presente all’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, e al direttore generale dell’Asur Marche, dottoressa Nadia Storti, di non condividere assolutamente né i tempi né, ancora una volta, i modi”.
Così il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, anticipa in una nota la netta contrarietà e si dichiara pronta a protestare, a nome di tutta la comunità settempedana, contro quello che insieme all’assessore comunale alla Sanità, Jacopo Orlandani, il sindaco definisce “l’ennesimo atto di forza da parte di chi dovrebbe ascoltare i territori”.
Una decisione, quella dell’Asur, che non è stata ancora resa nota pubblicamente ma che, secondo Piermattei, “sarà quasi sicuramente come sempre calata dall’alto. Il nostro sarebbe il primo ed unico nosocomio – spiega il sindaco – a aprire un reparto Covid in tutta l’Area Vasta 3 quando a Civitanova Marche, ad esempio, ancora esiste un Covid Hospital che però resterebbe chiuso. Il nostro ospedale non può essere sfruttato solo nel momento del bisogno se ci sono strutture deputate, ad esempio, all’emergenza Covid. Già abbiamo dato la nostra disponibilità una prima volta, come era giusto perché ci trovavamo in una emergenza di tutt’altra portata, mettendo a disposizione posti letto ma poi, va ricordato, il Covid è entrato in tutta la struttura e ne abbiamo pagato le conseguenze. Non sono stati fatti investimenti, negli ultimi mesi, che garantirebbero i percorsi sporco pulito e questo risulta grave e preoccupante. La sanità regionale ha già più di un conto in sospeso con il nostro territorio – ricorda ancora la Piermattei, che elenca una serie di situazioni – Aspettiamo che sia nominata un pediatra che rimpiazzi una professionista andata in pensione: al momento ci sono più di 400 bambini senza un medico loro dedicato. Attendiamo che si proceda al potenziamento sia dell’oculistica che della week surgery. Nonostante le promesse dopo il pensionamento della Ferretti non è stato ancora aperto lo Iom, il 118 registra la carenza di dottori e infermieri. Il nostro primo punto di intervento, nonostante abbia più accessi di altre strutture ospedaliere con il pronto soccorso, è carente di specialisti. E ancora, in radiologia ci sono macchinari che attendono da tempo di essere sostituiti. Per l’Hospice si è in attesa di nomina di un primario, attualmente sono stati dati 6 mesi di proroga al dottor Giorgetti che è andato in pensione. I locali del Cup risultano chiusi addirittura dai primi giorni dell'emergenza terremoto 2016 e non sono stati mai ripristinati. Concludo, ma non che l’argomento abbia meno importanza – sottolinea il primo cittadino settempedano – ricordando che la Determina dirigenziale Asur Marche 742 del 31/12/2019 con la quale sono state declassate tre Unità dipartimentali semplici deve ancora essere revocata e al momento risulta ancora solo sospesa”.
L’azione di protesta sarebbe solo all’inizio. Il sindaco Piermattei, infatti, spiega ancora: “Nei prossimi giorni incontreremo i comitati e le associazioni settempedane e non, per valutare insieme la situazione dell’ospedale Bartolomeo Eustachio”.
Così il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, anticipa in una nota la netta contrarietà e si dichiara pronta a protestare, a nome di tutta la comunità settempedana, contro quello che insieme all’assessore comunale alla Sanità, Jacopo Orlandani, il sindaco definisce “l’ennesimo atto di forza da parte di chi dovrebbe ascoltare i territori”.
Una decisione, quella dell’Asur, che non è stata ancora resa nota pubblicamente ma che, secondo Piermattei, “sarà quasi sicuramente come sempre calata dall’alto. Il nostro sarebbe il primo ed unico nosocomio – spiega il sindaco – a aprire un reparto Covid in tutta l’Area Vasta 3 quando a Civitanova Marche, ad esempio, ancora esiste un Covid Hospital che però resterebbe chiuso. Il nostro ospedale non può essere sfruttato solo nel momento del bisogno se ci sono strutture deputate, ad esempio, all’emergenza Covid. Già abbiamo dato la nostra disponibilità una prima volta, come era giusto perché ci trovavamo in una emergenza di tutt’altra portata, mettendo a disposizione posti letto ma poi, va ricordato, il Covid è entrato in tutta la struttura e ne abbiamo pagato le conseguenze. Non sono stati fatti investimenti, negli ultimi mesi, che garantirebbero i percorsi sporco pulito e questo risulta grave e preoccupante. La sanità regionale ha già più di un conto in sospeso con il nostro territorio – ricorda ancora la Piermattei, che elenca una serie di situazioni – Aspettiamo che sia nominata un pediatra che rimpiazzi una professionista andata in pensione: al momento ci sono più di 400 bambini senza un medico loro dedicato. Attendiamo che si proceda al potenziamento sia dell’oculistica che della week surgery. Nonostante le promesse dopo il pensionamento della Ferretti non è stato ancora aperto lo Iom, il 118 registra la carenza di dottori e infermieri. Il nostro primo punto di intervento, nonostante abbia più accessi di altre strutture ospedaliere con il pronto soccorso, è carente di specialisti. E ancora, in radiologia ci sono macchinari che attendono da tempo di essere sostituiti. Per l’Hospice si è in attesa di nomina di un primario, attualmente sono stati dati 6 mesi di proroga al dottor Giorgetti che è andato in pensione. I locali del Cup risultano chiusi addirittura dai primi giorni dell'emergenza terremoto 2016 e non sono stati mai ripristinati. Concludo, ma non che l’argomento abbia meno importanza – sottolinea il primo cittadino settempedano – ricordando che la Determina dirigenziale Asur Marche 742 del 31/12/2019 con la quale sono state declassate tre Unità dipartimentali semplici deve ancora essere revocata e al momento risulta ancora solo sospesa”.
L’azione di protesta sarebbe solo all’inizio. Il sindaco Piermattei, infatti, spiega ancora: “Nei prossimi giorni incontreremo i comitati e le associazioni settempedane e non, per valutare insieme la situazione dell’ospedale Bartolomeo Eustachio”.
Dopo Pieve Torina anche a San Severino arriva l’ordinanza contro l’emergenza siccità. Il sindaco Rosa Piermattei, ha infatti emesso un provvedimento che vieta l’utilizzo di acqua potabile per il lavaggio di cortili e piazzali, il lavaggio dei mezzi di trasporto, il riempimento di piscine private e fontane da giardino, l’innaffiamento dei giardini e quello degli orti. Questi ultimi potranno essere innaffiati nelle ore notturne, dalle 22 alle 6. L’ordinanza è già in vigore e lo sarà fino al prossimo 15 ottobre o fino alla sua revoca formale.
Con la stessa ordinanza, il comune invita ad adottare comportamenti virtuosi sul tema del risparmio idrico, come il controllo periodico dei contatori per scongiurare perdite, l’installazione dei frangi getto per contingentare il flusso di acqua dai rubinetti, limitare l’uso degli sciacquoni, evitare di utilizzare acqua corrente per risciacquare le stoviglie e utilizzare l’acqua di lavaggio di ortaggi e frutta per innaffiare le piante.
Sarà la polizia municipale a vigilare sul rispetto dell’ordinanza, in collaborazione con il personale dell’Assem, gestore del servizio idrico. Per le infrazioni sono previste multe fino a 500 euro.
Con la stessa ordinanza, il comune invita ad adottare comportamenti virtuosi sul tema del risparmio idrico, come il controllo periodico dei contatori per scongiurare perdite, l’installazione dei frangi getto per contingentare il flusso di acqua dai rubinetti, limitare l’uso degli sciacquoni, evitare di utilizzare acqua corrente per risciacquare le stoviglie e utilizzare l’acqua di lavaggio di ortaggi e frutta per innaffiare le piante.
Sarà la polizia municipale a vigilare sul rispetto dell’ordinanza, in collaborazione con il personale dell’Assem, gestore del servizio idrico. Per le infrazioni sono previste multe fino a 500 euro.
Inaugurato il Museo dell'Arte Recuperata, la casa temporanea delle opere salvate dal sisma
11 Giu 2022
Una nuova casa, seppur temporanea, per le opere d'arte salvate dal sisma. Apre oggi il MARec, il Museo dell'Arte Recuperata, al palazzo Scina-Gentili di San Severino Marche. Settanta le opere esposte al piano nobile dell'ex palazzo arcivescovile, oltre duemila quelle in deposito negli altri piani. Non solo: spazio anche per un laboratorio di restauro che ospiterà i professionisti dell'Istituto Nazionale del Restauro. Una vera e propria cittadella dell'arte, che sorge nella città che Vittorio Sgarbi non ha esitato a definire "la vera capitale italiana della cultura nel 2022".

Il noto critico d'arte ed ex sindaco della città a metà degli anni Novanta ha raggiunto San Severino in mattinata, in occasione della conferenza stampa di presentazione. Prima un'occhiata all'allestimento, a cui "non ho saputo trovare difetti - commenta -. Un museo che raccoglie il meglio delle opere d'arte di una diocesi molto vasta. Probabilmente parliamo di un museo che durerà trent'anni. Questo il tempo che impiegheranno le città colpite ad essere ricostruite. Ma il terremoto ha saputo dare un'occasione che il comune e la diocesi hanno colto magnificamente. Questo museo ridà al godimento degli autentici capolavori, alcuni dei quali dovrebbero essere esposti, come ad esempio il Boscoli che è ancora in deposito".
Soddisfazione per la direttrice del museo, Barbara Mastrocola, impegnata nel lavoro durato mesi per l'allestimento ed anni per il recupero. "Il concetto di base è quello del recupero e della restituzione ai territori - spiega -. Non appena le chiese torneranno agibili, le opere torneranno a casa loro. Queste opere, come le persone, hanno perso i loro luoghi di origine. Sarebbe bello che noi tutti potessimo tornare a casa il prima possibile. L'augurio che mi faccio è di restare direttrice di questo museo per il minor tempo possibile, significherebbe che la ricostruzione procede velocemente".
Ricostruzione economica, sociale e culturale. Temi fortemente intrecciati secondo l'arcivescovo Francesco Massara. "Facciamo un passo avanti per la rinascita della nostra diocesi - commenta -, ed è stato possibile solo grazie alla collaborazione tra persone ed istituzioni. È la strada giusta: possono esistere tanti campanili, ma non c'è spazio per il campanilismo. Per questo metteremo in rete tutti i musei delle nostre città e saremo capaci di offrire esperienze culturali eccezionali ai turisti".
Anche il sindaco Rosa Piermattei crede fortemente nel rilancio turistico di San Severino, che "davvero diventa un polo culturale importantissimo - afferma -. Speriamo di essere capaci di attrarre molte presenza grazie a questo splendido museo e ai suoi magnifici capolavori".
Approndimenti nel prossimo numero de L'Appennino Camerte

Il noto critico d'arte ed ex sindaco della città a metà degli anni Novanta ha raggiunto San Severino in mattinata, in occasione della conferenza stampa di presentazione. Prima un'occhiata all'allestimento, a cui "non ho saputo trovare difetti - commenta -. Un museo che raccoglie il meglio delle opere d'arte di una diocesi molto vasta. Probabilmente parliamo di un museo che durerà trent'anni. Questo il tempo che impiegheranno le città colpite ad essere ricostruite. Ma il terremoto ha saputo dare un'occasione che il comune e la diocesi hanno colto magnificamente. Questo museo ridà al godimento degli autentici capolavori, alcuni dei quali dovrebbero essere esposti, come ad esempio il Boscoli che è ancora in deposito".

Soddisfazione per la direttrice del museo, Barbara Mastrocola, impegnata nel lavoro durato mesi per l'allestimento ed anni per il recupero. "Il concetto di base è quello del recupero e della restituzione ai territori - spiega -. Non appena le chiese torneranno agibili, le opere torneranno a casa loro. Queste opere, come le persone, hanno perso i loro luoghi di origine. Sarebbe bello che noi tutti potessimo tornare a casa il prima possibile. L'augurio che mi faccio è di restare direttrice di questo museo per il minor tempo possibile, significherebbe che la ricostruzione procede velocemente".
Ricostruzione economica, sociale e culturale. Temi fortemente intrecciati secondo l'arcivescovo Francesco Massara. "Facciamo un passo avanti per la rinascita della nostra diocesi - commenta -, ed è stato possibile solo grazie alla collaborazione tra persone ed istituzioni. È la strada giusta: possono esistere tanti campanili, ma non c'è spazio per il campanilismo. Per questo metteremo in rete tutti i musei delle nostre città e saremo capaci di offrire esperienze culturali eccezionali ai turisti".
Anche il sindaco Rosa Piermattei crede fortemente nel rilancio turistico di San Severino, che "davvero diventa un polo culturale importantissimo - afferma -. Speriamo di essere capaci di attrarre molte presenza grazie a questo splendido museo e ai suoi magnifici capolavori".
Approndimenti nel prossimo numero de L'Appennino Camerte

Saluta il quarto di secolo il concorso dell’Avis settempedana “Progetto Giovani” destinato agli alunni del secondo ciclo delle scuole elementari, con il quale ogni anno si raccolgono disegni e frasi da utilizzare per la realizzazione del calendario dell’associazione.
Per la 25esima edizione il tema scelto, riprendendo le parole di San Francesco d’Assisi, è stato: “E’ nel donare che noi riceviamo”.
Sono stati ben 249 gli elaborati presentati dagli alunni delle classi terze, quarte e quinte che sono stati selezionati da una apposita commissione per arrivare alla scelta di 14 opere che evidenziano, “oltre a una grande ricchezza di contenuti, anche una grande potenzialità creativa con un effetto cromatico molto significativo e ben curato”, come sottolineato dai componenti della stessa giuria.
Nel corso di una cerimonia ufficiale, svoltasi davanti al teatro Italia, il presidente della sezione Avis Appignanesi, insieme al sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha voluto salutare i vincitori del concorso: per le classi terze Alice Caruana, Nicole Staffolani, Chiara Pettinari, Anna Rucoli ed Ettore Tomassini, per le classi quarte Leonardo Schiavoni, Giorgio Beni, Leonardo Bartoccioni ed Emilia Magnapane, per le classi quinte Laura Ticà, Paolo Zamponi, Emma Bonci, Daria Melarosa, Nicola Cassarino Bartolacci.
Presenti all’iniziativa anche il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, il vice sindaco e assessore alla Cultura, Vanna Bianconi, l’assessore ai Servizi alla Persona e alla Famiglia, Michela Pezzanesi, i consiglieri comunali Alessandra Aronne e Alberto Capradossi.
Il primo cittadino settempedano ha consegnato all’Avis una targa ricordo per aver superato le mille donazioni nel corso dell’anno. Dal sodalizio è stato invece consegnato all’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi” un piccolo contributo che finanziare uno dei tanti progetti in fase di realizzazione da parte della scuola.
Per la 25esima edizione il tema scelto, riprendendo le parole di San Francesco d’Assisi, è stato: “E’ nel donare che noi riceviamo”.
Sono stati ben 249 gli elaborati presentati dagli alunni delle classi terze, quarte e quinte che sono stati selezionati da una apposita commissione per arrivare alla scelta di 14 opere che evidenziano, “oltre a una grande ricchezza di contenuti, anche una grande potenzialità creativa con un effetto cromatico molto significativo e ben curato”, come sottolineato dai componenti della stessa giuria.
Nel corso di una cerimonia ufficiale, svoltasi davanti al teatro Italia, il presidente della sezione Avis Appignanesi, insieme al sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, ha voluto salutare i vincitori del concorso: per le classi terze Alice Caruana, Nicole Staffolani, Chiara Pettinari, Anna Rucoli ed Ettore Tomassini, per le classi quarte Leonardo Schiavoni, Giorgio Beni, Leonardo Bartoccioni ed Emilia Magnapane, per le classi quinte Laura Ticà, Paolo Zamponi, Emma Bonci, Daria Melarosa, Nicola Cassarino Bartolacci.
Presenti all’iniziativa anche il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, il vice sindaco e assessore alla Cultura, Vanna Bianconi, l’assessore ai Servizi alla Persona e alla Famiglia, Michela Pezzanesi, i consiglieri comunali Alessandra Aronne e Alberto Capradossi.
Il primo cittadino settempedano ha consegnato all’Avis una targa ricordo per aver superato le mille donazioni nel corso dell’anno. Dal sodalizio è stato invece consegnato all’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi” un piccolo contributo che finanziare uno dei tanti progetti in fase di realizzazione da parte della scuola.

Consiglio comunale a San Severino, la giunta vuole sedute in videoconferenza. Minoranze contrarie
26 Mag 2022
Scintille tra amministrazione e minoranze a San Severino. Il consiglio comunale in programma per oggi fa discutere ancora prima di iniziare: a indispettire i capigruppo di minoranza Tarcisio Antognozzi e Francesco Borioni è la proposta della giunta Piermattei di continuare a svolgere le sedute in videoconferenza nonostante l’allentamento delle restrizioni anti-Covid.
La giunta comunale guidata da Rosa Piermattei ha infatti proposto una delibera di approvazione del regolamento comunale per permettere che le sedute dell’assise avvengano in videoconferenza anche dopo la cessazione dello stato di emergenza. Una proposta che trova fondamento nelle circolari emanate nei mesi scorsi dal Ministero dell’Interno, che permettono lo svolgimento delle sedute in via telematica o mista, purché vengano garantiti i requisiti di pubblicità e trasparenza. Un’iniziativa poco apprezzata dai gruppi di minoranza, che hanno immediatamente preso posizione contraria alla delibera. Il punto sottolineato dai cinque consiglieri di opposizione è «l’arbitrarietà con cui la giunta, qualora la modifica al regolamento venisse ratificata, si riserva il diritto di convocare il consiglio comunale in presenza o in via telematica senza prima consultarsi con le minoranze e senza condividere la decisione nella conferenza dei capigruppo – spiega Tarcisio Antognozzi –. Sarebbe un provvedimento condivisibile se, volta per volta, la decisione venisse presa insieme e in maniera unanime. In questo modo invece si modifica il regolamento comunale fornendo uno scudo all’amministrazione ogni qualvolta questa possa sentirsi minacciata dalle domande e dalle istanze delle minoranze».
Una dichiarazione condivisa dai due gruppi consiliari di minoranza, Insieme per San Severino e San Severino Futura, che in una nota hanno rincarato la dose. «Facciamo fatica a comprendere cosa ci sia nella proposta dell'amministrazione di permettere senza alcun limite l'utilizzo della videoconferenza per le sedute del consiglio comunale – dicono -. La nostra esperienza circa le sedute on-line del consiglio comunale è ben diversa da quanto riportato nella proposta di delibera avanzata dal sindaco e dalla sua squadra, che parlano di “alcun pregiudizio per l’attività amministrativa” oppure, peggio, di istituto “in grado di conferire maggiore tempestività e snellezza procedurale per il lavoro del Consiglio comunale”. Ricordiamo grandi difficoltà di gestire il dibattito, di ascoltare e riuscire a farsi ascoltare, di effettuare le operazioni di voto in tempi ragionevoli – rilanciano Antognozzi e Borioni –. Ricordiamo altrettanto bene la fatica del presidente del consiglio per riuscire a portare in fondo le assemblee, e soprattutto con grande disappunto l'utilizzo di gobbi e di consiglieri occulti (ben nascosti dietro agli schermi), pronti a fornire veline agli amministratori, in grave difficoltà nel rispondere ai consiglieri comunali. Proprio quelle difficoltà, registrate dai cittadini presenti alle assisi comunali, hanno suggerito di tagliare alle radici il problema, eliminando il confronto faccia a faccia in consiglio comunale. Peraltro anche in campagna elettorale il sindaco aveva rifiutato il confronto pubblico, in piazza, con gli altri candidati. Una cosa è certa – concludono –: questo pomeriggio in consiglio comunale ci opporremo con determinazione affinché la proposta di rendere possibile la convocazione in videoconferenza senza gravi motivazioni venga ritirata dalla maggioranza. Chiederemo che modifiche alle regole della vita istituzionale non siano apportate a colpi di maggioranza, ma in pieno accordo con tutte le forze politiche presenti nel piccolo, ma significativo emiciclo della nostra sede comunale».
l.c.
La giunta comunale guidata da Rosa Piermattei ha infatti proposto una delibera di approvazione del regolamento comunale per permettere che le sedute dell’assise avvengano in videoconferenza anche dopo la cessazione dello stato di emergenza. Una proposta che trova fondamento nelle circolari emanate nei mesi scorsi dal Ministero dell’Interno, che permettono lo svolgimento delle sedute in via telematica o mista, purché vengano garantiti i requisiti di pubblicità e trasparenza. Un’iniziativa poco apprezzata dai gruppi di minoranza, che hanno immediatamente preso posizione contraria alla delibera. Il punto sottolineato dai cinque consiglieri di opposizione è «l’arbitrarietà con cui la giunta, qualora la modifica al regolamento venisse ratificata, si riserva il diritto di convocare il consiglio comunale in presenza o in via telematica senza prima consultarsi con le minoranze e senza condividere la decisione nella conferenza dei capigruppo – spiega Tarcisio Antognozzi –. Sarebbe un provvedimento condivisibile se, volta per volta, la decisione venisse presa insieme e in maniera unanime. In questo modo invece si modifica il regolamento comunale fornendo uno scudo all’amministrazione ogni qualvolta questa possa sentirsi minacciata dalle domande e dalle istanze delle minoranze».
Una dichiarazione condivisa dai due gruppi consiliari di minoranza, Insieme per San Severino e San Severino Futura, che in una nota hanno rincarato la dose. «Facciamo fatica a comprendere cosa ci sia nella proposta dell'amministrazione di permettere senza alcun limite l'utilizzo della videoconferenza per le sedute del consiglio comunale – dicono -. La nostra esperienza circa le sedute on-line del consiglio comunale è ben diversa da quanto riportato nella proposta di delibera avanzata dal sindaco e dalla sua squadra, che parlano di “alcun pregiudizio per l’attività amministrativa” oppure, peggio, di istituto “in grado di conferire maggiore tempestività e snellezza procedurale per il lavoro del Consiglio comunale”. Ricordiamo grandi difficoltà di gestire il dibattito, di ascoltare e riuscire a farsi ascoltare, di effettuare le operazioni di voto in tempi ragionevoli – rilanciano Antognozzi e Borioni –. Ricordiamo altrettanto bene la fatica del presidente del consiglio per riuscire a portare in fondo le assemblee, e soprattutto con grande disappunto l'utilizzo di gobbi e di consiglieri occulti (ben nascosti dietro agli schermi), pronti a fornire veline agli amministratori, in grave difficoltà nel rispondere ai consiglieri comunali. Proprio quelle difficoltà, registrate dai cittadini presenti alle assisi comunali, hanno suggerito di tagliare alle radici il problema, eliminando il confronto faccia a faccia in consiglio comunale. Peraltro anche in campagna elettorale il sindaco aveva rifiutato il confronto pubblico, in piazza, con gli altri candidati. Una cosa è certa – concludono –: questo pomeriggio in consiglio comunale ci opporremo con determinazione affinché la proposta di rendere possibile la convocazione in videoconferenza senza gravi motivazioni venga ritirata dalla maggioranza. Chiederemo che modifiche alle regole della vita istituzionale non siano apportate a colpi di maggioranza, ma in pieno accordo con tutte le forze politiche presenti nel piccolo, ma significativo emiciclo della nostra sede comunale».
l.c.
Chiusura punto nascite a San Severino, il sindaco annuncia il ricorso al Consiglio di stato
25 Mag 2022
“La battaglia che l’Amministrazione comunale di San Severino Marche ha deciso di intraprendere contro la decisione di chiudere il Punto nascite presso l’ospedale civile Bartolomeo Eustachio andrà avanti. Non ci faremo certo intimidire dalla decisione assunta dal Tar”.
Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, si dichiara subito pronta a ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione dei giudici del Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche con cui sono stati respinti, nelle scorse ore, i ricorsi del Comune e del Comitato cittadino istituito per la difesa dell’ospedale per l’annullamento delle determine con cui l’Asur regionale, nel marzo del 2016, bloccò di fatto l’attività del reparto di Ostetricia “non tenendo per nulla conto di un’infinità di eccezioni che subito sollevammo come Amministrazione spiegando proprio perché a San Severino Marche doveva essere continuata a dare la possibilità di partorire. La chiusura del Punto nascite – spiega infatti il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei – fu, e resta, una grave ingiustizia verso il diritto alla salute dei cittadini settempedani. Il nostro ospedale è stato per anni e anni un’eccellenza anche per quanto riguarda le questioni materno infantili. Nonostante, al momento della decisione assunta dalla Regione, da noi si registrassero oltre 500 parti annui, abbiamo dovuto assistere, impotenti, a un taglio netto frutto di una riorganizzazione assurda dettata da una volontà politica che, lo hanno dimostrato i fatti in questi anni, avrebbe inevitabilmente creato solo disagi a persone, come le partorienti e le famiglie, che andrebbero considerate anzitutto come pazienti e non come numeri. I giudici parlano di un percorso graduale che avrebbe portato a quella decisione per loro inevitabile senza rendersi conto che proprio quel percorso, invece, ha creato le insormontabili difficoltà che registriamo oggi con mamme costrette alla diaspora per partorire, con servizi inesistenti prima e dopo il parto stesso. La nostra battaglia dunque – promette ancora il primo cittadino – andrà avanti, passerà dal Consiglio di Stato e, se sarà necessario, andrà anche oltre. L’Amministrazione comunale farà valere i diritti dei settempedani in tutte le sedi e questo, lo posso assicurare, varrà sia per il Punto nascite sia per tutti gli altri servizi attivi, o momentaneamente sospesi, presso il nostro ospedale. Più e più volte abbiamo dimostrato come serva una sanità di prossimità, soprattutto nelle nostre zone dell’entroterra. Su questa nostra convinzione non arretreremo di un passo”.
Il primo cittadino settempedano, Rosa Piermattei, si dichiara subito pronta a ricorrere al Consiglio di Stato contro la decisione dei giudici del Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche con cui sono stati respinti, nelle scorse ore, i ricorsi del Comune e del Comitato cittadino istituito per la difesa dell’ospedale per l’annullamento delle determine con cui l’Asur regionale, nel marzo del 2016, bloccò di fatto l’attività del reparto di Ostetricia “non tenendo per nulla conto di un’infinità di eccezioni che subito sollevammo come Amministrazione spiegando proprio perché a San Severino Marche doveva essere continuata a dare la possibilità di partorire. La chiusura del Punto nascite – spiega infatti il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei – fu, e resta, una grave ingiustizia verso il diritto alla salute dei cittadini settempedani. Il nostro ospedale è stato per anni e anni un’eccellenza anche per quanto riguarda le questioni materno infantili. Nonostante, al momento della decisione assunta dalla Regione, da noi si registrassero oltre 500 parti annui, abbiamo dovuto assistere, impotenti, a un taglio netto frutto di una riorganizzazione assurda dettata da una volontà politica che, lo hanno dimostrato i fatti in questi anni, avrebbe inevitabilmente creato solo disagi a persone, come le partorienti e le famiglie, che andrebbero considerate anzitutto come pazienti e non come numeri. I giudici parlano di un percorso graduale che avrebbe portato a quella decisione per loro inevitabile senza rendersi conto che proprio quel percorso, invece, ha creato le insormontabili difficoltà che registriamo oggi con mamme costrette alla diaspora per partorire, con servizi inesistenti prima e dopo il parto stesso. La nostra battaglia dunque – promette ancora il primo cittadino – andrà avanti, passerà dal Consiglio di Stato e, se sarà necessario, andrà anche oltre. L’Amministrazione comunale farà valere i diritti dei settempedani in tutte le sedi e questo, lo posso assicurare, varrà sia per il Punto nascite sia per tutti gli altri servizi attivi, o momentaneamente sospesi, presso il nostro ospedale. Più e più volte abbiamo dimostrato come serva una sanità di prossimità, soprattutto nelle nostre zone dell’entroterra. Su questa nostra convinzione non arretreremo di un passo”.
Acque del Potenza verso il lago di Cingoli, secco «no» dei sindaci. L'appello al ministro Cingolani
29 Apr 2022
Acque del Potenza e dello Scarzito dirottate verso il lago Castreccioni, secco «no» dei sindaci. Un rifiuto annunciato già in conferenza stampa qualche settimana fa e ora ribadito in maniera formale, con un documento inviato al ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, e agli assessori regionali alle Risorse idriche, Stefano Aguzzi, e ai Servizi pubblici e agli Enti locali, Guido Castelli.
L’idea avanzata dal Consorzio di bonifica nella scheda di progetto Pnrr presentata dal direttore dell’area tecnica, Nafer Saqer, prevede la realizzazione di una serie di condutture per prelevare le acque dalle alti valli del fiume Potenza, del suo affluente Scarzito e dal Chienti a Valcimarra. La rete di tubature arriverebbe in questo modo a San Severino, dove sarebbe previsto un raccordo, poi l’attraversamento della valle fino all’invaso di Cingoli.
Le motivazioni dietro al progetto derivano dalla situazione di sofferenza del lago di Castreccioni, i cui livelli si sono abbassati a causa della siccità. La risposta dei sindaci della valle del Potenza è stata chiara: un «no» perentorio, visto che l’assenza di precipitazioni dello scorso inverno sta mettendo a dura prova anche i loro territori. La posizione degli amministratori è trasversale. Il sindaco di Pioraco e presidente dell’Unione montana Potenza Esino Musone, Matteo Cicconi sottolinea come, dopo la preoccupazione della prima ora testimoniata insieme ai vertici Assem e ai sindaci di Sefro e Fiuminata, si sia arrivati a un fronte compatto con tutti i primi cittadini della vallata. «Non si tratta di una protesta campanilistica – precisa –, ma di un rifiuto ragionato. Il nostro territorio vuol fare sentire la sua voce». Proprio Cicconi è il primo firmatario del documento. Con lui il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, in qualità di ente capofila, e i sindaci di Treia, Franco Capponi, di Castelraimondo, Patrizio Leonelli, di Fiuminata, Vincenzo Felicioli, di Sefro, Pietro Tapanelli e di Gagliole, Sandro Botticelli.
I prelievi idrici previsti, secondo questi ultimi «causerebbero inevitabilmente l’impoverimento del bacino idrico dell’area, in quanto il drenaggio previsto in captazione richiamerebbe le acque di falda, con conseguenze per tutto il comprensorio circostante. Attualmente – spiegano i sindaci – il nostro bacino idrico garantisce il fabbisogno idropotabile a più di un territorio comunale, oltre a garantire la sopravvivenza di alcune attività economiche fondate sulle risorse idriche, come le cartiere di Pioraco e la troticoltura a Sefto. L’operazione di prelievo che si prospetta sulla base di questa ipotesi di progetto porterebbe inevitabilmente ad un grave ammanco di acqua ad uso potabile. Già oggi – proseguono –, nei periodi estivi o di prolungata siccità, si assiste ad un notevole decremento delle portate delle sorgenti, tanto da richiedere l’attivazione di misure di contenimento della conseguente carenza idropotabile. In più, tra le sorgenti afferenti al bacino coinvolto dal prelievo in progetto ne ricadono due inserite nei piani emergenziali della Protezione civile, la sorgente San Giovanni di Sefro e Ponte Cannaro di Pioraco, la cui portata deve essere interamente garantita. Oltre a questo disagio per le aree prossime alle sorgenti, la captazione delle acque comporterebbe una significativa riduzione a valle della portata del fiume stesso con conseguente diminuzione della attuale disponibilità e qualità della risorsa idrica, sia per le irrigazioni che come risorsa per la produzione di energia idroelettrica. La valle del Potenza presenta già serie problematiche di carenza idrica: un progetto del genere non farebbe altro che aggravare la situazione. Il nostro rifiuto è totale».
l.c.
L’idea avanzata dal Consorzio di bonifica nella scheda di progetto Pnrr presentata dal direttore dell’area tecnica, Nafer Saqer, prevede la realizzazione di una serie di condutture per prelevare le acque dalle alti valli del fiume Potenza, del suo affluente Scarzito e dal Chienti a Valcimarra. La rete di tubature arriverebbe in questo modo a San Severino, dove sarebbe previsto un raccordo, poi l’attraversamento della valle fino all’invaso di Cingoli.
Le motivazioni dietro al progetto derivano dalla situazione di sofferenza del lago di Castreccioni, i cui livelli si sono abbassati a causa della siccità. La risposta dei sindaci della valle del Potenza è stata chiara: un «no» perentorio, visto che l’assenza di precipitazioni dello scorso inverno sta mettendo a dura prova anche i loro territori. La posizione degli amministratori è trasversale. Il sindaco di Pioraco e presidente dell’Unione montana Potenza Esino Musone, Matteo Cicconi sottolinea come, dopo la preoccupazione della prima ora testimoniata insieme ai vertici Assem e ai sindaci di Sefro e Fiuminata, si sia arrivati a un fronte compatto con tutti i primi cittadini della vallata. «Non si tratta di una protesta campanilistica – precisa –, ma di un rifiuto ragionato. Il nostro territorio vuol fare sentire la sua voce». Proprio Cicconi è il primo firmatario del documento. Con lui il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, in qualità di ente capofila, e i sindaci di Treia, Franco Capponi, di Castelraimondo, Patrizio Leonelli, di Fiuminata, Vincenzo Felicioli, di Sefro, Pietro Tapanelli e di Gagliole, Sandro Botticelli.
I prelievi idrici previsti, secondo questi ultimi «causerebbero inevitabilmente l’impoverimento del bacino idrico dell’area, in quanto il drenaggio previsto in captazione richiamerebbe le acque di falda, con conseguenze per tutto il comprensorio circostante. Attualmente – spiegano i sindaci – il nostro bacino idrico garantisce il fabbisogno idropotabile a più di un territorio comunale, oltre a garantire la sopravvivenza di alcune attività economiche fondate sulle risorse idriche, come le cartiere di Pioraco e la troticoltura a Sefto. L’operazione di prelievo che si prospetta sulla base di questa ipotesi di progetto porterebbe inevitabilmente ad un grave ammanco di acqua ad uso potabile. Già oggi – proseguono –, nei periodi estivi o di prolungata siccità, si assiste ad un notevole decremento delle portate delle sorgenti, tanto da richiedere l’attivazione di misure di contenimento della conseguente carenza idropotabile. In più, tra le sorgenti afferenti al bacino coinvolto dal prelievo in progetto ne ricadono due inserite nei piani emergenziali della Protezione civile, la sorgente San Giovanni di Sefro e Ponte Cannaro di Pioraco, la cui portata deve essere interamente garantita. Oltre a questo disagio per le aree prossime alle sorgenti, la captazione delle acque comporterebbe una significativa riduzione a valle della portata del fiume stesso con conseguente diminuzione della attuale disponibilità e qualità della risorsa idrica, sia per le irrigazioni che come risorsa per la produzione di energia idroelettrica. La valle del Potenza presenta già serie problematiche di carenza idrica: un progetto del genere non farebbe altro che aggravare la situazione. Il nostro rifiuto è totale».
l.c.
La Multiclima Srl saluta i 25 anni di attività. I dipendenti hanno organizzato per i titolari, i fratelli Gabriele e Silvia Bonci, una festa a sorpresa cui si sono uniti il sindaco della Città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, e l’assessore alle Attività Produttive, Paolo Paoloni.
La società produce da un quarto di secolo canne fumarie e accessori per fumisteria. Fondata da Remo Bonci, imprenditore settempedano scomparso nel 2006, l’azienda conta una trentina di dipendenti e una conduzione ancora familiare nonostante, nel tempo, abbia allargato la propria rete commerciale a livello ormai mondiale.
Ai titolari i dipendenti hanno consegnato una preziosa targa ricordo insieme al proprio grazie sottolineato dalla frase di Omero: “Lieve è l’operare se in molti è condiviso”.
La società produce da un quarto di secolo canne fumarie e accessori per fumisteria. Fondata da Remo Bonci, imprenditore settempedano scomparso nel 2006, l’azienda conta una trentina di dipendenti e una conduzione ancora familiare nonostante, nel tempo, abbia allargato la propria rete commerciale a livello ormai mondiale.
Ai titolari i dipendenti hanno consegnato una preziosa targa ricordo insieme al proprio grazie sottolineato dalla frase di Omero: “Lieve è l’operare se in molti è condiviso”.

Il Rotary Tolentino in aiuto agli amici ucraini. Dopo il service a favore della famiglia ucraina ospitata nei locali, in piazza Guglielmo Marconi, sede dell’Associazione Nazionale Carabinieri, sezione di Tolentino, il club interviene in auto di sei mamme e nove bambini ucraini che ora vivono in alcuni locali della Croce bianca di San Severino Marche.
Il progetto è stato illustrato a San Severino Marche nel santuario Madonna dei lumi, dopo la messa celebrata dal cardinale Edoardo Menichelli, dal presidente Ovidio Ciarpella, alla presenza del sindaco Rosa Piermattei. Di seguito al ristorante “Due Torri” c'è stata una lectio magistralis del porporato.
Nella medesima serata è stato concretizzato un secondo service da parte del Rotary Tolentino, questa volta a favore dell'Hospice di San Severino Marche. Era presente il responsabile, Sergio Giorgetti, che ha ringraziato il club per quanto sta facendo per l'hospice e quanto ha fatto negli anni passati. Presente anche il presidente dell'associazione “Anello della vita”, Marco Massei.
«A nome mio personale, di tutta l'amministrazione comunale – ha aggiunto il sindaco Rosa Piermettei - e facendomi portavoce del sentimento dell'intera comunità settempedana, desidero esprimere il mio più vivo ringraziamento per il service che il Rotary Club ha voluto destinare in favore dell'Hospice ospitato all'ospedale civile cittadino e in favore della comunità Croce Bianca per i giovanissimi profughi ucraini da essa ospitati. Questi gesti rappresentano la concretezza della vicinanza del Rotary e di tutti i suoi iscritti alle nostre realtà e alle persone che vivono difficoltà e sofferenze. Grata ancora per la loro straordinaria attività.»
Il progetto è stato illustrato a San Severino Marche nel santuario Madonna dei lumi, dopo la messa celebrata dal cardinale Edoardo Menichelli, dal presidente Ovidio Ciarpella, alla presenza del sindaco Rosa Piermattei. Di seguito al ristorante “Due Torri” c'è stata una lectio magistralis del porporato.
Nella medesima serata è stato concretizzato un secondo service da parte del Rotary Tolentino, questa volta a favore dell'Hospice di San Severino Marche. Era presente il responsabile, Sergio Giorgetti, che ha ringraziato il club per quanto sta facendo per l'hospice e quanto ha fatto negli anni passati. Presente anche il presidente dell'associazione “Anello della vita”, Marco Massei.
«A nome mio personale, di tutta l'amministrazione comunale – ha aggiunto il sindaco Rosa Piermettei - e facendomi portavoce del sentimento dell'intera comunità settempedana, desidero esprimere il mio più vivo ringraziamento per il service che il Rotary Club ha voluto destinare in favore dell'Hospice ospitato all'ospedale civile cittadino e in favore della comunità Croce Bianca per i giovanissimi profughi ucraini da essa ospitati. Questi gesti rappresentano la concretezza della vicinanza del Rotary e di tutti i suoi iscritti alle nostre realtà e alle persone che vivono difficoltà e sofferenze. Grata ancora per la loro straordinaria attività.»

Sette comuni insieme “Lungo i sentieri dell’Alto Potenza” per far conoscere un territorio.
Una nuova vetrina on line per il progetto che vede unite le amministrazioni di San Severino Marche, nel ruolo di capofila, Castelraimondo, Gagliole, Pioraco Fiuminata, Sefro ed Esanatoglia che si fanno conoscere in una condivisione di strategia unitaria di sviluppo basata sul potenziamento, riqualificazione e messa in rete di percorsi e sentieri dedicati al turismo lento, al ciclo bike e all’escursionismo.
Coordinato dall’architetto Cinzia Guarnieri, in qualità di facilitatore, il progetto fa riferimento a un territorio di quasi 450 chilometri quadrati con una popolazione di quasi 23mila persone.
Il sito in questione illustra tutte le attività di gestione e animazione che sono state condotte dal 2018 ad oggi in tutte le varie fasi e si sviluppa su diverse aree tematiche: animazione, monitoraggio e, soprattutto, risultati riportando, con puntualità, i vari stadi. Inoltre vengono presentati i progetti, sia pubblici che privati, che hanno interessato le sette amministrazioni locali.
Una nuova vetrina on line per il progetto che vede unite le amministrazioni di San Severino Marche, nel ruolo di capofila, Castelraimondo, Gagliole, Pioraco Fiuminata, Sefro ed Esanatoglia che si fanno conoscere in una condivisione di strategia unitaria di sviluppo basata sul potenziamento, riqualificazione e messa in rete di percorsi e sentieri dedicati al turismo lento, al ciclo bike e all’escursionismo.
Coordinato dall’architetto Cinzia Guarnieri, in qualità di facilitatore, il progetto fa riferimento a un territorio di quasi 450 chilometri quadrati con una popolazione di quasi 23mila persone.
Il sito in questione illustra tutte le attività di gestione e animazione che sono state condotte dal 2018 ad oggi in tutte le varie fasi e si sviluppa su diverse aree tematiche: animazione, monitoraggio e, soprattutto, risultati riportando, con puntualità, i vari stadi. Inoltre vengono presentati i progetti, sia pubblici che privati, che hanno interessato le sette amministrazioni locali.