Non l'ha proprio digerita, Marco Marchetti, medico in pensione e presidente del comitato per la difesa dell'ospedale di San Severino, la determina 742 del 31 dicembre con la quale i reparti di oncologia, hospice e radiologia vengono declassati da unità semplici dipartimentali a unità semplici. A suo avviso, e i presenti alla riunione di ieri sera sono stati d'accordo, è necessario informare la popolazione della penalizzazione che in questo modo dovrebbero subire i medici che operano in quei reparti. Due nomi, ieri sera, sono stati fatti a titolo esemplificativo: "La dotoressa Benedetta Ferretti, di oncologia, lavora dalla mattina alla sera - incalza - ed è stata penalizzata, proprio lei che è una fra le più ligie al dovere, più preparate e più benvolute. Lo stesso discorso vale per Sergio Giorgetti, dell'Hospice. Tutti, in un modo o nell'altro, siamo passati per i loro reparti o li abbiamo conosciuti e tutti sappiamo quanto siano professionali. Le persone devono sapere che con questa determina, da un momento all'altro, possono essere trasferiti a Macerata".
Dalla riunione del comitato è emersa la volontò di organizzare una assemblea di protesta ma al contempo di solidarietà verso questi professionisti che tengono in vita i loro reparti dando tutti se stessi. La data individuata dovrebbe essere quella del 29 febbraio e la parola sarà data ai cittadini. "I sindaci saranno invitati e potranno partecipare - ha detto il vicepresidente Marco Massei - ma saranno i cittadini a parlare questa volta e le istituzioni dovranno ascoltare".
Nel corso della riunione è stato espresso anche dissenso e disappunto da tutti per come è stato gestito il consiglio comunale aperto del 30 gennaio: "Non solo non è stato permesso ai cittadini di parlare ma anzi, è stata il sindaco stesso, per il tramite del presidente del consiglio, a imbavagliare chi ha tentato di prendere la parola addirittura facendo intervenire la polizia locale. E' stato uno schiaffo a tutta la cittadinanza. E poi, è stata un'occasione persa. Doveva essere fatto firmare a tutti i sindaci presenti un documento per chiedere l'immediato ritiro della determina e fatto approvare dal consiglio".

(Marco Massei)
A tirare le somme è stato Massei che ha quindi sottolineato di nuovo come la determina 742 "non solo penalizza i cittadini ma anche i medici che vengono letteralmente umiliati dopo aver dato tutta la vita per il lavoro. Va fatto sapere a tutti che la Ferretti o gli altri, corrono il rischio di essere trasferiti a Macerata. Gli stanno dando il benservito". Poi ha ricordato un dettaglio non da poco che riguarda il punto nascite settempedano ormai chiuso dal 2016: "Mi corre l'obbligo di ricordare che è stato chiuso senza che il Tar si pronunciasse nel merito come stabilito dal Consiglio di Stato. Non c'è mai stata udienza, giace su un binario morto da tre anni probabilmente per pressioni politiche. In tal proposito, si può fare istanza di sollecito e paradossalmente potrebbe ancora essere accolto (anche in considerazione della legge nazionale che regola la gestione dei punti nascita. Il decreto Balduzzi infatti stabiliva che per le zone montane potevano restare attivi i punti nascita con più di 500 parti all'anno, soglia che San Severino superava ampiamente, ndr). Pensate che razza vergogna".
E infine un invito all'amministrazione di San Severino: "Non è possibile che si lotti contro Camerino, come purtroppo ci giunge voce. Il nostro non è ridotto a ospedale di comunità solo grazie al fatto che siamo ospedale di Camerino-San Severino. Lottare contro - conclude - significa fare una lotta fratricida".
Una sorpresa praticamente al fotofinish. Dopo anni in cui si è parlato del progetto dell'ingegnere Michele Cruciani e del consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni, che ha ottenuto anche un finanziamento dal Cipe di 90 milioni diversi mesi fa, spunta una nuova proposta targata Movimento 5 Stelle. A presentarla i gruppi di San Severino e Tolentino con il prezioso contributo del professore ordinario dell'Università Politecnica delle Marche, Maurizio Bocci, specializzato in infrastrutture, e dell'architetto Giuseppe Ballini.
Quanto accaduto è così riassumibile: il Cipe ha stanziato 90 milioni per il progetto di Zura ma i grillini sono da poco subentrati con una alternativa che almeno a livello economico (ma non solo) sarebbe molto più vantaggiosa.
"Il tracciato previsto dall’accordo di programma (cioè quello proposto dal consigliere regionale Zura-Puntaroni, ndr) tra i comuni, la Provincia e la Regione inizia ad est di San Severino. Chi viene dalla SR 502 Cingoli o dalle zone ad ovest dell’Ospedale di San Severino - si legge in una nota di Mauro Coltorti, presidente della commissione Infrastrutture del Senato e dei consiglieri locali del M5S - dovrebbe percorrere la 361 Settempedana sino alla zona industriale Taccoli e una bretella sino all’inizio della variante. Dopo un lungo rettilineo ed un'ampia curva, una galleria permette di superare il crinale e raggiungere la periferia di Tolentino su una rotatoria “urbana”, per poi proseguire con una seconda galleria verso la vecchia SP 127 ad ovest di Tolentino. Un viadotto ed uno svincolo consentono infine il raccordo con la SS77. Il costo di questa opera - si legge ancora - sarebbe di circa 100-120 milioni. All’imbocco nord della galleria è però presente una grande frana la cui bonifica comporterebbe un netto aumento dei costi e la seconda galleria si sviluppa al di sotto di abitazioni la cui stabilità potrebbe essere compromessa". I gruppi 5 Stelle di San Severino e Tolentino hanno inviato alla Commissione Infrastrutture del Senato un progetto ANAS degli anni ’90, rivisitato dall’Architetto Ballini. L’intervalliva inizierebbe all’incrocio della 361 con la 502, attraverserebbe la SP 127 per poi dirigersi verso sud sottopassando in galleria il valico di Cusiano, proseguendo sino allo svincolo di Tolentino ovest sulla SS77. Il costo sarebbe di circa 60 milioni, cioè almeno la metà rispetto all'altro progetto. Inoltre il tracciato sarebbe più corto e meno pendente, comporterebbe la realizzazione di una sola galleria e non rischierebbe di incappare in movimenti franosi. "Il raccordo sulla SS77 sarebbe diretto grazie allo svincolo già esistente - sostengono Coltorti e i consiglieri grillini - e il traffico sulla Settempedana sarebbe ridotto. Il costo complessivo sarebbe nettamente inferiore". Il nuovo tracciato è stato già inviato alla Quadrilatero ed all’ANAS. Con il Prof.Bocci, che sostiene il nuovo progetto, sono stati incontrati il presidente della Provincia e il sindaco di San Severino. "Purtroppo il Sindaco di Tolentino non ha voluto neppure visionare il nuovo progetto. Non si vuole rallentare l’opera - concludono - ma ai fini di una scelta è obbligatorio trovare le migliori soluzioni. E’ inoltre indispensabile che si informi la cittadinanza".
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“La volontà di protestare c’è sempre stata - racconta - e dalla costituzione del comitato regionale pian piano siamo cresciuti arrivando a contare 25 comitati che vanno da Ascoli a Pesaro. Ci sono anche quelli montani ovviamente. È come se si volesse dividere il mare dalla montagna ed è una cosa atroce, e oltretutto, chi è sulla costa è ritenuto privilegiato ma nella realtà vuole combattere insieme alla montagna per mantenere gli ospedali e per far sì che tutto resti come è. Solo così si può offrire un servizio veramente capillare accessibile a tutti, specie agli abitanti di quelle zone che sono già disastrate”. Peraltro, secondo la presidente, chiusure e tagli alle strutture dell’entroterra provocheranno un sovraffollamento in quelle della costa provocando una evidente difficoltà nella gestione delle richieste.
E proprio a proposito di questo, il comitato provinciale sarà presente dopodomani a San Severino per assistere all consiglio comunale indetto urgentemente dal primo cittadino a seguito della determina 742 dell’ultimo dell’anno: “E’ un atto scellerato, per non dire di peggio. Purtroppo ora è toccato all’ospedale di San Severino ma succederà anche agli altri. Nelle determine dell’Asur sono stati cambiati due vocaboli e questo la dice lunga. Prima si parlava di ‘area interna’ significando che i presidi erano riconosciuti come ospedale. Ora - spiega - si parla di ‘area vasta montana’ che sarà accorpata all’ospedale unico. E noi ci battiamo affinché non venga costruito. Questa dicitura permette anche di chiudere dei reparti ed è una cosa molto grave che sarà riproposta a tutta la Regione. Per questo - incalza - il primo atto che oggi colpisce San Severino ha fatto saltare sulla sedia noi comitati. Non è altro che l’anticipo di ciò che faranno dappertutto in un prossimo futuro”.
A San Severino parteciperà il comitato provinciale ma pare abbia aderito anche il sindaco di Civitanova, proprio a testimoniare che la battaglia sta assumendo un unico e comune obiettivo.
“Finalmente i primi cittadini hanno capito che loro sono i responsabili della salute dei cittadini e che non possono appoggiare scelte così scellerate. Sappiamo che è stato invitato anche il governatore Ceriscioli - conclude - ma fin ora è sempre stato latitante. Eppure noi vogliamo parlare con serenità, chiediamo chiarimenti laddove non ci sono e dove c’è un atteggiamento fumoso”.
Il consiglio comunale a San Severino è in programma giovedì dalle 21 al Cinema Teatro Italia mentre il sit-in ad Ancona è previsto per il 4 febbraio dalle 10 nei pressi di Palazzo Leopardi, in via Tiziano 44.
L'obiettivo è quello di manifestare contro il nuovo piano sanitario regionale, la determina 742 che ha interessato l'ospedale settempedano, altre determine del 31 dicembre che "colpiscono servizi alle persone disabili", la sanità privata, e a favore pertanto di uba "sanità pubblica policentrica, equam universale e accessibile a tutti".
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Si ricorda che chiunque può assistere ai consigli comunali, tanto più se il tema riguarda un diritto sancito dalla Costituzione, quello alla salute.
Dopo aver avviato la campagna di comunicazione serrata per denunciare l'atto dell'Asur, con il quale tre reparti del Bartolomeo Eustachio sono stati declassati da unità semplici dipartimentali a unità semplici, questa è solo un'altra delle iniziative di "protesta" della Piermattei che trova inaccettabile il silenzio dell'autrice della determina, il direttore generale Asur, Nadia Storti, e il presidente nonché assessore regionale alla sanità, Luca Ceriscioli. Da parte loro nessun commento, soltanto un piccolissimo ma insufficiente gesto, secondo il primo cittadino, vale a dire la sospensione della determina.
Al consiglio comunale sono stati invitati i sindaci delle aree interne, i parlamentari maceratesi ma anche lo stesso Ceriscioli, i direttori Storti e Maccioni che sono chiamati a fornire risposte e spiegazioni.
“Mi domando - commenta il sindaco - come sia possibile restare in silenzio quando una comunità che sta ancora vivendo il dramma del terremoto le chiede spiegazioni per un atto compiuto sotto la sua presidenza e del quale lei, di fatto, si trova a condividere a pieno titolo tutte le responsabilità”.
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Rosa Piermattei, continua la sua battaglia, insieme a tutta l’amministrazione comunale, “contro un atto che - dice - è immotivato e irresponsabile. Avere sospeso la Determina 742, pur rappresentando un gesto di attenzione e di buona volontà da parte della direzione generale dell’Asur nei confronti della struttura ospedaliera di San Severino Marche, non può essere in nessun modo la soluzione del problema che rimane tutto intero così come si è presentato fin da subito".
Non bastano, quindi, secondo la prima cittadina, le ultime decisioni messe in atto dall'Asur: "Quello preso, infatti, è solo un parziale ripensamento che, ancora di più, focalizza l’attenzione su quella che è una vera e propria ingiustizia perpetrata ai danni di chi si riteneva non dovesse reagire in quanto ritenuta parte confinata lontano dagli ambiti decisionali “che contano” e, soprattutto, ignara dei tecnicismi da chi amministra la sanità. Questo non corrisponde alla realtà - aggiunge - in quanto da più parti mi è stata segnalata la volontà di colpire l’ospedale di San Severino Marche, favorendo di conseguenza l'espansione di altri a nostro danno. A questo piano giustamente, e non lo dico solo da sindaco - conclude Piermattei - mi sono opposto. Ora più che mai, e con forza, torno a chiedere il ritiro della nefasta Determina 742”.
GS
L'incontro di ieri fa seguito alle ultimissime novità relative all'ospedale settempedano, protagonista di una determina del 31 dicembre che prevede il declassamento da unità semplici dipartimentali a unità semplici di non uno bensì tre reparti: hospice, oncologia e radiologia.
Ciò significa che non saranno più autonomi, potranno essere smantellati in ogni momento o accorpati alla struttura centrale.
Proprio in merito alla radiologia è emersa una situazione abbastanza critica, testimoniata da chi quel reparto lo vive quotidianamente: ci sono solo cinque medici, di cui uno soltanto per le mammografie, a cui sono state bloccate le ferie. Sembrerebbe addirittura esserci qualcuno che lavora da 40 giorni continuativi. Si è in attesa di due medici che l'Asur dovrebbe assumere a tempo indeterminato ma purtroppo sembra che la richiesta di radiologi sia molto elevata in tutte le Marche e quindi i professionisti, potendo scegliere, preferiscono andare altrove.
"Qui non vengono medici - ha stigmatizzato Massei - perché vengono umiliati e mortificati con determine come la 742 dopo aver dato tutto, sacrificato famiglie, per il lavoro. E' ora che anche la loro categoria si ribelli". L'avvocato e vicepresidente del comitato ha spiegato per sommi capi ai presenti in cosa consisterebbe la determina, soffermandosi sulle parole del direttore dell'Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, secondo cui "non c'è stato alcun declassamento, semmai un rafforzamento della loro integrazione nei processi assistenziali della rete clinica di riferimento": "Maccioni offende l'intelligenza di un bambino - commenta duro Massei - dicendo che questo declassamento rafforza la struttura nel suo ruolo all’interno delle reti cliniche. Fa ben sperare quanto emerso dal consiglio comunale che si è svolto a Fabriano due sere fa, a cui hanno preso parte anche i sindaci di San Severino, Camerino e Matelica. Pare che abbiano finalmente capito che devono unirsi. Tuttavia alle parole, bisogna anche associare i fatti, rispondere agli atti con altri atti. Impugnare i provvedimenti - ha aggiunto - poiché tentando il dialogo, l'Asur farà solo perdere tempo in attesa che decorra il periodo dopo il quale l'atto diventerà definitivo. Fin ora, nonostante i nostri continui allarmi, i sindaci di questa zona hanno voluto continuare a 'trattare in proprio', pensando di portare a casa qualche misero risultato. Il risultato è che tutti hanno preso schiaffi". Fortemente criticato il silenzio del direttore generale Asur Nadia Storti e il presidente Luca Ceriscioli nonché l'idea di realizzare l'ospedale unico. Secondo i più infatti, comporterà l’impoverimento e il declassamento a ospedale di comunità di tutte le strutture dell'entroterra. Pietro Cruciani, radiologo in pensione, in merito ha precisato che "sul piano sanitario è prevista una riduzione del 20 per cento delle strutture complesse e dipartimentali. In merito alla determina, so che è stata la Storti a volerla fortemente ora, probabilmente per fare bella figura con il governatore. Sicuramente prima o poi sarebbe arrivata ma è altrettanto sicuro che si poteva attendere. Mi chiedo anche come mai proprio da San Severino si sia iniziato, visto che le riduzioni riguardano tutte le Marche". I tagli, declassamenti e depotenziamenti che l'Asur sta operando, sono in vista della realizzazione dell'ospedale unico sulla cui realizzazione però ci sono molti dubbi visto che sarà finanziato con un project financing: "Significa che pagano dei privati per milioni di euro - è tornato a spiegare Massei - e il pubblico si accollerà un canone per anni e anni e il risultato è che alla fine questa struttura sarà costata molto di più. Peraltro, non voglio fare la Cassandra della situazione, ma l'ospedale unico non partirà mai, è solo uno specchietto per le allodole. Il vero obiettivo è di chiudere le strutture esistenti finché non arriverà qualche privato che riaprirà".
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“I Divini 60 anni”, una camminata e uno show per festeggiare l’importante traguardo dell’Itts Divini di San Severino. L’appuntamento è per sabato 18 maggio alle 9:30 di fronte al cantiere di ricostruzione dell’istituto, in viale Mazzini. Parteciperanno il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, la banda cittadina e oltre mille studenti provenienti anche da altre scuole della provincia. Non solo, attesissimo per la manifestazione come testimonial, Giacomo Bonaventura, il settempedano calciatore del Milan.
La camminata attraverserà le vie più colpite dal sisma e si concluderà in piazza del Popolo dove i bar di San Severino, le pizzerie e i panifici forniranno una ricca colazione per tutti.
Sotto ai portici invece sarà allestita una mostra fotografica a cura del prof Franco Pennesi sulla storia dell’istituto e dal pomeriggio fino alla sera ci saranno esibizioni acrobatiche con tessuti aerei, basket e bike free style, una dimostrazione di tiro alla fune della Polisportiva Serralta e musica e balli animati dalla Street Band di Treia. In serata l’evento clou, con lo spettacolo di Paolo Ruffini. Tutti gli appuntamenti in programma si svolgeranno in qualsiasi condizione metereologica: le esibizioni del pomeriggio e lo show di Ruffini, qualora dovesse piovere, si terranno al palasport Ciarapica, mentre la camminata del mattino si svolgerà comunque sotto gli ombrelli.
“Alle scuole - ha commentato Piermattei - sono molto legata e l’Itts sta diventando il mio cavallo di battaglia. Sabato si festeggia il 60esimo compleanno di una scuola da cui sono usciti ragazzi che hanno nella vita hanno avuto successo. È una eccellenza non solo della provincia ma delle Marche ed è giusto festeggiarla. Oggi però sono anche molto arrabbiata”. I lavori di ricostruzione avrebbero già dovuto essere partiti ma per un cambiamento relativo alla figura del direttore dei lavori, si stanno accumulando forti ritardi. “La scuola dovrebbe essere pronta per settembre, questa era la promessa che avevo fatto e che era stata fatta a me. Lotterò affinché questo avvenga, ogni giorno passo a vedere se qualcosa si muove ed è una lezione di vita. Possiamo essere bravi quanto vogliamo - ha detto rivolgendosi agli studenti - ma se la volontà degli altri non c’è, non si può fare nulla. State facendo troppi sacrifici e non è giusto. Siete ragazzi bravi, giovani, con una intelligenza maggiore della nostra. Prendete questi anni di sacrificio come un esempio e imparate a non essere passivi. Siate sempre attivi, non lasciate che gli altri decidano per voi. Vogliamo un istituto nuovo, ci è stato assegnato e sicuramente dovremo lottare ancora. Se entro maggio - ha poi detto -non inizieranno coi lavori alle fondazioni, andremo a farci sentire, preparatevi a stare con me”. In chiusura il sindaco ha anche ringraziato Giacomo Bonaventura non solo per la sua presenza sabato ma anche e soprattutto per quanto ha fatto fin dai giorni successivi al terremoto. Lo ha descritto come un ragazzo umile nonostante l’ambiente che vive quotidianamente e che si è reso sempre disponibile a contribuire per aiutare la città.
A chiudere, prima di lasciare a Livio Poleti e Paola Fiori il compito di illustrare il programma, anche il dirigente scolastico Oliviero Strona ha portato il suo saluto a tutti i presenti: “Questa è una realtà nuova per me. È il primo anno che faccio il dirigente a San Severino e ho trovato una realtà vivace, battagliera, bella a cui mi sono associato. Non demordiamo, la scuola siamo noi e sono gli studenti, i professori, gli impiegati”.
g.g.
Dopo la donazione di una struttura antisismica a uso scolastico, inaugurata a maggio dello scorso anno, le Missioni Estere dei Cappuccini hanno completato la loro opera di solidarietà nei confronti dei piccoli alunni terremotati della scuola dell’Infanzia “Gentili” con l’installazione anche di un tunnel estensibile destinato a collegare il vecchio al nuovo plesso. Alla festa per la nuova donazione, svoltasi questa mattina, hanno preso parte il sindaco, Rosa Piermattei, il rappresentante delle Missioni Estere dei Cappuccini, padre Francesco Pettinelli, il Ministro provinciale dei Cappuccini, il settempedano fra Sergio Lorenzini, il custode delle Missioni dei Cappuccini marchigiani in Africa, padre Giulio Pierani, il guardiano del convento di Recanati, fra Giulio Criminese, il guardiano del convento settempedano, fra Aurelio Pela, insieme al dirigente scolastico, Sandro Luciani, ai docenti, al personale della scuola e agli alunni. Con il taglio del nastro del tunnel sono state anche inaugurare le strutture accessorie a protezione degli ingressi della scuola commissionate dal Comune di San Severino Marche all’impresa Piancatelli lavorazioni metalliche. Alla cerimonia erano presenti anche il cardinale Edoardo Menichelli, il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, gli assessori Sara Bianchi e Paolo Paoloni, i volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana. “Sarete sempre ricordati nelle nostre preghiere per quello che avete fatto per la nostra comunità ferita dal sisma - ha sottolineato il sindaco, Rosa Piermattei, nel suo intervento di saluti - Quella donata dalle Missioni Estere dei Cappuccini è stata la prima struttura scolastica inaugurata dopo l’emergenza terremoto. Anche oggi vedere i bambini gioiosi e festosi ci fa veramente piacere, abbiamo visto nei loro occhi la paura mentre la terra tremava e sappiamo cosa questo ha voluto dire anche per loro”. “Il tunnel era una struttura necessaria per collegare il vecchio al nuovo plesso ma anche per far passare i pasti durante il periodo invernale” - ha voluto aggiungere il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “P. Tacchi Venturi”, Sandro Luciani. Per la comunità settempedana l’inaugurazione è stata una festa nella festa visto che ha fornito anche l’occasione per salutare la prima uscita pubblica di fra Sergio Lorenzini, nominato in questi giorni ministro provinciale dei Frati Cappuccini delle Marche: “Il nostro è un segno concreto di vicinanza che i nostri frati hanno voluto dare. Provvidenzialmente torno nel luogo dove sono nato - ha aggiunto fra Sergio - per il primo momento pubblico dopo la mia nuova nomina. Mi piace vedere questi segni di vita come una speranza”. “Nostra missione è essere vicini a chi vive una situazione di bisogno, come nel caso della nostra terra terremotata, o di povertà, come nel caso dell’Africa” – ha tenuto a sottolineare, invece, padre Francesco Pettinelli, rappresentante delle Missioni Estere dei Cappuccini.
Gaia Gennaretti
Consenso unanime da parte del consiglio comunale per il piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima presentato ieri sera dal consigliere delegato Piero Pierandrei.
Si tratta di un documento che descrive i passi verso il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal Patto dei Sindaci che Rosa Piermattei ha firmato all’inizio del suo mandato: la riduzione del 40 per cento dei gas a effetto serra entro il 2030.
Ogni due anni l’amministrazione dovrà automonitorarsi e presentare i risultati all’Europa che controllerà costantemente che gli step previsti siano seguiti.
Il team che ha redatto il piano d’azione è stato composto, oltre che da Pierandrei, dalla dottoressa Milleva Milloshi e dal geometra Piero Sileoni. Dallo studio condotto è emerso che entro il 2030 San Severino dovrà ridurre le proprie emissioni di almeno 17mila tonnellate, portandosi a 25mila tonnellate.
“Il piano prevede numerosissime azioni - ha spiegato Pierandrei - alcune delle quali già realizzate e altre in corso d’opera come la riqualificazione energetica del plesso scolastico Tacchi Venturi, l’iniziativa Plastic Free per eliminare la plastica monouso dagli uffici comunali, l’installazione della colonnina per la ricarica di auto elettriche. È un piano vivo”.
Anche l’assessore Tarcisio Antognozzi ha ricordato altre azioni messe già in campo dall’amministrazione o in programma: nei prossimi cinque anni ad esempio, verrà sostituita tutta l’illuminazione pubblica e verranno installate delle centraline di rilevamento. San Severino ha da tempo sposato l’energia rinnovabile, con una centrale di energia solare al Cannucciaro e un parco eolico nel lago di Bolsena. Avviato anche l’iter per lo sviluppo della mobilità dolce insieme ai comuni dell’unione Montana Potenza, Esino e Musone e ha ricordato anche il piano del Cosmari di passare dalla raccolta porta a porta dei rifiuti dalla tariffazione puntuale, per la cui realizzazione sarà richiesto un grosso sforzo economico anche da parte dell’amministrazione.
g.g.