Secondo una tradizione consolidata da quasi 40 anni, quella di domenica 24 maggio, per Camerino sarebbe stata la giornata clou della Corsa alla Spada e, preceduti dal sontuoso corteo di figuranti in costume medievale, gli atleti si sarebbero dati man forte sulle strade per aggiudicarsi l’ambito trofeo individuale e il Palio.
L’attualità di un’emergenza sanitaria ci riconsegna invece uno scenario completamente diverso e inconsueto, nel quale gli organizzatori sono riusciti comunque a calare dei momenti di forte significato e simbologia. E’ grazie ad una serie di iniziative emblematiche che la 39^ edizione resterà comunque impressa nella memoria dei camerinesi e di tutto il territorio confermando il suo inscindibile legame con i riti religiosi di omaggio al patrono della città.
Va in questo senso l’omaggio della spada che questa domenica 24 maggio gli atleti dei tre terzieri offriranno in basilica a San Venanzio. "Si tratta di una novità assoluta frutto di questo momento particolare - così il parroco don Marco Gentilucci - perchè mai una spada era stata offerta direttamente al santo. Vuole essere questo un segno di presenza da parte dell'associazione e di una rinnovata devozione degli atleti al santo patrono".
Con l’intento di trasmettere un forte segnale alle nuove generazioni e stimolarne le idee, l’associazione Corsa alla Spada e Palio ha anche ideato il singolare contest- concorso “La corsa alla spada che vorrei” rivolto a bambini e ragazzi.
“Abbiamo voluto coinvolgere anche i giovanissimi che in questo periodo di distanziamento sociale si trovano a casa- spiega la presidente Stefania Scuri- L’idea è nata da un disegno che ci è arrivato e che, oltre a raccontare le impressioni di un bimbo sulla corsa alla spada, rappresentava quello che lui avrebbe desiderato vivere il prossimo anno; è stato questo primo messaggio a motivarci nel cercare di sentire anche la loro voce rispetto alla manifestazione storica, Ne è nato un contest che è stato lanciato sulla nostra pagina Facebook proprio con l’intento di raccogliere disegni, impressioni e proposte delle nuove generazioni e, in base agli elaborati e alle idee che arriveranno, perché no, trarre anche spunto per creare nel programma dell’anno prossimo degli eventi ad hoc per i giovanissimi. Nuove generazioni verso le quali pensiamo che la Corsa alla Spada dovrebbe essere molto attenta; sono loro la linfa per portarla avanti e farla crescere in maniera diversa negli anni a venire”.

Un invito dunque all’immaginazione, al ricordo delle edizioni passate come pure alle impressioni suscitate dalla particolare e silenziosa edizione 2020 che, nella domenica successiva alla festa del patrono. ha frenato la stessa corsa degli atleti. Ma, in un giorno che sarebbe stato carico delle emozioni dell’intera comunità, gli atleti hanno deciso di essere presenti con un gesto e un segno che rimarrà per sempre.

“Una loro rappresentanza - continua Stefania Scuri- sarà presente in basilica domani mattina alla messa delle 11.30. Gli atleti consegneranno una spada che verrà offerta a San Venanzio e che rimarrà per sempre. Con tutta probabilità infatti, il dono verrà riposto insieme alla statua del Santo e chi andrà a messa e chiunque verrà a visitare la città, saprà che nonostante l’ emergenza sanitaria, nel 2020 gli atleti della Corsa hanno fatto questo dono, che una spada della 39^ edizione c’è e che rimarrà nella chiesa a custodire e testimoniare ciò che abbiamo vissuto in questo anno, che una corsa alla spada nel 2020 non si è potuta fare nella sua canonica maniera, ma che un ricordo di quella giornata c'è e, resterà impresso nella nostra memoria e in quella delle generazioni future”.
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La spada è stata appositamente creata per l’ occasione dall’ artigiano armoraio Augusto Caciorgna che nella rievocazione storica , ogni anno veste l'armatura del Capitano della Militia Bartholomei. Forgiata interamente a mano, la spada è a tutti gli effetti, lo stocco vero e affilato di un cavaliere dell’epoca, realizzato da Augusto Caciorgna ispirandosi alle spade del tardo 1400. Come ama dire lo stesso armoraio che battendo a mano il ferro vi ha impresso la sua arte, “ è letale, ma molto bella nelle sue fattezze”.
Carla Campetella

Un maggio insolito per Camerino, mese che da quasi 40 anni anni si traduce con San Venanzio e Corsa alla Spada e Palio.
A causa dell’emergenza Covid19 infatti la rievocazione storica quest’anno non potrà svolgersi secondo le consolidate consuetudini.  Le misure di contenimento infatti hanno costretto  a rimandare gli eventi in programma, tra cui il corteo storico del 17 sera, nonché quello della domenica conclusiva che sarebbe stata segnata dall'avvincente gara. Tuttavia, domenica 17 maggio a partire dalle ore 21.30 sarà possibile assistere da casa alla preghiera di affidamento al Santo Patrono Venanzio, tramite diretta tv 
Durante la preghiera, presieduta dall’arcivescovo Francesco Massara, come ogni anno verranno offerti i ceri, quale prezioso offerta dell’intera comunità al Santo.

“Non vedevamo l’ora di tornare nella Basilica di San Venanzio, riaperta dopo il sisma, lo scorso dicembre e vedere arrivare i figuranti dei terzieri, sentire il rimbombo dei tamburi e il suono delle chiarine – afferma il sindaco di Camerino, Sandro Sborgia – Dovremo aspettare ancora, ma sarà l’occasione per ritrovarci, celebrando il rito di della preghiera di affidamento al nostro Patrono in tv. Un momento importante per tutti noi, e ci consentirà di essere idealmente uniti in questo periodo di distanziamento forzato. Vorrei ringraziare l’arcivescovo Francesco Massara, don Marco Gentilucci e Stefania Scuri, presidente della Corsa alla Spada e Palio, insieme a tutta l’associazione per l’impegno e il lavoro difficile e complesso che hanno svolto in queste settimane, per far sì che la parte sacra della nostra tradizione non fosse sospesa. All’associazione va anche il ringraziamento per l’iniziativa “Adotta una pigotta”, il cui ricavato sarà devoluto all’ospedale di Camerino che è stato convertito a Covid hospital dall’8 marzo ed è tutt’ora in prima linea per salvare vite umane”.

A partire dal 19 maggio sarà, inoltre, possibile lasciare la propria lanterna nella Cripta della Basilica di San Venanzio (ci sarà un’apposita indicazione) così da poter far visita al Santo e riprenderla dopo la reposizione della statua.
“Mi unisco – conclude Sborgia – all’invito di accendere le nostre lanterne o candele esponendole all’esterno o sul davanzale della finestra delle nostre abitazioni, come gesto di unione e di condivisione per superare questo momento di difficoltà in cui c’è bisogno dell’impegno di tutti”.
C.C.

 

L'annuncio che tanti cattolici attendevano è finalmente arrivato. Da lunedì 18 maggio sarà nuovamente possibile la celebrazione della messa con la presenza dei fedeli. E' stato, infatti, sottoscritto, il Protocollo, frutto di sinergia tra la Presidenza del Consiglio, la Conferenza Episcopale Italiana e il Comtitato Tecnico - Scientifico, che disciplina le misure sanitarie per permettere lo svolgimento delle celebrazioni con la presenza dei fedeli. Sarà, il prossimo 18 maggio, un giorno particolare per la città di Camerino e per l'intero territorio della diocesi, visto che la "riapertura" delle chiese coincide con la festa di San Venanzio.

"Questa è la cosa più bella - commenta mons. Mariano Blanchi, vicario generale della diocesi di Camerino - San Severino Marche - perchè pensavamo che la ripaertura avvenisse successivamente. Così il giorno della festa del patrono tutta la comunità diocesana sarà unita intorno a San Venanzio per celebrare anche questo evento che ci permetterà di ritornare a celebrare l'Eucaristia, che come dice il Concilio "costruisce la Chiesa", insieme alla nostra gente". Un lunghissimo periodo di "digiuno" che termina e che permetterà ai fedeli di tornare a pregare in comunità, sia pure con il rispetto rigoroso delle misure prescritte. "Speriamo - conclude don Mariano - che le persone non si siano ormai abituati alla messa in streaming che, pur utile in questo periodo di quarantena, non può assolutamente sostituire la partecipazione diretta. Celebrare l'Eucaristia, fare la Comunione, pregare e celbrare insieme il sacrificio del Signore Gesù non può essere sostituito da nulla".  

f.u.
Si rinnova anche questa domenica 22 marzo, quarta di Quaresima, l'appuntamento con la messa di comunità celebrata alle ore 10.30 nella basilica di San Venanzio a Camerino e trasmessa in diretta sulle frequenze di Radio C1 inblu, in streaming e sulla pagina facebook de L'Appennino camerte. A presiedere la celebrazione, che unisce nella preghiera comune i fedeli dell'arcidiocesi di Camerino - San Severino Marche, il vicario generale monsignor Mariano Blanchi. 
"Continuiamo a vivere questa esperienza di comunità insieme - le parole di don Marco Gentilucci - e crediamo sia questo un gesto importante pregare nel luogo in cui è conservata la memoria del patrono della diocesi. Questa quarta domenica di Quaresima è anche la domenica della gioia, che ci avvicina al tempo gioioso della Pasqua. Certamente sarà una Pasqua differente, ma non possiamo che affidarci ancora una volta al Signore con fede rinnovata. Guardiamo con speranza al futuro".

Crediamo che il compito dell'informazione, soprattutto in un momento come questo, sia anche e soprattutto quello di portare un servizio pubblico e di accorciare le distanze che l'emergenza sanitaria ha doverosamente fatto crescere. È per questo che di seguito pubblichiamo il commento al Vangelo che l'arcivescovo Francesco Massara ha tenuto questa mattina, nella basilica di San Venanzio, durante la funzione religiosa celebrata in diretta Facebook.

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Cari fratelli e sorelle,

Stiamo vivendo giorni di forte preoccupazione e crescente inquietudine, giorni in cui la fragilità umana e la vulnerabilità della presunta sicurezza nella tecnica sono insidiate a livello mondiale dal Coronavirus (COVID-19)[1] una pandemia che ci sta rubando il presente, ma che se non combattuta con sacrificio e senso di responsabilità, rischia di cancellare anche il nostro futuro.
Pertanto come pastore di questa chiesa particolare, oggi ho sentito il bisogno di incontrare se pur attraverso questo spazio digitale ciascuno di voi; per esprimervi tutta la mia prossimità e solidarietà attraverso questa liturgia Eucaristica, senza popolo, ma offerta per il popolo.
Questa santa Messa, memoriale del sacrificio di Cristo per la salvezza del mondo, è offerta come rendimento di grazie per il popolo che in questi giorni ed in queste ore soffre a causa del contagio del COVID-19, è celebrata per le vittime e le loro famiglie, nonché per tutti gli operatori sanitari, impegnati in prima linea, spendendo ogni energia nel curare le persone colpite e nel portare a queste sollievo.
In questa Quaresima, dove ci è chiesto di astenerci da ogni forma di contatto sociale, il Vangelo di oggi ci riporta il dialogo tra Gesù e la Samaritana al pozzo come uno degli incontri più belli e simbolici di sempre.

Come prima cosa mi ha subito colpito il fatto che non si tratta di un incontro casuale; infatti, il versetto precedente a quello iniziale del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, ci informa che   «Doveva perciò attraversare la Samaria» (Gv 4,4). Questo “bisogno” torna più volte nel Vangelo ed è quasi sempre in riferimento a Gesù che sente la necessità di incontrare i lontani per riportarli all’unica famiglia del Padre. Per questo l’incontro con la Samaritana – è paradigma dell’incontro con tutti quelli che vivono o si sentono lontani da Dio.

Oggi in questo brano è significato l’incontro con ciascuno di noi, che oppressi dalla paura per questo virus, viviamo come se ci sentissimo abbandonati da Dio e lontani da lui.
Ed eccolo qui Gesù; solo, affaticato dal viaggio e seduto, vicino al pozzo. Stanco e assetato. Non è così che siamo abituati a pensarlo, e non è così che ci piace pensarlo. Però l'evangelista ce lo presenta così. E non dobbiamo temere di pensarlo così; perché pur di incontrarci, Gesù è disposto a farsi povero e mendicante davanti a noi. Si fa maestro di dialogo, per insegarci che a volte per raggiungere il cuore di una persona, è necessario farsi vedere bisognoso.
L’incontro avviene in un luogo isolato, in uno spazio di solitudine in quel segreto del cuore dove Dio vede, in quell’abisso che ci portiamo dentro e che è richiamato dall’immagine del pozzo.

Oggi quel pozzo sono le nostre case, dove siamo isolati e Gesù per incontrarci non sceglie una cattedra, un pulpito, ma il muretto di un pozzo, le nostre mura domestiche, perché per Lui ogni luogo è occasione per essere raggiunti dal bisogno di Dio che dona se stesso per noi per la nostra necessità di sentirci accolti ed amati.
Per Gesù ogni luogo è appropriato per mettere in evidenza il suo inerme desiderio: ho sete! Sì, Gesù ha sete della salvezza di questa donna, ha sete della felicità di ciascuno di noi. Vuole dare risposta a quel desiderio di vita piena che ciascuno di noi si porta nel cuore, dentro quel cuore che a volte è proprio un abisso come un pozzo, dal quale non riusciamo più a tirar fuori l’acqua che dà vita.

In quel luogo, arriva la Samaritana, simbolo del mondo di oggi, che come lei non ha regole da seguire, ma desideri da soddisfare e opportunità da prendere e lasciare. E non ha convinzioni religiose assodate, se non il culto della propria immagine e il timore del giudizio altrui; Ecco perché, per andare a prendere l’acqua al pozzo, sfrutta un orario nel quale può sfuggire a occhi indiscreti. Sa che nessuno l’aspetta. Invece Gesù aspetta proprio lei. Aspetta ciascuno di noi.
Gesù che attende, sembra l'immagine della Chiesa di oggi. Di ogni comunità cristiana di oggi. Di ogni cristiano singolo. Tutti stanchi e poveri di potere e strumenti. Verrebbe da scoraggiarsi, o addirittura da lamentarsi come gli Ebrei a Massa e Meriba: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?" (Es 17,3-7).
Invece cosa fa Gesù? Appena gli si offre la possibilità di dare l'"acqua viva" alla donna, dimentica la stanchezza, la sete e la fame, e le offre ciò di cui ha realmente bisogno cioè essere voluta bene.

Niente scoraggiamento, perciò, e nessuna resa alla stanchezza. Niente paura in questo delicato momento di difficoltà e di smarrimento. E' proprio dalle difficoltà che devono nascere nuove energie. E se "il mondo" alza sempre nuovi ostacoli, la fede ha sempre nuova forza per superarli, perché questa forza non la si deve trovare chissà in quali pozzi profondi. Ci viene donata: è la grazia che ci è stata data nel battesimo per mezzo di Gesù Cristo. E in lui la speranza non delude.
In questi nostri giorni “senza” celebrazioni, senza liturgie, senza incontri, sentiamo inoltre, più che mai attuale la domanda della Samaritana: Dove andremo per adorare Dio? Sul monte o nel tempio? La risposta è diritta come un raggio di luce: non su un monte, non in un tempio, ma dentro. In spirito e verità.
Allora dentro le nostre case care famiglie ritroviamoci per meditare le letture della domenica, recitare il Padre nostro e una preghiera. Riprendiamo in mano il rosario e consegniamo la nostra fiducia in Maria, Madre vicina a tutti i suoi figli. Offriamo il dono di una parola buona, magari di una telefonata, di un atto di perdono, di segni concreti di carità e di servizio. Preghiamo per chi si prodiga per le cure, per la ricerca, per i servizi pubblici essenziali.
La sofferenza di questo momento per contenere la diffusione del Coronavirus sia accompagnato dall’impegno di ogni singolo fedele per il bene più grande: la riconquista della vita, la sconfitta della paura, il trionfo della speranza.

Concludo rivolgendo il mio pensiero a tutto il personale sanitario che sta operando sul territorio della nostra Diocesi ed in Italia. Esprimo a loro la nostra riconoscenza, la nostra stima e il nostro affetto. Voi, cari operatori sanitari, siete in trincea. I nostri malati sono prima di tutto nelle mani di Dio e poi nelle vostre. Cari fratelli e sorelle grazie perché con in dosso il camice della solidarietà vivete e ci indicate il senso del mistero della Pasqua come donazione e servizio.
In questi giorni, cosi faticosi, mi stringo idealmente vicino a chi è ammalato e solo; a chi non può lavorare, a chi deve inventare ogni giorno qualcosa di nuovo per stare insieme ai figli o ai nipoti rimasti a casa da scuola, a chi non vede prospettive per la propria attività economica. Mi avvicino a voi e vi dico, senza retorica, ma con tanta speranza coraggio il Signore è con noi!
A voi giovani chiedo di compiere scelte coraggiose, perché questo non è il tempo di mostrare il vostro impegno sociale e per il mondo solo attraverso slogan di passaggio e parole vuote, ma mettendo in campo con la vostra determinazione scelte ed azioni responsabili, insegnateci a tutelare il vostro futuro “amando non a parole, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,18).
Lo so benissimo è un sacrificio enorme rinunciare a tante belle cose della vostra giovinezza, ma se anche la vita oggi ci chiede di astenerci dagli abbracci, non ci impedisce di moltiplicare il modo di pensarci e di farcelo sapere pur rimanendo a casa.
Usiamo allora questo tempo per riscoprire l’essenziale: cioè che la nostra vita è nelle mani di Dio e a servizio dei fratelli.
Vergine Maria, Madre della Speranza, sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

+ Francesco Massara
Arcivescovo

LINK alla pagina Facebook dove è possibile rivedere il video integrale della Messa
https://www.facebook.com/appenninocamerteradioc1/


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Si rinnova la messa di comunità per i fedeli della diocesi di Camerino - San Severino Marche in diretta sulle frequenze di radio C1inblu e sulla pagina facebook de L'Appennino camerte. Domenica 15 marzo, terza domenica di Quaresima, l'arcivescovo Francesco Massara presiederà alle ore 10.30 dalla basilica di San Venanzio a Camerino la messa domenicale trasmessa in diretta per permettere ai fedeli di pregare in comunione nella seconda settimana nella quale tutte le chiese sono chiuse a causa dell'emergenza sanitaria, accogliendo l'invito di papa Francesco ad essere vicini alle proprie comunità anche attraverso le nuove tecnologie.
Dalla basilica che contiene l'urna del patrono della diocesi il pastore della chiesa camerte-settempedana invita tutti i fedeli ad unirsi nella celebrazione comune e a pregare insieme in questo momento così drammatico per la nostra nazione.
f.u.

loghi app e radio
Il link alla pagina Facebook per seguire la diretta è il seguente: 
https://www.facebook.com/appenninocamerteradioc1/

Vi ricordiamo inoltre le nostre frequenze:

frequenze

La vigilia della riapertura della basilica di San Venanzio si lavora con la gioia nel cuore.
C'è aria di festa a Camerino, un'aria di speranza e rinascita per la porta della basilica che domani sarà riaperta per accogliere non solo i fedeli della città, che attendono con emozione questo momento, ma anche per tutti i paesi vicini che vedono nella basilica e nel santo un punto di riferimento.
A testimonianza che quella che sarà riaperta domani è una basilica di tutto il territorio anche i maestri infioratori di Castelraimondo che da questa mattina sono al lavoro per la realizzazione dell'immagine di San Venanzio all'interno della basilica: "Abbiamo fatto un omaggio alla città di Camerino - dice il responsabile dell'associazione, Mario Rovelli - perchè San Venanzio è anche patrono della diocesi. E' stata un'idea nata spontaneamente, don Marco entusiasta ci ha dato il permesso e ci siamo messi al lavoro. La zona centrale dell'immagine è una parte del polittico presente a Brera ed è stata realizzata con fiori secchi e macinati, mentre la corona esterna è di fiori freschi e semi colorati per un tocco di vivacità".

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Emozionato anche don Marco per gli ultimi momenti organizzativi di quello che sarà un evento destinato a rimanere nelle pagine di storia della città: "Prende forma l'immagine della festa. Un bel senso di rinascita e questo è importante - commenta il parroco - . Vedere gli infioratori di Castelraimondo al lavoro dimostra che c'è la partecipazione di un territorio. Riaprire questa porta non significa aprire solo per Camerino ma per tutti coloro che sanno che questo luogo potrà essere un punto di riferimento per i loro momenti di festa. Oggi tanti camerti volevano sbirciare ma ho conigliato di aspettare domani perchè è bello viverla con tanta gente".

La riapertura della basilica di San Venanzio ha interessato anche Repubblica con l'articolo al link che pubblichiamo di seguito: https://www.repubblica.it/cronaca/2019/12/14/news/riapre_grazie_alla_solidarieta_dei_privati_san_venanzio_a_camerino-243444147/

GS
Viaggio nella Basilica di San Venanzio a Camerino, che riaprirà domenica 15 dicembre. Chiusa tre anni fa per i danni del terremoto del 24 agosto 2016, è tra le più grandi del cratere.
Video di Avvenire
C’è fermento a Camerino per la riapertura della basilica di San Venanzio dopo i danni causati dal sisma. 
Il 15 dicembre, alle 17, si apriranno nuovamente, alla comunità, le porte di uno dei luoghi più amati dai camerti. La santa messa, dopo la riapertura, sarà presieduta dal Nunzio Apostolico Monsignor Emil Paul Tscherrig.
L'arcivescovo, Francesco Massara, invita tutti ad essere presenti, vista l'importanza per la comunità di Camerino e non solo. Si tratta, infatti, di un importante segno di rinascita per tutto il territorio.
La basilica è la più grande chiesa di tutta la diocesi e una delle più grandi di tutto il cratere. 

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Insieme al parroco don Marco Gentilucci e all’ingegnere che ha seguito i lavori, Piergiuseppe Moretti, siamo entrati in anteprima all’interno della basilica per conoscere gli interventi fatti fino ad oggi grazie alla solidarietà di un privato che ha finanziato i lavori.
Ancora una volta, come accaduto per diverse scuole del cratere, ad emergere sono i tempi brevi di un’opera resa possibile grazie alle donazioni, rispetto a quelli troppo lunghi per le strutture finanziate dalla ricostruzione pubblica. 

CLICCA QUI PER IL VIDEO ESCLUSIVO GIRATO ALL'INTERNO DELLA BASILICA

“Siamo nella fase ultima dei lavori – dice il parroco don Marco Gentilucci - . Hanno smontato la messa in sicurezza esterna che era stata fatta per riaprire la strada ed è stato consolidato il campanile. La facciata della basilica è stata sistemata ed è stata messa l’illuminazione esterna. Si sta rispettando la tabella di marcia. Siamo soddisfatti”.

I lavori della basilica sono stati avviati a fine febbraio, poi a marzo sono iniziati i lavori: prima quelli interni con la sistemazione dei danni e il ripristino dell’aula celebrativa, successivamente quelli all’esterno dove c’è stato il lavoro più importante.

A spiegare la tecnica è l’ingegnere Piergiuseppe Moretti: “E’ stato fatto il rinforzo delle muratore portanti all’interno, con delle reti di carbonio, poi la ricostituzione di tutti gli intonaci con quello che era il disegno originario”.

Tanta la gratitudine del parroco nei confronti di chi ha permesso di eseguire i lavori alla basilica: “La riapertura è totalmente a carico della Fondazione Arvedi Buschini di Cremona – spiega Gentilucci -  quindi è segno del gran cuore che abbiamo toccato nei mesi del sisma. E’ un’opera incredibile per questa città, un punto di ripartenza per tutti. Un faro. Sono stati curati alcuni aspetti che prima non potevamo toccare perché non ce n’erano le possibilità. Abbiamo davvero molto bisogno di riprenderci un pezzo di vita normale”.

Giulia Sancricca






Il piazzale antistante la basilica di San Venanzio  a Camerino, si prepara ad accogliere la suggestione dell'Offerta dei Ceri, da sempre, uno dei momenti più solenni della rievocazione storica. Tutta la macchina organizzativa è impegnata da giorni nell'allestimento dello scenario che condurrà nell' emozionante atmosfera, che fa da cornice ai sentimenti di  devozione al santo patrono della città. Si ripeterà stasera l'antico cerimoniale che prevede la pesatura dei ceri, l'arrivo da punti diversi dei cortei in piazza,l'abbraccio della concordia tra le dame dei tre terzieri, l'offerta dei ceri al clero , la solenne benedizione dell'arcivescovo Francesco Massara che, per la prima volta dal suo ingresso in diocesi, condividerà questo momento di forte partecipazione collettiva davanti alle reliquie del Santo. Ritmo dei tamburi e squilli di chiarine segneranno la lettura del proclama delle feste. Affidata infine alle fiaccole degli atleti che domenica 2 giugno si sfideranno per la Spada e il Palio, la prima scintilla che alimenterà il suggestivo "focaraccio", simbolo della veglia in attesa della Festa di San Venanzio e richiamo propiziatorio per i raccolti nei campi. 

C.C.

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