Uscire di casa e trovarsi nel baccano di chi si chiede come mai, da giorni, trovi una bottiglia di aceto sul davanti della propria auto.
È lo strano racconto di una sarnanese che vive appunto in una delle zone SAE di Sarnano e che questa mattina ha assistito ad una scena insolita.
Una sua concittadina, infatti, stava chiedendo aiuto ai vicini di casa perchè da giorni trova una bottiglia di aceto davanti l'auto del marito, così come qualche mese fa, sempre nello stesso punto, ha trovato degli ombrelli rotti.
Non è tanto questa la notizia che ci ha fatto riflettere - anche se il dispiacere per l'anziana che continua a chiedersi il motivo di questo gesto resta - ma la mente è andata subito ad un modus operandi che ricorda i rimedi della nonna, i modi di dire, le superstizioni che vivono ancora oggi solo grazie a qualche custode della tradizione contadina.
Quello che ci porta a scrivere di questo non è tanto il fatto in sé, ma la consapevolezza che alcune storie si possono ancora verificare solo in queste zone: piccoli centri dell'entroterra dove c'è ancora chi custodisce gli insegnamenti degli antenati.

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Cercando online, però, pare che l'aceto, secondo i superstiziosi, rappresenti uno degli elementi capaci di rendere amara la vita di qualcuno e inasprire la relazione tra due persone.
Allora dalla riflessione sulle tradizioni contadine non possiamo non soffermarci sui fatti di cronaca avvenuti in questi giorni che vedono due giovani uccisi "perchè troppo felici".
Anche se è vero che sono due estremi opposti, è triste vedere come in entrambi i casi sia la felicità di qualcuno e quindi l'invidia a muoverci verso un sentimento cattivo.
Se, infatti, nella genuinità dei paesi dell'entroterra, l'anziana superstiziosa pensa di vendicare la sua invidia con l'aceto, nel diabolico meccanismo di un mondo che sembra andare al contrario, un giovane di oggi si arma e uccide.
E allora, al di là dell'importanza di tramandare le tradizioni senza esserne vittime, comprendendo che la superstizione è solo dentro di noi, il messaggio più alto che è giusto far passare è proprio quello sulla felicità: rallegriamoci per quella degli altri, perchè "La felicità - come dice Madre Teresa di Calcutta - è un percorso, non una destinazione".

GS


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