Attenzioni particolari da riservare alla categoria di caregivers e conviventi delle persone disabili e estremamente vulnerabili, per permettere loro di organizzare meglio la vaccinazione.
La presidente di Alzheimer Uniti Italia, Manuela Berardinelli, si è fatta portavoce dei famigliari dei malati e ha riassunto in una missiva inviata al presidente della Regione, Francesco Acquaroli ed all'assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, le rchieste che ha raccolto con l'associazione in quest'ultimo periodo.
"In primis - scrive - coloro che hanno prenotato chiedono quali saranno i tempi di attesa per essere ricontattati dagli operatori sanitari per concordare l’appuntamento in quanto è per un caregiver è impossibile lasciare il proprio caro di cui si prendono cura h.24 senza avere il tempo di organizzare la sostituzione. Altro aspetto per cui i familiari ci contattano è legato alla categoria entro cui fare richiesta. Infatti, all’interno del documento di soggetti estremamente vulnerabili non è espressa in maniera chiara la diagnosi di demenza (Alzheimer, Fronto-Temporale, Corpi di Lewy, Parkinson etc.); questa potrebbe essere inclusa nella sezione Malattie neurologiche. Un ultimo aspetto da chiarire - aggiunge - (magari attraverso una nota esplicativa) riguarda le condizioni che consentono il riconoscimento dello stato di vulnerabilità (tanto del soggetto quanto del caregiver).
A tal proposito la proposta è quella di inserire una voce specifica per la diagnosi di demenza e dare dei riferimenti ai soggetti e ai caregivers rispetto alle condizioni di accoglimento dell’adesione alla campagna vaccinale".
La presidente chiude la missiva con una richiesta che riguarda le priorità della vaccinazione: "Prima di 'aprire' alle adesioni della vaccinazione per i 60-65enni  le chiedo formalmente di dare la priorità ai caregivers, non solo per l’Alzheimer ma ovviamente per i tanti che si prendono cura delle molteplici patologie che danno disabilità e che non consentono autonomia, se si ammala uno di loro, anche se la persona malata è vaccinata, si rischia ugualmente la tragedia perché nessuno se ne potrà occupare".

GS
Sono la fascia più debole. Lo erano quasi quattro anni fa, dopo il sisma. Hanno continuato ad esserlo fino ad oggi in attesa di riavere la loro casa. E lo sono oggi, ma non solo perchè più attaccabili dal virus, ma per la solitudine in cui sono ripiombati. 
Sono gli anziani ed è per questo che l'impegno della maceratese Manuela Berardinelli, da sempre in prima linea per le persone più fragili ed per i malati di demenza, si è subito attivata con l'associazione Alzheimer Uniti Italia che presiede e con l'Associazione Familiari Malati di Alzheimer.
"Il momento è difficile e complesso per tutti - spiega - in maniera particolare per loro a cui è più complicato spiegare che devono restare a casa e gestire una quotidianità che si svolge diversamente dal solito.
Il pensiero agli anziani che vivono nella solitudine delle loro case o nelle case di riposo oggi diventa davvero forte. Abbiamo una preoccupazione a livello morale, sia personale che associativa, che ci spinge a poter fare qualcosa per dare risposte ad una categoria più debole, non solo di salute ma anche in termini psicologici".
Diverse le azioni messe in campo per essere vicini, seppur virtualmente, a queste persone ed alle loro famiglie: "In collaborazione con l'Associazione italiana di Psicogeriatria e l'Associazione Argilla, abbiamo attivato un numero di telefono che risponde tutti i giorni dalle 15 alle 19, compresa la domenica. Una linea telefonica che si propone di dare vicinanza, ma anche risposte concrete a domande che vengono poste. Il numero è 3515834933". 
Soluzioni che arrivano anche dalla tecnologia: "Sia a livello nazionale che locale - prosegue - , ogni giorno, sulla nostra pagina Facebook, ma anche nelle chat dei familiari degli anziani, inviamo dei video fatti da persone competenti che, in maniera molto semplice, cercano di dare una organizzazione alla quotidianità. Un modo anche per avitare di cadere nella noia, anticamera diretta alla depressione". 
L'impegno dell'associaizone non si ferma qui, ma guarda a fare di più anche nei prossimi giorni: "Stiamo pensando di organizzare un momento di socialità virutale - aggiunge Manuela Berardinelli - . Chiamiamolo "Caffè Alzheimer" o in qualsiasi altro modo. Daremo un link e, tramite delle piattaforme, ci incontreremo per vivere una socialità a distanza. Stiamo poi provando ad organizzare una serie di almeno tre o quattro videoconferenze di approfondimento con un esperto che possa dare una formazione in un momento di grande difficoltà". 
Oltre alla linea telefonica attivata in campo nazionale, l'Afam mette a disposizione un'altra linea locale, sempre attiva: 3779841431.
"Rispondiamo non solo per dare indicazioni - conclude - , ma anche semplicemente per parlare ed avere un effetto consolatorio".

Giulia Sancricca

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