Celebrata dall'arcivescovo Francesco Massara la Santa Messa Crismale. Gremita la Chiesa della Sacra Famiglia di Cstelraimondo per la celebrazione eucaristica, alla quale ha partecipato il Card. Edoardo Menichelli, presenti i sacerdoti e i religiosi della diocesi. Un momento toccante quello che ha unito tutto il presbiterio e l’arcivescovo nel rinnovare le promesse sacerdotali e, partecipare con viva preghiera alla benedizione degli oli degli infermi, dei catecumeni e del crisma. La solenne liturgia, è stata animata nel canto dal Coro diretto dal maestro Lauro Corpacci. Per Francesco Massara è stata la prima Messa crismale celebrata da vescovo, oltretutto nella felice ricorrenza dei suoi 26 anni di sacerdozio

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"Sono molto contento di essere con voi per questo momento molto particolare- ha esordito l’arcivescovo nella sua omelia- Attraverso questa Santa liturgia noi ci introduciamo nel Triduo Santo, fonte e culmine della vita cristiana e rinnoviamo come sacerdoti il nostro sì al Signore come suoi ministri” Quindi è seguita una breve riflessione sul sacerdozio, partita dalla parole che vengono recitate .nella seconda preghiera eucaristica: 'celebrando il memoriale della morte e resurrezione del tuo Figlio, ti offriamo Padre il pane della vita e il calice della salvezza e ti rendiamo grazie per averci ammesso alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale'.  Oggi noi rendiamo grazie al Signore per averci ammesso alla sua presenza a compiere il servizio sacerdotale.

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Stare alla presenza del Signore- ha detto Massara- significa riconoscere i suoi discepoli permanenti del Signore e non funzionali. Significa occuparsi di Dio, della sua persona e del nostro rapporto con lui e non semplicemente fare cose in Suo nome. Stare alla presenza del Signore, significa riconoscere che la vocazione presbiterale è una chiamata permanente da parte di Dio, esattamente come quella che Gesù ha rivolto agli apostoli. C’è il momento del primo grande sì, quello che induce a scegliere di seguire Gesù nella via del ministero ordinario, ma poi viene la necessità dei tanti sì quotidiani, a cui siamo chiamati per continuare il cammino. Il sì alla preghiera personale e alla liturgia delle ore; il sì ad una celebrazione della Santa Messa che sia curata e interiormente preparata, mai banalizzata o ridotta a mero rito. Il sì alla lettura della Parola di Dio, che è parola viva e sempre nuova; il sì al sacramento della riconciliazione da amministrare agli altri o da ricevere per sé. Ecco cari fratelli che il primo compito del sacerdote è rinnovare quotidianamente la sua fedeltà e il suo sì per vivere in unità con Lui, fissare il nostro sguardo su di Lui e, questo è un privilegio, non è un peso, né un’abitudine, per imparare da Lui che ha offerto la sua vita per noi.

Messa crismale 3

Siamo ammessi alla presenza del Signore per compiere il servizio sacerdotale: cari fratelli, il ministro dell’altare è un servo, non un padrone. Talvolta si è autoritari ma non autorevoli, perché non si è servi. Altre volte, si è protagonisti, non servi. Si è servi innanzitutto dell’altare; ciò che il sacerdote fa nel momento della celebrazione dell’Eucarestia, è servire, compiere un servizio a Dio e un servizio agli uomini. Il culto che Dio ha reso agli uomini è stato il donarsi fino alla fine per gli uomini e, in questo culto e in questo servizio, il sacerdote deve inserirsi; ciò significa che dobbiamo imparare a comprendere sempre di più la Sacra liturgia e tutta la sua essenza e sviluppare una viva familiarità con essa. Così diventi l’anima della nostra vita quotidiana, liturgia cristiana per sua natura e sempre anche annuncio. Abbiamo quindi l’obbligo di essere persone che con la Parola di Dio hanno familiarità, la amano e la vivono. Solo allora potremo spiegarla in modo adeguato. Il servizio sacerdotale, significa proprio imparare a conoscere il Signore nella sua Parola e a farlo conoscere a tutti coloro che Egli ci affida, perché servire la Parola di Dio, significa anche aver compreso che siamo chiamati, non ad annunciare noi stessi o le nostre opinioni personali, bensì il Mistero di Cristo e in Lui la misura del vero umanesimo; siamo incaricati non di dire molte parole, ma di farci eco e portatori di una sola parola che è il Verbo di Dio fatto carne per la nostra salvezza. Siamo poi servi tra di noi, parti di un unico presbiterio, siamo servi a partire dalla nostra consapevolezza di ciò che siamo nella nostra umanità.

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Lo so che ognuno porta con sé il proprio fardello, l’età avanzata, le fatiche, le delusioni e, talvolta, anche le incomprensioni; dobbiamo fare poi i conti coi nostri limiti e difetti C’è chi è finisce per essere senza gioia; c’è chi si è seduto, c’è chi ha cercato vie nuove e c’è chi ha lasciato sfogo alla consuetudine e alla routine. C’è chi sente il sovraccarico pastorale e deve districarsi tra le mille richieste della gente, le riunioni, gli incontri al centro diocesi e gli incarichi oltre la parrocchia. Tutto questo cari fratelli, non ci deve far smettere di pensare che, nonostante tutto, possiamo essere un presbiterio, capace di annunciare in parole  l’animo di grazia del Signore. Carissimi presbiteri, impegniamoci a vivere come fratelli, membri di un unico corpo attento alle parti più deboli come ci tiene il Signore; Gesù si è chinato su di noi, ci ha chiamati ad essere suoi ministri; non accettiamo di vivere divisi, non cediamo alla tentazione di guardarci da lontano, giudicandoci senza misericordia. Accogliamoci e viviamo come fratelli e potremmo mostrare agli altri la gioia e la bellezza del servizio dell’altare. Infine servi di tutti, a partire dai poveri e dai bisognosi; non mi dilungo sul tempo difficile che viviamo ma vorrei solamente dirvi che soprattutto noi, abbiamo il compito di aiutare e dare speranza, ma come? Mi ha sempre colpito notare la differenza del testo del libro di Isaia che oggi abbiamo ascoltato e la citazione che di esso fa Gesù nella sinagoga di Nazareth; le parole sono quasi identiche, eppure esiste una differenza sostanziale che provoca nei presenti una reazione di meraviglia e stupore, che si trasforma presto in disaccordo e opposizione, mentre il profeta pone tra i suoi compiti la promulgazione dell’animo Grazia del Signore, le parole di Gesù si fermano alla Grazia e non parlano della vendetta. Per Gesù non esiste vendetta. Non esiste una giustizia retributiva che dà secondo quello che riceve; non esiste nessuna risposta violenta e ingiustificabile, anche se uno ha ragione; l’unica risposta giusta è Grazia, Benevolenza, Misericordia, Gratuità e Amore E’ questa la vera rivoluzione cristiana ed è questa la vera rivoluzione che ogni sacerdote deve vivere nella propria vita. E’ questo il nostro ruolo primario e fondamentale del nostro servizio sacerdotale agli altri e verso tutti; essere testimoni appassionati della Carità di Cristo, che ci ha amati fino alla fine, fino al dono di sé, pur di non sottrarsi all’unica legge che conta: quella dell’amore gratuito. Ed è questo l’augurio che faccio a tutti voi sacerdoti, che possiamo vivere la parola del Signore nella nostra vita, che la possiamo testimoniare, che possiamo essere al servizio della nostra gente, con i nostri limiti e difetti, ma con una grande certezza: che l’amore di Dio che abbiamo avuto nel grande dono della nostra donazione, possiamo veramente restituirlo al Signore attraverso il servizio alla nostra comunità, ai nostri poveri e ai nostri bisognosi”.

Prima della benedizione finale, un ricordo dei presbiteri defunti e di quelli che celebrano quest’anno un particolare anniversario. Il pensiero di gratitudine e di suffragio dell’Arcivescovo, dei sacerdoti e dei fedeli è andato a quei presbiteri che nell’anno trascorso sono tornati alla Casa del Padre e che nella loro vita e nel loro servizio alla Chiesa hanno donato tanto: don. Egidio De Luca, Mons. Nazzareno Moneta, don Alberto Crovetti, don Costantino Fefé, don Deo Galanti, don Giuseppe Giaché, don Luigi Cristoldi, don Umberto Silla.

L'arcivescovo è passato quindi a sottolineare con gioia le speciali date dei 50 anni di sacerdozio di Don Aldo Romagnoli, dei 60 di don Giuseppe Scuppa e infine il record dei 70 anni di sacerdozio di mons.Quinto Martella.

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In chiusura, nell'evidenziare come il 2019 sia foriero di tante belle notizie, a cominciare dall’arrivo del Papa in diocesi il prossimo 16 giugno, l’arcivescovo Massara ha voluto ringraziare don Nello Tranzocchi per i servigi finora resi nell’incarico di Vicario generale della Curia Arcivescovile. Lo scorso febbraio, il sacerdote ha infatti chiesto di essere sollevato dagli impegni esercitati all'interno della Curia, per dedicarsi alle tante parrocchie che gli sono state assegnate e che insistono nelle zone di maggiore sofferenza per i danni del sisma. Ringraziandolo per il suo prezioso apporto quale Vicario generale, per l’accoglienza e i consigli offerti, oltre che per i servizi donati alla Chiesa, Mons. Massara, ha infine comunicato ufficialmente il decreto di nomina del suo successore, investendo Mons. Mariano Ascenzo Blanchi nel ruolo di Vicario generale dell’arcidiocesi di Camerino San Severino Marche.  A motivare la nomina di Mons. Blanchi, la considerazione della stima di cui gode nel presbiterio, le pregresse esperienze del suo generoso servizio nei confronti dell’ arcidiocesi, la sua lunga attività pastorale svolta come parroco, la profonda conoscenza del clero e della comunità parrocchiale. Il presule ha augurato che questo servizio possa essere svolto con il cuore, con semplicità e bontà, così come finora ha fatto don Nello  “ La migliore testimonianza che possiamo fare è volerci bene tra sacerdoti" – ha concluso l’arcivescovo- Infine l’augurio a tutti presenti di trascorrere una Santa Pasqua, di pace e di serenità

 C.C.

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Riportiamo in forma integrale, il testo scritto da Mons. Francesco Massara per accompagnare i fedeli dell'arcidiocesi camerte settempedana,  nel cuore della Settimana Santa.

"Carissimi fratelli e sorelle, quale Arcivescovo di questa Chiesa, nel porgervi questo messaggio di Pasqua, il mio pensiero corre al Vangelo della Risurrezione di Gesù  narrato dall’evangelista Giovanni (Gv 20,1-9), un brano suggestivo, ricco di immagini e significati.

Tra le tante, ne ho scelto due più rappresentative dell’evento di Pasqua: il buio e la pietra rotolata. “La mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro” (Gv 20,1).

È vero!!! E’ drammaticamente vero!!! La vita di ciascuno di noi è ancora troppo spesso avvolta nel buio. È il buio della fatica di chi è costretto ad affrontare eventi che scuotono letteralmente l’esistenza, è il buio delle delusioni e qualche volta delle frustrazioni di questi anni difficili, dopo il sisma a causa del quale, a volte, ancora non siamo capaci di reagire. È il buio della sofferenza e della malattia che ci rinchiude nell’angusta nicchia del dolore e ci fa rischiare di rimanerne sepolti. È il buio della rassegnazione quando si pensa che ormai tutto è finito, che la vita non ha più senso. Quante volte lo diciamo anche noi nei momenti particolarmente più tristi! Ma è anche il buio degli pseudo-amori chiusi in sé stessi, della solitudine, dell’indifferenza, dell’egoismo e della gelosia che non ci permettono di vedere gli altri come dono, né di accorgerci dei loro bisogni più profondi.

Ma c’è Maria Maddalena che, nonostante il dolore ancora vivo e la ferita aperta e sanguinante, è capace di rianimarsi improvvisamente. Si rianima perché è profondamente innamorata di Gesù, quindi di Dio, perché riconosce che soltanto Lui l’ha liberata dal male e dal peccato che rappresenta la vera morte. È una donna che sa cosa significa fare esperienza della vittoria sulla morte: l’ha vissuta nella sua carne e lo può testimoniare senza vergogna e timore.

Può testimoniare che la Pasqua consiste nel lasciar rotolare via le pietre pesanti che gravano sulla nostra vita e su quella degli altri: le pietre dei pregiudizi, delle condanne, delle mormorazioni, dei rancori e delle inimicizie mai risolte, le pietre che ci impediscono di vedere nel volto degli altri la luce di Dio. Lei può testimoniare che la Pasqua è la festa delle pietre rimosse dall’imboccatura dell’anima e del cuore. È la festa dove siamo chiamati a prendere sul serio l’invito che il Risorto ci rivolge: esci dal tuo sepolcro! Esci, cioè, dal gelo del tuo misero mondo protetto dove tendi a ignorare i drammi dei fratelli più sfortunati. Allarga la cerchia delle tue relazioni, e apriti alla primavera di rapporti nuovi. Esci dalle tue grette ambizioni e cerca di fare della tua vita un servizio d’amore. Esci dalla tua smania di possesso e vivi la gioia del dono. Esci dal tuo peccato che ti turba il cuore e vai verso la novità che è Cristo. Esci in campo aperto e prendi la strada del Vangeloche rivela al mondo l’amore di un Dio che non si rassegna alla morte e al male, che trasforma le tenebre in luce, la schiavitù del male nella libertà del bene, l’individualismo egoistico in solidarietà, il conflitto in pace. Esci dal tuo contorto passato e comincia a credere che cambiare è possibile per tutti. Esci dal tuo pessimismo e lasciati andare alla speranza, l’unica forza capace di rinnovare il mondo e di cambiare le cose. Nonostante tutto.

Solo vivendo questo invito, comprenderemo che la vita risorta si nasconde nella vita quotidiana e si manifesta orientandosi verso l’altro. Non c’è più tempo da perdere nelle incertezze. Il mondo ha bisogno di noi, ha bisogno di donne e uomini della Risurrezione, ha bisogno della nostra voce di speranza per i tempi difficili che viviamo. Se il terremoto ci ha scosso, come ha scosso la terra, lasciamoci scuotere oggi dall’annuncio della Risurrezione, perché Gesù sia luce di vita e di amore per noi e per quanti incontriamo.

Buona Pasqua, dunque, cari amici! “Cristo è Risorto... Cristo è davvero Risorto!”.

+Francesco Massara,

Arcivescovo

 
 
 

Giornata gioiosa, segnata dall’annuncio che il prossimo 16 giugno, Papa Francesco si recherà in visita alle zone terremotate della Diocesi di Camerino-San Severino Marche. La lieta notizia è stata diffusa in concomitanza con la Sala stampa della Santa Sede a Roma.

La convocazione straordinaria dell’arcivescovo Francesco Massara aveva subito suscitato curiosità e indiscrezioni, tutte sorpassate puntualmente da una rivelazione di portata sorprendente.

“ Quando una famiglia ha una bella notizia, la deve condividere- ha detto l’arcivescovo Francesco Massara, nel dare l’eccezionale annuncio " Nella sobrietà del suo stile,  il Santo padre verrà a riconfermare il suo affetto e quello di tutta la Chiesa a noi tutti, testimoniando  solidarietà e vicinanza alla sofferenza dell'intera popolazione terremotata. Un evento di grazia e un segno di grande benevolenza nei confronti della nostra Chiesa- ha aggiunto Mons. Massara-   Il Papa vuole che sia una visita sobria, bella e fraterna e cercheremo di mantenere quel clima di cordialità e semplicità, tipico dell'accoglienza riservata ad un nostro familiare". L’arcivescovo ha sottolineato il significato eccezionale della visita per l’intera arcidiocesi; un grande dono del quale rendere grazie con la preghiera a Dio, alla Madonna e a Sua Santità. Nel ringraziare il clero, gli uffici della Curia e tutte le istituzioni coinvolte per la collaborazione che vorranno prestare per allestire una bella accoglienza, l'arcivescovo .Francesco Massara ha invitato i sacerdoti a comunicare la lieta notizia nelle loro parrocchie. “ Dobbiamo ringraziare il Signore di questa gioia- ha concluso- Fino all’ultimo l’ho tenuta segreta ma adesso che è nota, vi invito a vivere felicemente questo evento come un giorno del Signore”. Affidata alla protezione della Madonna la preparazione di questi mesi; l’icona di Santa Maria in Via, verrà posizionata sull’altare durante la celebrazione del pontefice in piazza Cavour. Un grazie particolare il presule lo ha rivolto infine alle istituzioni civili e militari presenti, per la collaborazione all’evento che richiederà qualche piccolo sacrificio che vale la pena sopportare: “ La presenza del Papa nelle nostre zone, è un segno di gioia e, accenderà una luce sulle difficoltà di questa terra”.

Emozionati i commenti dei presenti all’annuncio di un dono inaspettato, anhe se da tempo auspicato. “ Il sindaco comunque ci sarà – ha detto Gianluca Pasqui- Un primo cittadino è la continuità dell’ente locale e non importa chi quel giorno indosserà la fascia. Quella fascia- ha aggiunto- sarà sicuramente piena di orgoglio, di onore, di riconoscenza al Santo Padre, alla Chiesa e al nostro arcivescovo. Un messaggio, che andrà a restituire a tutti noi quella forza che giorno dopo giorno ci sta venendo meno ”.

Una visita significativa anche per la città di San Severino Marche: “Venire a vedere la nostra realtà e rendersi conto dei difficili momenti che stiamo vivendo -ha commentato  Rosa Piermattei - è’ una richiesta che abbiamo fatto al Santo Padre tante volte. Lo aspettiamo tutti fiduciosi”.  Sentimenti  di profonda gioia, quelli espressi da Mons. Giuseppe Scuppa, alla vigilia del suo sessantesimo anno di sacerdozio:  " La mia festa è importante ma, questa notizia lo è ancora di più". Ignara fino a poco prima l'intera comunità dei religiosi e sacerdoti dell'arcidiocesi:  "Qualcosa ci era balenato in mente- ha detto Mons. Mariano Blanchi- A chi mi ha chiesto se c'era da suonare le campane, ho detto, suonate, suonate!"

C.C.

Papa Francesco e Mons.Massara

Papa Francesco sarà tra noi domenica 16 giugno, in un abbraccio a tutta la popolazione terremotata della diocesi camerte settempedana”. La conferma ufficiale dello straordinario evento di grazia, l’ha data l’arcivescovo Francesco Massara durante l’affollata assemblea, convocata nella tarda mattinata presso la chiesa del seminario di Camerino.

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Un caloroso applauso e un misto di gioia e commozione hanno accompagnato l’annuncio straordinario, accolto dall’intera comunità diocesana riunita, composta da sacerdoti, diaconi permanenti, religiosi, comunità parrocchiali, gruppi e associazioni laicali, presenti le autorità civili e militari, il vice prefetto Angieri, i sindaci di Camerino e San Severino Marche, Gianluca Pasqui e Rosa Piermattei con l’assessore Tarcisio Antognozzi, il pro rettore dell’università di Camerino Spaterna, il presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri Giampiero Feliciotti, il capitano Nicola Cara, comandante della Compagnia Carabinieri di Camerino, il maggiore Isidori, comandante della Polizia Locale di Camerino. e, gli organi dell’informazione. Un evento di eccezionale significato per l’intera diocesi di Camerino San Severino Marche e che imprime un forte segno di condivisione e straordinaria vicinanza alle sofferenze di una moltitudine di cittadini, che il Santo Padre ha sempre ricordato nelle preghiere e ai quali, verrà di persona a tendere la sua amorevole mano. 

I particolari della visita, sono stati organizzati dalla Prefettura della Casa pontificia, comunicandone il programma nei dettagli.

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Queste le parole pronunciate dall’arcivescovo Francesco Massara:

Carissimi,

sono lieto di annunciarvi che il Santo Padre Francesco verrà in Visita Pastorale alle zone terremotate della nostra Diocesi di Camerino - San Severino Marche Domenica 16 giugno 2019, Solennità della Santissima Trinità.

  • Verrà come Buon Samaritano a versare l'olio della consolazione e il vino della speranza su una Chiesa che vive un momento di stanchezza e difficoltà dopo le conseguenze del sisma dell’ottobre 2016.
  • Verrà come Buon Pastore a spandere il buon profumo di Cristo dentro le singole realtà nelle quali quotidianamente viviamo.
  • Verrà ad irrobustirci nella fede, per incoraggiarci a ricostruire non solo le case ma anche i cuori, esortandoci a non perdere la speranza e a continuare a vivere la carità.
  • Verrà per confermarci l’affetto di tutta la Chiesa e per testimoniare a ciascuno la sua vicinanza e il suo sostegno per il cammino che ancora resta da fare nella ricostruzione.

Esprimo pertanto fin da subito al Santo Padre sentimenti di profonda e commossa gratitudine per questa visita, che per tutti noi è un evento di grazia, e segno di grande benevolenza alla nostra Chiesa.



La visita del Santo Padre alle zone terremotate della Diocesi di Camerino – San Severino Marche e dell’incontro con i fedeli nella città di Camerino, si svolgerà secondo il programma stabilito dalla Prefettura della Casa Pontificia:



Ore 8.00     Decollo in elicottero dall’eliporto del Vaticano

Ore 8.45     Atterraggio al Centro Sportivo dell’Università di Camerino in Località Calvie

        Il Santo Padre è accolto da:

        1. S.E. Mons. Francesco Massara,

Arcivescovo di Camerino San Severino Marche

        2. Dottor Luca Ceriscioli, Presidente della Regione Marche

        3. Dottoressa Iolanda Rolli, Prefetto di Macerata

        4. Dottor Antonio Pettinari, Presidente della Provincia di Macerata

        5. Dottor Gianluca Pasqui, Sindaco di Camerino

        6. Professor Claudio Pettinari, Rettore dell’Università di Camerino

Ore 9.00     Visita alle Strutture Abitative Emergenziali (SAE) con le famiglie che vi abitano in località Cortine

        a seguire:

        Visita in Cattedrale

        Incontro con i Sindaci dei Comuni della Diocesi

Ore 10.30    In Piazza Cavour: Celebrazione della Santa Messa - Angelus

Ore 13.00    Presso il Centro Comunità San Paolo: Pranzo con i Sacerdoti della Diocesi

Ore 15.00     Prima di decollare dal Centro Sportivo dell’Università di Camerino, il Santo Padre si congeda dalle Personalità che lo hanno accolto all’arrivo

Ore 15.45    Atterraggio all'eliporto del Vaticano



  • La partecipazione è aperta a tutta la diocesi ed è gratuita: non ci sono biglietti da acquistare. Tutti i partecipanti troveranno posto in piazza Cavour, e nei luoghi attorno adeguatamente predisposti per seguire l’evento e vedere il Santo Padre.
  • Per l’organizzazione verrà predisposto un comitato ristretto diocesano, mentre quello civile sarà coordinato dal Prefetto di Macerata.
  • Il responsabile dei rapporti con gli organi di stampa sarà Mario Staffolani direttore dell’Appennino Camerte.
  • Ulteriori dettagli sulla visita di Papa Francesco alla nostra comunità diocesana, saranno comunicate nelle prossime settimane attraverso il sito internet della nostra diocesi ().



Concludo esortando tutti e ciascuno ad intensificare la preghiera al Signore per Papa Francesco, affinché come comunità ecclesiale e civile, possiamo prepararci degnamente all’incontro con la sua persona, cercando di vivere con sobrietà, semplicità e letizia questa gioia straordinaria che il Signore ci ha donato.



+Francesco Massara

                                                   Arcivescovo

 

Il restauro della Macchina processionale del Santuario di Santa Maria in Via a Camerino è stato condotto dai restauratori calabresi Sante Guido e Giuseppe Mantella. Giunge a conclusione il Progetto Arte salvata: un restauro per Camerino, promosso nel giugno 2018 dall’Arcidiocesi di Reggio-Bova attraverso il Museo diocesano di Reggio Calabria. Il restauro della settecentesca Macchina processionale in argento (detta Nuvola) proveniente dal Santuario di Santa Maria in Via a Camerino, condotto a titolo gratuito dai restauratori calabresi Sante Guido e Giuseppe Mantella, ha inteso esprimere un gesto di solidarietà concreta verso le comunità dell’Italia centrale colpite dal terremoto del 2016. Mercoledì 3 aprile alle 11 nel Salone prospiciente il cortile dell’Arcivescovado la preziosa opera sarà formalmente riconsegnata, a restauro concluso, a mons.Francesco Massara, Arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, per poi rimanere esposta a Reggio nel Museo diocesano fino a Pasqua ed esser subito dopo trasferita a Camerino, restituendola alla comunità camerte. 
 
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L’evento del 3 aprile vedrà la partecipazione di Sua Eccellenza mons. Massara, del nostro Arcivescovo mons. Giuseppe Fiorini Morosini e, tra gli altri, dei rappresentanti degli enti che hanno patrocinato e/o sponsorizzato il Progetto (Regione Calabria, Città metropolitana di Reggio Calabria, Ministero Beni e Attività Culturali, Ufficio beni culturali CEI, Associazione Musei Ecclesiastici Italiani, ANCI Marche, Fondazione Nazionale delle Comunicazioni, Rotary Reggio Calabria Distretto 2100). I lavori di restauro sono stati condotti con la direzione delle dott.sse Lucia Lojacono, direttrice del Museo diocesano di Reggio Calabria, e Barbara Mastrocola, direttrice Museo diocesano di Camerino, e l'Alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria (dott.ssa Daniela Vinci) coordinata con la SABAP Marche (dott. Pierluigi Moriconi). 
 
dal giornale Avvenire di Calabria
 
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Giuseppe Mantella
 

Celebrata la solennità di Sant’Ansovino vescovo, co-patrono di Camerino. Nella ricorrenza, l’arcivescovo Francesco Massara ha presieduto la liturgia presso il Centro Comunità di San Paolo, gremito di fedeli. Sacerdoti e parroci hanno concelebrato la Santa Messa, presenti le confraternite cittadine. Sull’altare, le reliquie del santo, vescovo di Camerino alla metà del IX secolo. 

Altare e celebrazione

Il Coro Cappella musicale del duomo, diretto dal maestro Luciano Feliciani, ha accompagnato con i canti tutta la celebrazione, conclusa dall’inno in latino dedicato al santo. Toccante l’omelia dell’arcivescovo che ha voluto affidare la città a Sant’Ansovino, affinché possa illuminare e alleviare le sofferenze di ogni famiglia, ogni donna e uomo. Dalle parole di Mons. Massara, l’augurio che, sapendo di essere sotto la sua protezione, tutta la comunità possa ritrovare speranza e gioia per la rinascita, illuminati dalla santità di un uomo vissuto nella fede, nella perseveranza e nella carità. Al termine della liturgia, l’occasione per ricordare la concomitanza con un’altra felice ricorrenza, quella del 54° anno di sacerdozio di mons. Francesco Gregori, parroco del duomo di Camerino. “ Ogni qual volta un sacerdote celebra l’anniversario della sua ordinazione- ha detto Massara- è un po’ come festeggiare un compleanno. Un momento di gioia e di grazia che è anche l’occasione per pregare, affinché il Signore mandi nuove sante vocazioni, per la città di Camerino e per l’intera diocesi”.

C.C.

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Sotto: Il busto di Sant'Ansovino nella cattedrale, prima del sisma

busto santAnsovino in cattedrale

“L’occasione della Quaresima, deve essere per ognuno di noi un momento di crescita nella fede, di conversione del nostro cuore, un momento in cui ciascuno di noi, nel profondo della sua coscienza, sa quello di cui dovrebbe fare digiuno e prendersi l’impegno di offrirlo al Signore” Così l’arcivescovo Francesco Massara ha iniziato la sua omelia della Messa del Mercoledì delle Ceneri che ha presieduto  all’inizio della Quaresima “ uno dei momenti, più profondi e più belli che la nostra vita cristiana possa vivere nel proprio cammino- ha detto- e che ci aiuta ad iniziare bene questo periodo. Anche questo gesto di ricevere le ceneri sul nostro capo deve aiutarci a sentire la nostra piccolezza, il nostro essere umani, il nostro essere di fronte a Dio, persone piccole che abbiamo bisogno del suo aiuto della sua grazia, della sua misericordia”.

la messa del Mercoledì ceneri

La liturgia si è tenuta nella chiesa del centro comunità di Vallicelle, gremita di fedeli. Animata dalla corale, la messa è stata concelebrata da don Mariano Blanchi, don Quinto Martella e don Domenico Romano, presenti i parroci della diocesi. La proclamazione del vangelo di Matteo da parte del Diacono permanente Ippolito Antonini è stata seguita dal commento dell’arcivescovo : “ Il momento della Quaresima è un momento di grande conversione,  occasione per ognuno di noi di riconciliarci con Dio, con noi stessi e con gli altri. Questo periodo- ha detto- per ognuno di noi, deve essere anche l’occasione  della riconciliazione con Dio e del riscoprire il delicato sacramento della confessione che ci fa ritrovare la bellezza della misericordia di Dio e la bellezza del perdono”. Infine con il momento dell’imposizione delle ceneri , la richiesta al Signore che aiuti ognuno a convertirsi profondamente : “ Dio desidera riconciliarci, ma talvolta siamo noi stessi che facciamo in modo che ciò non accada. Il Signore ci lancia questo invito: “Lasciatevi riconciliare con Dio”.

C.C.

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Riapre oggi pomeriggio, alle 17, la prima chiesa danneggiata dal sisma a San Severino. Si tratta del santuario della Madonna dei Lumi, ricostruito con l’ordinanza 32 del Commissario straordinario. Oggi pomeriggio il taglio del nastro con una funzione religiosa presieduta dall’arcivescovo Francesco Massara.

L’importo finanziato per il lavori era di 250mila euro ma con i ribassi d’asta e tutte le procedure, di fatto ne sono stati spesi 185mila. A seguire le opere, l’ingegnere Carlo Morosi dell’ufficio sisma della curia. Sono stati ripristinati dei tiranti e ne sono stati installati di nuovi nel seminterrato. Sono state riparate alcune parti della muratura con la tecnica del “cuci scuci” e consolidati alcuni decori.

g.g.

Papa Francesco  ha ricevuto questa mattina in udienza mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino San Severino Marche. Tra gli argomenti al centro del cordiale colloquio, la situazione delle popolazioni colpite dal terremoto. Il presule ha avuto modo di farsi portavoce delle attese e delle aspettative delle persone, rappresentando al Santo Padre le forti criticità tuttora presenti nei territori martoriati dell'arcidiocesi e le profonde ferite che la sua gente porta nel cuore.

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 Momento toccante  e particolarmente apprezzato, quello della consegna delle letterine dei bambini della classe quinta della scuola elementare di Camerino.  I bambini si erano preoccupati di farle avere  all'arcivescovo Francesco nell'imminenza dello speciale incontro, racchiudendovi pensieri immediati, accompagnati da tutti i loro sentimenti, E Papa Bergoglio visibilmente emozionato, ha tenuto a conservarle, rinnovando i suoi messaggi paterni di sostegno e benedizione da inviare ai piccoli e a tutte le famiglie dell'arcidiocesi.   

"Un momento davvero profondo- ha sottolineato mons. Massara-  Con il Papa ho potuto condividere le sofferenze e le speranze di un popolo che ha saputo affidarsi a Dio nei momenti più difficili. Le lettere dei bambini sono diventate un motivo per rinnovare la speranza di un futuro migliore, una vicinanza a tutta la nostra gente che Papa Francesco, ricorda nella preghiera e con grande affetto ". 

Carla Campetella

 

Inaugurato a Muccia il nuovo centro della Caritas a servizio dell’entroterra. Sistemata sul piazzale tra via delle Piane e via Papa Giovanni XXIII, la struttura prefabbricata, è già operativa anche a servizio della vasta vicaria di Pieve Torina , rimasta senza una sede. Al taglio del nastro erano presenti il sindaco Mario Baroni, l’arcivescovo Francesco Massara, il direttore della Caritas diocesana don Luigi Verolini, il parroco di Muccia don Gianni Fabbrizi e numerosi operatori dell'organismo pastorale. Diviso in diversi ambienti, il nuovo centro Caritas  si presenta ben strutturato con spazi adibiti all’incontro e alla distribuzione di aiuti. “ I luoghi servono soprattutto per le persone- ha sottolineato l’arcivescovo Francesco Massara- Da qui dunque un’occasione d’incontro per chi ha bisogno, per crescere nella carità, nella conoscenza, nell’amore e nella testimonianza cristiana” . Con l’augurio che il nuovo centro rappresenti un’occasione di crescita per la comunità di Muccia e per tutto il comprensorio, Mons. Massara ha tenuto ad evidenziare l’importanza del ruolo degli operatori diocesani, quale testimonianza di fraternità e di vicinanza alle necessità delle persone.

Centro Caritas Massara

 

Prima della benedizione dei locali, l’arcivescovo ha anticipato che grazie al coinvolgimento indiretto della Fondazione Beato Rizzerio, il responsabile dell’Unità di chirurgia ortopedica della Clinica Lami di Perugia Dr. Sergio Cecconi, metterà gratuitamente a disposizione la sua consulenza specialistica ortopedica a favore delle persone bisognose. Il Dr. Cecconi sarà presente una volta al mese nei locali del vicino ambulatorio medico, punto di riferimento anche per le necessità dei servizi di assistenza psicologica messi a disposizione dalla Caritas diocesana. Iniziative che, a detta del sindaco Mario Baroni, rappresentano dei concreti segni di prossimità ai bisogni della gente e contribuiscono a rinsaldare la comunità. “ Il centro Caritas di Muccia-ha dichiarato- è un ulteriore tassello per la ripresa e la ripartenza delle stesse attività che gli operatori della Caritas portano avanti sul territorio e il cui ruolo, è di fondamentale importanza nell’aiutarci a fare da filtro alle esigenze delle persone che il terremoto ha purtroppo accresciuto e aggravato. Ottenere risultati e migliorare le situazioni si può, solo se c’è la collaborazione di tutti; altrimenti non si potrà andare molto lontano”.

Carla Campetella

Nella foto sotto, il direttore della Caritas diocesana don Luigi Verolini e il sindaco di Muccia Mario Baroni

Ambulatorio medico Muccia

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