Una donna. La prima a capo di una Compagnia in tutta la provincia. Sarà Giulia Maggi a guidare, da oggi, la Compagnia dei Carabinieri di Tolentino, dopo che per cinque anni è stata a capo di Giacomo De Carlini.

Questa mattina il passaggio di consegne alla presenza del comandante provinciale Nicola Candido.

Originaria di Passignano sul Trasimeno, Giulia Maggi ha 44 anni. Laureata in Giurisprudenza ha trascorso diversi anni alla Scuola dei Marescialli di Velletri come Comandante di plotone. È stata al Comando del gruppo operativo radiomobile di Spoleto e ufficiale addetto al Comando di Perugia nell’ufficio di staff del comandante provinciale. Comandante delle Compagnie di Assisi e Spoleto nei mesi di sede vacante.

“È la nostra capocorso – ha detto De Carlini nel sottolineare la validità della collega - . Per noi è un grande orgoglio ed assumerà il comando della Compagnia di Tolentino mentre io ho già assunto quello del nucleo investigativo del reparto operativo di Pordenone”.

Felice per la nuova nomina, De Carlini ha confidato la gratitudine nei confronti della città e del territorio in cui ha operato per cinque anni: “Da lombardo – ha detto – posso dire che la popolazione marchigiana è operosa e onesta. Difficile sentire parlare, in campo nazionale, di quello che succede nelle Marche, tranne fatti più eclatanti. È una terra sana e, al giorno d’oggi, non ci sono tante isole felici come questa. Lavorare cinque anni in un territorio del genere, non solo da carabiniere, ma da cittadino, marito e padre, è stato un privilegio. La mia famiglia ha potuto vivere in un ambiente idilliaco. Ho avuto la fortuna di conoscere tanta brava gente; i delinquenti sono dappertutto, ma per quello c’è l’Arma e noi facciamo quel che va fatto. Mi dispiace molto andarmene, ma sono contento di andare a Pordenone”.

Senza lasciarsi andare ad un bilancio numerico, De Carlini ha ricordato che “si è lavorato tanto, ma tutto rientra nell’alveo di un territorio sano che deve essere rispettato come ora”.

Nel passare il testimone alla collega Maggi ha sottolineato il cambio di passo che necessariamente si avvertirà al comando, anche per via della figura femminile che ne sarà a capo: “Una donna è sempre 100 passi avanti all’uomo – ha detto - e ha un approccio risolutivo dei problemi. Ci sarà un cambio di passo in positivo per questo territorio.

Un valore aggiunto il fatto che provenga dalla vicina Umbria. Una terra che le ha permesso di fare esperienza con le difficoltà del sisma e della ricostruzione.

Ha vissuto e lavorato in un contesto similare, e dal punto di vista spirituale è già in piena connessione con le problematiche di questo territorio”.


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Giulia Maggi

Un impegno importante quello che Giulia Maggi ha preso in carico, ma non per questo diverso per via del genere: “Sono passati 20 anni dall’ingresso delle donne nell’Arma – dice - . Al di là dell’impatto emotivo che ci può essere stato nel 2000, forse più per motivi logistici che sostanziali, in un ambiente professionale sono le attitudini personali che fanno la competenza e creano il gruppo di lavoro. Anche il ruolo di mamma e papà oggi, in famiglia, sono paritari, quindi le differenze sono davvero minime”.

Poi ha guardato alla terra che l’accoglierà nei prossimi giorni: “Ringrazio l’Arma per avermi consentito di avere questa opportunità professionale. Farò del mio meglio per portare avanti l’egregio lavoro del mio collega. Ha doti impareggiabili e farò il massimo per portare avanti la sua opera. So di ereditare un ambiente sano, efficiente, proficuo. Lavorerò in un contesto bello dal punto di vista del paesaggio ma anche della cultura. Sento una grande responsabilità nei confronti della comunità che andrò a servire perché credo che sia molto operosa e abbia saputo salvaguardare questo territorio. So che è stata colpita dal sisma in maniera importante, ma continua ad operare con decisone, volontà, dignità e senso di appartenenza”.

A conclusione l’intervento del comandante provinciale Nicola Candido: “Ringrazio Giacomo De Carlini – ha esordito - che ha trascorso cinque anni a Tolentino, con un battesimo di fuoco come quello del sisma. A lui porgo tanti auguri per il nuovo lavoro a Pordenone che, sicuramente, è differente sotto molto punti di vista. Diamo il benvenuto alla collega giulia Maggi che inizia oggi a Tolentino e di certo avrà modo di restare sul solco tracciato dal collega”.

GS

*Nella foto di copertina: Giacomo De Carlini, Nicola Candido, Giulia Maggi

L’adolescenza è il periodo della curiosità, del cambiamento e dello sviluppo dell’identità sociale. Ma anche l’età in cui iniziano le prime responsabilità. 

Di adolescenti e legalità si è parlato stamane al teatro Italia, in un incontro organizzato dai Bikers Lions Club e riservato alle classi prime e seconde dell’Itts Divini, a cui hanno preso parte anche il vicesindaco Vanna Bianconi, il rappresentante dei Lions Francesco Forti, il capitano Giacomo De Carlini, comandante della Compagnia Carabinieri di Tolentino e il dottor Stefano Galeazzi vicepresidente dell’associazione nazionale dipendenze patologiche.

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Ad accogliere gli studenti è stato Forti, che ha brevemente raccontato alcune delle sue esperienze in giro per il mondo, nonché delle attività di solidarietà verso le popolazioni terremotate: “Ho girato il mondo in moto, tre volte sono stato in Asia per esempio, o in Siria dove ho conosciuto luoghi e persone straordinarie. In moto non ci si dovrebbe andare per correre ma per conoscere il mondo. Così si dovrebbe anche conoscere la geografia e la storia”. In merito alle attività di vicinanza alle persone colpite dal sisma, Forti ha portato l’esempio degli allevatori sulle montagne tra Accumuli e Amatrice, “dove vivono ancora come se fosse il giorno dopo del terremoto. Abbiamo portato roulottes, cavi per l'illuminazione, mangimi, crocchette e alimenti per animali. Quando arriviamo ci dimostrano un enorme affetto e ci ripetono di non lasciarli soli. Quello che vogliamo fare - ha sottolineato - è non abbandonare le popolazioni terremotate per sentirle vive. Anche quella di oggi è un’attività di solidarietà. Siate sempre voi stessi, evidenziate la vostra creatività, valorizzate doti, talenti e qualità”. 

Con il dottor Galeazzi si è entrati più nel vivo dell’incontro: cos’è l’adolescenza, la piramide dell’amore, i social e il bullismo. 

“L’adolescenza è quel periodo della nostra in cui si cambia - ha spiegato - in cui si sviluppa un’identità sociale, e si sperimenta la partecipazione sociale. Oggi, mediamente un adolescente possiede tra i 4 e i 6 profili social”. È proprio sui social, quali Instagram, Facebook, Wattsapp, Snapchat e molti altri, che si verificano i fenomeni del cosiddetto cyberbullismo che in realtà non ha differenze col bullismo se non il contesto: “Entrambi rappresentano lo stesso fenomeno. Solo che il bullismo rimane in un determinato contesto come la classe scolastica, mentre l’altro si apre al mondo. Fra i reati c’è la molestia, lo stalking, il furto d’identità, la denigrazione, il flaming (che consiste nell’inviare un messaggio ostile ad altro utente della rete per infiammare la discussione, con toni accesi e violenti e con insulti)”.

L’attenzione è stata catturata poi dal capitano De Carlini che ha parlato loro di cosa significhi, legalmente, avere più di 14 anni, del fenomeno dei reati legati alla droga, del bullismo e infine anche del caso Traini, su richiesta degli stessi studenti.

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“A 14 anni - ha detto rivolgendosi ai ragazzi - vi viene riconosciuta una certa maturità e di fronte allo Stato siete responsabili delle vostre azioni. Questo vale per tutti i cittadini in territorio italiano. Si ritiene che a partire da questa età siate capaci di distinguere il bene dal male e il giusto dall’ingiusto. Divenite imputabili, cioè accusabili di un reato”. Il capitano ha poi cercato di far comprendere come anche una semplice presa in giro, reiterata, possa ingenerare nella vittima comportamenti ossessivi anche verso se stessa. A tal proposito ha detto che “ogni anno 400 studenti si suicidano. Se tra voi c’è qualcuno che viene preso di mira siete tutti responsabili”.

Prima di rispondere alle tante domande degli studenti anche sul caso Traini, De Carlini ha chiuso con un consiglio, quello di studiare “di alimentare con la conoscenza la vostra curiosità, per essere pronti ad affrontare la vita difficile che c’è fuori. E poi, confrontatevi tra voi e coi professori”.
Gaia Gennaretti

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