Sul nuovo dpcm è controcorrente la posizione del sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, che chiede maggiori poteri e maggiori responsabilità per gli amministratori locali. Una posizione che il primo cittadino tolentinate non aveva mancato di esprimere già ai tempi del sisma e che ora è rinnovata con una chiara richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Un’idea di amministrazione di fatto opposta a quella espressa da tanti sindaci e dall’Anci nel corso della scorsa settimana, quando in occasione del precedente decreto era stato consentito un ampio spazio di manovra ai primi cittadini. Quello che per molti era stato uno “scaricabarile” per Pezzanesi è invece il modo corretto di gestire la pandemia, dando la possibilità a chi conosce il territorio di poterlo amministrare appieno.

“Una grande responsabilità, certo, ma siamo stati eletti per questo e non per sedere in poltrona – dice il sindaco ai microfoni di Radio C1 inBlu –. In giunta abbiamo partorito questa delibera, che riguarda da vicino tutte le attività commerciali già vessate dal lockdown e di nuovo da questo nuovo provvedimento. Oggi insistere ancora su queste strutture significa decretarne la morte, noi non lo accettiamo. Riteniamo che da Roma emanare provvedimenti non mirati ai singoli territori ma generali non sia il modo corretto di agire. Chiediamo appunto alla Presidenza del Consiglio maggiore spazio di manovra per amministrare il nostro territorio. Noi a Tolentino abbiamo 57 casi di Covid, ma in una città di quasi 20mila abitanti e in un momento di picco pensiamo che la situazione si possa definire sotto controllo. Per quanto non si possa prevedere il futuro, crediamo che in questo modo sia segnato a prescindere, se non per la pandemia, per le restrizioni alle attività. Già al tempo del sisma chiesi maggiori poteri. Molti sindaci si sono lamentati attraverso l’Anci per le eccessive responsabilità, ma la questione non mi vede d’accordo: chi meglio di noi può gestire il territorio che conosciamo? Dobbiamo assumerci questa responsabilità”.

Red.
Ancora piccoli passi verso la normalità.
È con il decreto regionale n. 211 che il governatore Luca Ceriscioli ha deciso, infatti, che da oggi è consentita l’apertura al pubblico delle saune, torneranno i giornali nei luoghi pubblici, si potrà utilizzare le carte da gioco e potranno riaprire gli ippodromi, ma in questo caso solo dopo la pubblicazione delle linee guida regionali.

Decisioni che segnano la ripartenza di alcune attività note nel periodo estivo.

L’apertura delle saune è subordinata al rispetto delle misure già previste nel protocollo per le strutture termali e i centri benessere, alla previsione di un accesso alla sauna con una numerosità proporzionata alla superficie, assicurando sempre il distanziamento interpersonale di almeno un metro, al ricambio d’aria naturale prima di ogni turno evitando il ricircolo dell’aria, alla pulizia e disinfezione prima di ogni turno.

Sempre a partire da oggi è consentita la messa a disposizione di giornali, riviste, dépliant illustrativi o altro materiale cartaceo per la lettura o consultazione pubblica da parte dei clienti all’interno dei luoghi pubblici, alle seguenti condizioni: la messa a disposizione in più copie di quotidiani e periodici a favore dell’utenza per l’uso comune, l’igienizzazione delle mani utilizzando dispenser o altri dispositivi da posizionare nelle immediate vicinanze, l’utilizzo obbligatorio della mascherina, la rimozione dei quotidiani ogni giorno e dei periodici ogni settimana o mese per i periodici.

Riprende da oggi anche la possibilità di uso delle carte da gioco, purché siano rispettate le seguenti indicazioni: obbligo di utilizzo di mascherina, igienizzazione frequente delle mani utilizzando dispenser o altri dispositivi da posizionare nelle vicinanze dei giocatori, igienizzazione frequente della superficie di gioco, rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro sia tra giocatori dello stesso tavolo sia tra tavoli adiacenti. "Inoltre - si legge nella nota della Regione - si consiglia una frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi". 

Il decreto firmato ieri contiene anche le linee guida regionali per il funzionamento degli ippodromi, che entreranno in vigore alla data di pubblicazione del decreto sul BUR Marche, con apertura dell’attività al pubblico il giorno successivo alla pubblicazione. 

Qualora all’interno dell’ippodromo vi siano altre tipologie di attività come ad esempio la ristorazione o negozi, mercatini o altro obbligatoriamente saranno applicati i relativi protocolli ad integrazione delle presenti linee guida.

GS
Dopo il 25 aprile controlli serrati anche il primo maggio da parte delle forze dell'ordine.
I militari della Compagnia Carabinieri di Civitanova Marche hanno effettuato numerosi controlli distribuiti nei punti di maggior transito e lungo le arterie di afflusso al litorale per il contrasto ed il contenimento del fenomeno epidemico.

Nel corso del servizio, sviluppato nell’intero arco della giornata, sono state controllate ed identificate oltre 200 persone e verificate diverse decine di attività commerciali, sono stati sanzionate complessivamente 5 persone poiché circolavano fuori dalle ipotesi consentite dalle norme governative.
In dettaglio, si tratta di tre giovani che sono stati sorpresi mentre giocavano a basket sul lungomare Piermanni di Civitanova, mentre altre due persone erano alla guida delle rispettive autovetture e non avevano valide e plausibili motivazioni per giustificare il loro spostamento.

Infine, un 47enne campano circolava a bordo di una bicicletta pur essendo destinatario di provvedimento di foglio di via obbligatorio emesso dalla Questura di Macerata lo scorso gennaio, pertanto è stato denunciato alla Procura della Repubblica per l’inosservanza della prescrizione e sanzionato per inosservanza delle misure di contenimento epidemico nella misura aggravata per la recidiva e l’uso del mezzo di trasporto.

GS
"Non una lista di codici Ateco, ma l'elenco di chi deve vivere e chi morire".
E' duro il presidente di Confindustria Marche, Claudio Schiavoni, come tutti i colleghi delle altre regioni d'Italia, sulla chiusura imposta fino al prossimo 3 maggio.
“Ci saremo aspettati una riapertura graduale delle nostre aziende - dice - , e per questo abbiamo lottato con tutte le nostre forze, ma evidentemente chi ci governa non ha capito un concetto essenziale: l’azienda è ad oggi il luogo più sicuro dove stare. In questi giorni ho avuto modo di parlare con decine di colleghi imprenditori in tutta la regione e vi posso assicurare che tutti noi abbiamo messo in atto dei protocolli rigidissimi: utilizzo di dispositivi di protezioni individuali, distanziamento, turni di lavoro, ingressi alternati, sanificazione. Se queste misure garantiscono il contenimento del contagio nelle aziende che hanno un codice Ateco che rientra nella lista delle attività che possono continuare, qualcuno ci deve spiegare perché per le altre aziende questo non debba essere sufficiente! Questa non è una lista di codici Ateco: è una Schindler’s list, che decreta chi deve vivere e chi morire.
Il rischio di contrarre il virus è molto più basso nelle aziende che in tanti altri luoghi".

Una visione in controtendenza con quanto invece temono i lavoratori che, sebbene da un lato siano preoccupati per il futuro delle aziende dove lavorano, dall'altro hanno paura di portare il contagio dalle loro famiglie. Un timore che si era fatto grande quando le aziende non erano ancora state chiuse da Conte.

"Se continuiamo così - prosegue Schiavoni - tutte le misure messe in atto, a partire dai 400 miliardi in prestito che secondo loro dovrebbero risolvere tutti i nostri problemi, non serviranno assolutamente a nulla: le aziende chiuderanno o nella migliore delle ipotesi perderanno enormi quote di mercato e posti di lavoro a favore dei concorrenti esteri che hanno Governi più lungimiranti, che non hanno fermato il motore produttivo come sta succedendo nel nostro Paese. Ci sono settori, come quello della Moda, legato alla stagionalità dei prodotti, che perderanno un anno di lavoro: tutto il Made in Italy che si afferma di voler tutelare subirà un contaccolpo durissimo.
Se fermiamo le aziende - conclude - fermiamo il Paese". 

GS
Il blocco prosegue fino al 3 maggio. Lo ha annunciato il premier Giuseppe Conte durante una conferenza stampa che avrebbe dovuto tenersi nel primo pomeriggio ma che si è svolta solo poco fa.
"Resterà tutto chiuso fino al 3 maggio - ha detto - e mi assumo tutte le responsabilità di questa decisione. Dobbiamo fare attenzione a non vanificare gli sforzi fatti finora, ma vi prometto che se dovessero esserci dei miglioramenti che permettono di cambiare questo provvedimento prima del 3 maggio, questo sarà fatto.
Riapriremo cartolibrerie, librerie e articoli per bambini. Le attività produttive restano chiuse tranne quelle che si occupano di silvicoltura: del taglio dei boschi e le attività forestali". 
Il premier ha annunciato di essere già al lavoro per la seconda fase dell'emergenza, quella che riguarderà la prossima riapertura delle attività produttive: "Non possiamo attendere che il virus scompaia per riaprire tutto - ha detto - . Superata la fase acuta, stiamo lavorando ad un programma che poggia su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e protocolli di sicurezza per i luoghi di lavoro.
Dobbiamo inventarci e proporre nuovi modelli organizzativi che tengano anche conto della qualità della vita. A capo di questo gruppo di lavoro c'è Vittorio Colao, uno dei manager più stimati anche all'estero.
Il protocollo per la sicrezza nei luoghi di lavoro è stato già siglato - ha proseguito - , ora lo stanno rafforzando e sarà quello che consentità la ripresa di tutte le attività prouttive.
Intanto le aziende devono approfittare di questo momento di stop per la sanificazione dei luoghi di lavoro".

GS
Questo sabato sera insolito, in cui tutti sono a casa, è stato interrotto dalle comunicazioni del premier Giuseppe Conte con la diretta streaming su Facebook e un'edizione straordinaria televisiva.
Una ulteriore stretta è stata annunciata dal Governo per le aziende che non si occupano della produzione di beni di prima necessità e non solo: "Dall'inizio ho scelto la linea della trasparenza e della condivisione - ha esordito - , senza nascondere la realtà che tutti i giorni è sotto i nostri occhi. In questi giorni siamo chiamati a misurarci con immagini che ci feriscono con un segno che rimarrà sempre impresso nella nostra memoria. Questi decessi, per noi e per i valori con cui siamo cresciuti, non sono semplici numeri.

Le misure fin qui adottate richiedono tempo - ha proseguito - affinchè possano dare effetti. Dobbiamo continuare a rispettarle, seppur severe, con fiducia e responsabilità. Non abbiamo alternative, in questo momento dobbiamo resistere. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato ai sacrifici dei cittadini che lavorano negli ospedali: penso ai medici, agli infermieri, alle forze dell'ordine, alle forze armate, ai commessi, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai servizi pubblici e dell'informazione. Donne e uomini che non solo lavorano ma compiono un atto di amore nei confronti dell'Italia intera.

Oggi siamo chiamati a fare un altro passo: chiudere ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria - ha annunciato - , cruciale e indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio per questo. 

Resteranno aperti i supermercati, generi alimentari e di prima necessità. Nessuna restrizione sui giorni e sugli orari di apertura quindi non creiamo code e corse inutili. Aperte farmacie, parafarmacie, servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari. Assicureremo i trasporti. Al di fuori delle attività ritenute essenziali, consentiremo solo il lavoro in smart working e le attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale. Rallentiamo il motore produttivo del Paese - ha precisato Conte - ma non lo fermiamo. Un modo che ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio per contenere il più possibile la diffusione dell'epidemia. A voi tutti dico, lo Stato c'è. Interverremo con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa e ripartire quanto prima. Se dovesse cedere anche un solo anello questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi. Le rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro presto ci consentiranno di prendere la rincorsa. Stiamo rinunciando alle abitudini più care ma non rinunciamo alla speranza nel futuro. Uniti ce la faremo".

GS
"Voglio prendere aria buona". Questa la risposta di un uomo di 46 anni, disoccupato di Mogliano, che è stato fermato ed identificato oggi, verso l’ora di pranzo, dagli agenti della Polizia locale di San Ginesio.
L’uomo passeggiava tranquillamente per le vie del paese senza indossare nessun dispositivo di protezione, quasi fosse ignaro della grave emergenza del periodo.

Una volta fermato, gli agenti hanno provveduto a richiedere all’uomo se fosse in possesso dell’autocertificazione o se comunque il suo “peregrinare” fosse eventualmente legato a questioni strettamente necessarie ma l’uomo ne ha data una sua: “Sono venuto a San Ginesio per prendere aria buona”.

Da quanto è emerso, l’uomo ha dichiarato di essere arrivato questa mattina con il suo camper in sosta nell’area riservata.

Il 46enne è stato denunciato per l’inosservanza delle disposizioni contenute dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri relative alle misure di sicurezza per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid 19.

GS
Rinvio delle elezioni regionali e slittamento del referendum sul taglio dei parlamentari. Queste le misure che sarebbero contenute nella bozza del nuovo Decreto Legge sul Coronavirus che determinerebbe il rinvio delle consultazioni per il rinnovo dei Consigli regionali e lo slittamento del referendum di 240 giorni, con la consultazione referendaria rimandata al prossimo autunno. Così sarebbe prolungata di 3 mesi la scadenza degli organi di governo regionali che continuerebbero ad operare nella pienezza dei loro poteri. Decisione definitiva che, comunque, spetterà al Consiglio dei Ministri. 
"Una decisione giusta e inevitabile - il parere dell'assessore regionale alla Protezione civile delle Marche Angelo Sciapichetti - Siamo in trincea per combattere un nemico ancora sconosciuto e in queste ore a tutto possiamo pensare tranne che alle elezioni. Siamo tutti impegnati a difenderci nel miglior modo possibile contro questo virus e cerchiamo di vincere questa battaglia. Poi, una volta tornati alla normalità, potremo pensare anche alle elezioni regionali".

FU

È arrivata in tarda serata la firma da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte,  sul nuovo Dpcm con misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull'intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus.
Oltre alla chiusura delle scuole e degli atenei da domani fino al 15 marzo (esclusi i corsi per le professioni sanitarie), il decreto prevede la "sospensione degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento degli atleti agonisti, all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all'aperto senza la presenza di pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus Covid-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano.

Lo sport di base e le attività motorie in genere, svolte all'aperto ovvero all'interno di palestre, piscine e centri sportivi di ogni tipo, sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della raccomandazione di cui all'allegato 1, lettera d" ovvero il rispetto di norme igieniche". 

Stop ai congressi medici e a manifestazioni ed eventi; sospese le gite di istruzione.
"La riammissione nei servizi educativi per l'infanzia - si legge nel decreto - e nelle scuole di ogni ordine e grado per assenze dovute a malattia infettiva, di durata superiore a cinque giorni, avviene dietro presentazione di certificato medico, anche in deroga alle disposizioni vigenti".

Via libera, invece, alla didattica a distanza: "I i dirigenti scolastici, sentito il collegio dei docenti, attivano, ove possibile e per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza".

Le assenze maturate dagli studenti a causa dell'emergenza Coronavirus "non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni". 
Restrizioni anche per quanto riguarda il pronto soccorso e le visite di pazienti ricoverati nelle strutture sanitarie: "E' fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto; l'accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione".

Riconosciuta anche l'attività di smart working: "Può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti".
Proseguono le raccomandazioni per gli anziani ad evitare di uscire di casa. "Chiunque - poi - , a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del presente decreto, abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, o sia transitato o abbia sostato nelle zone rosse deve comunicare tale circostanza al dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria competente per territorio nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta".

GS

E' ufficiale: dopo il consiglio dei Ministri è stato il ministro Azzolina a confermare la chiusura delle scuole e degli atenei di tutta Italia da domani fino al prossimo 15 marzo.
Anche l'Italia, quindi, ha deciso di correre ai ripari con misure più restrittive per combattere l'emergenza sanitaria anche nelle zone fuori dai focolai.
"In questo momento siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento per l'emergenza - ha detto il premie Conte - perchè il sistema sanitario, per quanto efficiente, rischia di andare in sovraccarico".
In attesa del decreto che si occuperà delle soluzioni economiche per l'emergenza sanitaria, si prosegue consigliando le restrizioni GIà diffuse: niente strette di mano, niente abbracci, sospesi meeting e congressi, anziani in casa e stop alle manifestazioni, anche a quelle sportive.
Una decisione che ha comunque fatto indignare i marchigiani che si sono visti impugnare l'ordinanza emanata dalla Regione Marche ben una settimana fa dallo stesso Governo che oggi ha invece deciso di applicare questa misura di sicurezza anche nelle Regioni che non registrano casi di Coronavirus.

GS
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