Ricostruzione non significa soltanto recuperare i luoghi distrutti dal sisma, ma anche saper trovare nuove strade. È quello che è successo a Frontignano: dopo essere rimasto senza una chiesa, il comune di Ussita ha scoperto una piccola chiesa che per anni era stata rifugio per i pastori. Dopo un sopralluogo del’Arcivescovo Massara, che ha fatto luce sulle origine di quella costruzione tra gli alberi, il Comune ha deciso di restituirla alla comunità. La sindaca Silvia Bernardini ne ha parlato ai microfoni di Radio C1 inBlu: “Il terremoto ci ha portato via quasi tutto, ma ci ha fatto scoprire delle cose nuove, che possono diventare simboli per il nostro territorio e restituirci un po’ di normalità. L’Arcivescovo Massara ci ha aiutato in questo e ha aderito al nostro progetto di riqualificare questa chiesetta in un posto davvero stupendo in mezzo al verde. La Curia investirà in quello che potrà essere un simbolo per la nostra comunità: sarebbe la prima chiesa a essere ricostruita qui e diventerebbe il nostro luogo di culto insieme alla struttura che ci è stata donata da Papa Francesco. Io credo che sia importante al netto della nostra fede: per noi ussitani significa ricominciare dal poco che ci è rimasto”.

Red.
Un giorno importante, atteso da tempo. E' stata una mattinata che rimarrà nella storia e nei cuori di Ussita quella appena trascorsa e che ha visto il viaggio inaugurale della seggiovia Le Saliere di Frontignano, ripristinate dopo i danni del sisma del 2016.
Un taglio del nastro simbolico che non sancisce l'apertura al pubblico degli impianti, perchè per quella bisognerà attendere il nulla osta definitivo, ma che segna la fine dei lavori della specifica seggiovia e al tempo stesso il punto di partenza per la sistemazione delle altre strutture del comprensorio sciistico di Frontignano.

"Basta schiacciare un bottone e quest'inverno si va a sciare" dissero lo scorso anno al commissario prefettizio Giuseppe Fraticelli appena insediato, per dimostrargli l'importanza degli impianti per un paese come Ussita e la necessità che questi tornassero a funzionare.

Quel bottone è stato schiacciato con passione ed entusiasmo e, anche se lo scorso inverno non è stato possibile sciare, l'augurio è che sulle cime di Frontignano si possa tornare per la stagione invernale che sta per cominciare: "Una fortissima emozione - commenta Giuseppe Fraticelli - perchè ho vissuto tutta la situazione da quando sono arrivato. Venni subito a fare un sopralluogo e capii che bisognava fare qualcosa di più che schiacciare un semplice bottone, ma da quel giorno i tecnici si sono seduti al tavolo di lavoro e oggi questo è il risultato. Il Covid non ci ha aiutato perchè la scommessa era di riuscire a godere dell'aria buona di primavera, ma ci auguriamo che per la stagione invernale si possa tornare a vivere queste belle montagne. Quello di questa mattina è stato un viaggio augurale che consegna l'impianto alla gestione futura, una volta espletati i passaggi burocratici. 
Spero di tornare da turista - conclude . e di godere dell'impianto e degli splendidi scorci".

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Il taglio del nastro

E se gli occhi brillano a chi, in un anno, si è buttato a pieno in questo progetto come il commissario, si può solo immaginare lo sguardo emozionato di Patrizia Ortenzi responsabile dell'ufficio tecnico, in Comune da 33 anni: "Era stata una grande tristezza vedere tutto chiuso, essendo abituata al fermento degli anni '80. Vedere che ora si muove qualcosa mi apre il cuore e ci dà la forza per continuare a mettercela tutta. Il commissario ha recepito benissimo il concetto appena arrivato, pur non essendo del posto, ora la prossima amministrazione avrà il lavoro già svolto e dovrà solo rimboccarsi le maniche per andare avanti su tutto il comprensorio sciistico di Frontignano con tutti gli edifici per i quali già siamo in fase di progettazione esecutiva".

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Il vice commissario Cecilia Campolungo insieme al Commissario Giuseppe Fraticelli

Direttore di esercizio dagli anni '80 è Marco Rinaldi che ribadisce l'importanza degli impianti per tutto il territorio montano: "E' stata difficile la marcia di avvicinamento a questo giorno - commenta - dovuta al peso che la burocrazia porta nell'espletamento di queste pratiche. 
Io mi occupo della sicurezza e della tecnica di questi impianti da 40 anni e non posso non notare come, con il tempo, la normativa specifica di settore si sia invecchiata e siamo andati verso una normativa per cui la carta è più importante della sicurezza e di conseguenza il nostro know how viene mortificato dal dover fare inutili carte".


Giulia Sancricca
Mario Staffolani
(di seguito alcune foto)

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sotto Don Nello Tranzocchi nel viaggio inaugurale con il commissario Fraticelli

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Patrizia Ortenzi



discorso Fraticelli

Sopra un momento della benedizione, sotto il commissario Fraticelli, l'ingegnere Rinaldi e Patrizia Ortenzi

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Anche la questione strade è stata affrontata dal presidente dell Provincia, Antonio Pettinari, durante la visita del Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini.
La questione della viabilità nelle terre maggiormente colpite dal sisma era ed è uno dei punti cruciali della ricostruzione.
La prima buona notizia è arrivata per la strada del Pian Perduto che collega Castelsantangelo sul Nera a Castelluccio e che, come annunciato già la scorsa settimana dal presidente Pettinari, da fine mese sarà aperta tutti i giorni con soli 250 metri finali gestiti da un semaforo per il senso unico alternato. Si attende quindi di conoscere la data precisa della riapertura.
Ma l'incontro con Legnini è servito anche per annunciare la prosecuzione dei lavori della strada Ussita-Casali e della San Placido che da Frontignano conduce a Castelsantangelo.
"Dal sisma erano state chiuse tante strade - dice Pettinari - , la cosa peggiore è stata la Valnerina, per cui c'è voluto tanto tempo.
Siamo nell'epicentro del sisma ed è chiaro che molte strade erano intransitabili.
Proseguono i lavori per la Ussita-Casali, per la quale stiamo chiedendo la riapertura nel fine settimana, come avevamo fatto lo scorso anno per la Pian Perduto.
Buone notizie anche per quanto riguarda la San Placido per la quale vorremmo anche in quel caso prendere provvedimenti per far transitare i visitatori".

GS


Buone notizie per la rinascita degli impianti sciistici di Frontignano di Ussita. È datato il 14 febbraio scorso, infatti, l'atto che stabilisce l'approvazione, da parte del commissario straordinario Giuseppe Fraticelli, del progetto esecutivo per il ripristino delle seggiovie "Lo Schiancio-Le Saliere", "Pian dell'Arco" e "Belvedere".
Approvati anche il progetto esecutivo di ripristino della cabina elettrica di trasformazione per l'alimentazione delle seggiovie e quello che riguarda un tratto di acquedotto di alimentazione del rifugio "Le Saliere", a servizio delle due seggiovie.
L'importo totale dell'intervento che riguarda i lavori di ripristino funzionale delle seggiovie ammonterebbe a 318.304,61 euro; mentre per la
realizzazione del tratto di acquedotto la somma è stimata 177.745,90 euro e per la cabina di trasformazione sono necessari 160.419,80 euro.
Uno spiraglio di luce che arriva da un tunnel imboccato nel 2016, quando gli impianti di Frontignano sono stati resi inagibili dal sisma. Impianti che, in un centro gravemente colpito come quello di Ussita, potrebbero rappresentare una boccata di ossigeno per la ripresa economica e sociale del paese.

GS

A tu per tu, intorno al camino, con Andrea Spaterna, il nuovo presidente del Parco nazionale dei Monti Sibillini.
E' questo l’invito dell’associazione Cosa accade se abitiamo (C.A.S.A.) per sabato prossimo alle 16.
L’appuntamento è nella sede dell’associazione a Frontignano di Ussita. "L’obiettivo - si legge in una nota dell'associazione - è quello di conoscere una delle figure chiave del territorio e avere la possibilità di poter condividere con il presidente le problematiche post sisma e le esigenze della popolazione, sviluppando in un dialogo informale sia le criticità che le opportunità di far parte di un territorio protetto. 
L’invito alla popolazione di Ussita è quello di portare le proprie domande e considerazioni sul territorio”.
Ancora una volta, il "porto di montagna" (così viene spesso definitita la C.A.S.A di Ussita), accende i riflettori su una realtà che rappresenta una spinta importante di rinascita e turismo per il territorio montano.

GS
Preoccupazione riguardo ai tempi necessari per poter usufruire del comprensorio sciistico di Frontignano di Ussita è stata espressa dall'Associazione Pro Frontignano attraverso una lettera aperta diffusa tramite la stampa. In essa il direttivo dell'associazione mette in evidenza come a fronte di finanziamenti già concessi per i 15 interventi necessari al ripristino della piena efficenza dell'impianto soltanto uno di essi è in fase di progettazione esecutiva, 3 sono nella fase dello studio di fattibilità e per gli altri 11 non è stata avviata ancora alcuna procedura.
Di seguito il testo della lettera:

Dall’analisi dell’archivio documentale di pubblico accesso del Comune di Ussita si apprende che:

  • la Regione Marche, già dal 2017, ha messo disposizione del Comune di Ussita uno stanziamento di oltre 8 milioni di Euro, finalizzato alla completa ricostruzione della stazione sciistica di Frontignano di Ussita;
  • ad esso si aggiunge la disponibilità di un atro finanziamento pari a 490.000 Euro , che risale al 21 luglio 2016, per la realizzazione di tre piste di collegamento tra i due settori della stazione (Saliere e Canalone), opera di grande importanza ed attesa da decenni;
  • tutti gli interventi sopra citati sono imputati all’anno 2019 nel piano pluriennale delle opere pubbliche del Comune di Ussita;
  • ad oggi nessun cantiere riconducibile agli interventi sopra citati descritti risulta aperto;
  • solamente uno di quindici interventi in programma è in fase avanzata di progettazione esecutiva (rifunzionalizzazione degli impianti del settore Saliere), altri tre interventi (accessori al primo) sono alla fase di studio di pre-fattibilità, mentre per i rimanenti undici interventi sembra non esser stata avviata alcuna procedura.

Con questa lettera aperta ci rivolgiamo principalmente al Comune di Ussita, in quanto soggetto attuatore degli interventi descritti, ma anche agli altri soggetti direttamente coinvolti nelle decisioni relative alla ricostruzione degli impianti a fune di Frontignano. Scriviamo a nome delle centinaia di nostri associati, oltre che di migliaia di utenti abituali, con i quali manteniamo contatti attraverso vari canali.

Di fronte agli inspiegabili ritardi descritti, nella comunità c’è fortissima preoccupazione in merito ai tempi che potrebbero essere necessari per poter tornare nuovamente a fruire del comprensorio sciistico nella sua interezza.
In particolare, dai comunicati del Comune di Ussita emerge che oggi si stia lavorando principalmente alla rifunzionalizzazione degli impianti del settore cosiddetto “delle Saliere”, mentre nessuna ipotesi è stata mai avanzata pubblicamente in merito alle sorti o tempistiche di riavvio degli impianti del settore “del Canalone”, quest’ultimo certamente importante grazie alla sua altitudine, e unanimemente riconosciuto come l’elemento che distingue Frontignano da tutte gli altri centri sciistici della regione.
Comprendiamo la complessità della progettazione della ricostruzione del settore “del Canalone”, dovuta a maggiore obsolescenza infrastrutturale, ci auguriamo perciò che un tavolo su questo tema sia stato già aperto.

Gli impianti e le infrastrutture del settore “del Canalone” sono tutti contemplati dallo stanziamento sopra menzionato, e sono stati oggetto di uno studio di fattibilità che dettaglia i singoli interventi e le relative stime economiche, dalle quali risulta una copertura pressoché totale.

Non comprendiamo perché, a distanza di oltre due anni dalla data nella quale i fondi furono messi a disposizione, non siano state avviate nemmeno le fasi preliminari alla partenza della progettazione esecutiva per la rifunzionalizzazione del settore “del Canalone”, che è parte di assoluto rilievo nella stazione turistica di Frontignano.

Invitiamo i responsabili della ricostruzione della stazione turistica di Frontignano, e gli altri soggetti coinvolti, a sedersi urgentemente ad un tavolo, con reale volontà di convergenza verso un obiettivo condiviso: porre le basi per l’avvio della progettazione esecutiva relativa alla rifunzionalizzazione del settore “del Canalone".


Ringraziando anticipatamente per l’attenzione che vorrete dedicare alla nostra richiesta, cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti.




Arriva lontano il progetto CASA, acronimo di Cosa Accade Se Abitiamo, che è tra i finalisti del Premio Luisa Minazzi a Casale Monferrato.
Il progetto nato a Frontignano di Ussita, una frazione a 1.350 metri nel cuore del Parco dei Monti Sibillini prende vita in uno spazio che ospita residenze creative per affiancare alla ricostruzione materiale una immateriale, identitaria, culturale. Ad animare lo spazio è un’associazione fondata da alcuni ragazzi che proprio tre anni fa su questo territorio si sono incontrati e ritrovati (Chiara, Patrizia, Roberto, Christian, Marta, Federica e Mauro). L’obiettivo? Creare un punto di vicinanza, supporto e condivisione di quotidianità con la popolazione residente ma anche per coloro che vogliano contribuire alla ripresa di un Appennino ferito ma presente, tramite progetti di sviluppo, condivisione di conoscenze e produzioni artistiche. Un centro culturale, insomma, all’insegna anche del turismo responsabile e della sostenibilità ambientale, finanziato sia dagli organizzatori, sia grazie a libere donazioni di chi lo attraversa. 

Etica, rispetto e tutela dei diritti, solidarietà: sono soltanto alcuni dei valori su cui si fonda l'impegno civile e che da domenica 1 a venerdì 6 dicembre troveranno spazio a Casale Monferrato (AL) durante la terza edizione del Festival della Virtù Civica, che avrà il suo momento conclusivo nell’ormai tradizionale cerimonia di consegna del Premio “Luisa Minazzi - Ambientalista dell’anno”.
Il Festival nasce infatti nel 2017 per valorizzare la presenza a Casale Monferrato degli otto candidati al Premio, chiamandoli a condividere le loro storie ed esperienze unitamente a quelle di altri significativi esempi di impegno civile.

Gli otto finalisti che il Comitato organizzatore ha selezionato per l'edizione 2019, sulla base delle segnalazioni inviate dalla Giuria preliminare, raccontano l'Italia migliore, quella che non ha paura di cambiare e di impegnarsi, perché sa che la posta in palio è la più importante: il futuro.
I candidati 2019 al Premio – le cui votazioni si sono concluse nella giornata del 24 novembre – sono Margherita Eufemi, docente presso il Dipartimento di Scienze Biochimiche della Sapienza di Roma, che ha studiato con il suo gruppo di ricerca i rischi di neoplasie nella valle del Sacco, in Ciociaria, collegati al Lindano, un insetticida da anni bandito; lo spazio C.a.s.a., che a Frontignano di Ussita, zona terremotata nel cuore del Parco dei Monti Sibillini, ha dato vita ad una residenza creativa che punta a ricostruire le radici identitarie;
Agitu Ideo Gudeta, che dalla natia Etiopia, dove ha affrontato una battaglia contro il land grabbing rischiando l'arresto, è giunta in Trentino e ha fondato una azienda agricola dove alleva, nonostante le difficoltà, splendide capre Mochena altrimenti destinate all'estinzione; Gerlando Iorio, che come incaricato del Ministro dell’Interno sta operando per contrastare i roghi dei rifiuti in Campania; Stefano Liberti, giornalista d'inchiesta e documentarista che con i suoi lavori lotta per risvegliare la consapevolezza dei cittadini; Franco Lorenzoni,
pedagogista ed insegnante che con la Casa laboratorio di Cenci, da lui fondata, ha creato un modello educativo centrato sul dialogo fra le generazioni; i soci della Cartiera Pirinoli di Roccavione, nel Cuneese, che da lavoratori licenziati a seguito di un fallimento, si sono riuniti in una cooperativa orientandola verso l’economia circolare; Paola Francesca Rivaro, “la signora dei ghiacci”, che combatte in difesa del clima grazie anche alla ricerca compiuta in otto diverse spedizioni in Antartide, nel Mare di Ross.

GS
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