Attaccarsi alla speranza quando intorno a te vedi comunque tante cose che non vanno, è necessario per darsi la spinta che ogni giorno occorre per lavorare e andare avanti. Nella frazione di Pie’ Casavecchia a Pieve Torina, incontro una parte della numerosa famiglia Lucarini. Da anni mandano avanti un’azienda biologica. La loro vita personale e lavorativa è stata stravolta dal terremoto e dalle lungaggini vissute per la non ricostruzione. Ogni piccolo disagio viene amplificato dall’incertezza della ripresa che non c’è. Dentro al Mapre, Modulo Abitativo Prefabbricato Rurale di Emergenza, Augusto Lucarini, il padre di Cristina, la prima delle tre sorelle allevatrici e produttrici agricole, riguardo la situazione mi dice: “La sostanza pure ci vuole, se al Governo non vanno d'accordo tra di loro, che pesci ci vuoi pigliare!”. La gente che vive in montagna è abituata a dire senza mezzi termini ciò che pensa quando gli va di parlare. I Lucarini sono in tutto 12, una tribù che vive in 4 Mapre. Fanno parte di quel gruppo di allevatori e agricoltori, circa 700 nel centro Italia terremotato, a cui sono stati assegnati questi container per trascorrere il tempo che rimane prima di vedere di nuovo in piedi la loro casa.
Agricoltori e allevatori hanno avuto queste soluzioni abitative per primi rispetto ad altri cittadini, perché impossibilitati a lasciare animali e terre. I Lucarini ci vivono dal mese di luglio del 2017 ma le cose che non vanno all’interno sono parecchie, in primis l’umidità, oltre agli spazi che sono più piccoli rispetto a quelli concessi per unità abitativa a chi risiede nelle Sae. La signora Maria, la mamma delle 3 allevatrici, mi fa notare che mentre a chi sta nelle Sae hanno dato oltre l’arredamento anche stoviglie e lenzuola, a chi vive nei Mapre no. Difficile spiegare questa disparità di trattamento che si fa fatica a credere. Certo è che Maria le coperte e il cambio di stagione li tiene nel Van, un trasporto cavalli divenuto armadio provvisorio. Neanche con le pratiche della ricostruzione sono fortunati. Secondo una delle ultime ordinanze, le priorità per le pratiche della ricostruzione sono proprio per gli allevatori ma loro si trovano in un aggregato, con le case vicine ad altri cittadini, quindi è tutto più complicato. Tra le tante difficoltà, la certezza di una famiglia unita che si ritrova ogni giorno per mangiare insieme quella resta. Cristina vuole ancora credere nello Stato, nonostante davanti ai suoi occhi e a quelli dei figli ci sono i segni dei crolli della loro casa, nonostante la strada di accesso sia ancora ingombrata dalle macerie, nonostante sia passato tanto tempo ed è come se non fosse successo niente. Vuole ancora crederci, per la sua famiglia, per quei componenti giovani e per i più anziani, per sé stessa, per quelli come loro abituati a ben governare animali e terre e non vuole rassegnarsi ad un sistema che non fa altrettanto.

Barbara Olmai

L’intervista alla famiglia Lucarini, andrà in onda nella Rubrica radiofonica “Ricostruire la speranza. Un viaggio nel cuore del sisma”, mercoledì alle ore 10,10 e alle ore 22,10 sulle frequenze di Radio C1 in Blu.

Per la rubrica radiofonica si ringrazia: SABE pavimenti in legno-scale. Tolentino e prossimamente Civitanova Marche. 
www.sabesnc.it

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