Una localizzazione baricentrica, rispetto a tutta l’area provinciale di Macerata basata su uno studio tecnico che contabilizza i tempi di percorrenza da tutti i centri dell’area. Applicando queste coordinate la localizzazione migliore del nuovo ospedale di secondo livello dell’Area vasta 3 risulta Contrada della Pieve a Macerata.

I risultati dello studio e i progetti di investimento sulla viabilità, sono stati presentati oggi all’assemblea dei sindaci dal presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli. “Oggi – ha detto Ceriscioli -  presentiamo il risultato dell’impostazione data nell’ultima riunione dai sindaci, che hanno fornito una chiara e semplice indicazione: tempi di percorrenza verso la nuova localizzazione minimi rispetto a qualsiasi punto di partenza dall’area di riferimento. Il luogo più baricentrico rispetto a queste indicazioni è stato individuato in Contrada della Pieve a Macerata. Il calcolo emergente dall’algoritmo è a viabilità odierna, ma con la futura viabilità il minutaggio, ossia il tempo di percorrenza migliora ancora. Il riassetto complessivo della sanità per acuti dell’Area vasta 3 prevede la permanenza di San Severino, Camerino per la montagna, di Civitanova Marche per la costa, con il mantenimento del pronto soccorso e livelli essenziali. Siamo perfettamente dentro le linee del Dm 70 del 2015. Avremo anche l’elisoccorso, con investimenti per la realizzazione delle piazzole di atterraggio, così da portare capillare assistenza d’urgenza in ogni parte del territorio. Senza necessariamente dover arrivare a Torrette. Civitanova sarà presidio ospedaliero di base a tutti gli effetti, con servizi di emergenza stabilizzazione, centralizzazione, residenza sanitaria assistenziale, pronto soccorso con medicina e chirurgia d’urgenza H24, diagnostica di primo livelloper immagini, prestazioni di specialistica ambulatoriale, compresa la chirurgia ambulatoriale e il day surgey, diagnostica di laboratorio”.

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Il Presidente ha anche illustrato il pacchetto risorse per la nuova viabilità. “Sono previsti – ha detto Ceriscioli -  investimenti, alcuni dei quali già in corso come la pedemontana o il miglioramento della San Severino – Tolentino. Il contributo regionale, inoltre, potrà aumentare se ciò servisse a fruire di nuovi fondi statali. Importante sarà il casello di Porto Potenza Picena, che trasforma di fatto l’autostrada in una sorta di quarta bretella di accesso. Con gli investimenti sulla viabilità, la localizzazione dell’ospedale unico migliora ancora in termini di accessibilità”.

Il presidente Ceriscioli ha illustrato anche il percorso di fattibilità. “Finita la riunione – ha detto - andiamo avanti subito con la procedura di acquisizione dell’area, dopo gli opportuni approfondimenti idrogeologici. Poi l’appalto, quindi si va alla realizzazione. Non siamo in astratto, ma siamo nella concretezza. Lo strumento che utilizzeremo sarà il contratto di disponibilità. Sono convinto che, facendo attenzione alla fase di acquisizione dell’area, il percorso sarà veloce, perché si basa su un bene prezioso, ossia la concordia e il consenso dei territori”.

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All’incontro erano presenti anche l’assessore Angelo Sciapichetti, il consigliere regionale Francesco Micucci, il direttore Asur Marche, Alessandro Marini e dell’Asur 3, Alessandro Maccioni.

Il sindaco di Macerata Carancini, presiedendo i lavori ha detto che “a differenza di quanto accaduto altrove, in un anno e mezzo siamo al risultato. Grazie a tutti i sindaci, oggi è un giorno molto importante. Con la delibera approvata con circa l’80 per cento, l’assemblea dei sindaci si è orientata verso la struttura unica che porterà risparmi per 15 milioni di euro e molti vantaggi indiretti soprattutto sul fronte del personale sanitario. Un percorso democratico e partecipato, in cui tutti i territori hanno avuto la possibilità di presentare una proposta. Sono state avanzate sei candidature, tutto è stato consegnato alla Regione che è competente per le scelte. La Regione è stata ai patti, ha scelto sulla base dei criteri che abbiamo indicato noi, democraticamente. Ora l’attenzione passa alle infrastrutture, anche alla fondamentale ferrovia”.

“Oggi è un momento da ricordare – ha detto Sciapichetti - se pensiamo alle condizioni di partenza solo due anni fa, nessuno avrebbe immaginato una mattinata come questa, ciò grazie a tutti i sindaci, che senza distinzioni di parte hanno scelto di far crescere il territorio.

La Città di Tolentino ha ospitato nella Sala consiliare la riunione dell’Area Vasta n. 3 “Sanità”. Vi hanno partecipato tutti i sindaci della provincia di Macerata.

All’incontro, presieduto dal Sindaco di Macerata Romano Carancini, erano presenti anche l’Assessore regionale Angelo Sciapichetti ed i vertici dell’Asur regionale e provinciale tra cui il Direttore dell’Azienda unica regionale Alessandro Marini e il Direttore dell’Asur n. 3 Alessandro Maccioni.

Nel corso della riunione, dopo l’illustrazione del progetto di fattibilità illustrato dal Direttore Maccioni, si è a lungo dibattuto sulla possibile realizzazione del nuovo ospedale unico a servizio del territorio maceratese. Al termine di tutti gli interventi, i Sindaci hanno chiesto con forza di fermare il depauperamento dei servizi sanitari che sta interessando tutte le strutture maceratesi. Su proposta del Sindaco Carancini, è stato deciso all’unanimità di poter formulare, da parte di ogni sindaco, una propria proposta per l’ubicazione del nuovo ospedale unico provinciale, entro il prossimo 31 ottobre. Resta inteso che l’intenzione dei sindaci è quella di giungere a proposte condivise da portare all’analisi e alla discussione dell’Assemblea dei Sindaci della Area Vasta n. 3.

Illustrate le reti cliniche dell’Asur n. 3 in base alla suddivisione decisa e alla presenza nei diversi nosocomi del territorio. Questa prima ipotesi verrà discussa nella prossima Assemblea dell’Area Vasta n. 3 che si terrà il prossimo 27 luglio nella sala consiliare del Comune di Macerata.

Al termine dell’Assemblea Romano Carancini Presidente dell’Assemblea dell’Area Vasta n. 3 e Sindaco di Macerata ha sottolineato che è stato fatto un ulteriore importante passo verso il progetto inerente l’unico Ospedale provinciale dell’Area Vasta. La risposta dei sindaci – ha detto - è stata forte e decisiva e in ordine alle disponibilità territoriali da mettere nella discussione per l’individuazione del’ubicazione, aspettiamo le proposte che saranno condivise dai sindaci.

E’ stata una bella discussione che ha coinvolto tutti i sindaci presenti che, parallelamente, hanno difeso, come già fatto in occasioni analoghe, la qualità e la diversificazione dei servizi sanitari oggi erogati dai vari ospedali e presidi.

Sulle reti cliniche – ha concluso il Sindaco di Macerata - si resta sbigottiti circa il fatto che ancora una volta il metodo di lavoro è unilaterale e quindi, quanto presentato, è una imposizione dell’Asur rispetto ai territori. Devo registrare che questa cosa che non succede in altre provincie. Due modi diversi di comportarsi rispetto al principio di uguaglianza per tutti.

Oggi – ha detto il Sindaco Pezzanesi al termine della riunione – abbiamo trattato due argomenti correlati seppur con alcune importanti distinzioni: da un lato continuiamo a difendere i nostri servizi, erogati sul territorio, già fortemente penalizzato e continuiamo a voler mantenere con forza la piena funzionalità dei nostri ospedali, tra cui anche quello di Tolentino anche in virtù del fatto che non esiste alcuna alternativa praticabile. Quindi vogliamo assicurare il diritto alla salute a tutti i nostri cittadini. Però, dall’altro, non possiamo non cogliere l’occasione che ci viene offerta e cioè la realizzazione di un ospedale unico provinciale che deve trovare la sua collocazione ideale nella valle del Chienti anche in considerazione della rete viaria e della possibile realizzazione dell’intervalliva con San Severino Marche e delle varie pedemontane già contemplate nella progettualità della Quadrilatero.

 

 

In tema di sanità Romano Carancini, nella sua doppia veste di sindaco di Macerata e di presidente della Conferenza dei sindaci dell’Area Vasta, intende tutelare l’intero territorio e rappresentarlo rispondendo alle richieste e alle sollecitazioni che in tal senso gli vengono avanzate.

Questo ha tenuto a sottolineare il primo cittadino maceratese stamattina prima di dare avvio alla conferenza stampa convocata per fare il punto sulla revisione delle reti cliniche e dell’ospedale unico, materie su cui domani si terrà la Conferenza dei Sindaci dell’Area vasta 3, convocata per le 9.30 nella sala consiliare del Comune di Tolentino.

“Le mie espressioni non sono contro qualcuno - ha premesso Carancini prima di fare il punto sui punti all’ordine del giorno della riunione di domani -, ma sento il ruolo di responsabilità che ho e per questo mi impegno, per portare acqua e sole al nostro territorio e lavoro per l’interesse di tutti e al loro fianco. Premesso che ognuno ha il suo stile politico e caratterizza il proprio rapporto con i cittadini, dico che non dobbiamo avere paura di aprire confronti e parlare con i territori dell’Area Vasta 3 e mi trovo in disaccordo con chi, invece, afferma che certe questioni devono essere esaminate in ambiti politici”.

   Parla di errore il sindaco Carancini riferendosi a chi pensa che la sanità maceratese sia alla frutta ma crede, al contrario, che oggi “ci sia ancora la condizione di rafforzarla e così la sua offerta”.

“Siamo a un bivio - ha affermato - e agli operatori della sanità, tutti, nessuno escluso, voglio dire che la politica non è distratta e che non devono rassegnarsi. I sindaci dell’Area Vasta 3 sono attenti e, in questo momento decisivo e delicato, vogliono contribuire a migliorare l’attuale situazione perché ci sono cose che possono darci speranza e vi assicuro che in tema di sanità non saranno condizionati dalle appartenenze politiche”.

Carancini ribadisce la decisione che l’Area Vasta 3 deve andare verso l’ospedale unico: ”Abbiamo in mano un’analisi di fattibilità che ne prevede la realizzazione per un totale di 550 posti letto su un territorio di 7 ettari, con un’estensione maggiorata per le infrastrutture, e da qui occorre muovere il secondo passo, importante, verso la selezione del luogo dove potrebbe nascere. Decisione che deve essere presa esaminando la disponibilità che i territori proporranno. Il terzo passaggio riguarda la scelta che deve avvenire su analisi e responsabilità della Regione Marche”. Per il sindaco Carancini si tratta di una sfida che gli amministratori “non debbono lasciarsi scappare e di fronte alla quale debbono farsi trovare pronti”.

Altro argomento riguarda le reti cliniche e il sindaco di Macerata dice di essere vicino alle sollecitazioni del primo cittadino di Civitanova Marche, Tommaso Corvatta ma dissente sul fatto di “mollare”: “Siamo sindaci responsabili e in questo momento occorre un impegno forte e di coesione.

L’Asur deve essere attenta a una rete clinica che dia sicurezza”.

Altro nodo dolente quello di Radiologia interventistica: “Chiederò che la politica regionale cambi su Radiologia interventistica a Macerata. Domani, chi verrà dalla Regione, venga a dirci che sarà autorizzata nei prossimi giorni dando seguito a quanto stabilito nella delibera 1.219 del 2014 e confermato nel novembre scorso. E, senza polemiche, voglio dire che nel decreto ministeriale n. 70, preso a giustificazione del fatto che Macerata non sia più all’altezza di ospitarla, non c’è una sola parola che possa inibirne la realizzazione, neanche di carattere formale. E quando si parla di numeri il DM n.70 fa riferimento a un bacino di 800.000 e ,Macerata con Fermo e Ascoli Piceno, arriva a 708.000 e quindi è dentro il contesto”.

Domani Carancini ha intenzione anche di sollecitare altre questioni quali le cancellazioni dei reparti otorino e malattie infettive e parlare della direzione sanitaria che “a Macerata è a intermittenza”.

   “Il quadro – ha concluso il sindaco dopo aver ricordato che le questioni affrontate oggi in conferenza stampa sono state condivise ieri con la direzione del Pd durante nel corso di un confronto che ha definito costruttivo - non è drammatico, ma meritevole di attenzione e di eventuali battaglie nel caso in cui non ci fossero risposte chiare”

REFERTI MEDICI E FARMACI ARRIVERANNO PER POSTA.

Piena digitalizzazione e semplificazione dei rapporti tra cittadini, imprese e amministrazione pubblica è l’obiettivo che ha portato la Giunta regionale ad approvare una convenzione biennale con Poste italiane, in base al quale referti medici e farmaci arriveranno per posta Particolari i riflessi sul settore sanitario, con la possibilità di sfruttare la capillarità dei servizi postali, ad esempio per la consegna di referti medici e diagnostici (“sanità vicina”) oppure di farmaci o ausili sanitari, per le campagne di invito a screening o informative. L’atto pone particolare attenzione alle aree interne e montane, prevede il coinvolgimento della rete degli uffici postali. Ulteriori applicazioni sono previste nel pagamento dei tributi, dei ticket sanitari, nella prenotazione delle visite, nella digitalizzazione delle cartelle cliniche, nell’invio di pratiche allo sportello unico per le attività produttive. La convenzione riguarda anche facilitazioni di accesso al credito, con la possibilità da parte di Poste italiane di operare a favore delle imprese e degli operatori del terzo settore per facilitare l’incasso dei crediti sanitari. La convenzione, di durata biennale rinnovabile, prevede un gruppo di lavoro paritetico Regione - Poste per la sua attuazione

"La Regione - spiega l’assessore Fabrizio Cesetti - ha come obiettivo l’avvio e il potenziamento sull’intero territorio regionale di progetti innovativi a servizio della popolazione. Il fine è moltiplicare i punti di contatto con i cittadini, secondo un modello di prossimità, per cui sono gli uffici pubblici che nel limite del possibile, vanno verso i cittadini e non viceversa”.

Lo scorso 22 febbraio si è svolto, a Castelraimondo, un incontro tra gli amministratori delle aree montane dell'Alta Valle del Potenza, dell’Esino e del Chienti.

La riunione è servita a fare il punto della situazione sul tema sanità, anche a seguito della recente assemblea dei Sindaci dell'Area Vasta 3, durante la quale si è dato il via libera alla definizione di un'ipotesi di collocazione e realizzazione di un ospedale unico da parte dell'Asur.

Gli amministratori presenti all'incontro hanno espresso unanimemente la volontà di cercare di fare chiarezza sugli effetti che la riforma sanitaria regionale avrà su tutta la sanità dell'entroterra. A tutt'oggi, infatti, non è ancora chiaro il destino delle strutture ospedaliere e, conseguentemente, del personale clinico e di concerto dell'intera popolazione, anche e soprattutto relativamente ai servizi di urgenza ed emergenza e delle guardie mediche. Una realtà che desta inevitabilmente forte preoccupazione e incertezza per il futuro di un intero territorio, che rischia di vedersi spogliato ed estirpato dei diritti fondamentali legati alla salute e alla vita.

Per questo, i Sindaci dei Comuni di Acquacanina, Bolognola, Camerino, Castelraimondo, Castelsantangelo sul Nera, Esanatoglia, Fiastra, Fiordimonte, Fiuminata, Gagliole, Matelica, Montecavallo, Pievebovigliana, Pieve Torina, Pioraco, San Severino Marche, Sefro, Serravalle di Chienti, Ussita e Visso, nell'ottica condivisa di unione e compattezza, hanno richiesto al Dott. Romano Carancini, Sindaco di Macerata e Presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Area Vasta n. 3, la convocazione urgente di tale Conferenza, ritenendo altresì indispensabile la partecipazione alla stessa del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, al fine di conoscere con chiarezza la situazione ed il futuro dei servizi sanitari ai cittadini dell'area montana rappresentata. Un appuntamento che non si può più rimandare.

ComunicaMonti s.r.l.

E’ del 26 febbraio l’accoglimento dell’istanza delle misure provvisorie da parte del TAR Marche a cui il Comune di Tolentino ha affidato, attraverso il ricorso curato dall’Avv. Massei, la soluzione delle molteplici ombre sulla normativa regionale sanitaria penalizzante per l'ospedale. “Un ricorso evitato fino in ultimo!” - ha commentato il Sindaco Pezzanesi che dichiara di aver adito le vie legali perché la vicenda merita di essere giudicata, al di là delle chiacchiere, da chi ha gli strumenti giusti per definire con equità la controversia, alla luce della disparità di trattamento riservata a Tolentino. Il ricorso, proposto contro l’ASUR Marche e nei confronti della Regione Marche, verrà discusso in camera di consiglio il 18 marzo, data fissata per la trattazione collegiale dell’istanza.Ricordiamo che il Comune di Tolentino, con il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, ha impugnato le Determine del Direttore Generale ASUR Marche n. 914 e 915 del24.12.2015. Mentre con la determina 915 viene soppressa, nell’Ospedale di Tolentino, l’ambulanza infermieristica, con la prima determina in questione sono stati riconvertiti tutti i 50 posti letto,previsti per il nosocomio tolentinate, in soli 50 posti di cure intermedie, facendo scomparire quella differenziazione necessaria a far rimanere la lungo degenza con il medico di notte, delineando il futuro della struttura come niente più di un poliambulatorio. Tanto più grave e penalizzante tale scelta, se si pensi che tra i tredici ospedali di comunità regionali, lo stesso destino di Tolentino è toccato solo ai nosocomi di  Montegiorgio e di Sant’Elpidio a Mare, entrambi con un’Amministrazione comunale diversa dal PD, il primo di centro destra ed il secondo una lista civica sostenuta dalla DC. Non basta, tra i tredici ospedali di comunità previsti dalla riorganizzazione, Tolentino insieme a Recanati rappresenta uno dei due Comuni più popolosi.

“I dati parlano da soli” aggiunge il Sindaco Pezzanesi “ed il danno è stato reiterato dalla Regione Marche che ha emesso, nelle more del giudizio amministrativo, una delibera di giunta (n.139/2016) cercando di sanare  le gravi irregolarità delle suddette determine. Valuteremo l’opportunità d’impugnare anche tale ultimo atto e comunque le nostre ragioni, alla luce della delibera che ha disatteso clamorosamente le indicazioni della IV Commissione permanente regionale sulla sanità, rimangono inalterate.”

Una grande manifestazione in Ancona insieme agli altri comuni marchigiani e la raccolta firme per indire un referendum: sono questi i prossimi step del Coordinamento cittadino per il punto nascita di Fabriano che ha tenuto un incontro aperto al pubblico presso la Sala Avis.

Un centinaio di persone hanno partecipato all’assemblea, durante la quale i membri del coordinamento hanno ricordato il percorso fatto finora con le manifestazioni a Fabriano e in Ancona, azioni che hanno attirato l’attenzione della cittadinanza ma che hanno ottenuto come risposta una totale indifferenza da parte del presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.

Durante l’incontro sono intervenuti il dottor Vinicio Arteconi, che ha riportato l’indignazione del personale medico ospedaliero coinvolto nella chiusura del reparto che, attualmente, ancora non ha ricevuto disposizioni chiare circa ciò che avverrà dopo la fine del mese, quando il reparto dovrebbe smettere di operare. Arteconi ha inoltre espresso perplessità sulla capacità dell’ospedale di affrontare le emergenze attraverso personale reperibile e non presente h24, come lo è attualmente.

L’assessore Barbara Pallucca ha poi annunciato che si sta andando avanti sulla strada del ricordo al TAR: la giunta comunale ha affidato l’incarico ad un avvocato specializzato in diritto amministrativo e il ricorso sarà pronto per i primi giorni della prossima settimana.

Presenti alcuni esponenti politici d’opposizione, che hanno dato il loro appoggio alle azioni del coordinamento e i rappresentanti sindacali, oltre che ad altri esponenti di movimenti locali.

E’ intervenuta la deputata del Movimento 5 Stelle Patrizia Terzoni, suggerendo anche per Fabriano la possibilità di un’ AFOI (Area Funzionale Omogenea Integrata) tra i presidi marchigiani come è avvenuto in Umbria e parlando della fattibilità di un referendum.

Prosegue dunque la battaglia per salvaguardare il punto nascita.

"Burattini, servitori dello Stato, vogliamo l'ospedale, siete degli assassini".

Queste le parole che rieccheggiavano di fronte alla commissione sanità durante il sit-in che si è svolto lunedì pomeriggio. Riunione conclusasi con un nulla di fatto: la regione proseguirà con la riforma.

A rappresentare l'entroterra maceratese, insieme ai comitati per la difesa degli ospedali di San Severino e Matelica, il sindaco settempedano Cesare Martini, gli assessori Giampaolo Muzio e Vincenzo Felicioli e l'ex sindaco di Matelica e consigliere Paolo Sparvoli. Tuttavia, nessun rappresentante dell'amministrazione di Matelica.

"Comincia a sgretolarsi qualcosa - ha detto Marco Massei, vice presidente del comitato settempedano - La protesta sembra aver fatto effetto e tutti i sindaci sono contro la giunta regionale, tra cui 55 sindaci della provincia di Pesaro. Tutti sono d'accordo nel sostenere che è una scelleratezza. Addirittura era presente il presidente della provincia di Pesaro e Urbino. Questo per la giunta regionale è gravissimo, è un importante segnale d'allarme. Per i punti nascita - ha concluso - l'unica soluzione è il ricorso al Tar e il referendum abrogativo. L'ostinazione e l'impassibilità con cui prendono questa decisione è disarmante".

Al termine della riunione, l'ex sindaco di Matelica Paolo Sparvoli, unico rappresentante politico per la sua città, si è detto intenzionato a partire con la raccolta firme per il referendum abrogativo.

"Hanno iniziato con le menzogne e hanno finito con le menzogne - ha dichiarato - Quello che è stato fatto oggi è indecente. Il presidente della commissione sanità Volpini è sceso nella stanza in cui eravamo riuniti tutti, sindaci e rappresentanti dei comitati, per dirci che ci avrebbero ascoltato prima della votazione, poi non li abbiamo più sentiti. Nessuno si è degnato di venirci a dare una spiegazione o a sentire la nostra voce. Una cosa del genere, in 34 anni di politica, non l'ho mai vista. Un'arroganza incredibile - ha continuato - persino di fronte a ben 55 sindaci su 59 della provincia di Pesaro e Urbino (compreso il presidente provinciale). Noi del maceratese dovremmo prendere esempio da quel territorio. Uniti e compatti. Noi invece pensiamo ancora di andare avanti individualmente. Non funziona così. Possibile che del nostro territorio fossero presenti solo il sindaco Martini e qualche consigliere?". E come commenta Paolo Sparvoli la totale assenza dell'amministrazione matelicese? "Non commentabile. Bisognerebbe solo stendere un velo pietoso. Sono impresentabili".

"Mentre a Roma (ed anche ad Ancona) si dicute, Sagunto viene conquistata". Ancora una volta prendiamo in prestito la massima delle storie di Tito Livio per riflettere su quanto accade nei territori dell'entroterra maceratese. Lo spunto da un fatto di cronaca accaduto a Pieve Torina (ma sarebbe potuto capitare in qualunque altro paese) dove una giovane donna colta da infarto acuto al miocardio non ha trovato posto negli ospedali di Macerata e Ancona, ma neppure in quelli di Ascoli e Pesaro (unici presidi in cui è presente il reparto di emodinamica, necessario per curare la patologia) ed è stata salvata grazie alla disponibilità dell'ospedale di Foligno. Tutto è bene quel che finisce bene si dirà, ma l'episodio impone alcune necessarie considerazioni. Anzitutto la costatazione, ormai arcinota, che i continui tagli alla sanità, in nome di un non sempre correttamente identificato risparmio, causano enormi disagi alla popolazione che vive nelle zone montane fino a mettere seriamente a rischio i beni più preziosi della vita e della salute, diritti tra l'altro costituzionalmente tutelati. In secondo luogo il fatto che ormai da tali zone diventa sempre più semplice usufruire dei servizi e delle strutture presenti nella vicina Umbria, pur continuando a pagare tasse alla regione Marche. Ma qui si apre un altro problema. L'Umbria sarebbe davvero vicina se fossero stati completati i lavori della superstrada 77 Valdichienti, opera che vide la luce (chi percorre di notte la vecchia statale 77 può, infatti, notare come tutte le gallerie siano illuminate) circa 35 anni fa e il cui termine viene continuamente rinviato per motivi che risultano ai più sconosciuti. allora, nella speranza che non abbia mai a "scapparci il morto", non ci resta che tornare alla frase iniziale. Quando termineranno le discussioni e si opererà realmente nell'interesse dei cittadini di questi luoghi, "scontenti" e abbandonati, anche coloro che vivono in zone apparentemente svantaggiate, povere di voti, ma in realtà ricche di risorse, che evidentemente non interessano?   

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