La sequenza sismica in atto da 4 giorni con epicentro nel comune di Amandola, ultima scossa di magnitudo 3.3 quella registrata oggi alle ore 12.31 dall'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sta mettendo in apprensione la popolazione. A preoccupare è il ripetersi di questi eventi sismici, due dei quali  sono stati di una certa  intensità e avvertiti distintamente nelle province di Fermo, Ascoli e Macerata. A spiegarci scientificamente cosa sta accadendo è il geologo Emanuele Tondi, docente di Unicam e direttore delle nuova sede di INGV dell'ateneo di Camerino.
"Nel territorio comunale di Amandola è in corso uno sciame sismico, per la precisione a circa 4 km ad oves del centro abitato verso i Monti Sibillini. Lo sciame sismico in atto- spiega il prof. Emanuele Tondi-  si localizza appena fuori dalla zona destabilizzata dei terremoti del 2016, per cui non possiamo considerarle le scosse degli aftershocks della sequenza principale del 24 agosto 2016 che ancora non è finita. Vista però la vicinanza con quella sequenza, non possiamo tuttavia escludere che vi sia un'interazione.
Di solito gli sciami sismici durano alcuni giorni e poi vanno a terminare, ciò è avvenuto e avviene spesso nel territorio italiano- prosegue- tuttavia non possiamo sapere come evolverà, nel senso che comunque quella zona in passato è stata epicentro di terremoti non dell'intensità di quelli delle zone epicentrali del 2016( ndr Amatrice- Visso, Norcia) ma di certo importanti. In quella zona - sottolinea il prof. Tondi-, pur essendo minore rispetto a quella che caratterizza la dorsale appenninica, la pericolosità sismica resta comunque alta. I terremoti sono generati in questo caso da faglie più piccole e più profonde e purtroppo, trattandosi di zona che in passato ha generato terremoti anche più forti, è chiaro che esiste la possibilità  di scosse di maggiore intensità  rispetto a quelle verificatesi in questi giorni. La caratteristica del terremoto è infatti che avviene sempre nellle stesse zone e con caratteri simili; se dunque in passato si sono verificati eventi di una certa intensità con epicentro in determinate zone, lo stesso si verificherà anche in futuro. Nello specifico, prima o poi si ripeteranno terremoti simili a quelli che si sono avuti nel 1799 e nel 1873.  Il problema è che non possiamo sapere quando, ma è chiaro che più tempo passa dall'ultimo evento, più aumenta.la probabilità che si verifichi di nuovo. Noi dobbiamo essere comunque sempre pronti affinchè nel momento in cui si verifichi non crei danni; seguire le norme tecniche di costruzione in zona sismica, vuol dire avere edifici non vulnerabili dal punto di vista dei danni ed essere relativamente tranquilli". Certo, in un periodo di emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo, avvertire una scossa e fare mente locale che in realtà non si può uscire di casa, crea sicuramente un motivo di apprensione in più. "Questo è un problema aggiuntivo e a mio avviso -conclude il geologo- bisognerebbe cominciare a pensare ad una situazione di lockdown e ad una contemporanea emergenza sismica, anche non grave ma che comunque spinge le persone a stare fuori casa, anche la notte. Non  sarebbe un problema da poco, anche perchè non penso che una situazione del genere sia prevista da un piano di protezione civile, né comunale, né regionale e né nazionale. Credo dunque che andrebbero sviluppati anche queste tipologie di piani e di doppie emergenze simultanee. Non avevamo mai avuto prima un'emergenza sanitaria ma adesso che ci stiamo confrontando con essa, sbrighiamoci a prevedere la possibilità che durante un'emergenza sanitaria possano verificarsi anche delle crisi sismiche di rilievo". 
Carla Campetella
 

Torna a farsi sentire dopo appena 3 giorni il mostro mai sopito. Una scossa di terremoto di magnitudo 3.3 è tornata a scuotere il territorio fermano-maceratese alle ore 12.31. Epicentro del sisma ancora una volta Amandola. "Decisamente è tornata la paura - dichiara ai microfoni di radio C1inblu il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli - ed è tornata in maniera prepotente. Adesso non stiamo più tranquilli, visto che il sisma ha avuto origine nello stesso punto delle ultime due scosse". Stesso epicentro, dunque, con una popolazione che torna con la mente alle drammatiche scosse del 2016.
"Gli studiosi - continua il primo cittadino - stanno evidenziando lo spostamento di una faglia dal versante ovest al versante est dei Sibillini che potrebbe far pensare ad una nuova sismogenesi". Un lungo boato, quasi un urlo che sembrava uscire fuori dai monti Sibillini. Questa la sensazione vissuta dal sindaco Marinangeli, che prosegue: "Il boato è giunto velocissimo e contemporaneamnte la terra ha iniziato a muoversi in maniera sussultoria. Abbiamo subito attivato i tecnici che fortunatamente non hanno rilevato danni, ma la paura è stata davvero tanta.

f.u.

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