Un doppio inizio quello che ha interessato gli studenti di Sefro.
Con la gioia nel cuore, infatti, l'assessore ai servizi scolastici Stefania Penna stila il bilancio della prima settimana di sucola che non ha significato solo il ritorno sui banchi dopo la pandemia, ma anche e soprattutto il ritorno nella nuova struttura sistemata dopo il sisma.

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Stefania Penna

“Abbiamo portato a casa un risultato storico – commenta Stefania Penna -  La scuola Astolfi, che fa parte del comprensivo Strampelli di Castelraimondo, aveva ricevuto un importante finanziamento ministeriale per una pesante ristrutturazione, soprattutto in ottica di sicurezza sismica, ma la sospensione dei lavori a seguito del lockdown ha fatto temere il peggio. Invece, grazie al lavoro di tutti i dipendenti comunali e delle ditte incaricate, siamo riusciti a portare a casa il risultato dell’apertura. Siamo molto soddisfatti, anche perché abbiamo lavorato fianco a fianco con il collega dei lavori pubblici Corrado Carminelli e con i vertici del comprensivo Strampelli, dalla dirigente Spurio alla fiduciaria Belli. Il tutto per offrire ai bambini una scuola nuova, sicura e anche bella.”

Corrado Carminelli, delegato ai lavori pubblici, sottoline come la continuità della amministrazione sia stata fondamentale per raggiungere questo risultato. Il progetto è partito, infatti, con la precedente consiliatura e l’attuale compagine amministrativa lo ha portato a compimento. “E’ il caso classico della continuità delle cose buone - ha detto - . Di solito chi arriva tende sempre a stravolgere ciò che è stato fatto dal predecessore. Invece il nostro impegno, fin dalla campagna elettorale, è sempre stato quello di far crescere e di sviluppare le iniziative che fanno bene al territorio, indipendentemente dal colore politico. Un buon seme necessita sempre di cura e noi abbiamo fatto crescere una pianta rigogliosa. Io stesso, come padre, sono molto soddisfatto dell’opera e del risultato ottenuto che in periodo di lockdown sembrava davvero un miraggio. Non abbiamo fatto alcuna inaugurazione, anche per evitare inutili assembramenti, ma seppur in silenzio abbiamo veramente festeggiato per un risultato storico per tutta la nostra comunità”.

GS
Secondo tavolo di confronto sulla ricostruzione.
Dopo il primo appuntamento di luglio, ieri a Caldarola si è svolto il secondo tavolo di approfondimento voluto dall’amministrazione comunale a cui hanno partecipato il sindaco Luca Maria Giuseppetti, il vice Giorgio Di Tomassi, l’assessore Teresa Minnucci ed il consigliere Giovanni Ciarlantini; per la minoranza presenti i consiglieri Davide De Angelis, Aronne Biondi e Simone Cataldi; e per l'Ufficio Tecnico Comunale il responsabile Spinaci e l'architetto Re.

Al dibattito ha partecipato l'Università Politecnica delle Marche, con l'architetto Marinelli e l'ingegnere Domenella, per discutere ed approfondire lo stato e le prospettive della ricostruzione, anche alla luce delle nuove ordinanze recentemente emanate dal Commissario Straordinario. 

"Sono state evidenziate - come si legge n una nota del Comune - la volontà e la necessità di predisporre quanto prima il Programma Straordinario di Ricostruzione (Psr) per Caldarola, per poi portarlo alla approvazione in Consiglio Comunale".

Consiglio a cui potrebbe partecipare il Commissario Straordinario Legnini che, durante la sua visita a Caldarola, aveva evidenziato la validità del piano programmato dal paese, annunciando di voler essere presente durante l'approvazione in Consiglio, così da poter essere un esempio per gli altri centri terremotati.

"Il PSR - prosegue la nota - prevederà un impianto programmatico generale e la divisione in comparti specifici da approvare successivamente per stralci, in modo tale da velocizzare l'avvio delle attività di ricostruzione, ad iniziare dalla zona del centro storico e dalla “bretella” di collegamento viario, che costituirà un'infrastruttura primaria per il rilancio del paese e permetterà nel contempo di effettuare la cantierizzazione degli interventi in modo più agevole".

GS

Si sono valutate diverse possibilità di sviluppo del tracciato della strada in discorso, mirando ad individuare il percorso migliore sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello di minore invasività, ottimizzando i costi relativi.

Nel prossimo mese, inoltre, saranno avviati incontri con tutti i proprietari di immobili siti nei nuclei frazionali, che saranno aperti non solo a coloro che sono interessati dalle perimetrazioni ma anche a quelli esterni al perimetro individuato e già approvato, al fine di concertare anche in questi borghi la migliore strategia possibile per addivenire ad una ricostruzione condivisa e di qualità.
Caldarola si prepara al nuovo anno scolastico e lo fa guardando al futuro, avviando il cantiere nella parte retrostante la struttura ricostruita dopo il sisma.
Già nel giorno del taglio del nastro il sindaco Luca Maria Giuseppetti aveva spiegato cosa sarebbe sorto nella zona esterna, ma i tempi che si sono allungati hanno portato i lavori a cominciare solo nei giorni scorsi.

"Nel progetto iniziale - spiega Giuseppetti - era prevista l'urbanizzazione della zona retrostante la scuola. Poi riflettendoci abbiamo cambiato alcune cose per renderla più idonea ai nostri ragazzi.
Purtroppo i tempi si sono allungati a causa del''affidamento degli incarichi del progetto e delle ditte.
Abbiamo attesto che il lavoro ci venisse accordato e che si potesse rendicontare, e purtroppo a queste lungaggini si è aggiunto il Covid che ci ha portato a cominciare proprio ora. Capisco che avviare un cantiere vicino alla scuola proprio nel momento in cui ricominciano le lezioni non è la scelta migliore, ma purtroppo era l'unica soluzione e bisogna andare avanti perchè si tratta comunque di una parte importante per le nostre scuole.
La zona esterna - spiega - ospiterà quindi un parco giochi per le bambini dell'Infanzia, un orto botanico, un auditorium esterno e un porticato che potrà riparare gli studenti all'ingresso e all'uscita da scuola prima di salire e scendere dai pulmini.
Credo che verrà un bel lavoro - conclude - e che anche i nostri studenti apprezzeranno dal momento che permetterà loro di vivere momenti di condivisione all'aria aperta". 

GS

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Quella del 24 agosto è una data che ricorderà per sempre momenti che hanno cambato la vita di molte persone. A quattro anni dalla prima delle terribili scosse di terremoto che hanno segnato il Centro Italia è la presidente del Comitato 30 ottobre, Flavia Giombetti, a pensare alle vittime che ci sono state e ai sopravvissuti: "Purtroppo è una data che ci ha segnato - dice - e ha cambiato la vita di molte persone. Noi il 24 di agosto quella scossa l'abbiamo sentita 'di riflesso' perchè l'epicentro e la distruzione sono state ad Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto, dove sappiamo che molti hanno perso la vita. Ho avuto modo di parlare con tanti sopravvissuti: madri che hanno perso figli, persone che hanno perso i propri cari e devo dire che davvero non ci sono le parole per descrivere quello che ho provato, io personalmente, parlando con loro. E' una ferita che ogni anno si riapre anche perchè stiamo assistendo al nulla. Sono ferite che restano aperte".

C'è delusione tra i terremotati nell'attendere la ricostruzione tanto annunciata: "Il nuovo Commissario chiede la speranza - prosegue Flavia Giombetti - , chiede ai terremotati di sperare ancora che qualcosa possa avvenire. Da parte nostra posso dire che la speranza, dopo quattro anni, si affievolisce. Sentiamo sempre parlare di burocrazia, ma dietro a questa scusa c'è la vita di tante persone che negli ultimi anni hanno vissuto nelle SAE o, ancora peggio, nei container come a Tolentino". 

Un tema, quello della ricostruzione, che rischia ancora una volta di diventare strumento di campagna elettorale anche per la Regione Marche: "Il rischio lo vediamo - ammette - . Io non vorrei fare polemica su questo, ma il mio pensiero è che di squali ce ne sono tanti. Il sisma è stato ed è anche oggi strumento di campagne elettoriali. Mi dispiace sentire o leggere di persone che solo oggi si spendono per il terremoto come se nulla fosse accauto prima, non si fa la campagna elettorale sulla pelle delle persone, sui paesi che non ci sono più e sugli annunci di chi promette che ricostruirà. I terremotati sono stati utilizzati sempre, in ogni propaganda, questa battaglia non si vince così".

GS
Ussita si prepara per tornare alle urne e scegliere il sindaco che guiderà il paese nei prossimi anni, anche in vista della ricostruzione.
Dopo le dimissioni di Rinaldi prima e di Marini Marini dopo, ora è Guido Rossi l'unico candidato, per il momento, alla carica di sindaco.
"Stiamo valutando le varie possibilità - ha detto ai microfoni di Radio C1...inBlu - . C'è una gran voglia di mettere in moto una macchina ferma da 4 anni, c'è tutto, manca il pilota. Noi abbiamo uno staff pronto a mettersi in moto già dopo le elezioni per tutta la vallata e per la ricostruzione. Tra gli obiettivi anche l'indotto del turismo e i lavori di manutenzione che riguarda gli operai del luogo. Vogliamo preparare il futuro dei nostri giovani attraverso i progetti europei. Anche i giovani hanno voglia di mettersi in gioco e dare il proprio contributo e noi siamo pronti ad accettare questa sfida. Abbiamo anche la fortuna di avere un commissario alla ricostruzione finalmente pratico e volenteroso. E' un binomo di volontà che ci vede comuni".

Rossi ha avuto esperienza nel campo amministrativo alla guida del Comune di Cerveteri: "Ho anche una grossa esperienza militare - ha detto - per il rispetto delle norme e dei regolamenti, ma soprattutto per il rispetto delle leggi che sarà la base fondamentale della ripartenza".

Gli fa eco Giovanni Marronaro, capogruppo della stessa lista, già candidato alle ultime elezioni amministrative: "Il nostro ineteresse è quello di far ripartire la ricostruzione - dice - , pensavamo che ci sarebbe stata più collaborazione con la maggioranza che poi si è dimessa. Oggi ci presentiamo con una lista più forte di quella precedente e credo che abbiamo le carte in regola per fare bene. Nelle aree terremotate ci vogliono coraggio e competenza".

Non conferma, invece, le indiscrezioni che lo vedevano come un possibile candidato, l'assessore regionale Angelo Sciapichetti: "La candidatura deve nascere dal basso e dai territori - ha detto - , non può venire dalla stampa. Le sfide sono sempre accetabili, ma ad oggi non c'è alcuna candidatura, poi non sappiamo cosa ci riserverà il futuro".

Carla Campetella
Giulia Sancricca

*Nella foto a sx Angelo Sciapichetti, a dx, con i libri in mano, Guido Rossi
Doveva servire a ripopolare un centro storico ferito dalle crepe tangibili del sisma e da quelle che ancora esistono nel cuore dei suoi abitanti.
Il Restart Festival, organizzato dalla Pro Loco di Caldarola e che ormai da due fine settimana sta ottenendo un successo inaspettato nella partecipazione, ha raggiunto i suoi obiettivi e prosegue sull'onda del successo con i prossimi appuntamenti che andranno avanti fino al 30 agosto.

Dopo l'inaugurazione della mostra "Caldarola a porte aperte" che, attraverso le foto installate nelle vie del centro storico permette di rivivere le bellezze del paese prima del sisma, per due sabati sera piazza Cavallotti è stata colmata dalla curiosità e dalla partecipazione di un pubblico attento ed orgoglioso di trovarsi nella magia di quei luoghi senza tempo, la cui bellezza riesce comunque a colmarne i graffi del sisma.

La soddisfazione è soprattutto degli organizzatori: il team della Pro Loco, guidato da Daniele Piani, esprime l'entusiasmo attraverso le parole del suo presidente: "Siamo sempre stati cauti - dice - perchè sapevamo che, organizzare questo festival in un momento storico difficile come quello del Covid, dove la maggior parte degli eventi vengono annullati, non sarebbe stato facile. Abbiamo sempre avuto la consapevolezza che il calendario prevede una serie di eventi diversi da quelli che solitamente hanno animato Caldarola e non sapevamo che risposta ci sarebbe stata da parte del paese ma anche da parte del pubblico proveniente da fuori, invece possiamo dire di essere soddisfatti su entrambi i fronti. Sabato 4 luglio gli spettatori sono arrivati da Jesi, Osimo, Numana, Ancona per assistere al concerto del 'Violino delle Marche' che ha davvero portato letizia tra il pubblico.

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Sabato scorso - prosegue Piani - altro grande successo con i Sambene che hanno cantato De Andrè. Ascoltare i brani del cantautore genovese dalla voce di due donne, in acustico, è stato davvero emozionante ed il pubblico lo ha percepito. Siamo davvero contenti".

Non solo buona la prima, dunque, per un festival in cui gli organizzatori hanno scommesso nella voglia di fare e nell'amore per il proprio paese e sono stati ripagati.
Ora si prosegue sabato prossimo, solita location, alle 21.15, con una serata dedicata al folklore che avrà tra gli ospiti 'Li matti de Montecò'.

Di fronte ad un altro momento difficile che Caldarola si trova ad affrontare, hanno ancora una volta vinto la voglia di fare, di accogliere e di credere che le bellezze di questo paese vadano valorizzate, per permettere che siano proprio esse stesse a dar vita alla rinascita.

Giulia Sancricca

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Venne ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, nel 1944, e il sisma del 2016 lo mise di nuovo a dura prova, ma il Torrione di San Catervo è di nuovo pronto a mostrarsi alla sua Tolentino in tutto il suo splendore, tornando ad essere uno dei simboli della città.
Tutto pronto, infatti, per l’inaugurazione e la consegna ufficiale del ponte di via Nazionale, del Torrione di San Catervo e del nuovo impianto di illuminazione dei due monumenti.

Sabato prossimo, alle 21.30, sarà tagliato il nastro, sarà accesa la nuova illuminazione e dopo la benedizione e saranno illustrati gli interventi di restauro che hanno interessato sia il ponte che lo storico Torrione.

Nel 1880 venne costruito il ponte denominato di San Catervo, che attraverso via Nazionale consente di entrare nel centro città, mutando la viabilità cittadina in quanto un tempo l’accesso avveniva attraverso Porta Marina. Fu bombardato e ricostruito alla fine della seconda guerra mondiale dalle truppe tedesche in fuga.

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Il ponte bombardato (Foto Giancarlo Leggi)

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Il ponte bombardato (Foto Giancarlo Leggi)

Il Torrione d’angolo chiamato di San Catervo faceva parte delle antiche mura castellane, oggi in quel tratto abbattute. Si erge sulla sommità di un poggio a difesa di un vasto terreno circostante. Come spiega Giorgio Semmoloni "la scarpa è in cotto e arenaria in fasce alterne, circondata da un cordone pure in cotto, dal quale si leva il corpo della costruzione sormontata da merlature. Il Torrione fu scelto dal Barone Federico Bianchi, nel corso della Battaglia di Tolentino del maggio 1815 quale sede del comando austriaco".
Il Ponte di via Nazionale è stato interessato da lavori di ristrutturazione e rifacimento delle passarelle pedonali: il progetto è stato curato da Ado Gabrielli ed i lavori sono costati circa 400 mila euro. Il Torrione di San Catervo, invece, è stato ristrutturato a seguito dei danni causati dal sisma del 2016 che aveva anche fatto cadere alcuni merli oltre a provocare problemi strutturali: il progetto è di Roberto Felicetti per circa 200 mila euro di lavori.

"La riqualificazione dell’illuminazione architettonica - si legge in una nota del Comune - è stata resa possibile, per la progettazione e la realizzazione, grazie al contributo di Fabrizio Mancini e Marco Pascucci. Sponsor tecnico per la fornitura dei materiali IGuzzini Illuminazione".

GS

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Il Torrione danneggiato dal sisma

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Il Torrione oggi

"Non si dica più che la colpa è dei tecnici".
Così il presidente dell'ordine degli architetti maceratesi, Vittorio Lanciani, interviene dopo la mossa del Governo per il pacchetto sisma.
Oltre agli amministratori, infatti, indignati anche i tecnici impegnati nei progetti per la ricostruzione.
"E’ ufficiale - denunciano in una nota - , ci sono ricostruzioni di serie A e di serie B
Quella del Centro Italia è ultima in classifica!

Si era detto che la ricostruzione non doveva essere terreno di scontro tra schieramenti politici ed invece così non è, ci troviamo difronte a quattro Commissari a gestire nessun potere straordinario; Ordini e Collegi del cratere impegnati a produrre migliaia di pagine di correzioni alle norme e mai ascoltati; tavolo tecnico che esiste solo per poter dire “sentiti gli Ordini professionali”; USR a fare muro contro gli Ordini professionali dei quali gli stessi dirigenti, massime espressioni della professione, sono iscritti;  la divisione fino alla contrapposizione della classe tecnica tra liberi professionisti e professionisti dipendenti della Pubblica Amministrazione; la volontà della Regione Marche di annullare il ruolo degli Ordini chiedendo agli iscritti addirittura di cancellarsi dall’Ordine di appartenenza per controllarne senza contraddittorio l’attività subalterna e non rispettosa delle norme deontologiche; la volontà di limitare la libera organizzazione di gruppi di progettazione con la pretesa di subappaltare parzialmente l’incarico nonostante sia vietato nella legge 189, incidendo anche nella sfera fiscale di ogni singolo professionista, il tutto per coprire l’inefficienza della macchia organizzativa della Pubblica Amministrazione".

Il presidente dell'ordine pone poi l'attenzione sul progetto di ricostruzione per il quale continua il rimpallo delle responsabilità: "I liberi professionisti - denuncia Lanciani - in tutti questi anni sono stati lasciati soli a spiegare ai propri committenti che la storia raccontata dalla politica è diversa  nella realtà. E’ stato detto dalla politica che tutti i costi  erano compresi nel contributo e che invece si va sempre in accollo.

E’ stato fatto continuo terrorismo in merito alle scadenze di presentazione dei progetti quando è chiaramente impensabile che gli oltre 66.800 progetti che mancano all’appello (sono circa 79600 attesi contro gli oltre 12800 presentati di cui oltre 6400 istruiti e quasi  4700 concessi) tra danni lievi e danni gravi possano essere presentati da qui al 31 dicembre 2020 con il risultato di creare strumentalmente tensioni tra committenti e professionisti del tutto inutili e dannose".

Infine l'appello: "Che sia approvato in parlamento quanto richiesto dal Commissario Legnini". 

GS
Si è svolto un vertice tra il Premier Giuseppe Conte e il Commissario Giovanni Legnini dopo le preoccupazioni scaturite dalla bocciatura del pacchetto sisma.
"Ho avuto rassicurazioni dal Presidente del Consiglio- spiega Legnini -  sulla piena disponibilità del Governo ad accogliere il pacchetto di norme sul terremoto del Centro Italia condivise con i Sindaci e che erano contenute negli emendamenti presentati in Commissione Bilancio e non accolti.
Il Governo, mi ha garantito il Presidente Conte nel corso di un colloquio molto proficuo questo pomeriggio, intende inserire le norme per accelerare la ricostruzione pubblica e privata nel decreto semplificazioni di prossima emanazione. Quelle che invece richiedono una copertura finanziaria - prosegue - , ad esempio quello per il personale e la proroga dello stato di emergenza, saranno inserite nel decreto che sarà emanato subito dopo l’approvazione del nuovo, atteso, scostamento di bilancio.
Le priorità per far sì che la ricostruzione possa finalmente decollare sono note e sono state individuate in seguito a un lungo confronto. Occorre l’impegno di tutti affinché esse possano diventare al più presto legge dello Stato e corrispondere alle aspettative dei Presidenti delle Regioni, dei sindaci, dei cittadini e delle imprese del cratere, che stanno vivendo una doppia emergenza e che non possono più attendere.
Ringrazio il Presidente Conte - conclude - per la sincera sensibilità che mi ha oggi confermato anche con la disponibilità ad incontrare presto, e nuovamente, i Sindaci e i cittadini dei territori colpiti dal sisma".

GS
Che il centro storico di un paese sia da sempre il cuore pulsante di una comunità vale per qualsiasi cittadina, grande o piccola che sia.
Per i centri storici che dopo il sisma del 2016 sono diventati per lungo tempo zona rossa si nutre però un legame viscerale ed una nostalgia che solo chi ha vissuto quel paese può descrivere.
È così per il cuore di Caldarola e per le bellezze di un paese che custodiva i suoi tesori proprio in centro storico e proprio nella zona più colpita dal terremoto.
Per questo motivo, in uno dei momenti in cui la comunità ha dovuto affrontare un’altra distanza: quella delle persone stesse, la Pro Loco di Caldarola ha deciso che il collante, per i caldarolesi e per i turisti che hanno sempre apprezzato la terra dei Cardinali Pallotta, dovevano essere proprio le bellezze del paese. Le bellezze ferite, danneggiate, colpite nell’anima. Le bellezze per le quali tutti nutrono un grande amore e che tutti vorrebbero tornare a vedere. Da questo desiderio nasce “Caldarola a porte aperte”.

In attesa che gli occhi possano tornare a vedere dal vivo i luoghi più belli e più amati, la Pro Loco apre le porte ai ricordi di un borgo che, nonostante sia stato messo a dura prova e con evidenti 'ferite' ancora vive, trova le forze per continuare a raccontarsi parlando la propria lingua fatta di arte, storia e cultura.

Sarà inaugurata sabato 4 luglio alle 18, in piazza Vittorio Emanuele II, la mostra fotografica temporanea, allestita per le vie del centro di Caldarola, che porterà agli occhi dei visitatori le bellezze nascoste dal sisma.

Una esposizione che sarà visitabile fino al 30 settembre e che vanta il patrocinio del Comune di Caldarola e la collaborazione con i fotografici che hanno saputo immortalare quello che di bello offre il paese.
La mostra, che nasce per alzare il volume della storia e per non far smettere di ascoltarla, darà poi il via ad un’estate nuova che Caldarola si prepara a vivere. Quando molte delle manifestazioni estive sono state sospese a causa del Covid, infatti, la Pro Loco ha deciso di scendere in campo con un format tutto nuovo che animerà il paese dal 4 luglio al 30 agosto.

“Restart Festival” il titolo d un calendario che vede al suo interno diversi appuntamenti culturali nel segno della resilienza e della ripartenza, senza mai tralasciare l’arte e la bellezza.
Di fronte ad un altro momento difficile che Caldarola si trova ad affrontare non mancano quindi la voglia di fare, di accogliere e di credere che le bellezze di questo paese vadano valorizzate per permettere che siano proprio esse stesse a dar vita alla rinascita.

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