Oggi come 60 anni fa. Il virus riporta la scuola in tv

Lunedì, 20 Aprile 2020 09:48 | Letto 1232 volte   Clicca per ascolare il testo Oggi come 60 anni fa. Il virus riporta la scuola in tv Che la quarantena abbia messo in moto una macchina del tempo, capace di riportare alla memoria le radici della società ma anche quello che molti decenni fa era naturale, ormai è un dato di fatto.È stata capace di riuscirci con la cucina, con i giochi, con le abitudini e con i ritmi più lenti ed ora potrebbe farlo anche con la cultura.Era il 15 novembre 1960 quando il maestro Alberto Manzi cominciò, sul Programma Nazionale, la trasmissione Non è mai troppo tardi.Il titolo, più mai attuale, di una trasmissione che portò la cultura nelle case degli italiani, allepoca meno istruiti di oggi, ma con lumiltà di sedersi davanti al televisore e combattere lanalfabetismo.Manzi ebbe un grande successo nel riprodurre in tv delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative, davanti a classi di adulti analfabeti o quasi.La trasmissione andò in onda per otto anni e pare abbia permesso di conseguire la licenza elementare a quasi un milione e mezzo di persone.Fino a qualche mese fa sembrava storia, ricordi custoditi nelle teche Rai, fino a che il virus non è stato capace di rispolverare anche quel modo di insegnare.Ad affiancare le lezioni a distanza, infatti, da venerdì scorso è arrivata La scuola in tivù sul canale Rai Scuola. Si tratta di lezioni realizzate direttamente da docenti e insegnanti indicati dal Ministero dell’Istruzione. Dalla durata di 30 minuti, le lezioni saranno precedute da una breve introduzione utile per individuare l’ambito scolastico e la collocazione nel programma di studio.Un primo elenco delle discipline individuate dal Ministero dell’Istruzione, con 30 docenti per un totale di oltre 110 lezioni, prevede: Italiano, Lingue e civiltà classiche, Filosofia, Scienze umane, Storia, Chimica e Biologia, Fisica, Matematica, Lingue straniere, Educazione fisica, Informatica, Scienze, Storia dell’arte, Scultura, Pittura, Moda, Grafica, Astronomia, Scienze della terra.Ecco allora che ai giovani di ieri è tornato in mente quel maestro che, con un grosso blocco di carta montato su cavalletto, portava la conoscenza nelle case degli italiani.Un altro ritorno al passato. Un altro valore ripreso dalla scatola dei ricordi. Una delle cose che funzionavano e che il virus ha costretto a rispolverare.Ma linsegnamento più importante resta sempre quello del titolo del 1960: pensare che Non è mai troppo tardi, nemmeno oggi.Giulia Sancricca 
Che la quarantena abbia messo in moto una macchina del tempo, capace di riportare alla memoria le radici della società ma anche quello che molti decenni fa era naturale, ormai è un dato di fatto.
È stata capace di riuscirci con la cucina, con i giochi, con le abitudini e con i ritmi più lenti ed ora potrebbe farlo anche con la cultura.
Era il 15 novembre 1960 quando il maestro Alberto Manzi cominciò, sul Programma Nazionale, la trasmissione "Non è mai troppo tardi".
Il titolo, più mai attuale, di una trasmissione che portò la cultura nelle case degli italiani, all'epoca meno istruiti di oggi, ma con l'umiltà di sedersi davanti al televisore e combattere l'analfabetismo.
Manzi ebbe un grande successo nel riprodurre in tv delle vere e proprie lezioni di scuola primaria, con metodologie didattiche innovative, davanti a classi di adulti analfabeti o quasi.
La trasmissione andò in onda per otto anni e pare abbia permesso di conseguire la licenza elementare a quasi un milione e mezzo di persone.
Fino a qualche mese fa sembrava storia, ricordi custoditi nelle teche Rai, fino a che il virus non è stato capace di rispolverare anche quel modo di insegnare.
Ad affiancare le lezioni a distanza, infatti, da venerdì scorso è arrivata "La scuola in tivù" sul canale Rai Scuola.
Si tratta di lezioni realizzate direttamente da docenti e insegnanti indicati dal Ministero dell’Istruzione. Dalla durata di 30 minuti, le lezioni saranno precedute da una breve introduzione utile per individuare l’ambito scolastico e la collocazione nel programma di studio.
Un primo elenco delle discipline individuate dal Ministero dell’Istruzione, con 30 docenti per un totale di oltre 110 lezioni, prevede: Italiano, Lingue e civiltà classiche, Filosofia, Scienze umane, Storia, Chimica e Biologia, Fisica, Matematica, Lingue straniere, Educazione fisica, Informatica, Scienze, Storia dell’arte, Scultura, Pittura, Moda, Grafica, Astronomia, Scienze della terra.
Ecco allora che ai giovani di ieri è tornato in mente quel maestro che, con un grosso blocco di carta montato su cavalletto, portava la conoscenza nelle case degli italiani.
Un altro ritorno al passato. Un altro valore ripreso dalla scatola dei ricordi. Una delle cose che funzionavano e che il virus ha costretto a rispolverare.
Ma l'insegnamento più importante resta sempre quello del titolo del 1960: pensare che "Non è mai troppo tardi", nemmeno oggi.

Giulia Sancricca 


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