Stampa questa pagina

Il Cielo sopra di noi

Lunedì, 20 Gennaio 2014 01:00 | Letto 856 volte   Clicca per ascolare il testo Il Cielo sopra di noi Domenica 26 Gennaio, il primo spettacolo della Stagione Teatrale 2014 al Teatro Piermarini di Matelica. Lo spettacolo nasce dalla suggestione del film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, e parla di leggerezza e di presenze, che non necessariamente si riferiscono solo agli angeli, ma fluttuano attraverso lo sguardo di bambini diventati adulti, che hanno condensato in movimento e parola uno sguardo trasognato della realtà quotidiana. Una proposta che tocca le corde dellinteriorità raccontando suggestioni e rimandi alle sensazioni e alle emozioni che riceviamo costantemente dalla nostra infanzia per tutta la vita, e che ognuno di noi trasforma nellimmaginario della nostra fantasia. Molte domande per poche risposte, ma una forte energia emotiva che trasporta sensazioni attraverso il corpo, la sua dinamicità, la sua forte carica evocativa, ma che lascia spazio ad immagini costruite sulle parole. Un lavoro collettivo, costruito sulla forza del gruppo, dove trova spazio la riflessione sullesistenza, il ricordo e la poesia della parola,ma che produce forti impatti emotivi nella forza dei gesti estremizzati. Le atmosfere musicali e dei corpi in scena raccontano sprazzi del nostro tempo, filtrati da sguardi ingenui quanto introspettivi, rendendo omaggio alla tecnica del teatro danza di Pina Bausch, in un rincorrersi di quadri in movimento e di frasi perse nel vento, dove forse qualcosa o qualcuno ci guarda e ci protegge.  

Domenica 26 Gennaio, il primo spettacolo della Stagione Teatrale 2014 al Teatro Piermarini di Matelica. Lo spettacolo nasce dalla suggestione del film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, e parla di leggerezza e di presenze, che non necessariamente si riferiscono solo agli angeli, ma fluttuano attraverso lo sguardo di bambini diventati adulti, che hanno condensato in movimento e parola uno sguardo trasognato della realtà quotidiana. Una proposta che tocca le corde dell'interiorità raccontando suggestioni e rimandi alle sensazioni e alle emozioni che riceviamo costantemente dalla nostra infanzia per tutta la vita, e che ognuno di noi trasforma nell'immaginario della nostra fantasia.

Molte domande per poche risposte, ma una forte energia emotiva che trasporta sensazioni attraverso il corpo, la sua dinamicità, la sua forte carica evocativa, ma che lascia spazio ad immagini costruite sulle parole.

Un lavoro collettivo, costruito sulla forza del gruppo, dove trova spazio la riflessione sull'esistenza, il ricordo e la poesia della parola,ma che produce forti impatti emotivi nella forza dei gesti estremizzati.

Le atmosfere musicali e dei corpi in scena raccontano sprazzi del nostro tempo, filtrati da sguardi ingenui quanto introspettivi, rendendo omaggio alla tecnica del teatro danza di Pina Bausch, in un rincorrersi di quadri in movimento e di frasi perse nel vento, dove forse qualcosa o qualcuno ci guarda e ci protegge.

 

Letto 856 volte

Clicca per ascolare il testo