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Arte salvata, attrezzati i depositi per la conservazione delle opere

Venerdì, 09 Febbraio 2018 16:39 | Letto 1218 volte   Clicca per ascolare il testo Arte salvata, attrezzati i depositi per la conservazione delle opere Da un paio di settimane, sono partiti i lavori di sistemazione dei depositi delle opere d’arte dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche. Una scelta, quella di far rimanere i beni culturali mobili nel territorio diocesano, presa con fermezza dall’Arcivescovo Francesco Giovanni nonostante le incertezze iniziali e i pareri discordanti che però, in sede di verifica, sono state smentite dal riconoscimento dell’idoneità dei locali da parte delle Soprintendenze locali e nazionali. Tra Camerino e San Severino Marche, l’Arcidiocesi dispone di tre depositi per le opere d’arte salvate dopo il sisma del 2016-17. Gli specialisti stanno lavorando per ordinare le opere catalogandole, liberandole da imballaggi di fortuna e mettendole in sicurezza. A spiegare l’attività è la dr.ssa Barbara Mastrocola, Direttrice dei Musei arcidiocesani, il cui impegno fattivo ha permesso il concretizzarsi dei lavori: “Grazie ad un accordo col Segretario Regionale del Ministero per i Beni Culturali, la dott.ssa Francesca Furst, con il Sovrintendente Arch. Carlo Birrozzi e con l’aiuto dell’Istituto Centrale del Restauro e della Catalogazione, abbiamo avviato i lavori di sistemazione di uno dei tre depositi diocesani. Questo testimonia l’interesse e l’attenzione che l’Arcidiocesi riserva al patrimonio culturale. Sebbene sia stata una tra le diocesi maggiormente colpite, fin da subito, sapendo d’interpretare il desiderio della popolazione e delle autorità locali, si è prodigata per recuperare le opere, spesso in condizioni sfavorevoli di clima, di personale e di mezzi. Ora, è il momento di sistemare e organizzare al meglio i depositi”.     Un lavoro certosino quello illustrato dalla dott.ssa Mastrocola: finora ha riguardato ben 1.200 opere d’arte. Le restauratrici stanno provvedendo a disporre in maniera organica tutte le opere che vengono catalogate secondo ordini diversi e che, contestualmente, vengono censite con sistemi digitalizzati: “Questo – spiega la Mastrocola – permetterà di gestire in maniera più efficace e veloce la successiva catalogazione del Ministero ed offrirà, quindi, anche un miglioramento delle conoscenze storico-artistiche sulle opere conservate”. Il lavoro di organizzazione del programma di censimento è stato previsto dal Ministero stesso; dopo gli iniziali contatti con l’ex Direttore Arch. Luca Maria Cristini, il dr. Paolo Scarpitti dell’Istituto centrale del Restauro e della Catalogazione, in collaborazione con il nuovo direttore dellUfficio beni Culturali della diocesi camerte – settempedana, mons. Cherubino Ferretti, ha messo in atto il piano. Nei precedenti sopralluoghi, egli infatti aveva preso visione delle nostre esigenze arricchite con la sua personale esperienza maturata in altri contesti del post-terremoto (L’Aquila, Emilia-Romagna, Rieti). Fondamentale è stata la collaborazione dell’ispettore Pierluigi Moriconi, funzionario di zona del Mibact, tra i primi - insieme ai Vigili del Fuoco, al Nucleo Tutela Patrimonio culturale dei Carabinieri, alla Protezione Civile - a prodigarsi per la messa in sicurezza delle opere. “Il lavoro - conclude la dr.ssa Mastrocola - è appena iniziato e contiamo di realizzarlo in tutti i depositi. Ovviamente, tutto questo ci permetterà anche una maggior fruibilità delle opere, sebbene l’obiettivo prioritario sia la loro salvaguardia”.  

Da un paio di settimane, sono partiti i lavori di sistemazione dei depositi delle opere d’arte dell’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche. Una scelta, quella di far rimanere i beni culturali mobili nel territorio diocesano, presa con fermezza dall’Arcivescovo Francesco Giovanni nonostante le incertezze iniziali e i pareri discordanti che però, in sede di verifica, sono state smentite dal riconoscimento dell’idoneità dei locali da parte delle Soprintendenze locali e nazionali.

Tra Camerino e San Severino Marche, l’Arcidiocesi dispone di tre depositi per le opere d’arte salvate dopo il sisma del 2016-17. Gli specialisti stanno lavorando per ordinare le opere catalogandole, liberandole da imballaggi di fortuna e mettendole in sicurezza.

A spiegare l’attività è la dr.ssa Barbara Mastrocola, Direttrice dei Musei arcidiocesani, il cui impegno fattivo ha permesso il concretizzarsi dei lavori: “Grazie ad un accordo col Segretario Regionale del Ministero per i Beni Culturali, la dott.ssa Francesca Furst, con il Sovrintendente Arch. Carlo Birrozzi e con l’aiuto dell’Istituto Centrale del Restauro e della Catalogazione, abbiamo avviato i lavori di sistemazione di uno dei tre depositi diocesani. Questo testimonia l’interesse e l’attenzione che l’Arcidiocesi riserva al patrimonio culturale. Sebbene sia stata una tra le diocesi maggiormente colpite, fin da subito, sapendo d’interpretare il desiderio della popolazione e delle autorità locali, si è prodigata per recuperare le opere, spesso in condizioni sfavorevoli di clima, di personale e di mezzi. Ora, è il momento di sistemare e organizzare al meglio i depositi”.

 

depositi opere

 

Un lavoro certosino quello illustrato dalla dott.ssa Mastrocola: finora ha riguardato ben 1.200 opere d’arte. Le restauratrici stanno provvedendo a disporre in maniera organica tutte le opere che vengono catalogate secondo ordini diversi e che, contestualmente, vengono censite con sistemi digitalizzati: “Questo – spiega la Mastrocola – permetterà di gestire in maniera più efficace e veloce la successiva catalogazione del Ministero ed offrirà, quindi, anche un miglioramento delle conoscenze storico-artistiche sulle opere conservate”.

Il lavoro di organizzazione del programma di censimento è stato previsto dal Ministero stesso; dopo gli iniziali contatti con l’ex Direttore Arch. Luca Maria Cristini, il dr. Paolo Scarpitti dell’Istituto centrale del Restauro e della Catalogazione, in collaborazione con il nuovo direttore dell'Ufficio beni Culturali della diocesi camerte – settempedana, mons. Cherubino Ferretti, ha messo in atto il piano. Nei precedenti sopralluoghi, egli infatti aveva preso visione delle nostre esigenze arricchite con la sua personale esperienza maturata in altri contesti del post-terremoto (L’Aquila, Emilia-Romagna, Rieti). Fondamentale è stata la collaborazione dell’ispettore Pierluigi Moriconi, funzionario di zona del Mibact, tra i primi - insieme ai Vigili del Fuoco, al Nucleo Tutela Patrimonio culturale dei Carabinieri, alla Protezione Civile - a prodigarsi per la messa in sicurezza delle opere. “Il lavoro - conclude la dr.ssa Mastrocola - è appena iniziato e contiamo di realizzarlo in tutti i depositi. Ovviamente, tutto questo ci permetterà anche una maggior fruibilità delle opere, sebbene l’obiettivo prioritario sia la loro salvaguardia”.

 

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