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"In guerra senza armi", la battaglia di Santa Camilla

Martedì, 28 Maggio 2019 19:06 | Letto 1432 volte   Clicca per ascolare il testo "In guerra senza armi", la battaglia di Santa Camilla Nellambito delle manifestazioni inerenti la Corsa alla Spada e Palio si è svolto presso la nuova chiesa del monastero di Santa Chiara un incontro dal titolo“In guerra senza armi. La battaglia spirituale di sora Baptista negli stalli del coro delle clarisse di Camerino”. Lincontro, organizzato dallassociazione Amore per Amore, in collaborazione con il prof. Capriotti e le Clarisse di Camerino fa parte di una serie di incontri che lassociazione sta organizzando Sulle Tracce di Santa Camilla Battista Varano e ha visto la presenza dello stesso professor Giuseppe Capriotti, esperto sulla figura di Santa Camilla Battista Varano. Un’ottima occasione per riflettere su questa personalità mistica che ha contraddistinto la santa più venerata dai camerinesi. Il professore ha trattato della “guerra” vissuta in prima persona da Suor Battista, in modo particolare quando il Borgia espugnò Camerino nel 1502, ma anche quale metafora, intesa come una consuetudine medievale, per marcare la “battaglia spirituale” che affliggeva la santa, considerata già tale durante la sua vita, perciò motivo d’orgoglio per il padre Giulio Cesare da Varano. Le monache avevano la visione che per arrivare in paradiso occorre percorrere una scala combattendo a ogni scalino contro il peccato, tematica presente in molti trattati, come “Le sette armi spirituali” di Caterina da Bologna, un’altra santa “viva” che Camilla conosceva. Riferimento al coro presente nel monastero camerte, realizzato da Domenico Indivini da San Severino, considerato dal relatore un’allegoria quale una guida del percorso che una suora deve compiere. Il coro è lo spazio dedicato alla preghiera e quello camerinese mostra nello stallo lo stemma dei Varano, testimonianza dell’influenza di Santa Camilla sulla sua famiglia per la realizzazione, con la forma a unico emiciclo, probabilmente per via della sua originaria posizione differente da quella attuale: si trovava in origine, secondo il docente, sopra l’ingresso della chiesa in posizione pensile e senza l’appoggio alla parete, prima del devastante terremoto del 1799. L’indizio di tale ipotesi viene da alcuni stalli presenti nel coro, luogo paradisiaco che presenta motivi floreali in maniera evidente nel seggio in mezzo riservato alla badessa, segnante i posti organizzati seguendo una gerarchia specifica ed essenziale per vivere nel monastero.Un altro stallo figura una fonte con dei serpenti che escono da questa, simbolo di liberazione dal male. Dunque ogni raffigurazionenegli stalli è essenziale sicché consente di percepire ogni tappa di questo cammino dell’anima verso la salvezza. Gabriel Lucarini
Nell'ambito delle manifestazioni inerenti la Corsa alla Spada e Palio si è svolto presso la nuova chiesa del monastero di Santa Chiara un incontro dal titolo“In guerra senza armi. La battaglia spirituale di sora Baptista negli stalli del coro delle clarisse di Camerino”. L'incontro, organizzato dall'associazione "Amore per Amore", in collaborazione con il prof. Capriotti e le Clarisse di Camerino fa parte di una serie di incontri che l'associazione sta organizzando "Sulle Tracce di Santa Camilla Battista Varano" e ha visto la presenza dello stesso professor Giuseppe Capriotti, esperto sulla figura di Santa Camilla Battista Varano. Un’ottima occasione per riflettere su questa personalità mistica che ha contraddistinto la santa più venerata dai camerinesi. Il professore ha trattato della “guerra” vissuta in prima persona da Suor Battista, in modo particolare quando il Borgia espugnò Camerino nel 1502, ma anche quale metafora, intesa come una consuetudine medievale, per marcare la “battaglia spirituale” che affliggeva la santa, considerata già tale durante la sua vita, perciò motivo d’orgoglio per il padre Giulio Cesare da Varano. Le monache avevano la visione che per arrivare in paradiso occorre percorrere una scala combattendo a ogni scalino contro il peccato, tematica presente in molti trattati, come “Le sette armi spirituali” di Caterina da Bologna, un’altra santa “viva” che Camilla conosceva. Riferimento al coro presente nel monastero camerte, realizzato da Domenico Indivini da San Severino, considerato dal relatore un’allegoria quale una guida del percorso che una suora deve compiere. Il coro è lo spazio dedicato alla preghiera e quello camerinese mostra nello stallo lo stemma dei Varano, testimonianza dell’influenza di Santa Camilla sulla sua famiglia per la realizzazione, con la forma a unico emiciclo, probabilmente per via della sua originaria posizione differente da quella attuale: si trovava in origine, secondo il docente, sopra l’ingresso della chiesa in posizione pensile e senza l’appoggio alla parete, prima del devastante terremoto del 1799. L’indizio di tale ipotesi viene da alcuni stalli presenti nel coro, luogo paradisiaco che presenta motivi floreali in maniera evidente nel seggio in mezzo riservato alla badessa, segnante i posti organizzati seguendo una gerarchia specifica ed essenziale per vivere nel monastero.Un altro stallo figura una fonte con dei serpenti che escono da questa, simbolo di liberazione dal male. Dunque ogni raffigurazionenegli stalli è essenziale sicché consente di percepire ogni tappa di questo cammino dell’anima verso la salvezza.

Gabriel Lucarini

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