Notizie di spettacolo nelle Marche
Nuova riunione indetta dal comitato per la difesa dell’ospedale di San Severino. L’appuntamento è per stasera alle 21 nella sede della Croce Rossa in viale Varsavia. Scopo sarà discutere dell’ormai nota determina 742 emanata dall’Asur Marche alle 23:40 del 31 dicembre e delle penalizzazioni che ha creato o creerà al Bartolomeo Eustachio: “Sono stati colpiti tre reparti - dice il vicepresidente del comitato, Marco Massei - radiologia, hospice e oncologia. A breve cercheremo anche di richiamare il sostegno dei nostri concittadini per una assemblea dove vorremmo illustrare quelle che secondo noi sono le motivazioni che hanno portato all’emanazione dell’atto dell’Asur e sarà anche dedicata ai medici che lavorano nella nostra struttura ospedaliera dando tutti se stessi e che, nonostante ciò, vengono penalizzati”. Ci sono anche importanti novità in merito al reparto di oculistica, un'eccellenza sanitaria grazie all’impegno del dottor Ramovecchi, che conta una lista d’attesa di oltre 2mila pazienti: “Stasera - conclude Massei - parleremo anche delle possibilità di implementazione di questo reparto”.

(in foto, da sinistra, il vicepresidente del comitato Marco Massei, il presidente Marco Marchetti, e il segretario Mario Chirielli)

g.g.
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La protesta dei commercianti di Muccia, uscita in prima pagina nell'edizione del settimanale L'Appennino Camerte della scorsa settimana, tuona in Comune dove maggioranza e minoranza si dividono sul tema.
“Siamo completamente tagliati fuori dalla nuova viabilità di Muccia”. È il grido di allarme dei commercianti del paese dell’entroterra già colpito dal sisma e che ora si trova costretto, stando a quanto riferiscono i proprietari delle attività commerciali del posto, a dover affrontare anche una esclusione dal tragitto della nuova Pedemontana.
A farsi portavoce della questione era stato Nicola Braghetti che ha accenso i riflettori sul tratto di strada che prevede, come da progetto storico, una rotatoria che unisce la strada della Valnerina alla superstrada Valdichienti.

“La volontà della Quadrilatero sembra questa – dice Braghetti - , ma anche il Comune poteva intervenire. Non sappiamo, a questo punto, se l’amministrazione abbia proposto il cambiamento del progetto alla Quadrilatero. Noi abbiamo sollevato la questione al Comune e l’amministrazione ci ha risposto che la Quadrilatero non ha voluto prendere in considerazione la loro proposta”.

Il commerciante di Muccia spiega quindi cosa prevede il progetto e propone l’alternativa: “Inizialmente – spiega - la Pedemontana aveva pensato ad uno svincolo verso il cimitero. La scorsa settimana, invece, abbiamo saputo che dall’uscita della superstrada Valdichienti sarà realizzata una rotatoria che raccorda la Valnerina con la superstrada. Sarebbe un tratto della Pedemontana che non terrebbe affatto conto di tutte le attività commerciali del territorio di Muccia.
La proposta – dice - è che dalla superstrada, invece di andare subito verso la Valnerina, si possa realizzare un tratto verso Muccia e poi scendere. Noi commercianti facciamo già tanti sacrifici per resistere in un centro così danneggiato – lamenta Braghetti - e crediamo che questa scelta danneggi ancora di più i nostri possibili guadagni. Avremmo sicuramente avuto una maggiore visibilità e questo ci avrebbe fatto sperare in una lieve ma importante ripresa”.

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Arriva così la posizione del primo cittadino, Mario Baroni, che al microfono di Carla Campetella dice: "Parliamo di un progetto approvato quasi 18 anni fa. Sembra strano che ora i commercianti vengono a protestare per questa strada a distanza di così tanto tempo. La strada è stata solo leggermente curvata in modo da lasciare lo spazio di terra libero, perchè il progetto originale lasciava il campo tagliato a metà. In questo modo l'abbiamo accostata di più verso il fiume, ma non abbiamo cambiato nulla. Una protesta che oggi non ha senso - conclude - , bisognava farla 18 anni fa".
Intanto, a schierarsi dalla parte dei commercianti è la minoranza che pare sia pronta a presentare una mozione per chiedere un consiglio comunale aperto".

Giulia Sancricca

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Festa grande per i 100 anni della straordinaria maestra Maria Marucci vedova Simoni. In rappresentanza di tutta la comunità di Muccia, una delegazione di cittadini e amici, guidata dall’alunno e sindaco Mario Baroni, si è recata a Città di Castello per portare gli auguri affettuosi a quella che è stata la seconda mamma di intere generazioni.
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Subito dopo il sisma del 2016, la signora Maria si è infatti spostata a vivere nella casa umbra del figlio Ernesto, chirurgo in congedo. Una bella sorpresa ricevere la visita di una comunità che è sempre nel suo cuore e nei suoi  pensieri, ancora di più dal giorno in cui, come tanti suoi concittadini, ha dovuto lasciare il paese a causa dell’inagibilità della sua abitazione. Una vita la sua interamente dedicata alla scuola e agli allievi considerati come altrettanti figli. Circondata da parenti e da tanti amici, carica dell’energia che l’ha sempre contraddistinta, la maestra Maria si è detta molto felice di festeggiare il traguardo del secolo  in una maniera così speciale. Un quadro che rappresenta la chiesa della Madonna di Col de’ Venti,  l’omaggio che a nome dell'intera comunità di Muccia, il sindaco Mario Baroni ha voluto consegnarle. Un segno di riconoscenza e di caloroso ringraziamento per la dedizione e l’attenzione manifestate nell’insegnamento e nella crescita di tante generazioni.
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Attivissima nel sociale,insegnante anche di religione, Maria Marucci ha iniziato la sua carriera scolastica a Fiastra dove è stata per 7 anni; altrettanti gli anni trascorsi tra i banchi delle elementari della frazione di Massaprofoglio. Scesa infine a svolgere il suo lavoro nella scuola di Muccia capoluogo, all’epoca in cui era direttore scolastico il camerte Cardona, la maestra Maria è stata tra le prime ad introdurre il modulo del tempo pieno. “ Una mattina il direttore si presentò in classe e in perfetto dialetto locale mi disse: Sora Mae’, ce vulimo proa’… e io risposi:  E pruimoce un po’. E così cominciammo. Erano gli anni ’70 e fino ad allora  in tutto eravamo 5 maestre e 5 classi; non essendo il numero dei bambini sufficiente avrebbero dovuto ridurre le insegnanti a 4 e  il direttore, degno di essere ricordato con tanta stima, stimolò invece al tempo pieno e così si scongiurò la riduzione delle insegnanti”. E davanti alle 100 candeline della torta, la maestra Maria non smette di raccontare della passione che ha riempito tutta la sua vita. Pieno di speranza, saggezza e insegnamento il suo messaggio: “ Se c’ è una cosa che mi fa sentire orgogliosa è proprio l’aver avuto il piacere di fare la maestra. E' sempre stato il mio desiderio e ci sono riuscita. Pur di studiare e diventare insegnante, ho rinunciato a parte della mia proprietà e ne sono felice”.  
C.C.
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Accusato di peculato, stamattina alle 11 si è presentato davanti al Gup del Tribunale di Macerata. L'udienza è stata però rinviata all'8 luglio poiché le parti civili hanno chiesto che fosse coinvolto anche il Comune come responsabile civile. Le indagini sul caso dell'ex sindaco di Matelica, Alessandro Delpriori, erano finite lo scorso dicembre. E' accusato di peculato e gli sono stati già sequestrati 45.621 euro su disposizione del Tribunale del Riesame. Secondo le indagini condotte dai Carabinieri di Matelica e coordinate dalla procura maceratese, Delpriori avrebbe speso tramite il bancomat di un soggetto inabile di cui era tutore legale quando era sindaco, poco più di 30mila euro, in spese non giustificabili.
I restanti 15.500 sarebbero stati girati ad una donna che, a sua volta, in due tranches avrebbe versato l’importo al consulente finanziario di Delpriori (entrambi erano stati indagati per concorso in peculato e avevano patteggiato) trattenendo, pare, solo 500 euro per sé. La donna inizialmente avrebbe affermato di essere una conoscente dell’inabile, ma da indagini sarebbe emerso che si trattava di una conoscente del consulente finanziario.
I fatti contestati risalirebbero al periodo tra il 2015 e il 2016, anno in cui il soggetto inabile è deceduto.
I parenti si sono costituiti parte civile e, difesi dagli avvocati Alessandro Casoni e Daniela Ghergo, hanno chiesto che il Comune sia chiamato in causa.
In tal senso il giudice Domenico Potetti si è riservato di decidere e ha rinviato tutto all'8 luglio. Come già affermato dall'avvocato che difende Delpriori in occasione della chiusura delle indagini, "è rigettata ogni ipotesi accusatoria". 
g.g.



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Hanno percepito il Contributo di Autonoma Sistemazione fino ad oggi, ma il nuovo decreto prevede che gli venga tolto per via del loro trasferimento nel Lazio, nonostante la residenza resti a Castelsantangelo sul Nera.
Quella di Maria Cristina Belmonte e di suo marito Antonio Cristiani, rispettivamente 73 e 76 anni, è l'ennesima storia del sisma che sa di rabbia e contraddizione.
E' la storia di una coppia di anziani che fino al 2016 ha vissuto nella propria casa di Castelsantangelo sul Nera e che dopo la distruzione causata dal sisma è stata costretta a trovarsi un'altra sistemazione. Una scelta che allo Stato è andata bene, fino al nuovo decreto, che oggi rimescola le carte in tavola e trascina nella disperazione Maria Cristina e Antonio.
"Dopo la scossa del 24 agosto - racconta la 73enne con la voce commossa - , pur di rimanere nella nostra terra, avevamo trovato una casa in affitto a Visso, spostandoci dalla nostra abitazione di Castelsantangelo sul Nera, che dovrà essere demolita e per la quale sono quattro anni che attendiamo la chiamata per l'abbattimento.
Dopo il dramma di ottobre 2016, invece, abbiamo deciso di non sistemarci negli alberghi, né di richiedere una Sae, (anche perchè nel periodo dell'emergenza erano le istituzioni stesse a spingerci di fare richiesta per il Cas così da pesare di meno sulle casse dello Stato rispetto a chi aveva bisogno delle case in legno) e, vista la nostra età, abbiamo deciso di avvicinarci a nostro figlio che vive nel Lazio. Una scelta che avrebbe comunque previsto il Contributo di Autonoma Sistemazione, ma che ci ha permesso anche di stare vicini ai nostri figli".

Casa distrutta a Castelsantangelo

Ora la doccia gelata del nuovo decreto che ridefinisce i requisiti per il diritto del CAS: "Dal momento che non siamo rimasti nella regione dove avevamo la residenza - prosegue Maria Cristina - il nuovo decreto prevede che il CAS non ci spetti più. Non capisco con quale criterio sia stata fatta questa scelta - denuncia la donna - anche perchè siamo comunque rimasti in una regione, il Lazio, che rientra in quelle del cratere. Addirittura ci viene detto che per continuare a prendere il Contributo potremmo acquistare una nuova casa, ma sempre nelle Marche. Come possiamo - si chiede - alla nostra età, scegliere di acquistare una casa? Sarebbe stata una decisione condivisibile - aggiunge - se avessimo avuto l'obbligo di tornare nel nostro paese con l'obiettivo di ripopolare quei centri ormai vuoti. Ma che senso ha chiederci di tornare in qualsiasi luogo della regione?".
La coppia si è rivolta anche ad un legale per cercare di sbrogliare la matassa di una burocrazia senza fine: "Ci è stato detto che è possibile fare ricorso al Tar - spiega - ma oltre ad avere costi elevati, la questione avrebbe tempi lunghissimi che non avrebbero senso per due persone della nostra età. Noi siamo due pensionati - conclude il suo grido accorato Maria Cristina - , percepiamo la pensione minima. Abbiamo cercato di sistemarci al meglio senza pesare su nessuno e questa è la risposta che abbiamo ricevuto dallo Stato".
La storia di Maria Cristina e suo marito è la stessa di altri otto cittadini di Castelsantangelo sul Nera. Storie di chi, oltre a veder crollare la propria casa, hanno visto cadere anche quelle poche certezze messe in campo da coloro che, non sapendo ancora come uscire fuori dal problema della ricostruzione, si contraddicono pensando di risparmiare sulle spalle dei cittadini.

Giulia Sancricca


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La casa di Maria Cristina Belmonte a Castelsantangelo sul Nera

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A pochi giorni dalla scomparsa del sopravvissuto all'eccidio di Montalto, Aroldo Ragaini, un altro eroe della resistenza tolentinate è venuto a mancare.

E’ stato il più giovane partigiano di Tolentino, Enzo Angeli, classe 1928, solo quindicenne quando, l’8 settembre del 1943, si aggregò al primo gruppo partigiano di Pacifico Nerpiti.

"Nato in una famiglia antifascista - si legge in una nota dell'Anpi di Tolentino - , dovette abbandonare la casa di corso Garibaldi a seguito dell’irruzione dei fascisti che gettarono tutti i loro mobili dalla finestra, nella piazzetta sul retro della concattedrale di San Catervo, per poi dar loro fuoco.

Il fratello Luigi fu il vice Comandante del gruppo “201 Volante”, ha partecipato alle numerose azioni di guerra nel nostro territorio, fino al 30 giugno 44 quando Tolentino fu liberata. Memorabile la foto del giorno della Liberazione, in cui appare sorridente assieme ai suoi compagni in festa.

Non soddisfatto, si arruolò nell’87° Reggimento Fanteria Friuli, il quale libero Bologna il 21 aprile e proseguì poi fino ai confini Italiani quando, il 16 agosto del 1945, fu congedato.

Si salvò dalla strage di Montalto del 22 marzo del 44 grazie ad un incidente provocatosi qualche giorno prima.

Ricevette molte Onorificenze - prosegue la nota - , da ultimo quella del Ministro della Difesa Roberta Pinotti, qualche anno fa, che gli venne consegnata dal Consolato a Stoccolma. Dalle mani del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro ricevette anche la pergamena che lo nominava Cittadino Onorario di Tolentino.

Dopo la fine della seconda guerra, si trasferì all’estero, ma ogni anno ritornava dalla Svezia per partecipare alle cerimonie di Montalto e per incontrare i compagni di lotta.

Su sua volontà la salma ritornerà a Tolentino e verrà seppellita all’interno del Famedio, in una data ancora da definire.

Il Direttivo e gli Iscritti dell’A.N.P.I. si stringono al dolore della famiglia, ricordando l’affetto che Enzo provava per la sua città".
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Partita la seconda fase per la realizzazione del Contratto di Fiume. Domani è in programma a San Severino, nella sala ex Giudice di Pace alle 17, un’assemblea pubblica per discutere e individuare le strategie e la formazione del quadro sinottico del Contratto di Fiume dell’Alto Potenza.

Nel corso dell’incontro si cercherà di capire gli interventi da fare in ambito locale coinvolgendo tutti gli attori locali (per questo la cittadinanza è caldamente invitata a partecipare) e considerando anche le programmazioni già predisposte dagli enti gestori. 

All’iniziativa seguirà una riunione della cabina di regia del Contratto di Fiume per concordare le modalità per giungere alla presentazione della bozza del primo Piano di azione.

La prima fase di questo progetto, che ha lo scopo di valorizzare i territori dell’Alto Potenza, ha portato alla stesura di un quadro conoscitivo con informazioni scientifiche ma anche con conoscenze desunte dalle diverse fasi della partecipazione civica, dai sopralluoghi aperti, dai questionari, dai laboratori, svolti durante un anno di incontri e discussioni. Il piano strategico che ora si andrà ad elaborare entro qualche mese, dovrà contenere un pacchetto di azioni da realizzare. Solo a titolo esemplificativo, per quanto riguarda il territorio di Fiuminata si è pensato di creare un comparto per la pesca qualificato su tutto l’ambito dell’Alto Potenza, un progetto relativo al dissesto idrogeologico da sviluppare con il Consorzio Bonifica per il riassetto della situazione del Potenza, un laboratorio integrato per la popolazione per la rivitalizzazione dei borghi montani, per riportare i giovani anche riavviando l’economia agricola (attraverso ovviamente l’ottenimento di fondi dai canali Psr e altro). Un’altra azione riguarda il discorso turistico e della sentieristica, con l’integrazione e completamento dei sentieri a lunga percorrenza, e individuazione di nuova ricettività con il recupero di edifici pubblici abbandonati. 

Per San Severino invece, andranno individuate azioni che potranno valorizzare sia la zona della Valle dei Grilli, sia quella di Taccoli e, infine, anche quella dopo la zona industriale nei dintorni del castello di Rocchetta. 

Tra i Comuni interessati, Castelraimondo, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Muccia, Pioraco, San Severino, Sefro e Treia ma anche enti come la Riserva naturale regionale del monte San Vicino e del monte Canfaito, il Consorzio di Bonifica, la Regione, le Province di Macerata e Ancona, le associazioni ambientaliste. 


(In foto, uno degli incontri avvenuti a Fiuminata) 

g.g.


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Sarnano e Genga insieme per lo sviluppo turistico. E' uno dei risultati raggiunti dal comune di Sarnano durante la partecipazione alla Bit di Milano.
"In questi giorni - si legge in una nota del Comune di Sarnano - queste due realtà hanno potuto assistere alle presentazioni delle rispettive strategie di sviluppo turistico e hanno subito colto l’occasione per avviare un proficuo dialogo. La delegazione sarnanese haincontrato il sindaco di Genga Marco Filipponi, il Vicesindaco David Bruffae il Vicepresidente del Consorzio Frasassi Lorenzo Burzaccaper avviare un percorso di promozione reciproca".

"Sarnano e Genga - dice il sindaco Luca Piergenitli - rappresentano due località imperdibili per chivisita le Marche centrali, specialmente oggi che le persone hanno sempre più abbandonato l’idea delle vacanze stanziali per prediligere un turismo itinerante, fatto di percorsi che toccano più tappe all’interno del territorio scelto. In quest’ottica è fondamentale stringere degli accordi di promozione territoriale. Siamo tutti consapevoli da tempo delle necessità di fare rete per valorizzare le peculiarità del territorio, ma spesso mancano proprio le occasioni di confronto. Quest’anno il Comune di Sarnano ha investito nella partecipazione fieristica proprio perché riteniamo che le fiere di settore, come la BIT, siano importanti per incontrare faccia a faccia le altre realtà del territorio, conoscere più a fondo le rispettive esperienze, trovare punti di incontro e avviare proficue sinergie».

GS
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Incidente ieri sera, alle 21.40 circa, in via Cincinelli a Macerata.
Un'auto, per cause in corso di accertamento, ha sbandato ed è finita contro il guardrail.

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Sul posto sono subito interventi i vigili del fuoco per estrarre il conducente dalle lamiere, 
in collaborazione con il personale sanitario. Il ferito è stato trasportato all'ospedale di Macerata.

GS
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Una sorpresa praticamente al fotofinish. Dopo anni in cui si è parlato del progetto dell'ingegnere Michele Cruciani e del consigliere regionale Luigi Zura-Puntaroni, che ha ottenuto anche un finanziamento dal Cipe di 90 milioni diversi mesi fa, spunta una nuova proposta targata Movimento 5 Stelle. A presentarla i gruppi di San Severino e Tolentino con il prezioso contributo del professore ordinario dell'Università Politecnica delle Marche, Maurizio Bocci, specializzato in infrastrutture, e dell'architetto Giuseppe Ballini. 

Quanto accaduto è così riassumibile: il Cipe ha stanziato 90 milioni per il progetto di Zura ma i grillini sono da poco subentrati con una alternativa che almeno a livello economico (ma non solo) sarebbe molto più vantaggiosa. 

"Il tracciato previsto dall’accordo di programma (cioè quello proposto dal consigliere regionale Zura-Puntaroni, ndr)  tra i comuni, la Provincia e la Regione inizia ad est di San Severino. Chi viene dalla SR 502 Cingoli o dalle zone ad ovest dell’Ospedale di San Severino - si legge in una nota di Mauro Coltorti, presidente della commissione Infrastrutture del Senato e dei consiglieri locali del M5S - dovrebbe percorrere la 361 Settempedana sino alla zona industriale Taccoli e una bretella sino all’inizio della variante. Dopo un lungo rettilineo ed un'ampia curva, una galleria permette di superare il crinale e raggiungere la periferia di Tolentino  su una rotatoria “urbana”, per poi proseguire con una seconda galleria verso la vecchia SP 127 ad ovest di Tolentino. Un viadotto ed uno svincolo consentono infine il raccordo con la SS77. Il costo di questa opera - si legge ancora - sarebbe di circa 100-120 milioni. All’imbocco nord della galleria è però presente una grande frana la cui bonifica comporterebbe un netto aumento dei costi e la seconda galleria si sviluppa al di sotto di abitazioni la cui stabilità potrebbe essere compromessa". I gruppi 5 Stelle di San Severino e Tolentino hanno inviato alla Commissione Infrastrutture del Senato un progetto ANAS degli anni ’90, rivisitato dall’Architetto Ballini. L’intervalliva inizierebbe all’incrocio della 361 con la 502, attraverserebbe la SP 127 per poi dirigersi verso sud sottopassando in galleria il valico di Cusiano, proseguendo sino allo svincolo di Tolentino ovest sulla SS77. Il costo sarebbe di circa 60 milioni, cioè almeno la metà rispetto all'altro progetto. Inoltre il tracciato sarebbe più corto e meno pendente, comporterebbe la realizzazione di una sola galleria e non rischierebbe di incappare in movimenti franosi. "Il raccordo sulla SS77 sarebbe diretto grazie allo svincolo già esistente - sostengono Coltorti e i consiglieri grillini - e il traffico sulla Settempedana sarebbe ridotto. Il costo complessivo sarebbe nettamente inferiore". Il nuovo tracciato è stato già inviato alla Quadrilatero ed all’ANAS. Con il Prof.Bocci, che sostiene il nuovo progetto, sono stati incontrati il presidente della Provincia e il sindaco di San Severino. "Purtroppo il Sindaco di Tolentino non ha voluto neppure visionare il nuovo progetto. Non si vuole rallentare l’opera - concludono - ma ai fini di una scelta è obbligatorio trovare le migliori soluzioni. E’ inoltre indispensabile che si informi la cittadinanza".

g.g.

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