Notizie di spettacolo nelle Marche
"Festeggiate la Pasqua per essere vivi e sconfiggere il male".
Un messaggio di auguri pasquali insolito, ma che arriva dritto al cuore, non solo dei suoi dipendenti, ma dell'intero territorio. È il messaggio del titolare di Halley Informatica di Matelica, Giovanni Ciccolini.
L'azienda, che dal '79 si occupa di produzione, installazione ed assistenza software e di servizi sistemistici per enti pubblici, che conta circa 700 dipendenti di cui oltre 300 a Matelica, lancia un importante messaggio di forza e speranza continuando a lavorare, nonostante le difficoltà legate ad un territorio colpito dal sisma prima e dal virus poi.
Arriva così un video messaggio di Ciccolini ai suoi dipendenti per la Pasqua: "Vi invito a festeggiare - dice l'imprenditore - , non per dimenticarci dei morti o dei malati, ma per non dimenticare il significato di questa festa. Ho parlato con famiglie costrette in casa, con chi è stato contagiato e con i familiari dei malati e delle vittime. Da loro ho sentito solo parole di speranza e di fede. Sono rimasto impressionato da quanta voglia di vincere e di vivere mi è stata trasmessa da queste persone. È stato meno penoso parlare con chi sta affrontando il limite della condizione umana e la morte fisica, rispetto a chi si sente morto dentro. Siamo tutti afflitti da tanti mali e questo contagio ne è un esempio, ma credo anche che riusciremo a sopportare le tribolazioni meglio di quanto non siamo capaci di contrastare e vincere il male sottile che vive dentro di noi. Quello che non si tocca e sembra non esistere.
Festeggiate la Pasqua - l'invito di Ciccolini - per vincere la sfida più importante, quella di essere vivi dentro. La sfida che ci permetterà di vincere tutte le altre sfide. Festeggiamo la Pasqua per andare oltre ciò che il contagio ci può togliere".

GS
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È un trentesimo compleanno molto particolare, quello della matelicese Ismaela Bonfrate: lei, infermiera, lo passerà infatti nel reparto di terapia intensiva del Covid Hospital di Camerino al fianco di coloro che stanno lottando contro il Coronavirus, e pertanto ha pensato che quest’anno sarebbe bello che il regalo lo ricevessero i suoi pazienti e non lei; a tal fine ha lanciato una raccolta fondi sul sito www.gofundme.com: “Per questo mio compleanno così importante, trent’anni, mi piacerebbe ricevere un regalo particolare - scrive sul sito - Per chi non lo sa, lavoro come infermiera presso la rianimazione del Covid Hospital di Camerino.

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I miei pazienti sono lontani da casa e non possono ricevere il supporto affettivo dei propri cari: con il mio gruppo di lavoro cerchiamo di garantirgli una videochiamata alla famiglia, non appena i ritmi lavorativi ce lo consentono. Con questa raccolta fondi vorrei riuscire ad acquistare umo Smartphone con auricolari che garantisca una buona visione e una buona acustica, visto che l'unico che abbiamo non si sente bene. Far vedere il proprio caro in ospedale ai familiari a casa e magari far ascoltare loro la sua voce dopo che è stato intubato è un emozione indescrivibile. Credo che questi ammalati abbiano il diritto di sentirsi garantito il supporto familiare attraverso questi unici mezzi consentiti. Spero riusciate a farmi questo regalo. Grazie a tutti”.

Alessio Botticelli
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Forze dell'ordine pronte ad intensificare i controlli in vista della Pasqua. Nonostante le restrizioni, infatti, il timore è che ci sia sempre qualche furbetto pronto a trasgredire le regole.
Per evitare di rendere vani gli sforzi fati finora, da questa notte, in occasione dei festeggiamenti pasquali, i militari della Compagnia dei Carabinieri di Tolentino saranno impegnati in massicci controlli notturni e diurni, impiegando da 20 fino a oltre 50 unità (in base agli orari) per il pattugliamento delle strade per evitare che i cittadini escano di casa e si muovano per festeggiare la Pasqua con amici o parenti o vadano ad fare scapagnate o pic-nic all'aria aperta.
Di comune accordo anche con le Polizie Locali, i Carabinieri faranno uso di droni e, soprattutto, di un uso specifico degli impianti di videosorveglianza comunali, in modo da individuare persone e mezzi in movimento e farli controllare dalle pattuglie in circuito. Non è escluso che con questo sistema i trasgressori possano ricevere le contravvenzioni direttamente a casa qualora non si riresca a fermarli per strada e sottoporli a controlli.
Questa serie dimassicci controlli andranno avanti fino a tutto i Lunedì dell'Angelo.
I militari della Compagnia, con questi servizi massicci, faranno in modo che i divieti e gli obblighi imposti dal Governo vengano rispettati. In caso contrario permangono le contravvenzioni amministrative di 400 o 800 Euro, a seconda dei casi, fino ad arrivare all'ipotesi in cui, ad essere fermata, dovesse essere una persona dichiarata positiva al Covid-19 o, comunque, con l'obbligo dell'isolamento domiciliare; in quel caso è previsto l'arresto da 3 a 18 mesi e l'ammenda da 500 a 5.000 Euro. 

Stesso impegno anche per i Carabinieri Forestali che controlleranno parchi e aree naturali protette.
Anche loro riserveranno  un’azione diffusa di controllo del territorio, rivolgendo una particolare attenzione alle zone rurali, riserve naturali e aree verdi attrezzate dove si è soliti fare le classiche “scampagnate”.
Già nei  giorni scorsi i Carabinieri Forestali hanno sorpreso persone ed escursionisti  intenti a passeggiare a piedi o percorrendo con mountain bike  sentieri di montagna, ricevendo sanzioni pari a 533,33 Euro.

GS
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È stata una 77enne di Recanati la prima cittadina della provincia di Macerata a beneficiare della convenzione tra Poste Italiane e l'Arma dei Carabinieri che dà la possibilità agli over 75 che percepiscono la pensione in contanti di chiedere di ricevere gratuitamente il denaro a casa, delegando al ritiro i Carabinieri. La signora, che vive con il marito più anziano di lei e con difficoltà di deambulazione, si è rivolta al Comando Stazione di Recanati che ha subito provveduto a venirle incontro.

Il Colonnello Roberti, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Macerata, spiega che “l’accordo rientra tra le iniziative adottate dall’Arma per salvaguardare le fasce deboli della popolazione e ridurne i rischi da contagio. Le Stazioni Carabinieri sono così ancora una volta una espressione di protezione ravvicinata che, superando il pur indispensabile esercizio dei compiti di polizia, diventa “funzione sociale”.

Si tratta di un modo in più per garantire la tradizionale vicinanza dei Carabinieri alla popolazione, quel servizio di prossimità al cittadino che caratterizza da oltre due secoli la nostra Istituzione. 

La convenzione si avvale della capillarità su tutto il territorio nazionale sia dei Comandi Stazione che degli Uffici Postali per fornire un servizio essenziale a favore degli anziani, che durerà per tutto il periodo dell’emergenza COVID-19”.
g.g.
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Continua la solidarietà dei belfortesi. Questa volta a scendere in campo è l'ex comitato della Sagra dell'Acquaticcio di Belforte del Chienti.
I componenti dell'ex direttivo, infatti, dopo aver lasciato l'incarico organizzativo della festa, avevano già deciso di custodire il fondo cassa accumulato negli anni per aiutare chi ne avesse avuto bisogno.
In un primo momento hanno contribuito alla retta della scuola di equitazione per una famiglia del paese con un ragazzo disabile. "Ora - spiegano - ci siamo resi conto che era necessario utilizzare quei risparmi per l'emergenza sanitaria. Abbiamo acquistato delle mascherine che, questa mattina, i volontari della protezione civile, insieme al sindaco, stanno consegnando alle famiglie di Belforte. Ne daranno due a famiglia".
Ma la loro solidarietà non si è fermata nel paese dove organizzavano la sagra: "Abbiamo preso contatti con l'Asur e con il direttore Alessandro Maccioni - proseguono - perchè vogliamo aiutare l'ospedale di Camerino trasformato in Covid Hospital. L'idea era quella di donare qualcosa che fosse servita anche dopo la fine dell'emergenza. Così, su consiglio dell'Asur, abbiamo ordinato due barelle per la terapia intensiva. Siamo in attesa che arrivi l'ordine per poterle consegnare all'ospedale".
Un altro gesto di solidarietà che sorprende dopo le forze di altri comitati belfortesi che, solo una settimana fa, si sono unite per la donazione di materiale sanitario.

GS

Nella foto il sindaco Vita e l'assessore Cipollari durante la consegna
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Lutto nel mondo del giornalismo. È venuto a mancare ieri sera, nella sua abitazione di Roma, il giornalista Alberto Sensini. Aveva 93 anni ed aveva cominciato l'attività di giornalista proprio con L'Appennino Camerte, viste le origini camerinesi dei suoi genitori.
Dopo la collaborazione anche con “Il Corriere d’informazione”, ha lasciato la città ducale per stabilirsi a Roma dove è stato assunto dal Corriere della Sera, di cui diventerà poi responsabile.
Per quella testata è staTo anche editorialista, fino al 1976, quando ha assunto per pochi mesi la direzione del Tg2.
È stato direttore responsabile de “La Nazione” di Firenze; editorialista per “Il Gazzettino” di Venezia e collaboratore al “Mondo” di Pannunzio, alla “Nuova Antologia”, al “Mulino”.
Presidente della Stampa Parlamentare e docente di Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico all’Università di Macerata e alla L.U.I.S.S. di Roma, dove è stato anche responsabile del settore giornalismo nella Scuola postlaurea in comunicazioni di massa.
Lascia tre figli, Angelo, Michele e Mario. Quest’ultimo responsabile dell’ufficio stampa del Commissario straordinario per la ricostruzione post-terremoto, che ne ricorda gli inizi a L'Appennino camerte. "Mio padre - ricorda commosso - è sempre rimasto affezionato alle sue origini e al settimanale con il quale aveva iniziato a scrivere. Un affetto rimasto immutato anche per Camerino e l'intero territorio".
L'Appennino camerte ricorderà nel prossimo numero la figura del "suo" collaboratore Alberto Sensini.

GS
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Conclusa nei giorni scorsi, a Fiuminata, la consegna delle mascherine ai cittadini. Si tratta di dispositivi che sono stati acquistati dal Comune, con fondi propri, da un'azienda che ha convertito la propria produzione e che possono essere riutilizzati dopo il lavaggio e la sanificazione. Della distribuzione si sono occupati i volontari del gruppo comunale di Protezione Civile partendo prima dalle frazioni e poi concludendo con il capoluogo. "L'invito - fa sapere l'assessore Marco Grandoni - è quello ad utilizzare le mascherine quando ci si reca nei luoghi più affollati come ad esempio al supermercato o alle Poste. Con l'occasione vogliamo ringraziare i volontari che in questo periodo ci sta dando una grande mano, stanno supportando la cittadinanza in maniera encomiabile".
g.g.

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Cancellato dai radar della gestione dell'emendamento epidemiologica l'ospedale di San Severino. Una dimenticanza? Oppure una risposta alle denunce in merito a ciò che non andava? Chi lo sa, sta di fatto che prima era stato individuato come unico presidio no-Covid della provincia, vi sono stati trasferiti tanti pazienti e due dei quali da Civitanova e risultati persino positivi, un medico e un altro operatore sono stati contagiati, sono stati promessi tamponi su tutto il personale mai fatti e ora? 
L’ospedale è sparito dalla cartina geopolitica della Regione - denuncia il primo cittadino -. Adesso qualcuno dovrà darmi una spiegazione”.
Piermattei si affida a una nota per “denunciare i contenuti di ben due Delibere regionali, la 272 del 9 marzo e la 320 del 12 marzo. A distanza di pochi giorni, ma con la stessa disattenzione - spiega - si è messo mano al Piano regionale per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il risultato? Come sempre un disastro. Il responsabile del procedimento prima, e i firmatari poi, ammesso che abbiano compreso cosa stavano avallando, hanno dato il via libera a quella che doveva essere, almeno sulla carta, una risposta all’emergenza pandemica".
Invece, nero su bianco, la Regione trasforma tutti gli ospedali distinguendoli in Covid-Hospital e in strutture No-Covid dimenticano il “Bartolomeo Eustachio”. "Il nostro nosocomio scompare da ogni mappa e da ogni riorganizzazione. Credo che qualcuno dovrebbe far pace con sé stesso. Dalla Regione, dalla direzione dell’Asur Marche, dalla direzione dell’Area Vasta 3, continuo a ricevere risposte alle mie incalzanti domande quotidiane in cui leggo che l’ospedale civile cittadino è un No-Covid Hospital ma nel Piano regionale per la gestione dell’emergenza epidemiologica, e in particolare nella Delibera 320, lo stesso ospedale non trova né dignità né ruolo.

L’atteggiamento di questi signori -
prosegue il sindaco Piermattei - offende e preoccupa visto che le nostre comunità stanno pagando un prezzo altissimo. Abbiamo medici e infermieri che si sono ammalati di Covid-19 e che oggi sono costretti a letto dopo aver prestato servizio oltre le proprie forze in corsia". Anche il sindaco, come noi, si chiede se si tratti di una dimenticanza o di una scelta ben precisa che si temeva da tempo, cioè "cancellare il nostro ospedale dalla lista degli ospedali delle Marche.
Eppure del “Bartolomeo Eustachio” ci si ricorda quando serve trasferire pazienti da altre strutture. Proprio come è successo due settimane fa quando sono giunti da Civitanova sei positivi riportati indietro solo dopo aver provocato un focolaio tra i sanitari. Nessuno si è preoccupato, prima di fare tutto questo, di attivare un triage all’ingresso del Punto di primo intervento. Nessuno si preoccupa di fornire risposta alla richiesta di riattivare il Pronto Soccorso che andrebbe a servire non solo la nostra città ma tutta la Val Potenza e gran parte dell’entroterra visto che ci sono comunità che ormai hanno un ospedale a 70 chilometri di distanza. La direzione Asur si è ricordata di noi, eppure, quando ci ha comunicato che il nostro presidio sarebbe stato No-Covid19 per trasferirvi tutti i malati di Medicina e Cardiologia da Camerino, Macerata, Civitanova ed, eventualmente, da altri centri. E’ stato compiuto un atto che non si poteva compiere? O ci si è resi protagonisti dell’ennesima gaffe in sanità? Attendo, fiduciosa, risposta”
.

g.g.
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Il grido di dolore di Gesù sulla croce risuona in questo Venerdì Santo particolare contrassegnato da una popolazione alle prese con la pandemia del Covid 19. Da tutte le parti del mondo si alza verso il cielo all'unisono una voce: "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?". Un grido se possibile ancora più carico di dolore quello dei terremotati che, ancora alle prese con le ferite del sisma, vedono affievolirsi nel loro isolamento le speranze di futuro. 
"Paura e angoscia sono i sentimenti più provati in questo periodo – dichiara l'arcivescovo di Camerino - San Severino Marche Francesco Massara - È un secondo terremoto. La popolazione si sta aggrappando alla fede per trovare forza e coraggio. Tanta gente sta mettendo nelle mani di Dio la propria sofferenza, le malattie, il non poter vedere i loro cari malati, non accompagnare i loro defunti nell’ultimo viaggio. Ma c'è anche tanta generosità e operosità di medici e sanitari all’ospedale Covid di Camerino. Siamo provati ma ci rialzeremo di nuovo, risorgeremo”.
L’appello dell’arcivescovo è quello di “non restare sul Calvario” di “non avere paura”. “Esorto tutti a coltivare semi speranza con gesti di solidarietà, di ascolto e di condivisione. Anche una semplice telefonata può portare molto sollievo. La croce del sisma, che ora si ripete più forte con la pandemia, ci porterà alla Pasqua di Resurrezione”. Non manca monsignor Massara di ringraziare i sacerdoti “che sono sempre stati vicini alla popolazione senza mai abbandonarla. Abbiamo avuto un terremoto strutturale, uno interiore e un terremoto delle promesse non mantenute, ma davanti a tutto ciò la fede ci ha dato il coraggio di andare avanti con speranza".

f.u.
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La didattica a distanza è stata al centro di numerosi dibattiti, anche politici. Se alcune scuole erano già pronte ad affrontare un periodo di studio in via telematica, infatti, altre hanno fatto più fatica. 
A spiegare l'organizzazione dell'istituto comprensivo Vincenzo Tortoreto di San Ginesio, uno dei primi ad aver attivato la didattica via web, è la dirigente Grazia Maria Cecconi.

Come si è organizzato il suo istituto dall’inizio dell’emergenza, tenendo in considerazione le varie fasce di età?

Il nostro istituto si è attivato immediatamente, i primi a partire (già dal 9 marzo) con la didattica on line sono stati gli studenti della scuola secondaria di primo grado, tramite Skype. La settimana successiva è partita anche per la scuola primaria, tramite la piattaforma Meet (Google Suite) e per i bambini della scuola dell’infanzia. Successivamente anche la scuola secondaria ha iniziato ad usare la piattaforma g.suite- meet. I ragazzi e le famiglie non sono stati mai lasciati soli e hanno sperimentato sin dall’inizio il valore della vicinanza. Sul sito dell’istituto sono stati pubblicati gli orari di svolgimento delle lezioni on line, le istruzioni per l’uso delle piattaforme e l’informativa sulla privacy.

Come reputa l’apprendimento a distanza?

È sicuramente una sfida per il mondo della scuola, impone un ripensamento della didattica, un capovolgimento dei paradigmi tradizionali ed apre scenari completamente nuovi. I docenti sono stati costretti a riprogettare, a ripensare le pratiche quotidiane, così tanto consolidate e stereotipate. Ho detto sin dall’inizio che avrebbero dovuto fare di necessità virtù. Li ho invitati a focalizzarsi su quello che è veramente essenziale e irrinunciabile, significativo e inclusivo. Stiamo cercando di lavorare su compiti di realtà e unità di apprendimento per sviluppare le competenze di cittadinanza.

Quali lacune sono emerse e dove si può migliorare?

Alcuni docenti hanno pensato che si potessero trasferire le modalità in presenza con quelle a distanza. Si sono presto accorti che andava ripensato anche il modo di relazionarsi con gli studenti, che era necessario valorizzare l’empatia, la condivisione, la collaborazione. Si può sicuramente migliorare l’approccio comunicativo, si deve puntare ad innovare la didattica, è una grande occasione.

Quali sono stati i principali fattori di disagio raccolti in questo periodo da insegnanti e famiglie? Tutti allineati alle stesse condizioni?

Alcune famiglie hanno avuto all’inizio problemi di connessione, non perchè non avessero wifi ma perchè la linea non era abbastanza potente. Quasi tutti si sono attivati per potenziare la linea domestica. La scuola si è resa disponibile ad aiutare le famiglie in difficoltà. Dal 9 di aprile ci è stato asseganto un assistente tecnico che può supportare gli utenti, tramite servizio di consulenza. Chi non aveva computer ha potuto ricevere in comodato d’uso quelli della scuola.

A suo avviso, gli studenti più grandi hanno appreso la gravità dell’emergenza?

Per gli studenti della secondaria di primo grado all’inizio è stata una vacanza, poi sono stati consapevoli dell’emergenza e della drammaticità del momento. Lavorano quasi tutti con molto impegno e senso di responsabilità. Ad oggi hanno tutti i computer (un ragazzo era rimasto senza, ho mandato il vigile urbano a consegnarglielo a casa).

Quali sono le sue previsioni? Gli studenti potranno ritornare a scuola a metà maggio o a metà settembre?

Non credo che si possa tornare alla normalità a breve. Il momento in cui la curva scende potrebbe coincidere con l’abbassamento dei livelli di attenzione e potrebbe essere l’inizio di una nuova ondata di contagi. Per questo  ho voluto dare stabilità alla didattica a distanza, sto investendo fondi ed energie sulla formazione dei docenti, proprio perchè il periodo potrebbe prolungarsi e perchè vorrei facessimo tesoro di quello che abbiamo dovuto apprendere.

L’esame di terza media come si svolgerà?

C'è una data che dovrebbe fare da spartiacque, il 18 maggio. Se si dovesse rientrare prima (ma ho dei dubbi) l’esame dovrebbe svolgersi in modalità semplificate eliminando qualche prova e cambiando il metodo di assenazione del voto finale. Se non si dovesse tornare a scuola prima del 18 maggio, il consiglio di classe dovrebbe valutare il candidato tenendo conto anche di un elaborato presentato dallo studente.Attendiamo comunque la nota del ministero e le linee guida che speriamo possano fare una maggiore chiarezza.


Il vostro, come tanti altri dell'entroterra, è un istituto sano, cosa chiederebbe al Ministro Azzolina per il futuro?

Il Ministero ha fatto abbastanza, abbiamo ottenuto un finanziamento che ci permetterà di acquistare circa 15 nuovi pc, di potenziare la rete e far lavorare da remoto anche l’ufficio di segreteria. Chiederei al Ministro di non far morire i piccoli istituti perchè sono cuori pulsanti, realtà operose che sanno porsi a diretto contatto con l’utenza, rinnovandosi e aprendosi continuamenti al territorio di appartenenza e all’esterno.

Cosa pensa possa insegnare il periodo che stiamo vivendo ai suoi insegnanti e alunni?

La precarietà della vita. A volte penso che questa pandemia sia l’urlo della terra, l’ultimo implorante grido di aiuto. Forse ci dovevamo fermare e cercare di capire cosa conta davvero, quali sono i limiti dell’uomo e della scienza. Forse abbiamo capito quanto sia grande e bella la normale quotidianità e quanto ci manchi ora quella semplice routine, che a volte ci tediava. Anche i ragazzi hanno capito che la tecnologia è una grande opportunitàe che forse non riusciremo più a separarcene, ma hanno anche capito quanto sia importante la scuola in presenza, quanto siano costruttive e feconde  le relazioni con compagni e insegnanti, quanto sia variegato e affascinante quel mondo fatto di mille sfaccettature e quante opportunità possa offrire.

Che augurio manda a tutti i suoi studenti?

Auguro a tutti di essere all’altezza di questa sfida epocale, di cavalcare il cambiamento senza farsi travolgere, di diventare costruttori  di una trasformazione che ci permetterà di ricominciare, più forti, più consapevoli  e più orgogliosi di prima.

GS
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