Notizie di spettacolo nelle Marche
“Un lavoro di ascolto e, ove possibile, di concertazione con le categorie economiche e produttive oltre che di interlocuzione con il governo centrale”. Con queste parole il Governatore Francesco Acquaroli ha aperto l’incontro con la stampa nel quale ha illustrato le misure di rilancio dell’economia marchigiana post Covid presentate al ministro dello sviluppo economico Giorgetti.

Un lavoro condotto in prima persona dal vice presidente e assessore al commercio e attività produttive Mirco Carloni, che ha rappresentato al ministro lo scarso coinvolgimento fino ad ora delle regioni sulla programmazione delle risorse economiche. “Non si può più parlare di emergenza dopo un anno di chiusure – così l’assessore Carloni – ma di un fatto strutturale che necessita di misure di sostegno adeguate. Abbiamo chiesto al ministro Giorgetti, che ci ha rassicurato in tal senso, la necessità che il governo emani un nuovo decreto a sostegno delle attività produttive che non tenga conto solo della perdita di fatturato, ma anche dei costi fissi sostenuti e mai ristorati di intere categorie che sono state completamente azzerate. Tutto ciò per evitare, dopo il superamento dell’emergenza pandemica, la più grave recessione della nostra storia”.

Una diversa modalità di ratink per l’accesso al credito, così che le banche possano facilitare la concessione di finanziamenti, il bisogno di crescita dimensionale delle imprese attraverso il sistema delle filiere, la tematica dell’attrazione di investimenti attraverso la defiscalizzazione e l’innovazione tecnologica le altre urgenze che il vice presidente della Giunta Regionale ha rappresentato al ministro dello sviluppo economico. “Continuare a lavorare sui patti di sviluppo per le aziende che vogliono investire attraverso un progetto di filiera che utilizzi lo strumento del recovery è una delle richieste essenziali che abbiamo voluto rappresentare al governo”.

A chiudere il presidente Acquaroli che chiede al Governo di “prevedere ristori immediati e sufficienti a permettere alle imprese di superare questo momento difficile. Tante le attività fiaccate dalle restrizioni e dalla zona rossa, per cui lo Stato deve mettere in campo tutte le risorse il prima possibile”.

f.u.
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Venerdì, 26 Marzo 2021 15:27

Valfornace inaugura la "Casa dell'acqua"

Inaugurata a Valfornace, in P.zza Vittorio Veneto, alla presenza del sindaco Massimo Citracca, del vicepresidente e amministratore delegato dell’ASSM Graziano Natali, del responsabile commerciale di Blu Pura Srl Stefano Gambella, del vice sindaco Simone Marchetti, la "Casa dell'acqua" che consentirà la fornitura di acqua liscia e gasata all’intera popolazione.

L’acqua, che proviene dall’acquedotto del Nera, risulta essere di qualità superiore rispetto alle migliori acque minerali: l’impianto è infatti dotato di un sistema a carbone tale da eliminare l’eventuale retrogusto di cloro, mentre una lampada UV avrà il compito di eliminare l’eventuale presenza di batteri.

Il tutto ad un costo in assoluto minore rispetto alle più economiche acque in vendita: quando il servizio sarà fruibile con l’apposita tessera infatti, il costo per litro sarà di soli 5 centesimi.

L’erogazione, così come avvenuto negli altri paesi, sarà per il primo periodo gratuita, mentre da giugno prossimo sarà possibile fruirne attraverso l’uso di una tessera ricaricabile, fornita dai negozi locali che verranno individuati.

“Con l’inaugurazione di oggi - afferma il sindaco Citracca - Valfornace prosegue sulla strada della salvaguardia della natura. La Casa dell’Acqua infatti consentirà alla popolazione di poter fruire di un’acqua di indiscussa bontà, eliminando così il consumo di plastica. L’obiettivo infatti è quello di un cambio di abitudini da parte di istituzioni e cittadini e l’acquisizione di una nuova sensibilità, attenta all’ambiente ed al futuro dei nostri figli. La data odierna è doppiamente importante: in adesione alla campagna “M’illumino di meno” infatti, il Comune ha disposto il temporaneo spegnimento delle luci pubbliche di Piazza Vittorio Veneto, a simboleggiare l’attenzione per un tema altrettanto importante quale quello del risparmio energetico.”

brindisi

f.u.
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Nuovi arrivi alla Compagnia di Civitanova Marche: da pochi giorni un finanziere cinofilo e il suo cane, che insieme formano la nuova unità cinofila antidroga, sono stati assegnati al Reparto del Corpo, per rafforzare il dispositivo di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti in provincia.

“Hanima” - questo è il nome di uno splendido esemplare di pastore tedesco di colore nero, che non ha ancora compiuto tre anni - al termine del corso di formazione presso la Scuola di Addestramento Cinofilo della Guardia di Finanza di Castiglione del Lago, prima di approdare a Civitanova Marche ha prestato servizio, per alcuni mesi, insieme al suo conduttore, al Gruppo di Trapani ove ha già avuto modo di dimostrare, in più di una occasione, di avere un fiuto infallibile.

La nuova unità ha impiegato pochissimo tempo ad inserirsi pienamente nel contesto operativo locale, contribuendo da subito - insieme al “suo collega” “Edir” (l’altro pastore tedesco che compone l’unità cinofila già in forza alla Compagnia) - a fornire un contributo spesso determinante per il rinvenimento di sostanze stupefacenti nel corso di specifiche attività di servizio.

Dall’inizio di quest’anno sono state 24 le operazioni antidroga già condotte in tutta la provincia maceratese con l’ausilio di “Edir” e di “Hanima”, sapientemente guidati dai loro conduttori, che si sono concluse con l’arresto di 5 responsabili, la denuncia a piede libero di 14 persone e la segnalazione all’Autorità Prefettizia di 11 soggetti, nonché con il sequestro di circa 1,4 kg. di sostanze stupefacenti, tra marijuana, hashish, cocaina ederoina, oltre a 100 pasticche di suboxone, un oppioide usato per trattare la dipendenza dagli stessi oppioidi.

L’assegnazione della nuova unità cinofila alla Compagnia di Civitanova Marche mira all’ulteriore potenziamento del dispositivo di contrasto al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, costante impegno della Guardia di Finanza a salvaguardia della vita umana e a tutela dell’economia legale.
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È stato recentemente pubblicato, in attuazione dell’accordo di programma quadro dell’area interna alto maceratese nell’ambito del progetto SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne), un bando della Regione Marche finalizzato all’avvio di start up. L'obiettivo è quello di finanziare imprese di nuova costituzione o studi professionali che vogliano avviare la propria attività nell’area alto maceratese ricomprendendo in essa i 17 Comuni che ne fanno parte.

“Azioni di sostegno economico come queste, rivolte ai territori montani, sono fondamentali. In una fase contingente così complessa, in cui l’occupazione stagna e molti giovani non sanno dove orientarsi, è importante fornire loro dei ponti verso un futuro di concretezze. Un futuro per chi crede nelle aree interne, e qui vuole restare e investire, nonostante tutto, facendo tesoro delle sue peculiarità. Come soggetto capofila delle aree interne, insieme a tutti i sindaci ci stiamo impegnando per creare opportunità di crescita in questi territori straordinari sotto tanti punti di vista. Il bando costituisce un incentivo per la creazione di imprese, sia che esse ricadano nel settore turistico, del commercio, culturale o altri servizi” dichiara Alessandro Gentilucci, Presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino. “Mi auguro che quanti più giovani vogliano restare in questi territori puntando sullo sviluppo locale: vi è spazio per buone idee e creatività, in un contesto che diverrà nel tempo sempre più appetibile grazie allo sforzo collettivo che stiamo portando avanti”.

La dotazione del bando ammonta a 270.000 euro. I soggetti che possono presentare domanda di finanziamento devono, oltre a risiedere nei Comuni dell’area interna alto maceratese, risultare disoccupati ed essere iscritti al centro per l’impiego. Non sono previsti limiti d’età per partecipare. Ciascuna attività imprenditoriale può accedere ad un finanziamento per un importo massimo di 35mila euro. La scadenza per la presentazione delle domande è il 31.07.2021, salvo esaurimento delle risorse.
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Una mozione che unisce tutte le forze di minoranza settempedane contro l'abbattimento e la ricostruzione del Chiosco dei giardini "Giuseppe Coletti" di San Severino Marche. È quanto presentato dai consiglieri Panicari, Lampa, Borioni e Bompadre che hanno presentato richiesta per una seduta consiliare in modo da trattare il tema.

Dal testo della mozione a firma trasversale si apprende come le minoranze si oppongano agli interventi pensati dall'amministrazione, in ragione dell'interesse storico, sociale e architettonico del chiosco. I firmatari ritengono infatti che la somma di 300mila euro che l'amministrazione ha destinato alle opere di riqualificazione dei giardini "Coletti", piuttosto che essere investita nell'abbattimento della struttura e nella sua successiva ricostruzione, potrebbe "essere utilizzata per interventi di recupero e adeguamento del chiosco esistente, oltre che per la tutela del verde presente all'interno del giardino, tra cui l'ultracentenario cedro del Libano, e dei vari giochi per bambini presenti nell'area". A supportare la mozione ci sarebbe inoltre l'interesse culturale legato alle soluzioni architettoniche pensate nella costruzione del chiosco dall'architetto Luigi Cona.

La mozione si avvale delle competenze nei poteri di indirizzo proprie del Consiglio Comunale e chiede, in definitiva, "di rivalutare l'allocazione delle risorse, derivanti dall'alienazione di un altro spazio di verde pubblico, comprendendo nel corpo dei lavori anche opere che prevedano la riqualificazione dell'intera area, e impegna l'amministrazione Piermattei a fornire le nuove linee di indirizzo al professionista incaricato dei lavori".

l.c.
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Venerdì, 26 Marzo 2021 11:00

Marche, un'altra settimana in zona rossa

Un'altra settimana in zona rossa. Ad annunciarlo è il presidente della Regione, Francesco Acquaroli. "Mi dispiace dovervi comunicare - ha scritto sui social - che a causa del numero dei contagi riscontrati nella nostra regione nella scorsa settimana, che sono superiori a 250 ogni 100.000 abitanti, anche la prossima settimana saremo in zona rossa per quanto stabilito dall'ultimo decreto legge. Nel corso di questa settimana il numero dei contagi e la pressione nei pronto soccorso si sta riducendo, mentre resta ancora molto alta la pressione ospedaliera. Nonostante la comprensibile esasperazione e le molteplici difficoltà - aggiunge - , continuo a raccomandare a tutti la massima attenzione per superare quanto prima questa situazione complicata. Nel frattempo continua la campagna di vaccinazione. A questa mattina - annuncia - sono oltre 147 mila i marchigiani che hanno ricevuto la prima dose, quasi il 10% della popolazione regionale, per un totale di oltre 230 mila somministrazioni, il 91,3% delle dosi che ci sono state consegnate".

GS
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Potranno lasciare i container entro il 2021 i carabinieri di Caldarola che, dopo il sisma del 2016, avevano adottato la soluzione provvisoria lungo via Aldo Moro.

Lo spiega il sindaco Luca Maria Giuseppetti annunciando che i lavori di ampliamento del nuovo municipio permetteranno di ospitare provvisoriamente l'Arma dei carabinieri.

"Erano mesi - dice il primo cittadino - che l'Arma aveva chiesto di poter spostare i quattro carabinieri, che sono nei container dal 2016, in un luogo più consono.
Purtroppo, la loro ex caserma è ancora in fase di progettazione per la ricostruzione, in attesa del via libera del Ministero. Per il nostro paese è importante continuare ad avere i militari come punto di riferimento, così abbiamo pensato di lasciare una parte del nuovo ampliamento del municipio all'Arma fino a che non sarà ripristinata la vecchia struttura. Si tratta di una scelta che abbiamo fatto insieme al Prefetto e che troverà attuazione nei prossimi mesi.
Entro la fine dell'anno - confida il sindaco - spero di trasferire la caserma nel nuovo stabile. Spero che non ci siano problematiche burocratiche, ma con le ordinanze fatte dal Commissario Giovanni Legnini molto probabilmente andremo più veloci e mi auguro che entro la fine del 2021 i carabinieri possano essere nella nuova struttura".

Per quanto riguarda l'ampliamento, il sindaco spiega che i costi rientreranno con l'affitto richiesto alla Prefettura per l'Arma: "L'ampliamento è stato concesso dalla Protezione Civile - dice Giuseppetti - . Noi avevamo un importo da spendere nel palazzo comunale di piazza Vittorio Emanuele II,  quello che prima ospitava gli uffici comunali. Quella struttura, però, non sarebbe stata più consona a quell'utilizzo e abbiamo chiesto alla Protezione Civile di poter usufruire di una parte di quel contributo per delocalizzare gli uffici.
Le spese per ospitare la caserma nell'ampliamento ammonteranno a circa 40mila euro, ma saranno coperte dall'affitto che ci verrà corrisposto. 

Guardando al futuro - conclude - quella resterà la sede permanente del municipio: ci sembra un luogo idoneo anche per la vicinanza dell'ufficio postale e delle scuole e, in attesa che sia terminata la ricostruzione della vecchia caserma, ospiteremo anche i carabinieri".

GS
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Ha fatto discutere il decreto sostegni, che non è ancora legge, per la ripartizione prevista per gli impianti sciistici. Stando alla bozza, infatti, le stazioni più piccole come quelle dell'Appennino sarebbero penalizzate.

A sottolineare la stortura è Francesco Cangiotti di Bolognola Ski, rappresentante per le Marche di FederFuni: "Siamo estremamente rammaricati - dice - , eravamo molto fiduciosi del nuovo decreto sostegni che avrebbe dato un valido aiuto a questa stagione difficile. Avevamo già stabilito degli accordi con le parti parlamentari per decidere i criteri. Questi criteri, però, sono stati modificati all'ultimo momento, tanto che apprendiamo ora dal nuovo decreto che la ripartizione di queste somme ci penalizzerebbero".

Parliamo di una cifracomplessma importante, di 700 milioni di euro, che se fosse ripartita con criteri egualitari rappresenterebbe una boccata d'aria per tutti, grandi e piccle stazioni.
"Purtroppo - specifica Cangiotti - la ripartizione non verrà fatta considerando una media del fatturato degli anni precedenti, le spese e le perdite sostenute, ma ripartita in base alle presenze registrate nei grandi Comuni montani. Un criterio che ci pensalizza molto, dal momento che le nostre stazioni non hanno una ricettività alta e presenze stabili sul territorio comunale, ma godono di un flusso giornaliero e pendolare. Crediamo - ammette Cangiotti - che questo decreto sia fatto quasi esclusivamente per i grandi comprensori del Trentino: le risorse verranno, infatti, erogate in base alle presenze registrate all'interno del Comune, e non su quelle direttamente legate alla vendita degli skipass.
Questa è una prerogativa che taglia fuori quasi tutto l'Appennino - denuncia il direttore - e in particolare anche le nostre zone".
Dubbi anche sulle modalità con cui i fondi verranno liquidati: "Non verranno dati direttamente alle società degli impianti - dice - ma da come si evince dal decreto verranno erogate ai Comuni che decideranno come e quando ripartire queste somme. Non è una situazione chiara ed a vantaggio delle nostre stazioni. 
Speriamo che nelle prossime settimane, quando il decreto verrà espletato meglio, si chiariscano questi punti e ci siano modifiche più eque, non solo a vantaggio delle grandi stazioni, ma anche dei comprensori medio-piccoli che nell'Appennino sono la maggioranza".
 
Intanto Federfuni non resta comunque con le mani in mano: "Stiamo predisponendo un documento condiviso che poi invieremo ai vari parlamentari, molti di loro ci sono vicini, ci hanno già ascoltato e credo si metteranno al lavoro per cercare di risolvere questa problematica.
Veniamo da un periodo difficile legato alla pandemia - conclude - , abbiamo avuto più promesse di aperture che non si son mai concretizzate e, allo stesso tempo, ci hanno fatto spendere soldi per poter essere sempre pronti a ripartire. Per quanto riguarda il decreto ristori, poi, si fa riferimento alle presenze dell'anno 2019 e sappiamo bene che è stata una stagione negativa per l'Appennino, in quanto non c'è stata mai neve e anche in questo caso saremo ulteriormente penalizzati".

GS 
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Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua. È l'ipotesi su cui sta lavorando il governo attraverso una modifica alle regole dell’attuale Dpcm. che  prevede, appunto, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado anche in zona rossa. Parlamentari di diversi schieramenti sarebbero favorevoli a ripensare le chiusure almeno per quel che riguarda le scuole materne, primarie e medie, complici anche gli studi pubblicati su dati Miur incrociati con quelli delle Ats e della Protezione civile  dai quali si evince come non vi sia  correlazione tra lezione in presenza e crescita dei contagi. Si aggiungono anche le recenti proteste di piazza e la consapevolezza del peso che stanno sostenendo le famiglie. Pur con i suoi innegabili vantaggi la sostituzione delle lezioni con didattica a distanza, soprattutto con riferimento al tipo di offerta formativa che all'interno di queste scuole viene svolta, crea indubbi disagi. 
"È una sofferenza anche per i docenti perchè la scuola è ovviamente solo quella fatto in presenza- afferma il dirigente dell'Istituto Comprensivo Betti Maurizio Cavallaro- Debbo tuttavia sottolineare che rispetto al 2020 quest'anno l'organizzazione è sicuramente migliore; per quello che ci viene richiesto ritengo che stiamo procedendo bene e siamo anche pronti a ripartire. Nel fare quattro conti ho potuto notare che in questa settimana e in questi ultimi giorni  qualche contagio in più nelle nostre zone c'è stato ma - osserva il preside- secondo me il motivo è da imputare anche alla chiusura delle scuole. Fino a che la scuola è stata aperta noi infatti abbiamo adottato il massimo delle precauzioni e pure qualcosa di più.  Quindi, sanificazioni dei materiali, lavaggi e sanificazioni delle mani, controlli accurati sono stati un bel modo di prevenire la pandemia. Noi comunque ce la mettiamo tutta e siamo pronti; se il governo dice che si può ripartire dopo Pasqua, adottando tutte le massime precauzioni del distanziamento, sanificazioni e nella sicurezza massima, siamo pronti a ripartire perché siamo convinti che è l'unico modo per vivere bene la scuola".
Intanto sono in corso le vaccinazioni da parte del personale docente mentre un ulteriore garanzia è rappresentata dai prelievi e tamponi periodici da eseguirsi sia sui docenti che sugli stessi scolari. "Qualcuno dei docenti- aggiunge Cavallaro- sta facendo la seconda dose del vaccino per cui dopo Pasqua dovremmo essere pronti in una maniera in cui siamo anche più coperti e quindi potremmo essere ancora più sereni nel riprendere le lezioni. Bene anche i tamponi perché questo tipo di controllo rappresenta un otiimo indice. La voglia di tornare c'è in tutti; chiaro che c'è un po' di timore che è legittimo perchè poi siamo tutti sottoposti al bombardamento quotidiano di notizie: un giorno siamo tutti a rischio, un altro giorno siamo quasi tutti salvi per cui la confusione e il terrorismo mentale sono pazzeschi. Diciamo tuttavia che tutti coloro che hanno scelto di  fare l'insegnante, hanno solo che piacere nello stare in mezzo ai ragazzi e crescere con loro. Mi sento anche di tranquillizzare i genitori sulla serenità che debbono avere nel sapere che i loro figli stanno in un ambiente comunque molto protetto. Quello che chiedo a tutti è dunque di essere tranquilli e sereni- conclude il dirigente-. Quando le comunicazioni di una riapertura saranno certe, come scuola le invieremo o sulla posta elettronica o le faremo apparire sul sito. Questo per evitare  qualsiasi preallarmismo o notizia falsa. Le notizie certe le diffonderemo dunque dalla scuola attraverso i canali ufficiali". 

c.c.
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Ci fu anche un notaio camerte come testimone della sentenza di morte del sommo poeta Dante Alighieri. Il 27 gennaio 1302, sulla base di una legge ad personam, che consentiva di sottoporre a nuovo procedimento i priori dei due ultimi anni già assolti in precedente giudizio, il podestà di Firenze Cante de’ Gabrielli da Gubbio emetteva una sentenza di condanna in contumacia nei confronti di Dante e di altri quattro cittadini di parte Bianca: Dante, non essendosi presentato, era stato con altri condannato a morte in contumacia, con sentenza emessa il 10 marzo 1302. Anche la città di Camerino ha inteso celebrare il Dantedì ricordando il legame col Padre della lingua italiana, alla cui sentenza di morte fu testimone un notaio di Camerino.

Nella lotta a Firenze tra Guelfi di parte bianca (per i quali teneva parte Dante) e Guelfi neri, ai primi di novembre del 1301 questi ultimi prendono con la forza il controllo della città. Subito mettono in moto la macchina giudiziaria, secondo uno schema di uso politico della giustizia. Per non essersi presentato a discolparsi, accusato di baratteria e lucri illeciti, per lui scatta la pena di morte sul rogo. I guelfi neri sono passati alla rappresaglia e alla vendetta. Dante non viene preso, ma da quel momento, fino alla morte nel 1321, non rivedrà più la sua patria. La sentenza viene pubblicamente letta dal notaio Bonora di Preci, assistito da due testimoni, Masio da Gubbio e Berardo da Camerino, appunto.

Come chiarisce l’avvocato e giornalista Giuseppe De Rosa: “Anche quest’ultimo viene definito notaio, con la specificazione che fosse notaio del podestà Cante de’ Gabrielli. La figura di Berardo ricorre più volte nel Libro del Chiodo, copia risalente alla seconda metà del Trecento, che contiene tutte le registrazioni dei bandi comminati a Firenze contro i ghibellini e i guelfi bianchi dichiarati colpevoli di ribellione al Comune e pertanto esclusi dalla vita politica cittadina”.

Uno studioso ha individuato la figura del notaio del processo a Dante con quella di Berardo I da Varano (1250-1260 circa – ante 1325), ma Pier Luigi Falaschi ha fatto notare l’inverosimiglianza di un dinasta di grande famiglia, già affermata nel governo di Camerino, che svolga la funzione di semplice notaio. “Raccogliere notizie sul Berardo notaio – continua l’avvocato De Rosa - diviene una ricerca tanto interessante quanto difficile”.

Non solo. Da unostudio in collaborazione con la sezione dell’Archivio di Stato di Camerino, in particolare nella mostra “Camerino, il cuore dell’Europa”, è stata esposta una preziosissima pergamena datata 1286 testimonianza delle relazioni fittissime a livello politico, commerciale ed economico tra Camerino e Firenze, nonché tra il padre della nota Beatrice, che era uncommerciante, e la città ducale: “In occasione della mostra promossa dall’Amministrazione comunale prima del Covid, nell’autunno de 2019 – commenta l’assessore alla cultura Giovanna Sartori - con la direzione scientifica della professoressa Emanuela di Stefano, abbiamo esposto questa preziosissima testimonianza che conferma il legame di Dante con la nostra città. Uno spunto interessante che ci pone nell’ottica di voler approfondire questi studi, soprattutto quest’anno in cui si celebrano i 700 anni dalla morte del sommo poeta”.

Dantedì pergamena Camerino un notaio camerte testimone della sentenza di morte
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