Questa sera alle 21 la seconda serata della serie che il Politeama di Tolentino ha dedicata al compositore Ludwig Van Beethoven. "Caro Ludwig..." ha debuttato domenica sera, in streaming sul canale YouTube del Politeama, con una ottima audience: il concerto è stato seguito da quattrocento spettatori. 

La miniserie di concerti, incentrata sulle opere pianistiche e da camera dell’artista, si struttura in quattro serate. Quella di oggi sarà dedicata al binomio Musica e Natura: in programma la Sonata Op. 109, eseguita da Gianluca Luisi, e la Sonata Op. 24 I movimento, suonata da Silvia Mazzon e Marcello Mazzoni. Come negli altri concerti, prima delle musiche Piero Di Egidio presenterà i percorsi.

A chiudere la rassegna, venerdì 23 e domenica 25 aprile le ultime due serate. Saranno di nuovo trasmesse, sempre alle 21, in streaming gratuito sul canale YouTube del Politeama di Tolentino.

https://youtube.com/playlist?list=PLHhzoKxhI-og_G0RPe1ZSp5VCJjOnHe6B .

l.c.
Un libro per valorizzare la memoria. “Visso e le sue valli” scritto oltre cinquanta anni fa da Don Ansano Fabbi, è stato ristampato dall’associazione “Visso Futura” e donato agli studenti dell’Altonera.

“Con questa mia ulteriore fatica, presento ai cercatori di memorie e di bellezze artistiche, l'alta Valle del Nera, con al centro Visso e intorno gli estremi confini delle Valli di Ussita e di Castelsantangelo, l'altipiano di Macereto e la zona montuosa di Mevale e Fematre. Essa at­tualmente appartiene alle Marche, ma storicamente per due millenni, ha fatto parte della stirpe e della Regione Umbra. L' Umbria ha formato il carattere forte e costante della genie vissana, ma la vicina Marca lo ha ingentilito con un'arte briosa e piacevole.”

Con queste parole Don Ansano Fabbi raccontava in premessa ai “cercatori di memorie e bellezze artistiche” cosa lo spinse a scrivere un libro su questi territori. Era il 1964. Il sindaco Silvio Sensi nella sua premessa parlò di saggezza delle rubriche scritte da Fabbi capaci di suscitare ammirazione e riflessione.

( nella foto alcuni bambini con il loro libro )

alcuni bambini con il loro libro

Il libro "Visso e le sue valli" di Don Ansano Fabbi, grazie alla volontà dell’associazione “Visso Futura”, è stato ristampato per le edizioni “Il Formichiere” di Marcello Cingolani con l’introduzione alla stampa anastatica del critico e curatore indipendente Maurizio Coccia e donato, lo scorso 18 dicembre a tutti gli alunni delle elementari e medie dell’Istituto Pietro Capuzi di Visso, in cui ci sono anche studenti provenienti da Ussita e Castelsantangelo sul Nera.

“Stiamo seminando un po' di Visso. Forse tra vent'anni nascerà qualcosa.” Così il presidente dell’associazione “Visso Futura” Roberto Flammini che, lontano dalla cittadina vorrebbe che i 36 bambini presenti oggi nel plesso scolastico, possano conoscere e amare questi luoghi, di cui ora purtroppo si fa fatica ad immaginarne il futuro e probabilmente anche il passato. Alcuni di loro sono molto piccoli e non ricordano lo splendore di uno dei borghi più belli d’Italia, non ricordano come era Visso prima che un sisma così forte nel 2016 ne distruggesse la sua bellezza e con essa una parte della storia, della cultura e della socialità. Azioni come questa sono importanti anche per onorarne la memoria. “In queste occasioni tragiche c’è una rottura tra passato e presente. Dopo le prime settimane di scoraggiamento, c’è stato bisogno di uno scatto rappresentato dallo sguardo verso il futuro per cercare di progettarlo – prosegue Flammini – Nell’ottobre 2018 abbiamo fondato questa associazione,  tra i cui  scopi tra l’altro c’è quello di agire per la tutela e la conservazione del patrimonio culturale, storico – artistico, ambientale, sociale ed economico dei territori dell’Altonera, di elaborare studi e ricerche, avanzando suggerimenti e proposte all’opinione pubblica ed alle amministrazioni pubbliche su temi che riteniamo importanti per la sua conservazione e la sua rinascita. Per noi si tratta di un dovere civico ineludibile come cittadini vissani in uno dei momenti più difficili della storia dei nostri paesi dell’Appennino, in un periodo in cui si debbono prendere decisioni e formalizzare provvedimenti che segneranno il futuro delle nuove generazioni. Noi abbiamo l’obbligo di consegnare delle idee, proporre progetti affinché quelle scuole possano essere ripopolate grazie a delle strategie a lungo termine che possano consentire di aumentare la popolazione come era prima, in quegli anni in cui il libro prendeva forma. Allora 250 bambini della valle frequentavano la scuola.  Oggi senza una strategia che accanto alla ricostruzione materiale affianchi quella socio economica, andremo incontro alla creazione di “gusci vuoti” come li ha giustamente chiamati il Commissario Straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini. Spetta anche ai cittadini fare la loro parte e contribuire a far conoscere la storia e la cultura dei nostri luoghi, fatta anche di tramandi orali che grazie all’opera di Fabbi abbiamo la fortuna di possedere e l’onere e l’onore di valorizzare e far conoscere. Anche con questi obiettivi “Visso Futura” ha voluto riprodurre in stampa anastatica questo testo organico sulla storia di Visso e le sue valli che dovrà essere nelle case di chi ama questi paesi,
perché siamo convinti che il futuro non si progetta se non si guarda al passato”.

( nella foto alcuni componenti dell'associazione Visso futura)

alcuni componenti lassociazione Visso futura

Nel corso della distribuzione avvenuta all’esterno della scuola, il libro è stato consegnato ad ogni alunno. Nella pagina finale del libro è stato riportato il giorno della consegna e il nome dello studente a cui l’opera è stata destinata. Un segno dell’importanza che ogni piccolo cittadino riveste per il futuro del paese. La professoressa Maura Antonini, che ha contribuito all’organizzazione dell’evento, ha ricordato: “Per volare verso il futuro, occorre stare con i piedi ben piantati a terra, attaccati alle radici, rappresentate anche dal nostro passato”.  

Don Fabbi nella premessa al libro cita i versi dell’idillio “Alla luna” di Leopardi: «Oh come grato occorre il rimembrar delle passate cose, ancor che triste, e che l’affanno duri”. Del poeta recanatese oltre all’originale di “Alla luna”, Visso conservava numerosi manoscritti, su tutti L’Infinito. Don Fabbi allora si augurava “Ho la speranza che queste “rimembranze” siano utili allo sviluppo turistico di questa altrimenti poverissima zona, alla conservazione del suo patrimonio artistico e della pittoresca ambientazione medievale della città.” Un augurio ripreso dall’associazione Visso Futura.

 
400 mila euro di risorse aggiuntive per la cultura: approvato l’emendamento proposto dall’assessore regionale alla cultura Giorgia Latini. L’assessore ha individuato ulteriori fondi per un settore che vive un momento complicato: l’eventuale ritorno in zona gialla non porterebbe infatti alla riapertura di cinema, teatri e musei. Per questo era necessario un aiuto.

Giorgia Latini ha commentato: “L’inaspettato successo del bando ‘Marche palcoscenico aperto, i mestieri della cultura non si fermano’ ci ha spinto a destinare ulteriori fondi al comparto della cultura. I 368 progetti presentati testimoniano come i lavoratori dello spettacolo siano volenterosi e abbiano voglia di continuare a lavorare. Per questo abbiamo deciso di destinare ulteriori 180 mila euro a questo progetto, che sommati ai primi 120 fanno un totale di 300 mila. Gli spettacoli finanziati verranno poi trasmessi su piattaforme digitali, permettendo al pubblico di assistere loro nonostante la chiusura dei teatri e dei luoghi della cultura”.

L’assessore prosegue: “Abbiamo destinato anche 220 mila euro per i luoghi della cultura, come biblioteche e musei, anche loro fortemente penalizzati dalla situazione. Sicuramente sono provvedimenti che tamponano e non risolvono il problema, ma è importante fare qualcosa per settori che anche in caso di ritorno alla zona gialla continuerebbero a soffrire”.

red.
È arrivata dal Ministro Dario Franceschini la risposta alla lettera che Mauro Mazziero, presidente dell’associazione “Centro culturale” di Potenza Picena, organizzatore  del  Mugellini Festival con il Maestro Lorenzo Di Bella, aveva inviato al Governo.
Nel testo si sottolineava l’importanza della musica e della cultura come motore fondamentale e propulsivo per l’identità e l’economia delle comunità che vivono nei piccoli centri.  

“In questo frangente così drammatico del Paese - si legge nella risposta di Franceschini - , è stata e sarà una preziosa fonte di riflessione.  Senz’altro, il sostegno alle imprese culturali e creative (e più in generale al terzo settore), nonché il riordino della normativa vigente per il settore dello spettacolo, sono tra le azioni al centro delle politiche di questo Ministero che ha pronto un disegno di legge da presentare al più presto in Consiglio dei Ministri.  In questo quadro, la informiamo che nei giorni scorsi, il Ministro Franceschini ha firmato un decreto che stanzia 20 milioni di euro extra FUS con l’obiettivo di raggiungere le realtà dello spettacolo più piccole, non ancora comprese nelle prime misure del decreto Cura Italia".
Dalla risposta del Ministro arriva l'appello di Mauro Mazziero a tutte le realtà del mondo dell’arte e dello spettacolo presenti sul territorio per unirsi, fare il punto della situazione e costruire un nuovo ordinamento delle arti.

Mauro Mazziero Lorenzo Di Bella
Mauro Mazziero e Lorenzo Di Bella

"Come avvenne nel 1972 con la pubblicazione della “Carta italiana del restauro” - dice Mazziero - dove Cesare Brandi espresse nei dodici articoli i principi cardine della materia,  è giunto il momento di riunire attorno ad un tavolo gli esponenti di rilievo nel campo della cultura per dare vita ad una “Carta dello spettacolo”. Ho già avuto numerose adesioni dal mondo dell’arte e della cultura  e spero, quanto prima, di poter realizzare un convegno per la redazione di un primo documento. La volontà di bellezza di cui parlavo nella lettera aperta ora deve diventare anche volontà di chiarezza.”

GS
L'antenato del mostro di Lochness è arrivato al museo di storia naturale di Gagliole a fare compagnia a Nessie, ospitato nelle teche della struttura museale. "Ci sono voluti tre mesi di lavoro - spiegano in una nota -  per assemblare il fossile di Mososaurus (il nome significa lucertola del fiume Mosa".
Un imponente rettile marino lungo 5 metri, vissuto circa 70 milioni di anni fa, alla fine del periodo Cretaceo, giunto di recente dagli Stati Uniti. 
Spiega Paolo Paoletti, della fondazione Oppelide che gestisce il museo: "Con l’acquisizione del suddetto reperto il museo sicuramente darà un maggior contributo nella promozione e valorizzazione del turismo culturale del territorio, così come nel mondo scolastico aumenterà la consapevolezza che il museo Gagliole si sta caratterizzando sempre più per i suoi servizi offerti come luogo di formazione e di esperienza educativa per migliaia di giovani ai quali offre oltre che una ricca proposta didattica". Il mososauro abitava in Nord America ed in Europa Occidentale, vicino all'oceano, si nutriva di pescitartarughe,  ammonitiplesiosauri e anche  mosasauri più piccoli. Anche se erano in grado di immergersi a grandi profondità, è più probabile che non si avventurassero in acque troppo profonde preferendo rimanere vicino alla superficie, dove era più facile trovare cibo. Durante il nuoto il corpo rimaneva fermo per ridurre la resistenza attraverso l'acqua, mentre l'estremità della coda forniva una potente propulsione.

GS
"Un uomo che è sempre stato attento e partecipe alla vita di Recanati, città per la quale si è speso tantissimo". Con queste parole il sindaco Antonio Bravi ricorda la figura del conte Vanni Leopardi, discendente diretto del poeta Giacomo, scomparso all'età di 77 anni a seguito di una grave malattia. "Tra il conte Vanni e la città - continua il primo cittadino - c'era questo rapporto di grande affetto reciproco. Tra l'altro ha sempre vissuto il suo essere discendente del poeta impegnandosi nella custodia e nella divulgazione della figura e dell'opera di Giacomo Leopardi".
Vice sindaco per due mandati e da pochi mesi sindaco Antonio Bravi si è trovato spesso ad avere rapporti con Vanni Leopardi. "A Recanati - conclude - tutto quello che riguarda la cultura ruota intorno a Casa Leopardi e devo dire che in questi anni si era stabilito un ottimo rapporto, semplice e aperto. Motivo per cui il conte Vanni non esitava a manifestare all'amministrazione comunale qualsiasi perplessità avesse, spesso confidandosi con noi, e come amministrazione lo abbiamo sempre voluto coinvolgere in ogni iniziativa di carattere culturale. Una figura di spicco per Recanati e una grave perdità per la città".

F.U.

In questi giorni, gli alunni di alcune classi della scuola Primaria Grandi e Bezzi sono stati coinvolti in attività di Primo Soccorso. L’iniziativa è nata dall’idea della disponibilità di una mamma che ha voluto dedicare parte del suo tempo libero per sensibilizzare e insegnare, in modo giocoso, concreto e utile, come chiedere aiuto in caso di emergenza e come evitare alcune situazioni di pericolo. I bambini hanno collaborato e partecipato in modo attivo alle varie situazioni che venivano proposte. Si sono calati nella parte con serietà e interesse, dimostrando curiosità e responsabilità anche nelle domande che ponevano. Un grazie particolare a questa mamma che ha voluto dedicarci pazienza e disponibilità.

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Il prossimo 6 aprile alle 16, al Museo di Palazzo Bonafede a Monte San Giusto sarà inaugurata la mostra “Devozione Ducale, i dipinti del Monastero di Santa Chiara a Camerino”, a cura di Pierluigi Moriconi e Stefano Papetti. Altri nomi d’eccezione che costituiscono il comitato scientifico sono quello di Giuseppe Capriotti (Unimc), Simone Settembri (dei Musei Vaticani), Sonia Melideo (Soprintendenza di Ancona) Monsignor Sandro Corradini e Giacomo Maranesi che hanno arricchito coi loro scritti il catalogo della mostra.  

L’esposizione durerà fino al 16 giugno e ospiterà le tele del Monastero di Camerino danneggiato dal sisma. Fra le opere in esposizione, due grandi tele di Ernst Van Schayck, e Orazio Orazi oltre ad un ritratto di San Francesco d’Assisi attribuito al Guercino.

“Abbiamo accettato con entusiasmo la proposta della Soprintendenza di ospitare questa mostra - commenta il vicesindaco Mauro Spinelli -, un’occasione unica per valorizzare il nostro museo rafforzando il binomio con la chiesa di Santa Maria della Pietà dove si trova la pala di Lorenzo Lotto. Ringraziamo sentitamente Madre Chiara Laura Serboli e le sorelle povere del Monastero di Santa Chiara per la disponibilità a concedere queste splendide opere d’arte”. L’iniziativa è sostenuta dalla Cassa di Risparmio della Provincia di Fermo e dalle aziende Miami Srl e Eddy Ricami. “L’amministrazione di Monte San Giusto continua così ad investire nell’arte riconoscendone il ruolo centrale nella politica turistica e di promozione del territorio”. 

Un nome d’eccezione quello di Stefano Papetti che lo scorso anno aveva curato la mostra “Da Guercino a Fontana”, realizzata dall’amministrazione sangiustese mentre la Chiesa di Santa Maria in Telusiano, dove è custodita la “Crocefissione” del Lotto, era chiusa a causa del sisma. “L’esposizione - dice Papetti - ha rappresentato per  molti turisti una valida alternativa alla contemplazione del capolavoro lottesco e per gli abitanti della cittadina una utile occasione per meglio conoscere il patrimonio storico-artistico conservato nella chiese di Monte San Giusto, consentendo il restauro dei dipinti che ornano il tempio di Sant’Agostino. Ma oggi che la “Crocefissione” di Lotto è tornata ad attrarre migliaia di turisti, grazie anche al volano pubblicitario della mostra di Macerata, Monte San Giusto non rinuncia a proporsi come meta di un qualificato turismo culturale”.

Un dipinto di Orazio Orazi ritrae la morte di Camilla Battista Varano e proprio un particolare di quel quadro è stato usato come simbolo della mostra. “La santa è raffigurata in molti dipinti esposti a Monte San Giusto e spesso è rappresentata accanto al convento in cui visse, oggi danneggiato dal terremoto: tanto forte è stata nel corso del tempo la devozione popolare nei confronti della suora da venire interpretata coma una rappresentazione d ella sua morte un dipinto cinquecentesco che raffigura invece la “Dormitio Virginis”, probabile opera di un artista camerte influenzato da Bernardino di Mariotto”.

Fra le opere che saranno esposte e provenienti da Camerino figurano anche una tela che ritrae San Francesco e la mostra è il frutto della generosità della madre superiora del convento di Camerino “che ha compreso come il relegare le opere d'arte rimosse dai locali danneggiati dal sisma in un deposito non visitabile - afferma Papetti - avrebbe costituito un ulteriore danno per l'identità culturale e religiosa della città ducale, già notevolmente penalizzata dai recenti eventi tellurici. Un esempio per tante altre istituzioni che hanno invece deciso di segregare in luoghi inaccessibili le opere d'arte di loro pertinenza, privando cittadini e  turisti della loro visione e favorendone l’oblio”.

Gaia Gennaretti

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